Creato da paroletremende il 01/04/2007

Parole Tremende

Perchè vergognarsi di dire ciò che si pensa?

 

 

Ma quale depressione...

Post n°3 pubblicato il 03 Aprile 2007 da paroletremende
 
Foto di paroletremende

Non conosco i dettagli della vicenda, perciò, piuttosto che inventarmeli, vi comunico la notizia in maniera generica: un uomo si è fatto togliere una multa - comminatagli perchè beccato in motorino senza casco - perchè affetto da depressione!
Dove è successo tutto ciò? Ma a Napoli, direi ovviamente, ma poi magari qualcuno potrebbe offendersi, e allora non dico nulla. E invece no! Lo dico lo stesso!
Ovviamente a Napoli.

Non ci credete? L'uomo ha pensato pure a questo! Ha infatti portato tutta una serie di documentazioni mediche che attestano la sua sindrome depressiva proprio nel periodo in cui il nostro "caso umano" si è beccato la sanzione. Il giudice ha pensato bene di accogliere il ricorso del povero depresso esentandolo dal pagamento della suddetta multa.

"Eh sa agente, vado in motorino senza casco perchè ho la depressione..."
Così sarà più facile per lui rischiare di ammazzarsi? Effettivamente gli risparmierebbe la fatica di pensare a come suicidarsi...

Siamo arrivati al punto in cui le malattie serie diventano il pretesto per non pagare giuste sanzioni. Invece di pensare a mettersi il casco, le persone pensano a come non farsi multare per non averlo messo, perchè si sa, "con il casco poi si rovinano i capelli".

E allora se il depresso può non mettersi il casco mi viene il dubbio che potrà anche non mettersi la cintura, parcheggiare in sosta vietata, andare contromano in autostrada, guidare senza patente, non pagare il canone RAI ed evadere le tasse. Tanto, poverino, lui è depresso. Che colpa ne avrebbe?

Ma a questo punto bisogna che qualcuno faccia una precisazione: non pago le tasse perchè sono depresso o sono depresso perchè le pago?

Nel terzo millennio il 730 non si compilerà più dal commercialista, ma dallo psicologo...

P.S.
Mettete 'sto casco e non rompete le palle!

- Basilisko -

 
 
 

Tutti possiamo essere bastardi

Post n°2 pubblicato il 02 Aprile 2007 da paroletremende
 
Foto di paroletremende

L'ultima sentenza del giudice di pace del tribunale di Milano ha stabilito che "l'epiteto bastardo deve valutarsi privo di concreta offensività", significa che non sarà più possibile querelare nessuno per aver subito il suddetto insulto. La sentenza - emessa riguardo ad un episodio accaduto durante una lite tra due condòmini (e non condomìni) - stabilisce infatti un precedente giuridico dal quale sarà possibile appigliarsi per un rinnovamento nel codice.

Insomma, se qualcuno ti dice "bastardo" vuol dire che un pò lo sei e perciò è inutile che tu vada a lamentarti dal giudice, perchè se cerchi di querelare chi ti ha insultato, significa che non aspettavi altro per poter raccattare qualche soldo.
Diciamo che la querela è fatta per chi ha paura delle parole e/o per chi vuole spillare un pò di soldi al prossimo.

Meno male che c'è un giudice che ha visto lungo, decidendo che non è proprio il caso di condannare una persona per aver detto un insulto. E' vero che le parole possono fare più male delle mani, ma è anche vero che se volessimo mantenere un pò di coerenza (che ultimamente scarseggia moltissimo) dovremmo condannare a pagare una multa salata tutti coloro i quali pronuncino parolacce in televisione.

Senza contare i politici che su queste cose ci campano e che se gli insulti fossero vietati per legge non riuscirebbero neanche più a sostenere un dibattito.

Ma bando alle ciance. C'è chi si oppone a questa sentenza dicendo che, così facendo, si da il via libera all'insulto a gratis. Ma come? Ci vuole una sentenza del giudice di pace per liberalizzare (implicitamente) l'insulto a gratis? Basta salire su un pulman pieno di ragazzini che vanno a scuola per sentirne di insulti a gratis.
La strada per combattere questo fenomeno non si chiama querela, si chiama educazione. Peccato che se la stiano dimenticando un pò tutti. Ma quando un ragazzino insulta i propri professori la colpa è della società e dei professori stessi, mai dei genitori. Ma non apriamo altri discorsi.

Ma chissà come facevano i grandi condottieri dell'antica Roma a sconfiggere i propri avversari senza la possibilità di querelarli. Dubbi amletici.

E chi si sente offeso nell'essere chiamato "bastardo", prima di prendere armi e bagagli (soprattutto armi) e recarsi dall'avvocato per querelare, provi a pensare al perchè dell'insulto. Forse, dopo un esame di coscienza, capirà di essere stato veramente un bastardo.

- Basilisko -

 
 
 

Sfotti pure i fanti, ma lascia stare stare i santi

Post n°1 pubblicato il 01 Aprile 2007 da paroletremende
 
Foto di paroletremende

Per questo post inaugurale, ho scelto di trattare un argomento che non sta a cuore a nessuno, ma che tutti sentiamo vicini: il ruolo della Chiesa Cattolica nello stato italiano.

Grazie all'inflazionato contenzioso sui DICO, la Chiesa è tornata per l'ennesima volta al centro delle polemiche sulla giurisdizione italiana. E' giusto ascoltare la voce di Benedetto XVI per quanto riguarda la politica italiana?

Papa Ratzinger, questo è da dire, non ha ricevuto un compito facile. Sostituire Wojtyla è molto difficile, soprattutto dopo le grandi cose che quest'ultimo aveva fatto durante il suo lungo pontificato, dall'ecumenismo al progressismo di cui si faceva portavoce. Ratzinger è un papa conservatore, e in quanto tale segna un punto di rottura con la politica di Giovanni Paolo II.
E' del tutto normale che il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, anche omosessuali, non sarebbe stato accolto positivamente dalla Chiesa Cattolica.

Come da anni ormai accade, il CEI, vicario dal Vaticano, si sente sempre in obbligo di dire la sua sulla politica italiana, tentando inutilmente di ricondurre ogni governo al recupero dei fondamentali valori cristiani che un tempo - più o meno nel Medioevo - erano l'unico tipo di etica esistente nella penisola.

Con il progressivo sradicamento dei valori cristiani, la Chiesa sta passando in secondo piano, e di questo il CEI se n'è reso conto già da un pò. Se l'apertura proposta dal papa polacco non portò a grandi progressi in questo senso, allora la coraggiosa scelta di Ratzinger (chiudersi sui valori fondamentali cattolici) potrebbe essere un'alternativa.
Ma il problema è che noi italiani siamo da sempre prevenuti nei confronti del clero. Qualsiasi cosa dica il Vaticano, è sempre vista come una balzana ed obsoleta baggianata. Del resto se la maggioranza dei cattolici si dichiarano "non praticanti" ci sarà un motivo: siamo uno stato laico.
E in uno stato laico è normale che la Chiesa o chi per essa non venga ascoltata.

Clero e politica sono separati, e tali devono restare perchè non siamo più ai tempi di Dante. Ma dall'altro lato è troppo facile attaccare la Chiesa, che continua a svolgere (male) il suo sporco lavoro.
Il punto è che le nostre radici culturali partono dal Vaticano, che noi lo vogliamo o no, e per questo motivo non è così semplice liberarsi di un'istituzione culturale come la Chiesa di Roma (che andrebbe comunque conservata, ndr).
E' vero che Benedetto XVI non dovrebbe preoccuparsi solo della politica italiana, visto che la Chiesa Cattolica è anche Universale, ma è anche vero che i laici dovrebbero smetterla di attaccare sempre e solo il Vaticano.

Quanti sarebbero disposti ad attaccare pubblicamente l'Islam?
L'Islamismo è molto più radicale del Cristianesimo eppure nessuno osa criticarlo. Per le vignette su Maometto è scoppiato un caso quasi internazionale mentre per le vignette su Ratzinger e compagnia bella sparse per internet nessuno si azzarda ad offendersi.
Forse ci vorrebbe un pò di "par condicio" anche qui. Anzi no, siccome la politica non deve avere a che fare con la religione, meglio usare l'intelligenza invece della par condicio.

- Sk33tso -

 
 
 
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