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In Italia sulla Croce...

Post n°393 pubblicato il 05 Novembre 2009 da siberianeyes

Stamattina, in attesa di entrare in aula per un'udienza, ho inavvertitamente ascoltato la conversazione tra due avvocati (l'uno un pò anzianotto, l'altro sui 40) in merito alla recente sentenza della Corte Europea che vieta l'uso del simbolo cristiano nelle scuole (pubbliche, suppongo...). Tutto ciò mi ha dato da pensare non poco. Da ateo, beh, appare abbastanza evidente quale possa essere la mia posizione sull'argomento e in genere sulla laicità dello Stato, lo sbattezzo, ecc... In ogni caso, mi piacerebbe lasciare qui un paio di riflessioni, non tanto sul crocefisso in sè, quanto sulle reazioni che la sentenza ha provocato e sulle grandi affermazioni di principio che ne sono derivate:

In veste di praticante avvocato mi ripugna l'idea, alquanto costante nel nostro Paesello, che ai provvedimenti emanati da un giudice si possa (e in certi casi si debba) disobbedire. Siamo membri dell'Unione Europea, abbiamo scelto con ciò di auto-limitare la nostra sovranità, tuttavia ogni due per tre a qualcuno viene in mente la malsana idea di criticarne le istituzioni e i provvedimenti che ne conseguono. E tutto questo a prescindere dall'argomento trattato. Che si abbia a che fare con la moneta unica, con il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto o degli omosessuali o con i principi da iscrivere nella Costituzione Europea, tutto fa buon brodo per sollevarsi in massa contro l'Europa, in molti casi inneggiando ad una bandiera che non è nemmeno il tricolore...

Ahahah! Questa è l'unica risposta che mi viene in mente riflettendo sulla critica vaticana "di ingerenza" da parte dell'Europa nella bella vita di noi italiani...il bue che dice cornuto all'asino..."Noi abbiamo il concordato!" tuonano i vertici della Santa Sede per giustificare la presenza della croce negli istituti scolastici italiani, dimenticando forse che esistono documenti di ben altro spessore che vincolano il nostro bel Paese, come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e la Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo che a quel testo fa riferimento. Ci sarebbe anche la nostra Costituzione...almeno finchè resterà in piedi.

"Ah, questi vengono in Italia, diamo loro da mangiare e da dormire, ma ci ripagano rinnegando i nostri valori!!" commentava oggi l'avvocato anzianotto, immaginando forse che l’odiato ricorrente provenisse da chissà quale Paese devastato dalla guerra o dalla fame. Peccato che la spavalda anti-italiana sia una donna di chiare origini scandinave e si sa, da quelle parti la separazione tra Stato e Chiesa è roba seria da almeno 500 anni, mica una quisquiglia… L’unica cosa che mi sento di criticare alla signora in questione è la scelta del tutto insana e folle di trasferirsi alle nostre latitudini, in un Paese che invece di andare avanti, fugge allegramente indietro verso un passato di tradizioni non meglio identificato.

Perché si, signori miei. Diciamola tutta. Che l’Italia e l’Europa debbano qualcosa al Cristianesimo è fuori discussione. Naturalmente appare necessario adeguarsi anche ai tempi che cambiano e all’inarrestabile evoluzione dei costumi sociali dell’homo sapiens sapiens, anziché sbracciarsi come degli ossessi per mantenere in vita atteggiamenti od usanze che cozzano, e di brutto, con il comune sentire contemporaneo. Dunque, giustissimo riconoscere un certo valore al Cristianesimo, ma non bisogna per questo incorrere nell’errore di chi crede che senza di esso l’uomo europeo (e dal 1500 mondiale) non sarebbe ciò che è. Vorrei solo rammentare, a titolo di esempio, che lo stesso meraviglioso miracolo domenicale dell’eucarestia (miliardi di uomini che contemporaneamente mangiano il vero corpo e il vero sangue di Cristo) non sarebbe stato possibile senza le Idee di un filosofo di nome Platone (per nascita pre-cristiano). Ma è solo un esempio…tanto per dimostrare che la CULTURA  che possiamo vantare dopo millenni di convivenza e scontro, deriva da molteplici influenze e interferenze. La diversità è ricchezza!

Concludo con un’ulteriore e brevissima riflessione: meglio una scuola pubblica senza crocefissi (che trovano senz’altro miglior collocazione in un luogo di culto) o la scuola di oggi, dove davanti a quella croce migliaia di ragazzi picchiano, offendo, deridono, umiliano compagni e professori alla faccia dei valori promossi dal Cristianesimo? Fate vobis…

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