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il tempo che mi devi

Post n°89 pubblicato il 19 Aprile 2011 da le_vide
 

Prenditi tutto il tempo che mi devi
è una scelta che devi fare
senza pensare
abbraccia il cambiamento
oppure lasciati passare
dall’altra parte
il cielo è una ruggine che non viene via
el’ultimo rintocco della campana
cerca di propagarsi tra le nuvole
in cerca del suono
che l’uomo che batte con il mento sulla terra vuole riprodurre
dopo averlo lusingato vanamente
braccato come un ladro per le colline
e quando le sue dita hanno schivato la sua schiena
quello si è girato e mostrava il tuo volto
fisso nel tempo
la bocca aperta
in posa, come da fotografia
per uno scatto che non ho mai conservato,
nell’istante indelebile
in cui ti sei piegata, sussurrandomi all’orecchio
le parole “ potrei essere qui per te ”
e credo fermamente che lo stallo nella tua decisione
si fosse propagato, sulle sue ali malferme
fino alla porta della canonica
sorpreso il padre alle spalle
e dopo aver fatto il giro della sua testa
steso le rughe di quella fronte ampia
e aggiunto un tono di grigio
ricordandogli il giorno in cui aveva preso la sua decisione
e tutto quello a cui doveva rinunciare
ha sospirato, per quel fragile cuore perduto
e dopo un’esitazione, infilata la chiave nella toppa
ha sprangato l’ingresso
girandola finché il suono della punta che toccava echeggiando il blocco
non lo ha riportato tra noi
al che non gli rimaneva altro che girare anche le spalle
al suo presente, e a ciò che una scelta dolorosa comporta
e non lo hanno più dissuaso
le voci provenienti dalla canonica
e la condanna della loro prigione
perché senza uno che si premuri di fare il lavoro
l’amore è solo una promessa
fatta di aria che percuote il fianco delle colline
il luogo in cui tutti si ritrovano
l’umanità che vive per inseguire fantasmi
persone come te e me
che non ci stanchiamo mai troppo
come ladri nella notte
sicuri che l’ultima parola non verrà mai detta
e male che vada serberemo intatto l’onore
per quanto abbiamo di più caro,
questa lontananza inesprimibile
che nel silenzio ci mantiene uniti

bizzarro

 
 
 
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"Noi crediamo forse di vedere come il chiaro di luna fosse già in do minore, prima che Beethoven lo scrivesse, come tutte le sinfonie europee fossero già state scritte dal vento sulle pagine degli alberi e i pentagrammi delle foglie, prima che i nostri padri le scoprissero nell’aria. Crediamo nella scoperta della bellezza.." 

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