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Variazioni - Storia dei Lemuri, I puntata

In girum imus nocte et consumimur igni 
Come milioni di altre persone vado, in occasione della commemorazione dei defunti, per cimiteri. Dico “cimiteri”, più di uno, perché le vicende della mia famiglia hanno fatto sì che i miei famigliari stretti siano sepolti in posti diversi. E’ una ricorrenza che mi piace, che mi fa sentire parte di un ciclo della natura, che mi consente di mantenere un legame affettivo e che mi fa parlare con me stesso utilizzando il ricordo delle persone più importanti della mia vita. Con questo spirito e queste aspettative sono andato a trovare mia madre che sepolta al Cimitero Sassone, dietro la chiesa di Santo Spirito in Saxia. Quest’area, compresa nello stato vaticano fin dall’anno’800, era chiamata dai cavalieri sassoni e dai pellegrini Burg, da cui l’appellativo di Borgo dato all’intero quartiere di Roma che circonda il Vaticano. Ogni volta per potervi accedere devo farmi identificare dalle guardie svizzere che sorvegliano Porta Saxorum e farmi rilasciare un pass. Questa operazione, una formalità semplice in realtà, mi procura un’emozione particolare: è come se mi lasciassi Roma e il mio esser romano alle spalle e, per quella soglia sorvegliata da uomini armati di spada e alabarda, entrassi nelle profondità delle mie radici più lontane, tornassi tra quegli uomini alti, nel paese dove il sole è pallido e le ombre sono lunghe. (segue)