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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 19/04/2017
Ma se non è morbosa vanità, esclusiva voglia di mostrare se stessi incuranti dello sfondo, come potrebbe definirsi la voglia di fare turismo meschino nelle zone terremotate per poi scattare selfie sulle macerie? Mostrare con un selfie che si sia stati sul luogo della affondamento della Concordia, sui luoghi dove le tragedie abbiano mietuto vittime, che piacere infonde? Che soddisfazione può dare? Non cambieremo mai e a parte una riservata curiosità, cosa altro può spingerci a recarci sui posti dove si sia consumato un dramma, una sciagura immane? Torniamo al famoso "buco della serratura" quel dannato desiderio di vedere, cogliere, spiare, immortalare momenti particolari e inutili, quei dettagli che a loro non serve immortalare in una foto. Squallida e intemperante abitudine che non riusciamo a spazzare via dalla nostra vita, dalla nostra personalità, dalla nostra cultura. Bene ha fatto il sindaco di Ariccia a cacciare in malo modo due persone che si facevano selfie con le macerie ben visibili: sono i trofei degli sciocchi, di coloro che incapaci di assorbire dolore e tragedia, se ne fottono e pensano solo a se stessi. Pirozzi ha avvertito i maldestri turisti che tenteranno di fare selfie: saranno cacciati a pedate. Molto meglio e meritano un plauso, quei visitatori che puntano sulle zone terremotate ma solo per frequentare ristoranti, strutture, locali commerciali che stanno tentando di riprendere lentamente ma costantemente, le loro attività: così si aiutano le popolazioni e le loro imprese, non strumentalizzando le case diroccate che ricordino il dramma della tragedia. Sul dolore non si commettono sciocchezze.
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La tenerezza dei bambini non finisce e non finirà mai di stupirci. Sanno comunicare comunque, a volte con lo sguardo, talvolta con i gesti molto eloquenti e se poi desiderano essere ascoltati a tutti i costi, allora non resta altro che la scrittura per chi sappia mettere nero su bianco. Piazza Gramsci a Milano è solitamente animata, c'è traffico di persone ed è ritrovo abituale di bambini che frequentato la parte riservata ai giochi, gonfiabili compresi. E' là che la piccola Carolina di sette anni, possa aver perso un vecchio e caro orsacchiotto a cui era affezionata sin dalla tenerissima età. Un piccolo dramma per lei: perso il 25 marzo in quella zona, sfumano sempre più le possibilità che il suo accorato appello sortisca buoni risultati. Il cartello mette in evidenza quanto lei ci tenga a riavere il suo compagno preferito, non ha alcun valore intrinseco, ma per Carolina rappresenta il massimo: il peluche dilettevole e amato, unico perché di uguali non se ne trovano. Il suo appello, con tanto di offerta promessa a titolo di ricompensa, per ora è perso nel vuoto, lei non dispera e aspetta. Non so se dovrà, trascorrendo inutilmente il tempo, orientarsi verso un nuovo amico, un nuovo giocattolo o peluche, ma le resta ancora una flebile speranza, un gesto di bontà che se una persona buona e generosa facesse, potrebbe renderla felice. E' difficile, ma crederci è un dovere e la pubblicità in tv suggerisce il modo; Pupi Avati il grande regista ha previsto un caso analogo per una bambina come Carolina. Lui, dirigendo questo spot Conad, ha avuto l'idea...io la trasferisco a chi di dovere:
Basterebbe dare un occhiata alle telecamere della zona. Fissato giorno e ora, cercare la bambina e osservare i dettagli per individuare l'orsacchiotto. Lo so, datemi del pazzo, ma se ci fosse chi potesse (un poliziotto?) accedere alle telecamere potrebbe essere un grande gesto come quello del gestore Conad. Lui lo fa per conservare la clientela, il poliziotto lo farebbe per essere eroe silente e riservato, ma tanto, tanto buono d'animo. Ora picchiatemi pure!
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