Sono due settimane che il mio materasso invoca -urlante- un po' di compagnia.
Sono due settimane che la caffeina fà da dispotica padrona del mio sistema nervoso.
Sono due settimane che concetti filosofico-economici esautorano il mio emisfero cerebrale dalla capacità di percepire la realtà sensibile.
Sono due settimane che la parola “alcol” mi provoca ribrezzo e istantanea ubriachezza indotta.
Sono due settimane che vivo l’alienazione del mio corpo e della mia testa dal genere umano con mesta rassegnazione.
Lettera morta, la normalità della mia vita.
Ambizione ultramondana, l’equilibrio degli istinti e delle esigenze.
Dall’ edonismo all’ascetismo.
Dalla follia sfrenata alla segregazione completa.
Dall’agire al pensare, dall’urlare al sussurrare muto.
E spengo un altro giorno, un altro fagotto di ore che ho rubato dal cassonetto della raccolta differenziata.
Normo dotati in quello verde, diversamente dotati in quello blu.
E da quello blu -ve lo spiegherà il Prof. De La Palisse- ho attinto con acritica esuberanza.
Vado a consolare il mio materasso, adesso.
A riversargli addosso un po’ di caffè, un’altra sigaretta, e qualche storto pensiero sparso.
Domani la sveglia, un cassonetto blu, e un po’ di quell’ “imprevisto” che accarezzo in ogni azione.