Creato da: DukeInformer il 29/05/2014
l'informazione senza confini - find us on twitter @norbordersnews

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

fusiditesta79aquileservizisaligotigre73tcarloreomeo0lesaminatoreferrariogisellaDukeInformersybilla_cmauriziocamagnaSTREGAPORFIDIAGraphic_Usersensibilealcuorestreet.hasslelubopo
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Il jobs-act è legge: si ...Tragedia per Claudia Gal... »

Roma, ecco il libro della cupola. E a chi andava quanto. Intanto Renzi commissiona il PD. (Repubblica.it)

Post n°148 pubblicato il 04 Dicembre 2014 da DukeInformer
 

ROMA . "Il libro nero... mamma mia, mi inquieta un po'...". Pure Massimo Carminati, che un po' ne ha viste nella sua vita criminale lunga quarant'anni, si intimoriva al suo cospetto. Il "libro nero" di Salvatore Buzzi, registro unico della contabilità illecita della "mafia capitale". Nomi e cognomi dei politici "stipendiati", delle persone da far assumere, degli imprenditori collusi. Panzironi: 15.000 euro al mese; Pucci: 5.000 al mese; Odevaine: 5.000 al mese; Patanè 10.000 euro una tantum. E poi, Alemanno: 75.000 euro in cene elettorali. Gramazio: 4 persone da sistemare. "Hai visto che è nero? Guarda... ", si compiace Paolo di Ninno, collaboratore di Buzzi, mentre lo apre con la riverenza di chi è davanti a una reliquia sacra. Per chiunque voglia capire come girano le cose nella Roma controllata dal clan, ne è consigliata la lettura.

"I SERVIZI ACCESSORI"
Nadia Cerrito, che di Buzzi è la segretaria personale, ha il compito di tenerlo nascosto a casa sua. Ed è lì che, ieri, i Carabinieri del Ros lo hanno ritrovato durante la perquisizione. Dentro il "libro nero", tra migliaia di numeri e decine di appalti annotati, ci sono anche i doppi stipendi che la "mafia capitale"  -  secondo i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli  -  garantiva ai politici amici. Ogni mese, in "salari" se ne andavano almeno 27.500 euro. Per Franco Panzironi, ex ad di Ama: 15.000 mensili, più altri 120.000 come compenso per aver "turbato" una gara da 5 milioni a favore di Buzzi (la stecca è fissa per tutti: 2,5 per cento del valore dell'appalto), più un servizio accessorio: la rasatura gratuita del prato di casa. "Panzironi m'ha prosciugato tutti i soldi oh...", si lamentava Buzzi.

Ci sono poi i 5.000 euro per Luca Odevaine, ex segretario di Veltroni e funzionario della provincia (ha il "merito" di aver orientato le decisioni del Tavolo di coordinamento nazionale sull'accoglienza degli immigrati a favore del clan), e i 1.500 per Mario Schinà, ex dirigente del Comune che faceva da tramite tra lui e Buzzi. Pure i 1.000 mensili che Franco Figurelli si era "guadagnato" mettendo in contatto Buzzi con Mirko Coratti, presi- dente dell'assemblea capitolina ora dimissionario.

"LE BUSTE UNA TANTUM"
Nelle mille e passa pagine dell'ordinanza di custodia cautelare si contano anche 320.000 euro di presunte bustarelle e compensi vari. Claudio Turella, funzionario del Servizio Giardini del comune, ne voleva 100.000 per aver scorporato l'Iva dagli 800.000 euro assegnati per pulire la città dopo la nevicata del febbraio 2012. "100.000 li mortacci ...  -  si arrabbia Buzzi  -  sull'emergenza neve 40.000 euro (alludendo al fatto che avevano pattuito poi quella cifra, ndr )... 15 gliene mancano... Oh ma c'è la difficoltà a trovà i soldi... ". Gliene darà solo 25.000. Eugenio Patanè, consigliere regionale Pd, stando a quanto riferiscono gli indagati ne chiedeva anche di più. "Patanè voleva 120.000 a lordo  -  dice Buzzi intercettato nel suo ufficio il 16 maggio scorso  -  siccome lo incontro martedì, una parte dei soldi gliela incomincerei a da'...". E più tardi, quel giorno, ammetterà: "Gli abbiamo dato 10.000 euro per... per carinerie, e finisce lì, non gli diamo più una lira". La banda Carminati riesce a corrompere anche "in trasferta", nel comune di Sant'Oreste: al funzionario Marco Placidi 10.000 euro. E ancora: 40.000 in bonifici che il consorzio di Buzzi elargisce alla fondazione di Alemanno (Nuova Italia), i 15.000 che gira al suo mandatario elettorale, altri 30.000 per la Fondazione Alcide De Gasperi, di cui Angelino Alfano è presidente.

"IL COMPAGNO B."
Sbaglia chi pensa che Salvatore Buzzi, classe 1955, nome conosciuto a pochi fuori da Roma, sia un dilettante. Storia particolarissima, la sua. Condannato agli inizi degli anni Ottanta per omicidio, viene scarcerato nel 1991. Quando è a Rebibbia si inventa una cooperativa sociale per l'inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro. La "29 giugno onlus" di cui è titolare nel 2000 entra in contatto con la Lega Coop dell'Emilia Romagna, con la quale collabora per le pulizie industriali. Oggi siede su un "gruppo di indiscutibile potenza ", scrive il gip, con un fatturato consolidato di 60 milioni. Figura nei cda di 12 società, tra consorzi e coop, ed è amministratore unico della sua "Eriches 29".

PROMESSE E ASSUNZIONI
Ciò che va dicendo a destra e a sinistra, a volte, sono chiacchiere. Promette a Fiscon di Ama di mandargli le pulizie a casa e poi non lo fa, promette al sindaco di Sant'Oreste 30.000 euro e poi non glieli dà, ne promette a Mirko Coratti ben 150.000 "se sblocca un pagamento di 3 milioni di euro sul sociale". Per Scozzafava, ex capo del Dipartimento servizi sociali, Buzzi cerca un appartamento da 130.000 euro (che poi non gli trova), al consigliere Pdl Luca Gramazio prospetta l'assunzione di "quattro persone di sua fiducia nel periodo di campagna elettorale". Qualcuno però ci riesce, a far assumere. La figlia di un'impiegata del Campidoglio all'Università Roma III, dove la cooperativa "29 giugno" si era occupata della manutenzione degli immobili.

 

RENZI E IL PD CAPITOLINO.

Intanto, alla luce dei fatti, il premier Matteo Renzi ha deciso di commissionare il PD capitolino, incaricando Matteo Orfini, che subito parla di "rifondazione del partito". Si, perché nel vortice creato da Mafia Capitale ci finisce anche il Pd, che vede un ex assessore Ozzimo e un ex presidente di aula indagati. E l’ex capogruppo al Campidoglio, Umberto Marroni, che compare nei discorsi della organizzazione di Carminati: «neanche so chi è e non sono indagato», dice Marroni, ora deputato. Ieri il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, aveva chiesto al partito romano di fare chiarezza. Oggi, il presidente nazionale Orfini parla di «una vicenda agghiacciante per il sistema criminale che emerge e le responsabilità della politica. Emerge a Roma un partito da rifondare e ricostruire su basi nuove».  

Nella giornata di ieri, anche Laura Boldrini, presidente della Camera, ha chiesto spiegazioni immediate in merito alla faccenda, esprimendo tutto il suo sdegno.

 

ALEMANNO SI DIMETTE.

Con una lettera alla direzione di Fratelli d'Italia e AN, intestata a Giorgia Meloni, Alemanno, finito al centro del sisma, si sospende dagli incarichi «per evitare strumentalizzazioni», dice, «fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita». E al Tg1 afferma: «Se c’era una cupola era bipartisan, andava da destra a sinistra» e ammette «errori» nella scelta della sua squadra: «Se accuse vere sono stato tradito dai miei». Un suo ex compagno di partito nel Pdl, Luca Gramazio, indagato e ritenuto vicino a Carminati, per ora non si dimette da capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio. «Non faccio parte di un sistema e lo dimostrerò - dice -. Gli incontri con Carminati? Incontro un milione di persone». 

 

LA PROPOSTA M5S, "Sciogliere la Giunta comunale per reato di stampo mafioso".

La soluzione proposta da M5S è radicale: sciogliere il Campidoglio per mafia e commissariarlo. Parlamentari e consiglieri comunali, tra i quali il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, lo dicono in una conferenza stampa in Comune e poi vanno dal prefetto Pecoraro per chiederlo ufficialmente. «Non scarta l’ipotesi - dice il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi dopo l’incontro - Qualora ci siano i presupposti non si tirerà indietro». Lo stesso Alessandro Di Battista, nominato recentemente inieme al altri quattro esponenti del Movimento al ruolo di guida esecutiva, ha dichiarato al "TgLa7" di Mentana che la volontà del M5S è quella di ripulire il "palazzo infernale", da ieri ufficialmente macchiato da reati di stampo mafioso. E alla domanda sul risultato non troppo positivo alle ultime elezioni, risponde schietto: "forse non è piaciuta agli elettori la nostra ricerca di collaborazione con altri partiti". 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963