maya1 diary

IL MUSICISTA

Lei non lo capiva che quello che lui stava componendo in quella stanza era il suo più grande capolavoro. Lui fece scivolare la mano aperta sul fianco di lei, sfiorando appena la pelle, e ad ogni passaggio sentiva i brividi che la attraversavano e il suo fremere... lui continuava. Fianco, schiena, natica e poi risaliva lento... ogni tanto con un dito toccava la sua pelle e ne disegnava i contorni, quasi come stesse scrivendo parole invisibili che solo lui poteva leggere.

Con lo stesso ardore con cui pizzicava le corde della sua chitarra, con la stessa passione, suonava quel corpo caldo, sfiorandolo fino a sentirne le vibrazioni. Era ad occhi chiusi e lei ne rimase affascinata. Nessuno l'aveva mai accarezzata con tanta intensità e delicatezza. Lui era in trance.

Voltati, le disse.

Lei si mise a pancia in su e lui, a cavalcioni su di lei, sempre ad occhi chiusi, cominciò ad accarezzarle le spalle, poi salì sul collo e lei si lasciò andare... ogni suo tocco era un brivido.

Arrivò al seno e pizzicò dolcemente i capezzoli irrigiditi. Lei gemette, un piccolo urlo, che lui subito interruppe. Le mise un dito sulle labbra e continuò a comporre la sua sinfonia.

Lento passava il suo respiro sui suoi seni, poi con i denti assaporava la sua carne e poi di nuovo dolcemente con la lingua perlustrava il suo pube.

Lei non poteva resistere a lungo. Eppure, in religioso silenzio, aspettava che lui tornasse da lei. Non stava toccando il suo corpo, stava immaginando la sua melodia, le sembrava quasi di sentirla.

La girò sulla schiena e come un perfetto direttore d'orchestra utilizzò tutti gli strumenti. Con la mani le tirò dolcemente i capelli, con i denti le strinse il collo, le morsicò anche la spalla, poi con il fiato percorse tutta la spina dorsale e rifece il percorso con la lingua che sapientemente gustava il suo sapore e poi i baci, leggeri, dolci, caldi, tanti, tantissimi baci che in ogni centimetro scoprivano il suo corpo e zone erogene sconosciute anche a lei stessa.

Quando arrivò sul coccige era ormai tardi... gemette e tra i sussulti più nascosti sentì le sue mani che con forza afferravano i suoi fianchi e la tiravano verso di sè... e poi la prese, facendole sentire la sua forza, la sua passione e ancora, ancora, ancora, ancora ancoraancoraancoraancora ahhhhhh ancora le urlava, ti prego ancora... non fermarti ancora!!!

Lui, sudato, crollò su di lei... stette così pochi attimi... attimi che le sembrarono un'eternità!

Poi si alzò... prese la sua chitarra e, con lo stesso ritmo che aveva usato qualche istante prima nel percorrere il suo corpo, compose la sua opera.

Il respiro di lei andava su e giù... ancora sconvolto dall'orgasmo e nel frattempo lui, ancora sudato e nudo... le dedicava il suo tormento.