Creato da oleandro.rosa il 06/03/2008

Invito alla politica

per orientarti meglio nella politica italiana

ESSERE GIOVANI...

Essere giovani significa avere ancora molto tempo a disposizione.

Sfrutta il tuo tempo,servitene per fare e per conoscere.

Usalo per plasmare la tua vita e la tua mente,perchè ovunque vorrai andare,avrai bisogno di una mente forte e di una conoscenza ben salda su cui appoggiarti.

Perchè niente è impossibile,ma la possibilità è tuttavia limitata dalla tua capacità di superare gli ostacoli,con grinta,con determinazione,con sacrificio.

Per vincere,sempre.

 

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CANNABIS:I GIRI DI VALZER DELLA CASSAZIONE

Post n°122 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da oleandro.rosa
 

2005-LA COLTIVAZIONE DI PIANTE DI CANAPA E' REATO.

[..]Secondo un indirizzo della giurisprudenza della corte di cassazione, ricordato dal ricorrente, la coltivazione di piante di canapa indiana integra un reato di pericolo astratto.

La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti o psicotrope, attivitΰ distinta dalla produzione, costituisce reato di pericolo astratto, per la cui configurabilitΰ non rilevano la qualitΰ e la quantitΰ delle piante, la loro effettiva tossicitΰ, la quantitΰ di sostanza drogante da esse estraibile (Cass. 21 aprile 1998, n. 4696, rv. 211060).

E, ancora: la coltivazione di piante di canapa indiana integra un reato di pericolo astratto per la cui configurabilitΰ non rilevano la quantitΰ e la qualitΰ delle piante, la loro effettiva tossicitΰ o la quantitΰ di sostanza drogante da esse estraibile, trattandosi di fattispecie volta a vietare la produzione di specie vegetali idonee a produrre l’agente psicotropo, indipendentemente dal principio attivo estraibile (Cass., 1 dicembre 2004, n. 46529, rv. 230571; conformi, rv. 211060, 216215, 221527, 229311; contra, 217258, 218692, 229366). [..]

(estratto dalla sentenza 32949/2005 del 08/09/2005 della corte di cassazione)

LUGLIO 2008-LA DOSE NON E' UGUALE PER TUTTI,RASTA ASSOLTO:

L'uomo, sorpreso con un etto di marjuana, era stato condannato a 16 mesi di carcere
La Corte ha riconosciuto che per la sua religione fumare spinelli ha un valore sacro

ROMA - "La fumano i dottori, la fumano le infermiere, la fumano i giudici e persino gli avvocati". Così nel 1976 cantava Peter Tosh in Legalize it, uno dei più celebri inni alla liberalizzazione della marijuana. La star del reggae non immaginava che 32 anni dopo a dargli ragione sarebbe stata niente meno che la suprema corte di giustizia italiana. Non è esattamente la legalizzazione dell'erba ciò che ha stabilito la sentenza numero 28720 della Sesta Sezione penale della Cassazione, ma il diritto per chi - come Peter Tosh - professa la fede rasta a fumarla a volontà senza incorrere in sanzioni.

Secondo quanto stabilito dai giudici, chi crede in Jah e nella sua reincarnazione nel negus d'Etiopia Haile Selassie I, può liberamente circolare con qualche dose di "ganja" in più del lecito perché "secondo le notizie relative alle caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione di origine ebraica, la marijuana non è utilizzata solo come erba medicinale, ma anche come erba meditativa".

La Cassazione è stata chiamata al pronunciamento in seguito al ricorso di un 44enne di Perugia condannato perché sorpreso dalle forze dell'ordine con un etto scarso di marijuana nella macchina. L'uomo si era difeso sostenendo di essere un adepto alla religione rastafariana e che quindi "l'erba sacra doveva essere consumata fino a 10 grammi al giorno". Una giustificazione "spirituale" che il tribunale di Terni non aveva ritenuto di prendere in considerazione, dichiarando l'imputato colpevole per illecita detenzione a fine di spaccio, condannandolo quindi a un anno e quattro mesi di carcere. Verdetto confermato dalla Corte d'appello di Perugia nel dicembre del 2004 con una sentenza nella quale si specificava che la quantità sequestrata non poteva essere considerata per esclusivo uso personale.

Contro questa decisione l'uomo ha fatto ricorso in Cassazione, ottenendo soddisfazione dalla Corte Suprema che ha rinviato la condanna alla Corte d'Appello di Firenze affinché riconsideri il caso tenendo presente che la tradizione religiosa rasta prevede l'uso della marijuana come "erba meditativa, come tale possibile apportatrice dello stato psicofisico inteso alla contemplazione nella preghiera, nel ricordo e nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone, chiamato il re saggio, e da esso ne tragga la forza, come si evince da notizie di testi che indicano le caratteristiche di detta religione". 

(FONTE:la repubblica,10 luglio 2008)

2009-COLTIVARE CANNABIS NON E' REATO SE NON E' MATURA:

ROMA - La Cassazione allenta la repressione penale nei confronti di chi coltiva marijuana e afferma che, se le piantine non sono mature e non contengono dunque principio drogante, allora il 'coltivatore' non può essere condannato. Solo qualche mese fa le sezioni unite di Piazza Cavour avevano stabilito che la coltivazione di cannabis costituisce sempre reato anche se si tratta di piccole produzioni domestiche.

"Con questa decisione - sentenza 1222 della IV Sezione penale - la Cassazione ha annullato con la formula "perché il fatto non sussiste" la condanna a un anno quattro mesi di reclusione e 3.500 euro di multa inflitti, dalla Corte d'Appello di Ancona, nel 2003, a Domenico N., un piccolo 'produttore' al quale le forze dell'ordine avevano trovato, in un campo vicino a casa sua, 23 piantine di cannabis. La consulenza tossicologica aveva spiegato che "le piantine avevano attecchito nel terreno e, se lasciate giungere a maturazione, avrebbero prodotto una notevole quantità di principio attivo". Secondo i giudici di Ancona la coltivazione di marjuana costituisce sempre reato e rappresenta un elemento di pericolo sociale e per la salute dei consumatori. Ma la Cassazione non è d'accordo e - stracciando la condanna - sottolinea che "l'intervento punitivo dello Stato" deve esserci solo quando è concretamente minacciato il bene della salute. In caso contrario "il giudice, guidato dai principi di ragionevolezza della pena in presenza di una condotta offensiva, deve chiedersi se possa esercitare il potere punitivo dello Stato, sacrificando la libertà personale, per tutelare il bene delle salute, dinanzi a una offensività non ravvisabile neanche in grado minimo".[...]

(FONTE:il messaggero 15 gennaio 09)

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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/01/09 alle 15:09 via WEB
è assurdo che la cassazione possa esprimersi in sentenze così diametralmente opposte.come facciamo a sapere cosa è lecito e cosa no?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/01/09 alle 15:28 via WEB
la cannabis è la sigaretta degli idioti!vai,coltivatevela in casa,storditevi che della vita vera,del lavoro e del sacrificio non avete capito niente,altrimenti nemmeno vi passerebbe per l'anticamera del cervello di buttare la vita in questo modo!la cassazione però si decida una buona volta!
 
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