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ajò festeggiando sempre state?

Originando dal Continente, ma soggiornando sull'Isola, non so se devo considerarmi più "pastore" o più "appecorato", in ogni caso, in riferimento ai pastori ed alle pecore e tenendo conto che il tema principale verte su feste e ricorrenze (ferragosto), dirò che qui san anjoni lo festeggiamo ogni giorno: a pranzo! E, per non far torto a nessuno, rendiamo devoto e doveroso omaggio pure a San porceddu: a cena! Saluti cari!

ajò pastori del continente e appecorate dell'isola, buon ferragosto!!!! qui in continente lo festeggiamo prima per via del fuso orario

we piccioncini siete ancora tra noi comuni mortali?

ZIoMIele!!!! mi avete fatto venire il diabete!!!

Ti amo tanto anch'io!... A proposito, sei riuscita ad eleminarlo veramente il commento sbagliato di prima! e senza far cas... insomma, con un'elisione netta e pulita! Mentre ricordo che un anno fa... Davvero, non si può non adorarti!

P.S. Sopra m'è sfuggita una sorta di scrittura fonetica di Gilgamesh... D'altra parte anche alcuni frammenti di tavolette in lingua Hurrita provenienti dalla biblioteca della capitale Hittita (l'antica Hattusa, oggi Bogazkoy), sono accomunati da una grafia del nome dell'eroe un poco eccentrica: gal-ga-mi... Quindi... Va beh, mi preparo qualcosa per cena!

Ma certo! Ma che ci voleva! Bravo il mio Micio/Poeta! Sono commossa......ti amo!

Grazie Teresa! Un bacione!

(e che ci voleva!)

Per prima cosa ho pensato all'Epopea di Ghilgamesh, a me, a quelle parti del poema in cui si narra come Enkidu, l'essere primordiale creato dagli dei da un grumo di creta piantato nella steppa, "seme del silenzio, potenza di Ninurta", alieno da qualunque prerogativa tipica del mondo civile, divenga pienamente uomo, nel senso di umano, in forza dell'atto d'Amore compiuto con una donna (protrattosi per ben "sei giorni e sette notti": ma in verità Enkidu doveva rifarsi di parecchi arretrati, poiché sino a quel momento "egli si soddisfava con le bestie selvagge, vicino alle pozze d'acqua").
Poi ho ripensato ad un anno fa, quando io, semplicemente, non ero... - oggi me ne rendo conto.
E sei arrivata Tu!
Un anno con te... Un anno splendido, pieno, felice... la Felicità: chiamarla finalmente per nome! col Tuo nome!

Fiorisce in Te
la Primavera,
mentre danzando leggera
intrecci germogli di vita
con ghirlande di versi
che non so declamare.
Teoria di rime
che si accordano secondo la fantasiosa sintassi
dell'esistenza, che non tradisce.
Perché Tu scorri,
acqua trasparente e gorgogliante di ruscello,
verso uno sconfinato e fecondo orizzonte
ove si smarrisce e si ritrova,
nella profondità del Tuo limpido canto,
il senso d'ogni parola.
Così il sole
quando s'immerge nei Tuoi occhi,
imbrigliato in tenera scorza di nocciolo,
sfavillando tace.
E così la luna
quando s'allunga sui Tuoi capelli,
sostenuta da dorate spighe di grano,
progettando ore d'un giorno che somigli alla Tua bellezza,
in pallido silenzio veglia.
Ascolto in Te
l'onda fragorosa e spumeggiante
che insegue e cancella vecchie orme
sull'arenile, e mentre torni vasto ed aperto mare
mi abbandono al Tuo moto, lieve o burrascoso,
sicuro raggio di luce
nel tempo che incupisce,
mio Amore.