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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Sono un gran divoratore di film: sin da ragazzino divoravo film nei cinema parrocchiali, in tv, e man mano, ovunque volessi godermi un film. Tutt'oggi, la passione insiste e consumo pellicole vecchie e nuove. Nei film americani, mi ha sempre colpito una "scena" ricorrente: quando v'era una famiglia che si insediava in un quartiere conviviale, dove vi erano solo case e nessun negozio, accadeva, dopo alcuni giorni la nuova famiglia si fosse sistemata, che una vicina di casa, si prendesse la briga di offrire, come segno di benvenuto, una bella torta. Una usanza vecchia e presente su tutto il territorio americano, specie nelle città di provincia, nei centri rurali e nei quartieri dove la convivenza sociale era molto viva e familiare. Oggi il "Gambero Rosso" rileva e porta a conoscenza del pubblico, che questa usanza si stia smarrendo da qualche anno e si diradano queste visite di cortesia con una torta offerta dal vicino. Pare che all'origine del crollo vistoso, sempre più evidente, vi sia il Covid e il lockdown, ma approfondendo le testimonianze e la casistica oggi gli americani, specie quelli dei quartieri periferici, hanno paura. Sì, oggi temono gesti e atti vandalici, le bande rissose e i giovani sempre più aggressivi e invadenti. Molti invece, ritengono che il cortese gesto, possa essere mal interpretato: ovvero, donare la torta passerebbe per una elemosina! Altri ancora, non si preoccupano più per non disturbare, poiché tutti impegnati e poco disponibili...tra cellulari e PC. Insomma, è saltato uno dei gesti più significativi e generosi di una società coinvolta e compatta, si guarda lo sconosciuto in cagnesco e se si può, lo si evita. Eppure in questa America, sempre più divisiva e socialmente sempre più frammentata, tornare alle vecchie tradizioni potrebbe aiutare a ricomporre ciò che va frantumandosi lentamente e irrimediabilmente.
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Da Giorgetti che non sa che pesci pigliare perché gli serviranno a breve 8 miliardi, a Valditara che vuol cancellare i dinosauri dalla scuola elementare, a Salvini che insiste con il ponte e Vannacci, alla Santanchè che peggiora sempre il suo stato penale, a Tajani che sembra un fantoccio con la sua maschera omologata e non intercambiabile, a Lollobrigida che se non mangi quello che dice lui, ti sbatte in galera. Insomma, ognuno con i suoi effetti speciali e noi che aspettiamo segni rassicuranti, specie dall'Ucraina e da Israele. La Giorgia è sempre in giro, viaggia come una pazza e le piace visto che finora non ha girato molto e visita, a destra (di più) e a manca, ma non si capisce il perché specie per le visite in Albania. Lo so, lo so che tendete tutti a destra: credete di aver visto la madonna e pensante che sia la panacea di tutti i mali. Io vi ho avvertito, ora sta a voi e spero che insistiate, visto che per spaventarvi ci mettete un po'. Fuori tutti questi signori, a qualunque formazione appartengono, fuori tutti, sono solo calzini rivoltati più volte. Ci vuole una nuova classe dirigente altrimenti questi, scherzando e ridendo, ci toglieranno prima l'aria e poi le... mutande!
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Ancora morti sul lavoro, ogni giorno è una ferale notizia: seguo i tg, i social, spazzolo il web e puntualmente, incrocio la notizia che non vorrei mai leggere. Morti che si sommano ad altri in elenchi infiniti e listati a lutto. A Casteldaccia (PA) cinque persone morte perché addette a lavori di manutenzione di una pompa sommersa. Diventa sempre più strano questo paese, blaterano in tanti, discettano e dissertano serenamente su tutti gli argomenti possibili e immaginabili: i soloni ormai sono padroni di questo paese, nella misura in cui si ritengono depositari delle soluzioni per i tanti problemi che flagellano la nostra vita sociale, il lavoro, la scuola e le stesse scelte politiche Ma poi, poniamocela la domanda primaria: è così difficile prevenire, evitare e garantire ai lavoratori la sicurezza necessaria sui luoghi dove operano? Le aziende, le imprese, le ditte e tutti coloro che dovrebbero tutelare la vita e la buona salute di chi lavora, si preoccupano che siano osservate tutte le norme e le regole per difendere e proteggere i loro dipendenti? La prevenzione soprattutto, è rispettosa delle leggi imposte dallo stato? Insomma, chi viene meno in tutto l'apparato? Uno dietro l'altro sono scesi in quel maledetto pozzo e le esalazioni non le ha percepite nessuno? C'è stato anche un ferito grave, la trappola è scattata mentre erano giù insieme e nulla hanno potuto fare per fuggire. Nessuno è stanco di tutto ciò? Nessuno ha da osservare quanto sia grave questo lento ma inesorabile “morire” sul lavoro? Piangono solo i parenti, gli amici e...gli altri? Testa girata come al solito cominciando dai politici e il loro solito rammarico ipocrita e ben espresso lessicalmente con parole di circostanza!
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E' capitato su TikTok, scatenando milioni di persone che si sono lasciate coinvolgere facilmente da una domanda sciocchina: "Trovandovi soli e sperduti in un bosco, senza un punto di contatto, preferireste incrociare un uomo o un orso?". Beh, sapete cosa abbiano risposte le donne in maggioranza e senza ombra di dubbio? "Meglio incrociare un orso che un uomo!". Su questa perentoria risposta, argomentata e supportata da motivazioni valide, si sono scatenati i commenti, le discussioni e i pareri contrari. Una cosa è certa: le donne quelle che hanno avuto esperienza "paurose e indicibili" con gli uomini, sono ferme e decise, non cambiano idea e nemmeno i pareri altrettanto fermi e contrari (meglio l'uomo che no l'orso), le hanno indotte a cambiare posizioni. "Meglio l'orso, l'uomo mi fa paura...", "Dipende dall'uomo, ma probabilmente meglio l'orso...", "100% l'orso, capisco che sia terribile dirlo, ma...". Insomma, immaginate tra 16 milioni di commenti (dal 10 aprile ad oggi), come si siano scatenate le donne che purtroppo, avendo vissuto esperienze e avvenimenti duri, maniacali e troppo ossessivi, siano state costrette a preferire un orso. Pertanto, tra uno scazzo e l'altro, un dibattito verboso e alternante, si sono scatenati tutti (uomini e donne) e ognuno si è proposto con la sua posizione. Concludo con una delle tante risposte di una donna: "Almeno, se indico che un orso mi abbia attaccato, sarò certamente creduta!". Credo che sia abbastanza per focalizzare la discussione e l'avventata scelta. Che ne pensate?
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Non sono solito scrivere necrologi per artisti che lasciano questo mondo, ma per lui, il grande chitarrista Duane Eddy deceduto il 30/4 all'età di 86 anni, sono propenso perché grazie a lui, alla fine degli anni cinquanta cominciai ad ascoltare la sua musica...e la sua chitarra. Definito il "Primo dio della chitarra del rock and roll" fu il primo che ebbe l'arduo "compito" di essere faro luminoso per tutti coloro che intraprendevano la grande strada che avrebbe segnato la storia della musica. Country, blues, jazz e rock, Duane con stile e personalità artistica, mise su il complesso "The Rebels" e quindi lungo il loro cammino ricco di esibizioni, Bruce Springsteen, Jimi Hendrix, George Harrison e tanti altri grandi chitarristi, si ispiravano a lui e alla sua chitarra con l'effetto riverberante, noto con il termine "Twangy". Insomma, con la sua musica e il suo stile, la chitarra elettrica diventò lo strumento fondamentale per il rock! Cento milioni di dischi in tutto il mondo, un "Grammy Awards" nel 1986 per il noto "Peter Gunn" e dal 1994, l'onore di essere iscritto nel "Rock and Roll Hall of Fame". Un grande che non scorderò mai. Conservo con amore il cimelio del suo 45 giri "Hully Gully", consumato dagli anni '60 in poi, in tutte le feste da ballo: a quei tempi era una perla, un disco ballabile e immancabile quando c'era da portare la "materia prima" alle feste in casa. Addio Duane.
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