Vorrei accettare....

La cittadina era gradevole da visitare con tante stradine e molte costruzioni tipiche, dotata anche di un moderno servizio di treno metropolitano che collegava questo posto con Seul.

Nel passeggiare ci capitò di leggere dei cartelli che vietavano l’ingresso ad alcuni ristoranti, bar o locali, agli occidentali, ma la cosa ci sembrò strana, forse perché ricordavamo quei vecchi documentari dove nel nord Italia vi erano posti dove era vietato l’ingresso ai cani ed ai meridionali, ci sembrava anacronistico ed anche un po’ ridicolo, non riuscivamo a capirne i motivi.

Di sera i nostri nuovi amici ci passarono a prendere in Hotel e ci condussero presso il ristorante da loro scelto, anche qui all’ingresso vi era un cartello che, teoricamente, ci vietava l’ingresso, ma essendo accompagnati da due autoctoni, ci fu consentito l’accesso.

La cena si stava svolgendo cordialmente, si rideva, si parlava di Baggio e di Pablito Rossi, della bellissima Italia, mentre ci veniva servita un’immangiabile insalata di peperoni crudi con abbondante aglio, accompagnata da un intruglio color marrone (a loro detta una sorta di wisky coreano), dal bassissimo grado alcolico; improvvisamente un avventore, spazientito per il grado di confidenza creatosi al nostro tavolo, si alzò e con fare minaccioso intimò ai nostri amici di mandarci via, fu tentato invano di  mediare, ma alla fine fummo costretti, nostro malgrado, ad abbandonare quel posto. Una volta usciti chiedemmo il perché di questi divieti per gli occidentali e ci fu spiegato che a causa dei selvaggi comportamenti dei militari americani (presenti massicciamente nella zona di Seul e dintorni, mirata a controllare, come consueto, enormi interessi economici), erano stati costretti ad adottare questa forma di razzismo verso tutti gli occidentali.

Questo episodio accadutomi in un mondo dove di massima vi è il più grande rispetto per gli altri, mi ha testimoniato quanti danni abbiamo combinato, combiniamo e combineremo ancora, se non si farà qualcosa per arrestare questa quotidiana, avida, distruzione, solo ed esclusivamente per vile denaro.