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Non intendo sollecitare investimenti.
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Messaggi di Febbraio 2015
Archiviato il rischio Grexit, tocca al QE: i paesi periferici avranno la possibilità di beneficiare di questo programma restringendo ulteriormente lo spread con la Germania. L’Italia vedrà il differenziale avvicinare i minimi e magari questa volta trovare la forza per violarli al ribasso. Discese sotto 120/118 (ora siamo a 100 1,33 contro 0,33)confermeranno l’attesa. Difficile invece definire un target. Le stime degli algoritmi elaborano valori che si spingono anche verso area 60 punti base. Il decennale tedesco invece punterà nuovamente verso quota 0,30, ma questa volta il test potrebbe aprire la strada per ulteriori ribassi. Anche qui, con un minimo di stupore, rileviamo proiezioni verso quota zero......................Intanto le borse, anche in presenza di qualche intervallo correttivo, continueranno a salire. L’Europa periferica dovrebbe beneficiare di forza relativa. L’Eurostoxx farà leva su area 3400 per proseguire l’apprezzamento in direzione di 3700, e in assenza di particolare turbative, in un orizzonte più ampio non escludiamo che possa procedere verso quota 4000. Ciò non significa che non avremo più picchi di volatilità, i tempi sono sempre inediti, i fondamentali non così attraenti, ma due fattori più di ogni altro giocheranno a favore dell’Europa: l’euro debole e i tassi verso rendimenti sempre più negativi..... Wlademir Biasia – WBAdvisors Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:
Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :
Vediamo ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa suggeriscono :
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ROMA (WSI) - Il titolo di stato con scadenza a due anni della Germania (noto con il nome di Schatz) segnala stamattina un rendimento negativo a -0,237%, mentre i tassi sui titoli a cinque anni (Bobl) scendono fino a -0,10%. Il decennale, da parte sua, è calato ai minimi di sempre di 0,29%. Ieri, per la prima volta in assoluto gli investitori di titoli di Stato tedeschi hanno dovuto pagare per erogare prestiti a cinque anni alla Germania. Berlino ha collocato infatti bond a cinque anni per un valore di 3,3 miliardi di euro, a tassi di interesse negativi, pari a -0,08%. Altri bond dell'Eurozona hanno visto i loro rendimenti scendere ai minimi record nella seduta odierna, complici le prospettive di crescita economica debole, i timori sulla deflazione, e il lancio imminente del programma di QE varato dalla Bce. Ma il minimo record è stato testato anche dai tassi sui Bot semestrali. Il Tesoro Italiano ha collocato 7 miliardi di Bot a sei mesi, con rendimenti scesi al minimo storico dello 0,09% dallo 0,16% di gennaio. Il rapporto bid to cover è salito a 1,81 da 1,74 precedente. E sul mercato secondario, i BTP decennali rendono l'1,44% (chiusura a 1,35_nota_mia), a un altro minimo record. E intanto la Repubbica scrive che "come ha ricordato la Corte dei Conti in un rapporto sul bilancio pubblico, riprendendo uno studio del Cer di cui ha dato conto Repubblica, dal solo Qe potrebbero arrivare risparmi della spesa per interessi superiori a 6 miliardi nel 2015". (Lna) da http://www.wallstreetitalia.com/ |
Giovedi 19 February, 2015 Il Conference Board Leading Economic Index (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,2 per cento nel mese di gennaio a 121,1 (2010 = 100), dopo un aumento del 0,4 per cento nel mese di dicembre, e un aumento del 0,3 per cento nel mese di novembre. "Il LEI è aumentato di nuovo nel mese di gennaio, ma il suo ritmo di crescita è stato moderato negli ultimi mesi", ha detto Ataman Ozyildirim, economista presso il Conference Board. "Mentre il LEI suggerisce un atteggiamento positivo a breve termine nel 2015, la mancanza di un forte slancio nell'edilizia residenziale, con un outlook debole per i nuovi ordini nel settore manifatturiero, rappresenta un rischio di ribasso per l'economia degli Stati Uniti." L'uscita dei prossimi dati è prevista per giovedi 19 marzo 2015. ^^^^^^^ il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti poichè: a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata come ci dimostra Northern Trust nel grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi. b) la relazione tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta , risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura . pertanto noi continuiamo ad usare le indicazioni fornite dai Leading Indicator per riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento! i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora : Average weekly hours, manufacturing Average weekly initial claims for unemployment insurance Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials ISM Index of New Orders Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders Building permits, new private housing units Stock prices, 500 common stocks Leading Credit Index™ Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds Average consumer expectations for business and economic conditions
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Continuano le riunioni in sede UE ed Eurogruppo e sono sempre più alti i livelli di tensione verbale tra Grecia e Germania. Ma personalmente ho sempre più la sensazione che si stia discutendo di questioni di principio: ovvero, nella sostanza, del nulla. I greci stanno opponendosi ad assumere impegni sulla prosecuzione del programma di ristrutturazione finanziaria ed economica che è stato loro imposto negli ultimi anni. Hanno perfettamente ragione a dire che si è trattato di un programma fallimentare, che non ha nessuna probabilità di produrre, nei prossimi anni, risultati migliori di quelli – catastrofici – fin qui conseguiti. Tuttavia le ipotesi che circolano in merito alle proposte greche (ipotesi perché di ufficiale ancora non c’è nulla) non sembrano sufficienti a produrre una vera inversione di tendenza. Nei post precedenti ho citato l’ipotesi (che circola in questi giorni) di ridurre il surplus di bilancio pubblico primario dal 4,5% all’1,5%. Ma pare che questa riduzione non sia, in realtà, nei confronti di livelli GIA’ RAGGIUNTI nel 2014, ma nei confronti di obiettivi DA RAGGIUNGERE nel 2015. In altri termini, sembra che la Grecia stia chiedendo di poter non peggiorare la situazione, non di attuare qualcosa che potrebbe effettivamente migliorarla. Alla Grecia serve, invece, l’immissione di capacità d’acquisto, nel suo sistema economico, per ridurre le tasse, ripristinare spesa sociale dove necessario, riavviare la domanda. Nessuno è disposto a fornire mezzi finanziari esterni a questo fine, e i greci farebbero, d’altra parte, bene a non accettarli. Equivarrebbe a contrarre ulteriore indebitamento in valuta straniera. Al posto dei greci, considererei seriamente, a questo punto, di firmare qualche vago comunicato congiunto insieme ai “partner” europei: vago nel senso che esprimerà la volontà di proseguire la ricerca di una soluzione cooperativa, senza entrare più di tanto nei dettagli. Nello stesso tempo, la Grecia dovrebbe avviare il rilancio della sua economia mediante introduzione di una moneta complementare nazionale. Unitamente a questo, la Grecia potrebbe rilasciare una dichiarazione (anche unilaterale) in merito al fatto che saranno comunque conseguiti surplus di bilancio pubblico, intesi come eccesso delle entrate fiscali IN EURO rispetto alla spesa IN EURO. La manovra espansiva sarà, infatti, effettuata mediante la moneta complementare. La reazione di Bruxelles, Berlino e Francoforte potrà essere di due tipi. Abbozzare, adducendo che comunque la Grecia continua a fare surplus primari (in euro), e non ha formalmente disconosciuto il debito. Addirittura, potrebbero presentare tutto quello che sta accadendo come un loro successo… Oppure staccare la spina e dichiarare che la Grecia è fuori dall’euro. Tutti i depositi, i contratti, i titoli governati dal diritto nazionale saranno a questo punto convertiti da euro a nuova moneta nazionale (nuova dracma a tutti gli effetti: equivale a uno scenario di Grexit). Scommetterei, in tutto franchezza, sulla prima ipotesi. Per la Grecia, comunque, meglio anche la seconda che lo status quo. Starebbe al triangolo Berlino-Bruxelles-Francoforte decidere di staccare la spina. Ma non credo… |
Vediamo "la questione greca. Crediamo che entro febbraio (o nella migliore delle ipotesi già la prossima settimana) verrà raggiunto un compromesso tra le parti. Una possibile risoluzione su questo tema sgombrerebbe dalla mente degli operatori anche questa fonte d’incertezza. La concomitanza di questi eventi garantirebbe al mercato di dare sfogo all’euforia legata al QE della Bce, che dopo l’annuncio del 22 gennaio scorso è stata frenata proprio dall’insorgere di queste tensioni. Crediamo che la partenza del QE possa portare nelle casse delle banche un importante flusso di liquidità, che in gran parte verrà dirottata proprio sul mercato equity. Le borse potrebbero avere la strada spianata per un rally importante, che vedrà i listini periferici protagonisti. Già da qualche settimana stiamo assistendo a un flusso importante in acquisto proprio sull’equity della zona euro. Allo stesso tempo, negli Usa il comparto equity sembrerebbe aver peso lo smalto che lo ha caratterizzato negli ultimi anni. Basti pensare che da inizio anno i listini Usa hanno messo a segno una performance di un +1%, mentre il Dax ha fatto un +13%. Abbiamo ragione di credere che il motto del 2015 sarà vendere Usa e comprare Europa. Alla luce di queste considerazioni, crediamo che il nostro Ftse Mib (+12% da inizio anno) possa guidare questa classifica. Dal punto di vista tecnico, la tenuta dei 18 mila punti negli ultimi due mesi lascia ben sperare per un allungo sensibile. Il primo obiettivo ora passa per 21.500, top di settembre scorso. Il target successivo passa per 22.500 punti, top del 2014. Sarebbe questo l’ultimo ostacolo che aprirebbe definitivamente lo spazio per un allungo fino a 24.500 punti, picchi del 2009 e secondo dei ritracciamenti di Fibonacci nella discesa partita dai top di 2007. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto entro il primo semestre del 2015.".( Vincenzo Longo su http://news.itforum.it) Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:
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Vediamo ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa suggeriscono :
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NEW YORK (WSI) - Wall Street chiude in territorio positivo con il Dow Jones, che torna sopra quota 18.000 raggiunta oggi per la prima volta nel 2015 e l'S&P 500 poco sopra il record raggiunto in chiusura a fine 2014 (2.090,57 punti). A trascinare gli indici - che si apprestano ad archiviare la seconda ottava di fila in rialzo - è il settore energetico, a sua volta sostenuto dal rimbalzo del greggio. |
Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05