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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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C'ERA UNA VOLTA...LA NONNA
Dobbiamo ammettere che il tempo in cui viviamo, sia frutto di un passato "volutamente" dimenticato e sostituito dalla modernità a tutti i costi. C'è chi resiste e continua a mantenere uno standard necessario, basato sulle tradizioni e le basi gastronomiche di un tempo. Non a caso, in giro per l'Italia vi sono posti, luoghi caratteristici, dove si mangia con il piacere di un tempo e se ci fate caso, spesso nell'insegna del locale, osteria o trattoria che si voglia, c'è un nome insostituibile: NONNA. Ho ricordi non più nitidi dei miei nonni e ricordo poco di loro, tuttavia, per quanto riguarda la cucina e le specialità di un tempo, grazie ai miei genitori (in seguito anche grazie a mia suocera), il tempo non si è mai fermato e gustose tradizioni culinarie di quando ero un ragazzino imberbe, sono ancora presenti: mia moglie continua con alcune specialità di un tempo che non mancano mai sulla nostra tavola. Un vecchio mio zio, era solito dire, quando la tavolata degli anni '50 era bella ricca: "Mi piace la domenica perché non si lavora e si mangia bene". Orbene, io non sono tra quelli che seguono i "cuochi" di oggi sempre in tv e sempre a spettacolarizzare la gastronomia: sono a sbaragliare tutto quel poco che siamo riusciti a trascinarci dal nostro passato e a cancellare quel poco che abbiamo imparato dalla...nonna. Se avessimo portato più rispetto, se chi interessato, avesse studiato a fondo e conservato le indicazioni, i suggerimenti e le disposizioni culinarie di oltre settanta anni fa, oggi mangeremmo meglio, sperimentando il moderno che avanza con le nuove ricette che ereditano il sapere di un tempo, coniugandole con l'evoluzione e l'apprendimento necessario. Ma voi, quando siete a tavola, siete con la testa rivolta anche al passato o guardate solo avanti?
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