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Post n°60 pubblicato il 11 Giugno 2014 da DukeInformer
Giornata fitta di appuntamenti, quella del premier Matteo Renzi, che ieri è volato in Sol Levante per una doppia giornata di appuntamenti, prima Shangai poi Pechino. Con un occhio all'Europa, però: si, perché, a quanto pare, se al mattino incontrava i rappresentanti di Piaggio e Ariston nelle loro fabbriche Vietnamite, il pomeriggio è stato dedicato alle telefonate con i colleghi primi ministri di Inghilterra e Olanda. In campo europeo, proprio non piace la candidatura di Jean-Claude Junker come presidente della Commissione. Meglio Pascal Lamy, considerato da molti come il più adatto a riscrivere, o comunque ridiscutere, i patti di scambio con gli Stati Uniti. Va convinta la Merkel, che caldeggia da sempre per Junker. Tornando alla visita orientale, prima tappa di Renzi è stata il padiglione italiano dell'ultimo expo svoltosi in Cina. Da qui lo spunto per un nuovo invito: "Chi delocalizza non è un fuggitivo, non vanno scoraggiati gli investimenti esteri. Anzi, vanno create le condizioni per poterlo fare in maniera diretta, semplificando la burocrazia interna.". E il punto di partenza è fissato con "la riduzione delle tempistiche per l'ottenimento del visto lavorativo o turistico da 48 a 36 ore, per favorire chi dalla Cina voglia spostarsi in Italia.". Il che potrebbe essere un bene per il turismo, quanto un male per il mercato del lavoro, che in Italia ha costi ben superiori. Ma tant'è. Di questi tempi, tutto fa brodo. Anche per Sanpaolo e Sace, che proprio ieri hanno firmato, a Pechino, un accordo per aumentare i finanziamenti a favore delle piccole e medie imprese in Cina. Oggi è la volta della Cina, dove Renzi incontrerà presidente e premier cinesi, insieme ai rappresentanti di circa cinquanta aziende; fissato per domani, invece, l'incontro con i rappresentanti delle due più grandi aziende cinesi, il numero uno di Huawei Ren Zhengfei e il fondatore di Alibaba Jack Ma. Per convincerli che investire in Italia, potrebbe essere un bene per tutti.
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