Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Giugno 2014

Il vecchio ponte della cittadella di Alessandria

Post n°382 pubblicato il 30 Giugno 2014 da lafarmaciadepoca
 

Credo che Massimo abbia inventato un nuova moda, che con piacere ho deciso di seguire anch'io:

Ponte Alessandria

Non c'entra nulla con La Farmacia d'Epoca, ma era una cartolina che desideravo pubblicare da tempo.
Risale a fine Ottocento, e l'ho fatta arrivare da Montpellier, in Francia. Ritrae il vecchio ponte della cittadella di Alessandria, monumento storico che un'amministrazione poco accorta ha fatto demolire, con la scusa che esso rallentava troppo il flusso del fiume, promettendo un ponte nuovo di zecca.
Sono passati quasi 5 anni e noi "mandrugnini" siamo ancora qui ad aspettare il nuovo ponte, e non passa giorno che ci chiediamo se non fosse stato meglio pulire l'alveo del fiume e tenerci il ponte che c'era.

Sì, noi Alessandrini abbiamo fama di non tenere particolarmente al passato e alle sue vestigia, vedasi la soppressione della rievocazione della Battaglia di Marengo del 1800, con buona pace dei Gambetta, dei Dessi / Desse e di tanti altri che discendono in qualche modo dai francesi di Napoleon (e io ne so qualcosa, sigh!), senza contare l'enorme affluenza di comparse da ogni parte d'Europa per prendervi parte, e il giro d'affari correlato.
Abbiamo luoghi d'arte che non pubblicizziamo: la Cittadella, il Complesso monasteriale di Santa Croce, i Campi di Marengo, il Castello di Camino, il centro storico barocco di Casale e tanto altro che giace dimenticato anche dai "mandrugnini", e se penso che piccoli paesi d'oltralpe, vivono economicamente di turismo grazie a poche pietre impilate una sull'altra, (sto parlando di voi demoisselles coiffées!) un po' viene rabbia, perchè in situazioni di crisi come queste varrebbe la pena di giocare tutte le carte a disposizione, comprese quelle del turismo.

Grazie per aver letto il post! A chi tocca pubblicare qualcos'altro?

 
 
 

Coli - Fagina

Post n°381 pubblicato il 28 Giugno 2014 da lafarmaciadepoca
 

Tanto tempo fa, prima degli antibiotici, l’unico modo per trattare le infezioni batteriche era di far ricorso ad alcuni preparati galenici come la Coli – Fagina.

Grazie al rigido controllo e massimo rigore del Dott. Prof. Azzo Azzi ( sì, questo pover’uomo si chiamava proprio così), direttore dell’Istituto di Igiene e Microbiologia della regia Università di Torino, la Coli – Fagina riusciva a debellare coliti ed altre infezioni batteriche portate dal simpaticissimo Escherichia coli e da tutti i suoi amici coliformi, quei mattacchioni che abitano il tratto intestinale di molti animali a sangue caldo, responsabili di miriadi di intossicazioni alimentari dovute a contaminazione fecale.

La Coli – Fagina era uno dei tanti farmaci a base batterica che avrebbero dovuto agire esattamente come un vaccino: l'assunzione di lisato e corpi batterici per via orale avrebbe dovuto creare o facilitare una risposta immunitaria da parte del soggetto. Peccato che in pratica non sempre erano efficaci.

Il passaggio attraverso i succhi gastrici dello stomaco, infatti poteva denaturare delle proteine del lisato distruggendole: oggi sappiamo che la risposta immunitaria è basata sul riconoscimento antigene – anticorpo attraverso le proteine non self del patogeno, per cui è molto importante che la proteina del batterio sia somministrata mantenendo intatta la sua struttura, all’epoca invece il tutto era un po’ più confuso, in quanto erano presenti molte teorie ma poche certezze di cui fidarsi ciecamente. Esattamente come per le dinamiche dell’apparato riproduttore femminile.

Per quanto possa sembrare strano i nostri nonni conoscevano il concetto dell’immunizzazione, ma non riuscivano a capire come o da dove si generassero gli anticorpi, nozione che rimase un’incognita fino al 1948 con la scoperta dei linfociti B.
In mancanza di informazioni complete, ecco che trattavano qualunque patologia batterica come se fosse guaribile con un vaccino e per “vaccino” intendevano un lisato di diversi batteri, da assumere per via orale stemperato in un po’ d’acqua.

Ecco la foto della scatola:

Coli - Fagina

E’ databile tra la metà del 1937 e il 1939, anno in cui in Italia comparve il Prontosil Rosso Bayer, il primo antibiotico disponibile nel nostro Paese. Ogni scatola  conteneva 12 tubetti da 2,5 cc e reca  uno dei migliori esempi di quella posologia “vaga e innocente” della prima metà del Novecento: il trattamento consisteva in “una o più scatole fino alla guarigione”.

La Coli – Fagina era prodotta dall’Istituto Biologico Chemioterapico Torinese, fondato nel 1925 da Giovanni Giraudi, oggi ABC Farmaceutici. Gli stabilimenti erano collocati in via Crescentino 25, ora ristrutturati in loft residenziali.

Grazie per aver letto il post! Mi scuso se non sono riuscita a pubblicarlo in settimana, ma i miei studi sulla Listeria monocytogenes mi stanno tenendo particolarmente impegnata!

 
 
 

Aspro

Post n°380 pubblicato il 19 Giugno 2014 da lafarmaciadepoca
 

Che cosa hanno in comune l’universo e l’antidolorifico Aspro? Entrambi nacquero da un’esplosione.

Battuta nerd a parte, ci mancò poco che il farmacista australiano George Nicholas ci lasciasse veramente la pelle, rimanendo pesantemente intossicato a causa dei fumi dell’esplosione e temporaneamente cieco.
Erano gli anni della Prima Guerra Mondiale e  la Germania aveva appena annunciato una riduzione dell’esportazione di uno dei farmaci più conosciuti della storia, l’acido acetil salicilico, meglio conosciuto sotto il suo nome commerciale di Aspirina.

In una situazione del genere molti farmacisti australiani e non, decisero di iniziare indipendentemente la sintesi del tanto amato antidolorifico, in modo da sopperire alla richiesta dei clienti e anche da aumentare le loro entrate. Anche George Nicholas si attivò a riguardo, iniziando a sperimentare con dell’acido salicilico ed anidride acetica, fatte reagire in alcune vecchie latte di cherosene. Boom.

Il fatto che l’inizio non fosse stato uno dei più brillanti non intimorì comunque il farmacista, il quale perfezionò il metodo fino ad arrivare ad un acido salicilico di elevata purezza, adatto per il commercio: così nel 1917 nacque l’Aspro.
Come questo farmaco riuscì a superare indenne i suoi primi anni di vita è per me ancora un mistero, perché a differenza di altre case farmaceutiche che videro nel loro “farmaco primogenito” il motore verso il successo, la G.R. Nicholas & Co non se la passava troppo bene.
La guerra aveva quasi mandato sul lastrico il fratello di George, Alfred Nicholas, di professione commerciante, e aveva assestato un duro colpo alla neonata casa farmaceutica che stava affondando in un mare di debiti. Nel 1920 l’industria cambiò nome in “Nicholas ltd” e si trasferì nel sud di Melbourne, mentre Alfred decise di trasferirsi nel Regno Unito e di iniziare a pubblicizzare lì il farmaco.
Complice il clima uggioso che da sempre caratterizza l’Inghilterra, l’Aspro iniziò timidamente a conquistare mercato, ovviamente gli inizi furono comunque difficili, ma i due fratelli ci erano abituati.

Facendo leva sul patriottismo inglese, definendo l’Aspro come “all Brithish”, ossia “tutto inglese”, iniziarono a creare un mercato per il loro prodotto: così se durante la Seconda Guerra Mondiale l’Italia poteva contare sull’Aspirina Bayer, gli Inglesi avevano l’Aspro.
Con il finire del conflitto e la sconfitta della Germania, l’Aspro si insediò ancora più stabilmente nel vecchio continente, giungendo anche in Italia, e sicuramente chi ha vissuto gli anni Cinquanta e Sessanta ricorda la scatoletta di cartone in foto.

Aspro

Misura 7,5 cm x 5,5 cm x 1,7 cm e risale agli anni Cinquanta / Sessanta del Novecento. La posologia raccomandava una dose di due o tre compresse tre o quattro volte al giorno. Se vi sembrano troppe, rasserenatevi: la scatola ricordava che l’Aspro “non danneggia né il cuore né lo stomaco”. Sì, la moderna idea di bugiardino non era ancora stata concepita.
 Anche se il suo prezzo ricadeva nella media dell’epoca cioè 180 Lire, in Italia l’Aspro non ebbe un gran successo  a causa del dominio indiscusso delle nostrane Rodina Montecatini, Diaforil Maggioni, e dell’unica e sola Aspirina Bayer a cui era difficile sottrarre consumatori.

Sicuramente vorrete sapere se l’Aspro australiano è prodotto ancora oggi, d’altronde si trattava di comune acido acetil salicilico, una molecola mai ritirata dal mercato: ebbene sì, il farmaco esiste ancora, ma non è più di proprietà della Nicholas ltd.
Dall’alba dei tempi, se c’è un piatto che va servito freddo, quella è la vendetta, infatti, quasi cent’anni dopo l’Aspro viene prodotto da quella casa farmaceutica che per prima aveva deciso di limitare le esportazioni di Aspirina: oggi Aspro è un prodotto Bayer, alla faccia di George Nicholas.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Noviformio

Post n°379 pubblicato il 13 Giugno 2014 da lafarmaciadepoca
 

 

Tra fine Ottocento ed inizi del Novecento, con il diffondersi delle teorie sull’antisepsi, le domande di antibatterici iniziarono vertiginosamente ad aumentare, spingendo le case farmaceutiche a investire sempre più denaro nella ricerca di nuove molecole che potessero fare al caso: il Noviformio è una di queste.

Il Noviformio, Bibrocathol  o Posiformin, era un disinfettante più delicato rispetto ad altre alternative in commercio, e per questo motivo divenne uno dei preparati d’elezione per trattare le irritazioni della superficie oculare e in particolare era un toccasana nei casi di  blefarite cronica, ossia l’infiammazione del bordo libero della palpebra, tanto che le pomate al noviformio vengono impiegate ancora oggi nel trattamento di queste patologie.

Il Noviformio dell’epoca era venduto in piccole scatole di cartone, sotto forma di polvere da miscelare con acqua per provvedere alla lavanda dell’occhio.

Quella nella foto sotto era prodotta dalla Fabbrica Chimica von Heyden sita a Dresda, si trattava della versione italiana del prodotto con l’etichetta localizzata.

Noviformio

Misura 4,6 cm x 2,7 cm x 1,9 e risale agli anni Dieci / Venti del Novecento.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Marcel Proust e l'asma

Post n°378 pubblicato il 11 Giugno 2014 da lafarmaciadepoca
 

Come di consueto eccovi l'articolo scritto per Deliri Progressivi, questa volta tratterà di Marcel Proust e dell'asma.

Eccovi il link all'articolo, per essere reindirizzati alla pagina basta cliccare qui.

Marcel Proust

 
 
 

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