Creato da napoli.cult il 28/05/2008
oltre i facili luoghi comuni...

Area personale

 

Ultime visite al Blog

dora.doristommasodipaolaadippearmando221040giannidea1rosaria.iololimongelligiuseppebarone.gisellajumpinlaradiegoniggaz80fenice_2015yamantakalamberti2009Marquez36marianna.estate
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 08 Giugno 2008 da napoli.cult
 


Virgilio, chi non conosce questo personaggio storico; fosse solo per il fatto che viene citato da Dante nella sua Divina Commedia. Ebbene ma forse non tutti sanno che il corpo di questo illustro Signore, si ritiene sia sepolto a Napoli, dove il Poeta visse a lungo.
In epoca medioevale, addirittura,
la popolazione lo considerò il patrono della città, attribuendogli
poteri magici e, tra l'altro, la leggenda dell'uovo che dà il nome al Castel dell'Ovo.
La sua tomba fu perciò un vero e proprio luogo di culto, anche se non
vi è alcuna certezza che si tratti proprio del sepolcro del poeta. La tomba si trova ai piedi della collina di Posillipo, la zona è denominata "Piedigrotta" e vi si accede percorrendo una stradina visibile appena prima l'imbocco del tunnel che porta a Fuorigrotta (zona flegrea). All’esterno della Crypta Neapolitana, ci sono varie iscrizioni fra cui quella risalente al 1544:
Qui cineres? Tumuli haec vestigia; conditur olim – Ille hic qui
cecipit pascus, rura, duces
” ( Quali ceneri? Sono questi gli avanzi di
un tumulo; qui fu una volta sepolto che cantò i pascoli, i campi, gli
eroi).

marquez31

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Capodimonte: una reggia prestigiosa in un parco da sogno.

Post n°1 pubblicato il 07 Giugno 2008 da napoli.cult
 
Foto di napoli.cult

La domenica mattina mio padre mi diceva sempre: - Guaglio' priparete ca 'nce ne jamme 'o bosco.
Per i napoletani, quando si dice "'o bosco", si fa riferimento espressamente al più grande dei parchi cittadini di Napoli, quello posizionato su di un colle, sul "capo di un monte" a ridosso della città, quello che per tanti bambini come lo ero io e tanti altri papà come il mio, veniva e viene ritenuto un luogo di ritrovo, pieno di verde, di piante, di spazi, di sentieri, di campi verdi dove poter correre e giocare e panchine dove poter leggere il giornale: il parco di Capodimonte.

immagine

Veduta della Reggia e dei giardini antistanti

La domenica mattina, quando mio padre mi diceva così, ero felice. A Napoli non sono moltissimi gli spazi destinati a verde dove i bambini possono correre liberamente e, il pensiero di poter organizzare una bella partita di pallone con alcuni miei cuginetti e altri amichetti, che durante la frequentazione del parco, intanto, avevamo conosciuto, mi faceva stare veramente su di giri.

Capodimonte mi piaceva e, quando sudato dopo la partita, mi stendevo sull'erba del prato vicino a Porta di Mezzo, l'antica porta del parco, a riposare, il mio sguardo andava automaticamente a seguire il profilo architettonico di uno stupendo palazzo che mi trovavo sempre di fronte, grande, elegante ed armonioso, con il grigio delle membrature in piperno, sapientemente contrastate con il rosso napoletano delle pareti intonacate: già da piccolo mi ero innamorato di Capodimonte, del suo parco e della sua superba reggia.

immagine

Ancora una veduta del Palazzo Reale

Ancora una volta dobbiamo rifarci a quel grande sovrano che fu Carlo III di Borbone, al suo gusto per il bello ben ripagato, bisogna dirlo, dalla posizione di Napoli, alla sua capacità di voler fare di Napoli una grande capitale, al fatto che si circondava dei migliori architetti dell'epoca oltre che dei più grandi artisti.

La reggia domina tutta Napoli e, attualmente, ospita uno dei più ricchi musei d'Italia e d'Europa. Era il 10 settembre 1738 quando partirono i lavori e per Carlo era la prima dimostrazione materiale della volontà di rendere il Regno a tutti gli effetti sovrano e indipendente dalla Spagna.

Come luogo, fu scelto il vastissimo parco di Capodimonte che si estende su di un'area di circa 130 ettari, popolata da oltre 400 specie vegetali e che all'epoca costituiva la riserva di caccia voluta dal re. Il parco era un luogo di svago ma anche un'azienda agricola dove era possibile acquistare il legname ricavato dal taglio dei boschi e le produzioni provenienti dall'Orto Reale.

Il piazzale d'ingresso è opera di Ferdinando Fuga, cui si deve anche la sistemazione dei quattro viali principali e del viale di mezzo.

La parte settentrionale del parco è tutta immersa nel verde e una passeggiata al suo interno fà dimenticare di trovarsi al centro di una metropoli; la parte meridionale ai piedi del Palazzo Reale è tenuta a giardino e si apre alla vista panoramica dell'intero Golfo di Napoli. Questa area era già allora chiamata "veduta di Napoli" ed è stata immortalata da molti pittori vedutisti del XVIII e XIX secolo. Al suo centro si trova la bella Fontana del Belvedere, con un antico gruppo marmoreo che prima si trovava altrove.

L'apertura al pubblico del parco avviene all'indomani della seconda guerra mondiale accompagnando la definitiva destinazione della reggia a museo. All'interno del bosco si individuano ancora sedici edifici tra residenze, casini, fabbriche artigiane, depositi, chiese, fontane e statue, orti e frutteti.

immagine

Panorama della reggia e del parco

Carlo di Borbone, quindi, appena quattro anni dopo il suo insediamento, decide di costruire una grande reggia in questo luogo incantevole. Architetti furono il palermitano Giovanni Antonio Medrano e il romano Antonio Canevari che però finirono col litigare. Subentrò come direttore di lavori Ferdinando Fuga che presentò un progetto che prevedeva un vasto edificio a pianta rettangolare di 170 metri di lunghezza e 87 metri sul lato minore, con un ammezzato e due piani oltre ai sottotetti. Lo stile è quello neoclassico, proprio delle grandi corti europee.

Oggi, questo palazzo meraviglioso ospita una ricchissima pinacoteca con i quadri della collezione Farnese e innumerevoli opere di Simone Martini, Masolino, Botticelli, Bellini, Raffaello, Tiziano, Lotto, Correggio, Parmigianino, i Carracci, Bruegel, El Greco, Reni, Giordano, Caravaggio. Nel palazzo trovano sistemazione anche la Galleria dell'Ottocento e la Raccolta di Porcellane e Ceramiche della celeberrima Real Fabbrica di Capodimonte.

immagine

Un dipinto di Claude Lorrain conservato a Capodimonte

Tutto questo nonostante il saccheggio subito ad opera delle truppe napoleoniche e nel periodo dell'unificazione d'Italia ragion per cui, molti dipinti ed altre opere di notevole valore, furono portate via.

http://www.youtube.com/watch?v=GzTxrvxP3hQ

Credo di poter dire che Capodimonte è forse il luogo di Napoli, per tutta una serie di motivi legati alla mia infanzia, che amo di più, che adoro letteralmente, che ancora mi affascina come quando ero bambino. Quando le mie figlie, a loro volta, erano piccole, tutte le volte che trovandomi a Napoli ho potuto, le ho portate a Capodimonte e, la mattina, quando decidevo di farlo dicevo loro: - Guagliunce' priparateve ca ve porto 'o bosco.

nonsolonero

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
« Precedenti Successivi »

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963