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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Al sud i matrimoni si celebrano in grande stile: a prescindere dalla pomposa funzione religiosa, la parte più ragguardevole e sicuramente più soddisfacente per tutti, è il ricevimento degli invitati che avviene generalmente in grandi e importanti tenute, in massicce aziende agricole raffinate ed eleganti dotate di ampi saloni ben arredati. Una usanza che si trascina nel tempo: si fanno sacrifici, si accendono persino prestiti corposi pur di essere molto ospitali per il giorno più bello degli sposi. Per tali ricorrenze, l'unitù di misura ufficiale riconosciuta tacitamente da tutti, è la dozzina. A tavola si procede con una dozzina di tutto, dalle posate fino alla torta nuziale, è una sarabanda di portate, di vini, di antipasti, primi, secondi, dolci, frutta, liquori, spumante e... rum giamaicano accompagnato da sigari cubani. Una ridda di avvenimenti festosi: dalla musica al ballo, tra frizzi & lazzi, è un susseguirsi di cibo, tanto di quel cibo che alla fine non se ne può più! Ecco, sul cibo vorrei soffermarmi: un tempo v'era la comunissima busta di plastica bianca, mod. spesa mercato rionale, dove con il dispiacere unito alla vergogna dei giovani, gli adulti e gli anziani chiedevano al cameriere di riporre tutti gli avanzi del tavolo e tutte le portate rifiutate per eccedenza insopportabile. Ogni tavolo faceva la stessa precisa richiesta, e alla fine della festa dopo 8/10 ore, era un viavai di camerieri che recavano buste piene di roba che avrebbero sfamato famiglie intere. Sapete qual'era la ragione che accompagnava la richiesta? "Scusate ma abbiamo il cane a casa!". "Azz! come mangia!" era la risposta del cameriere! Lo si faceva per non vergognarsi, evitare quella penosa situazione del cibo pagato e portato via altrimenti andava perduto! Vabbè, storie di vita vissuta, andava così e va tut'ora così, con una signifcativa differenza: oggi pian piano in tutta Italia, sta prendendo piede il "doggy bag", ossia la forma moderna ed elegante della nostra cara vecchia e obosoleta busta di plastica. Un tripudio di avanzi che confezionati a dovere e ben sistemati negli appositi contenitori con tanto di logo del luogo dove si è svolta la cerimonia, procurano la buona pace di tutti. Il cibo non va perduto, la pubblicità sulla confezione serve per suffragare il buon servizio e la bontà dello chef che come sostiene il famosissimo Bruno Barbieri, è felicissimo insieme al suo staff quando vengono richiesti gli avanzi da portare via. "E' un vero piacere..." sostiene Barbieri: "...se il problema è solo che si è sazi, chiedere di portare a casa gli avanzi, significa far felici noi cuochi". Mi sembra la quadratura del cerchio.
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