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« Messaggio #52 »

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 18 Marzo 2008 da picilongo

Domande 2 _ La società di massa

 

1.        Illustrate il significato che l’istruzione ha avuto per lo sviluppo della società di massa.

La società di massa è caratterizzata da mutamenti socio-economici, che sono accompagnati a loro volta da profonde modificazioni della mentalità e dei comportamenti: l’idea, ad esempio, dell’infanzia come un momento dedicato ai giochi e alla formazione primaria (imparare a leggere, scrivere e a far di conto) è un prodotto legato all’evoluzione storica della famiglia borghese, all’interno di uno sviluppo economico che consente di soddisfare i propri bisogni, senza dover ricorrere al lavoro dei bambini: ciò rese possibile l’istruzione obbligatoria per i primi anni d’età. Nonostante, dopo le rivoluzioni del 1830, il perno dell’accesso al diritto di voto fosse ancora il criterio censitario, si andava man mano sostituendo il criterio basato sull’istruzione, che prefigurava un continuo progressivo allargamento del suffragio, dato che in parallelo veniva introdotto l’obbligo scolastico. Non a caso la legge Coppino sull’istruzione fu varata prima della riforma elettorale italiana del 1882, che rendeva l’istruzione elementare criterio sufficiente per avere diritto al voto. Inoltre, riguardo alle conseguenze sociali della rivoluzione industriale, l’istruzione ha consentito ai giovani di bassa estrazione sociale di poter scegliere lavori diversi e più qualificanti rispetto a quelli dei padri e ha comunque ampliato lo spettro di opportunità anche nel campo del tempo libero, con la nascita di associazioni giovanili e studentesche.

2.        Quali effetti produsse la diffusione del principio di uguaglianza sancito dalla Riv. francese nella sfera politica?

Il principio di uguaglianza sancito dalla rivoluzione francese aveva minato alla base l’Ancien regime, fondato sull’idea della disuguaglianza. Già l’Illuminismo aveva dato, sul piano politico, un significativo contributo a minare le basi teoriche del potere assoluto del sovrano, ribadendo la natura contrattualistica del potere: secondo Locke e Hobbes, l’idea di contratto derivava dalla cessione, da parte dei membri di una comunità, del proprio potere individuale a un terzo soggetto che amministrasse la comunità. Così veniva demolita l’idea di potere assoluto e si poneva la base per l’affermazione della completa uguaglianza politica. In realtà, inizialmente il “Terzo stato” non intendeva sostenere l’uguaglianza politica come principio, perché convinto che alla rivendicazione di uguaglianza degli individui non dovesse per forza corrispondere un’universale concessione dei diritti politici. Ma ci si chiedeva ora: se tutti erano uguali, come si poteva giustificare la concessione dell’elettorato attivo (diritto di voto) e passivo (eleggibilità) solo ad una parte della popolazione? Ciò, dunque, portava, da un lato, alla pressione per l’allargamento del diritto di voto (che porterà in seguito all’introduzione del suffragio universale), mentre, dall’altro, alla necessità di un organo di un organo di rappresentanza che, basato su criteri di scelta attribuiti a chi aveva la pienezza del diritto di cittadinanza, cioè a chi era membro a pieno titolo di una comunità, permettesse ai membri di una comunità politica di concorrere alla formazione delle decisioni politiche.

3.        Quale significato ha assunto l’essere giovani nella società di massa?

L’avvento della società di massa ha provocato mutamenti anche nel modo di percepire i passaggi d’età e le differenze di genere: il tempo dell’adolescenza ed il passaggio all’età adulta si sono progressivamente separati e definiti in base alla diversa esperienza delle fasi della vita dell’uomo. I giovani danno vita a proprie associazioni giovanili, dapprima di tipo culturale, poi, tra fine ‘800 e inizio ‘900, la gioventù si politicizza con la creazione di organismi giovanili di partito; la formazione dei giovani, intesa come formazione del cittadino, riveste un ruolo importante attraverso l’istruzione, in genere pubblica, e la socializzazione, oltre che nella scuola, anche mediante l’adesione volontaria ad associazioni giovanili autonome dallo stato. Inoltre, per i giovani di ceto alto, esistevano organizzazioni studentesche goliardiche, che vivevano il periodo dello studio universitario come un tempo separato da quello della vita adulta e che rendevano possibili comportamenti trasgressivi.

4.        Come si è realizzata la diffusione del consumo di massa?

L’aumento della produzione fu una delle condizioni necessarie per realizzare quel cammino verso la società dei consumi di massa, ma un prerequisito fondamentale fu rappresentato dal mutare dell’orientamento verso il consumo, con l’abbandono dell’idea che la parsimonia fosse una virtù e che il consumo non fosse un peccato. Inizialmente limitata alle classi superiori, la pratica del consumo si fece largo anche fra i ceti sociali inferiori, con il declino definitivo dell’autoconsumo, impossibile nelle aree urbane. La massa, da attore politico che esigeva i suoi diritti, diventava consumatore che reclamava i suoi prodotti: a partire dall’800 l’acquisto di merci non solo alimentari si estese progressivamente a tutti gli strati della società e nacquero così i grandi magazzini, emblema di questa società del consumo di massa, dove divenne possibile comprare di tutto. L’industria dovette variare la sua offerta puntando al prezzo sempre più basso per conquistare nuovi acquirenti: si trattò di una necessità vitale per un sistema economico che, alla costante ricerca di compratori, era finalizzato a produrre eccedenze di beni, per cui, sul piano economico, ciò significava che, per la prima volta, la crisi non nasceva più dalla penuria, ma dall’abbondanza di beni che non trovavano compratori.

5.        Quali sono le differenze principali tra società di Antico regine e società di massa?

La società dell’Ancien regime era fondata sull’idea di disuguaglianza: tale società, infatti, non era costituita da individui, ma da corpi sociali e la sua struttura gerarchica era considerata un prodotto della natura immodificabile. Ciò aveva delle immediate conseguenze nella sfera della politica, in cui il diritto di partecipare alla decisione politica risultava limitato ad alcuni strati sociali. L’Antico regime, dunque, era caratterizzato da vincoli e barriere giuridiche che impedivano la mobilità sociale e miravano, in campo economico, a proteggere i mercati locali dalle ingerenze esterne. La divisione in ordini cetuali significava che ogni ordine aveva propri sistemi di rappresentanza, poteva godere di privilegi concessi dal monarca, era giudicato da corti speciali. Nella società di massa, invece, si richiede non solo l’uguaglianza tra gli individui, ma anche l’uguaglianza politica, con l’allargamento del diritto di voto (che porterà poi al suffragio universale) e la necessità di poter esercitare liberamente il diritto di critica e di potersi associare e partecipare agli organi di rappresentanza: se tutti gli uomini sono uguali, ci si chiede allora come si possa giustificare la concessione dell’elettorato soltanto ad una ristretta parte della popolazione. Si fa avanti l’idea, contro il potere assoluto dei sovrani, il cui fondamento teocratico era quello per cui Dio e la tradizione rendevano giusta l’obbedienza a un potere, dello Stato come contratto, cioè come cessione, da parte dei membri di una comunità, del proprio potere individuale a un terzo soggetto, per rendere possibile l’amministrazione della comunità. Ciò porta non solo a demolire l’idea di potere assoluto, ma apre la strada anche alla laicizzazione della politica, che si libera dai vincoli della religione e trova uno strumento potente di legittimazione del potere politico nel consenso delle masse.

6.        Quale ruolo ha l’opinione pubblica nella società di massa?

Nella società di massa l’opinione pubblica ha un ruolo ormai determinante perché, con l’allargamento del suffragio, si ha, come conseguenza politica, non solo la funzione legittimante assunta dal voto delle masse per i sistemi politici, ma anche la nascita dei nuovi partiti di massa, con l’emergere del numero come fattore determinante della lotta politica. Questa dimensione di massa della politica richiede sempre più il ricorso a forme di coinvolgimento emotivo accanto a quelle razionali. Ciò avviene, prima di tutto, attraverso i nuovi strumenti di formazione dell’opinione pubblica, come i giornali popolari, ma anche con il ricorso a comizi e cortei, che diventano strumenti primari di diffusione dei propri valori politici. Inoltre l’avvento delle masse in politica, e il conseguente aumento del ruolo svolto dal coinvolgimento emotivo in questo campo, si traduce nella nascita di una nuova comunicazione simbolica nella vita politica, con la creazione di simboli e bandiere che riassumono, in forma sintetica, i principi dei movimenti, cosicché i singoli possano identificarsi in essi, e che sono inseparabili dall’idea stessa di società di massa. Proprio per questa ragione le critiche all’allargamento del suffragio associavano spesso l’ingresso della massa in politica alla vittoria della demagogia, ponendo l’enfasi sugli aspetti emotivi della propaganda politica rivolta alle masse e sul ruolo degli apparati di partito nella costruzione del consenso elettorale.

7.        Quali mutamenti ha conosciuto il ruolo della donna nel processo di formazione della società di massa?

Il rapporto uomini-donne assume nell’età contemporanea una dimensione del tutto particolare: già durante la rivoluzione francese la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olympe de Gouges aveva posto l’accento sulla necessità di una parificazione dei diritti estesa alle donne. Infatti nell’800 alle donne era precluso l’accesso alle libere professioni e all’esercizio del voto. In Italia il Codice civile del 1865 continuava a prevedere l’autorizzazione maritale perché le donne potessero svolgere attività economiche o aprire un conto in banca. Contro questa “minorità della donna” crebbero i movimenti di massa che rivendicavano la parità tra i sessi. Le prime richieste furono il diritto di voto (suffragismo) ed il superamento delle barriere che impedivano l’accesso delle donne a determinate professioni. Per quanto riguarda il voto, il primo stato a concederlo fu la Nuova Zelanda nel 1893, mentre la prima nazione in Europa fu la Finlandia nel 1906. Inoltre, in campo sindacale, dato che la rivoluzione industriale aveva avuto come effetto sociale l’ingresso nel ciclo produttivo delle donne, emersero spinte femminili alla parificazione salariale tra uomini e donne.

8.        Quali caratteristiche hanno avuto le dittature di massa del XX secolo?

Tali dittature di massa rappresentano innanzitutto un tipo particolare di regime, che va ricondotto a quel fenomeno, tipico dell’età contemporanea, che consiste nella perdita dell’individuo dei legami con i suoi simili: spinto in questo isolamento, il singolo diventa facilmente preda di ideologie che gli restituiscono un senso di appartenenza, ma sottoponendolo ad una dittatura “totale”. I regimi totalitari sono contraddistinti dal monopolio dell’informazione e della propaganda, dall’avere un’ideologia unica non soggetta alla possibilità di critica, dal monopartitismo, dall’uso del terrore e dal culto del capo: essi, seppur diversi per base sociale e finalità dichiarate, usano sempre forme totalitarie di dominio e le dittature di massa del XX secolo presentano modalità di esercizio del potere diverse dalle tirannie delle epoche antiche, perché, nell’età contemporanea, la mobilitazione delle masse rappresenta un elemento centrale per la formazione del consenso di questi regimi, che ricorrono alla legittimazione del suffragio generale, per quanto manipolato e senza reale competizione.

9.        Quali sono le nuove forme di comunicazione politica della società di massa?

La dimensione di massa della politica richiede sempre più il ricorso a forme di coinvolgimento emotivo accanto a quelle razionali. Ciò avviene, prima di tutto, attraverso i nuovi strumenti di formazione dell’opinione pubblica, come i giornali popolari prima e in seguito il ricorso sempre più frequente a strumenti come la radio (usata largamente come veicolo di comunicazione politica e formazione dell’opinione pubblica soprattutto dalle dittature), ma anche con il ricorso a comizi e cortei, che diventano strumenti primari di diffusione dei propri valori politici. Inoltre l’avvento delle masse in politica, e il conseguente aumento del ruolo svolto dal coinvolgimento emotivo in questo campo, si traduce nella nascita di una nuova comunicazione simbolica nella vita politica, con la creazione di simboli e bandiere che riassumono, in forma sintetica, i principi dei movimenti, cosicché i singoli possano identificarsi in essi, e che sono inseparabili dall’idea stessa di società di massa.

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aliza84
aliza84 il 18/03/08 alle 11:51 via WEB
ciao visita il mio blog...se ti piacciono i miei disegni...votami...però nel post del concorso(dove sta l'attestato).
 
 
picilongo
picilongo il 19/03/08 alle 09:31 via WEB
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