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poesie spassosissime
 

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PRIMO APPROCCIO

Post n°141 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com

 

 

 

P R I M O       A P P R O C C I O 

  

     Questo blog nasce a cura di una persona anziana che, pur essendo ancora, grazie a Dio, in grado di intendere e di volere, non riesce a raccapezzarsi appieno nell'uso corretto del computer. Non riesce perciò ad essere veloce abbastanza nel concretizzare quanto ha deciso di fare. Comunque ci proverà ostinatamente per cercare di farvi compagnia in amichevole serenità.

     Lo scrivente è stato indotto ad usare questo mezzo di comunicazione dal titolare della

B o o k S p r i n t E d i z i o n i,

l'editore presso cui ha pubblicato un volumetto che dà anche il titolo a questo blog:

" MOMENTI      UMORISTICI ", poesie spassosissime .

   Chi avrà la voglia o l'occasione di entrare in questo blog, scoprirà un’atmosfera di serenità e di allegria che lo aiuterà a rasserenarsi nei momenti meno lieti e a tirarsi un po’ su per  dimenticare, almeno per qualche tempo, la tristezza delle avversità.

     POSTILLA: Sarò stato molto lento nel partorire, da autodidatta, questo blog , però ho dato il tempo necessario per nascere e diventare cristiano al mio primo bellissimo nipote: PIETRO  BERTINO  di FABRIZIO e di  ANNA  TOSO. Salute e pace a lui e a tutta la famiglia.

 

     Cordiali saluti a tutti e a risentirci.

 

 
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FINALITA' DI QUESTO BLOG

Post n°142 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com

 

 

 

F I N A L I T A’

 

La finalità primaria di questo blog è quella di far conoscere il volumetto

M O M E N T I     U M O R I S T I C I

pubblicato il 15 - 01 - 1948 a Messina dall' Avv.

G A E T A N O     C U C I N O T T I

e fatto ristampare nel 2013 dal Prof.

A N T O N I N O     B E R T I N O

presso l'editore

B o o k S p r i n t E d i z i o n i

   E' un volumetto, ben curato nella sua simpatica copertina, che possiede un contenuto esplosivo: una

B O M B A    di    U M O R I S M O,

capace di suscitare nei fortunati lettori esilaranti

S C O P P I    di    R I S A T E.

   Chi, per un motivo o per un altro, ha bisogno di rilassarsi, se prende in mano questo libro e si ferma a leggere una delle trenta poesie in esso contenute, scoppierà a ridere sonoramente e riacquisterà il buon umore, ritornando alla vita normale con rinnovata energia. 

   A risentirci.

 

 
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PRIMA PAGINA DI COPERTINA

Post n°143 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

P R I M A  P A G I N A   DI   C O P E R T I N A

 

     Questa è la prima pagina di copertina del volumetto

M O M E N T I    U M O R I S T I C I.

     In essa ci sono tre differenze con quella originale: il colore, arancione in quella originale e verde in quella attuale, il nome di chi ha curato la riedizione, il marchio del nuovo editore.

     Al centro della copertina c'è il disegno stilizzato di un pescatore dilettante con l'immancabile lenza e un secchiello per raccogliere le prede.

     Al posto di questa copertina, in un primo momento, avevo pensato di mettere quella che attualmente è riportata, ridotta, in quarta di copertina.

     Poi, dopo lunga riflessione, ho deciso di usare la copertina originale, sia per rispetto dell'autore e sia perché al centro di essa c'è quel curioso disegno dello strano pescatore. 

     In questa strana figura stilizzata, raffigurante la dolce serenità che accomuna il pescatore che riempie il suo secchiello e il lettore rallegrato dalla lettura delle esilaranti poesie spassosissime, c'è nascosto un REBUS, la cui soluzione era conosciuta solo da pochi, ma che adesso è contenuta nella riedizione del libro.

     Chi comprerà il libro conoscerà tale

S O L U Z - I - O N E, 

ma anche chi solo guarderà la copertina potrà tentare di trovarla e riderci sopra.

     A risentirci.

 

 

 
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ULTIMA PAGINA DI COPERTINA

Post n°144 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

U L T I M A   P A G I N A  D I  C O P E R T I N A

    

     Nella quarta pagina di copertina, oltre alla foto del sottoscritto mentre legge qualche poesia di questo libro tra amici, c'è anche, ridotta, la copertina che io avevo immaginato per questa riedizione: uno spettacolo di fuochi pirotecnici che partono dal libro e mostrano in ogni scoppio il titolo di una poesia in esso contenuta, da cui il titolo

" S C O P P I   d i   R I S A T E ",

che mi sembrava molto azzeccato.

     C'è anche un invito a comprare il volume perchè è una fonte inesauribile di risate a crepapelle e perchè è ormai scientificamente dimostrato che

" I L   R I S O   F A   B U O N S A N G U E "

     C'è infine un accostamento tra il CUCINOTTI e il grandissimo TRILUSSAentrambi poeti dialettali, ma entrambi brillantissimi nella satira, mai volgare, e nelle trovate geniali. Questo accostamento non è una " diminutio " del poeta romanesco, ma una giusta esaltazione di questo poeta messinese, finora ignoto al di fuori del suo paese, e che io vorrei far conoscere ed apprezzare da un pubblico molto più vasto, perchè non sfigura certamente accanto alla grandezza del TRILUSSA o del BELLI o di qualsiasi altro.

   Infine voglio far notare che sto rilanciando questo poeta perchè vorrei dire a tutti che il CUCINOTTI, insieme a rutti gli altri poeti dialettali, ci ricordano che il DIALETTO è, per ognuno di noi,  la lingua madre, quella cioè che usiamo con più spontaneità, specie quando vogliamo esprimerci con chiarezza e velocità, pur non avendola mai studiata, perchè nessuno ci ha insegnato a scriverla e a leggerla, ma che comprendiamo al volo anche nei suoi più profondi sottintesi e nelle sue infinite sfumature.


A risentirci.

 

 

 
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RISVOLTO DI PRIMA PAGINA DI COPERTINA

Post n°145 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com

 

 

RISVOLTO di PRIMA PAGINA di COPERTINA

    

 Quanto scritto qui appresso, è il contenuto del risvolto di prima pagina di copertina.

     Il Prof. ANTONINO BERTINO è nato a LARDERIA, uno dei 48 "casali " ( villaggi ) di Messina, con esattezza a LARDERIA SUPERIORE  ( vedi nota n. 11 di " PASSIO DOMINI PETRU CADDHOZZU "

     E' stato insegnante di Lettere a Castelfranco Veneto e a Messina, ma ormai è in pensione, quindi con più tempo libero da dedicare alla realizzazione di qualche sogno a lungo tenuto in un cassetto.

     Prima di dedicarsi al presente lavoro, il " pensionato " ha prodotto un volume di oltre 400 pagine ( " L'ANTA, 'U FUSSUNI, 'A ZZIMMA ": vedi copertina nella foto allegata ) in cui ricostruisce, a partire dall' anno 1700 sino all'anno 2000, il dettagliato albero genealogico di tutte le FAMIGLIE BERTINO che sono vissute a SAPONARA, Comune a circa 15 km di autostrada da Messina, lungo la costa tirrenica verso Palermo, e terra di origine della sua famiglia.

     Col presente lavoro vuole rendere omaggio, oltre che alla culla di famiglia, anche, e soprattutto, ad un " SAPUNAROTU " eccellente, celebre nel suo paese, ma ignoto, sfortunatamente, altrove, visto che la sua OPERA non è stata mai fatta conoscere al di fuori di una ristretta cerchia di amici.

     E' l' Avv. GAETANO CUCINOTTI, geniale e spiritosissimo autore di questa raccolta di poesie, scritte nello schietto e incisivo dialetto siciliano messinese, che merita di essere conosciuto anche in tanti altri luoghi e da tante altre persone.

     Dopo averle lette e aver fatto delle allegre e piacevolissime risate, tutti certamente diranno che, tra tanti testi più o meno noti, ma spesso mediocri, questo merita di essere tenuto a portata di mano per rileggerlo spesso, poichè spicca per genialità d'invenzione, brillantezza di linguaggio e battute fulminanti, riuscendo a presentare una satira mai volgare, ma sempre incisiva e spiazzante, che certamente non sfigura accanto ad altri autori meritatamente celebri come TRILUSSA.

 

 

 
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L'AUTORE: GAETANO CUCINOTTI

Post n°146 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com

 

 

 L’ A U T O R E: G A E T A N O  C U C I N O T T I

 

     L’Avvocato Gaetano Cucinotti, nato a SAPONARA (ME) il 21 - 01 - 1893 e morto a MESSINA il 28 - 02 - 1963, celibe, è stato certamente un uomo “ sui generis “.

     Discendente da una famiglia benestante, appartenente, almeno a partire dal 1700, alla categoria dei Notai per circa un secolo e mezzo, e quindi ad una categoria sociale di alto livello, tanto che aveva uno zio paterno che fu Segretario Comunale a Saponara e un padre che fu Direttore dell’ Ufficio Postale dello stesso Comune. Laureato in giurisprudenza, iscritto all’Ordine degli avvocati di Messina dal 21 – 12 – 1929 da cui fu cancellato il 16 – 09 – 1963 perché deceduto, esercitò la professione munito di ottima cultura generale e specifica, come si evince dalla lettura delle sue poesie.

     Ma, oltre a tutto questo, ebbe una dote che pochi possiedono: la “ genialità, l’arte, cioè, di trovare ed esprimere pensieri originali, punti di vista strabilianti, battute esilaranti, che suscitavano tra i suoi ascoltatori la meraviglia e il riso a crepapelle, per cui tutti lo stavano ad ascoltare quando parlava, ma anche quando suonava con maestria la chitarra, il mandolino e il flauto.

     La genialità di quest’uomo, che, quando era vivo procurava piacere ai suoi stimatori, procura ancora piacere ai fortunati che leggono ancora oggi le 27 poesie che compongono il volumetto

MOMENTI  UMORISTICI –

bozzetti in versi dialettali siciliani “,

pubblicato per la prima volta il 15 – 01 – 1948 a Messina e ripubblicato dall’autore di questo blog nel febbraio del 2013 presso la

BookSprintEdizioni,

arricchito di TRADUZIONE ITALIANA e NOTE, per dare anche a chi siciliano non è il piacere di ridere di cuore e di avere qualche altra informazione in più per capire appieno anche ciò che non è espressamente detto.

     Però, l’unica volta che parla di se stesso, cioè nell’ultima poesia del volumetto, fa intravedere un diverso scenario della sua esistenza:

AL MIO CLICHE’

           Unni mi mèntu mèntu mi sdurrùpu !

         a tùtti ‘i bànni tròvu àcqua e vèntu !

      ma òra… pòzzu mòriri cuntèntu:

                    ammènu…, quànnu nènti…,fìci un pùpu !

     E’ un lampo che fa intravedere un’esistenza tribolata, molto diversa dall’immagine allegra che dava di sé quando era in compagnia degli amici. Forse era, come si dice in Sicilia, “ spàssu ‘i fòra e trìulu d’ìntra “: allegro fuori casa, ma moto triste e scontroso dentro; anche se un guizzo umoristico si trova nell’ultima parola: “ pùpu “: una immagine bella, pur se ridotta come un pupattolo.

     E siccome dei suoi eventuali guai non parlava con nessuno, tutti lo ricordano allegro e spensierato che intrattiene allegramente coloro che lo circondano. E’ un destino che tocca a tanta gente che non vuole mettere in piazza i propri crucci.

     A risentirci.

 

 
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L'AUTORE DELLA RIEDIZIONE

Post n°147 pubblicato il 10 Marzo 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

 

 L' A U T O R E   D E L L A   R I E D I Z I O N E

    

     Prima di pubblicare la riedizione di " MOMENTI UMORISTICI ", il Prof. Bertino ha realizzato un'altra opera dal titolo  " L'  ANTA, 'U FUSSUNI, 'A ZZIMMA ", per raccontare la genealogia della sua famiglia a partire dal 1700, anno in cui cominciano i registri di battesimo, di matrimonio e di morte della Parrocchia del centro abitato di SAPONARA, che adesso è la sede del Comune omonimo, ma anticamente faceva parte della Arcipretura di ROMETTA, che anch’essa, adesso, è il principale centro abitato dell’omonimo Comune. Oltre ai registri parrocchiali ha consultato, per completezza, anche i registri similari del Comune di Saponara, che nasce nel 1824, cioè, come tanti altri, dopo l’era napoleonica, .

Era un sogno che aveva coltivato per lungo tempo e che ha potuto realizzare quando è andato in pensione, cioè negli ultimi anni ’90. E’ un volume di otre 400 pagine che l’autore si è dovuto inventare di sana pianta ( essendo completamente digiuno di tali lavori ) per ciò che riguarda il tipo e il modo della ricerca, la selezione e l’accoppiamento dei dati, la stesura dei risultati, l’impaginazione e la numerazione delle singole famiglie che oggi appartengono a 19 rami di discendenze ( distinguibili dai SOPRANNOMI ) da un primo capostipite di nome FRANCESCO.

Oltre a questo filone a cui appartiene la sua famiglia, ci sono riportati allo stesso modo altri quattro gruppi di famiglie BERTINO molto meno numerose.

E’ ovvio notare che tale ricerca riguarda unicamente le discendenze dei soli figli maschi che portano e danno il cognome ai discendenti, per cui oggi si può dire che tutti i BERTINO di Saponara possono conoscere la loro ascendenza.

Siccome la famiglia più numerosa dei BERTINO ha praticato in prevalenza l’attività artigianale del “ carbonaio “, il sottoscritto ha voluto intitolare il volume con le parole " L’ ANTA ", “ ‘U FUSSUNI ", “ A ZZIMMA " che facevano parte del linguaggio dei carbonai.

L' " ANTA " era una striscia della fiancata di una montagna, dal fondovalle alla cima, che veniva assegnata ad un carbonaio perchè ne ricavasse il suo carbone.

Il " FUSSUNI " era uno spiazzo circolare che il carbonaio ricavava anche sui crinali più ripidi per piazzare la " FOSSA ": la massa di legname a forma conica accatastata ad arte per la cottura del carbone.

Alla base della " FOSSA " venivano messe tutt' intorno delle pietre, a breve distanza l'una dall'altra e sugli intervalli tra l'una e l'altra venivano messe altre pietre in modo che rimanessero dei fori per la circolazione dell' aria all' interno della fossa . Al di sopra di esse cominciava la copertura della legna con zolle di terra rovesciate con l' erba verso l'interno ( " màzzi " ) per creare la parete di chiusura della " fornace "; solo in cima si lasciava un breve cerchio coperto di solo fogliame per il tiraggio dell'aria.

L' accensione della " FOSSA " veniva fatta attraverso un cunicolo alla base che arrivava al centro dove erano poste delle frasche su cui erano stati posti dei legnetti in modo che il fuoco arrivasse subito in cima, perchè la cottura della legna avveniva a partire dall' alto.

Quando il fuoco aveva preso per bene la legna in cima, l'apertura veniva chiusa con zolle e, con un punteruolo di legno, si praticavano dei fori su tutta la circonferenza a circa mezzo metro più in basso in modo che il fuoco, spinto dall' aria che entrava dai buchi lasciati alla base, si propagasse verso il basso.

Quando attorno ai buchi la terra diventava nera perchè il fuoco era arrivato fi là, si chiudevano quei buchi e se ne aprivano altri circa un metro più in basso. Quando il fuoco arrivava a questi nuovi buchi, questi venivano chiusi e restavano aperti solo quelli alla base. Quando il fuoco arrivava alla base e quindi tutta la legna era cotta, si apriva uno spazio in cima e si buttava dentro acqua per spegnere il fuoco, poi si copriva ancora con terra la cima e la si lasciava riposare per la nottata.

La mattina dopo si " scabbunàva ", cioè si tirava via la terra di copertura e si estraeva il carbone accantonandolo su un lato fino a liberare il " fussùni ".

Il carbone poi veniva messo in sacchi di iuta che i " mulattièri " con le loro bestie portavano a valle per distribuirlo agli acquirenti, che erano le famiglie che abitavano in città o comunque benestanti, quelle cioè che abitavano in case in cui c'era il sottotetto, per cui non si poteva bruciare legna che avrebbero riempito la casa di fumo; il carbone invece bruciava senza emettere fumo.

'A ZZIMMA “ è una parola quasi certamente di origine germanica, “ zìmmer “ = camera, e sarà rimasta nel linguaggio locale dai tempi di Federico II°, come tante altre parole straniere, conseguenza delle varie dominazioni che nei secoli si sono succedute in Sicilia. Era una capanna costruita con rami e frasche coperta con “ màzzi “, adibita ad abitacolo per proteggersi dalla pioggia e dal freddo.

 

 
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LA CASA DELL'AVVOCATO CUCINOTTI

Post n°148 pubblicato il 13 Marzo 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

 

L' A B I T A Z I O N E 

D E L L' A V V O C A T O  C U C I N O T T I

a  S A P O N A R A

 

 

     Nell'immagine allegata  si vede la casa  in cui abitava l'avv. Gaetano Cucinotti a Saponara. E' quella che si trova in primo piano al centro della foto, con tre aperture appena visibili sul lato destro e due ben visibili sul lato sinistro. La casa è coperta da una terrazza con ringhiera. Lo spigolo da cui partono i due lati della casa è sostenuto da un contrafforte di rafforzamento un po' annerito dalla ruggine provocata dall'umidità.

     Anticamente faceva parte del palazzo principesco e la piazza in cui si trova,  con al centro il monumento ai caduti circondato da un'aiuola con getti d'acqua zampillanti, altro non è  infatti che  il cortile del palazzo principesco, divenuto oggi piazza Umbero I.

     La grande costruzione che si intravede in fondo all'angolo destro della foto è invece la settecentesca chiesa parrocchiale del patrono di Saponara, S. Nicola di Bari.

     In questa casa, che l'avvocato aveva venduto poco prima di morire, il nuovo proprietario trovò su un pianerottolo un mucchio di libri che altro non erano se non copie della prima e unica tiratura di " MOMENTI UMORISTICI ", " finito dI stampare il 15 - 1 - 1948 presso lo stab. tip. T. De Francesco fu Gius. - via M. Giuba, 2 - telefono 10 - 014 - Messina ".

     Una di quelle copie, conservata ancora come una reliquia, toccò al curatore di questa riedizione, che in quella occasione si trovò a far parte di un gruppo di amici che il proprietario chiamò per far vedere la " truvatùra " e a cui regalò quelle copie di un libro di cui tutti sapevano , ma che nessuno aveva mai comprato. 

      Dopo tanti anni il volumetto, di cui si parla in questo blog,  è stato ristampato dal sottoscritto, arricchito di traduzione in versi italiani, di apparato critico utile a far comprendere pienamente il testo originario e di un' appendice comprendente anche l'albero genealogico dell'autore dal 1700 in poi.

 

 
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PALAZZO SIGNORILE

Post n°191 pubblicato il 23 Novembre 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

I L   P A L A Z Z O   S I G N O R I L E

   D I   S A P O N A R A


     In questa pagina si vede la  PIAZZA UMBERTO  I  di  SAPONARA  (ME). Essa comprende quella che era la corte del palazzo signorile nei secolo passati.

     Come sipuò notare, nella parte sinistra, in fondo, è ancora visibile una parte delle mura della facciata del palazzo costruite con grossi blocchi di pietra con al centro il cancello d'ingresso in ferro battuto sormontato da un arco a tutto sesto:

     Anche l'edificio visibile sulla sinistra in primo piano, con intonaci moderni e tendine arrotolate, era parte del palazzo.

     L'edificio visibile sul fondo al centrodestra, con l'angolo anteriore sinistro munito di un contrafforte annerito dal tempo e divenuto poi dimora dell'Avv. CUCINOTTI, era anch'esso parte del palazzo.

     E, infine, la villetta visibile al centro con l'obelisco - monumento ai caduti e con fontana, sorge dove anticamente esisteva la fontana al centro del cortile che riforniva l'acqua per i bisogni del palazzo.

 

 
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pił

Post n°193 pubblicato il 23 Novembre 2014 da antoninobertino.com
Foto di antoninobertino.com

 

 

 

 

PARTE DELLA FACCIATA ORIGINALE

DEL PALAZZO SIGNORILE

 

     In questa immagine si può osservare meglio la parte originale della facciata del palazzo signorile. Si possono vedere: il cancello d'ingresso sormontato da un arco a tutto sesto, chiusi con artistici ornamenti in ferro battuto; un antico lampione anch'esso in ferro battuto; tre lesene decorative bugnate; una sporgenza, comunemente detta "testa di cane",  adibita a sostegno di un balcone sporgente; una lapide accanto alla lesena a destra di chi guarda.

     Questa lapide è stata posta in occasione della visita, poco più di una decina di anni fa, dell'ultimo discendente della nobile famiglia degli ALLIATA, ultimi Signori dI Villafranca e Saponara e del Sacro Romano Impero. E' (ormai più che novantacinquenne) il Principe Francesco Alliata di Villafranca, nato a Palermo il 17 - 11 -1919, dove fece gli studi alla facoltà di giurisprudenza, partecipando, come d'uso a quei tempi, al G.U.F studentesco. Dopo la seconda guerra mondiale fu il Fondatore, insieme con altri e con l'interessamento di Roberto Rossellini, della PANARIA film, che produsse, tra gli altri, il film VULCANO, con Anna Magnani, e LA CARROZZA D'ORO, di Renoir. Realizzò anche una serie di cortometraggi subacquei nelle isole Eolie, primi del loro genere in Italia. Dopo la chiusura della Panaria, diventò imprenditore, producendo gelati e sorbetti siciliani, con il marchio di famiglia "XIV° DUCA di SALAPARUTA". Dal matrimonio con Teresa Correale di Santacroce ha avuto  la figlia Vittoria Alliata di Villafranca, scrittrice e grande studiosa del mondo arabo. L'eredità nobiliare di capo della famiglia Alliata ricade però sul principe Gabriele Alliata di Villafranca (n. il 03 -11 -1955), figlio del Principe Raimondo Alliata di Villafranca, fratello di Francesco, scomparso il 23 - 05 -1974.

     La stirpe degli Alliata, proveniente da Milano, si ritrova, sin dalla fine del XIII secolo, ben insediata a Pisa, dove è nota come titolare di una delle più fiorenti  banche del suo tempo. Nel 1330 un Filippo Alliata (o Agliata, versione più antica) si trasferisce in Sicilia, allora nelle mani di Federico II d'Aragona, a Palermo, da dove si dividerà per tutta l'isola nei suoi molteplici rami. Uno dei discendenti, Pietro, acquistò la baronia di Villafranca, ove suo figlio Antonio edificò l'omonimo paese nel 1499. Nel 1609 tale baronia passò ad un nipote di Pietro, figlio del fratello Giuseppe, barone di Salaparuta; tale figlio fu il primo principe di Villafranca e anche Duca di Salaparuta. In epoca più recente un Edoardo Alliata (1818 - 1898) costruisce le prime cantine a Casteldaccia, dando vita alla famosa azienda produttrice del noto vino CORVO di SALAPARUTA.

 
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palazzo

Post n°194 pubblicato il 23 Novembre 2014 da antoninobertino.com

però

 
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