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Messaggi del 25/05/2012

I pannolini si lavano, per essere eco

Post n°1527 pubblicato il 25 Maggio 2012 da profumo_di_caffe
 

Sono in tessuto naturale, e li puoi riutilizzare dopo averli lavati: forse la scelta dei pannolini lavabili non è soltanto ecologica

 

(donna.libero.it)

Le scelte ecologiche sembrano sempre anche più difficili ed impegnative: se mettiamo da parte questo pregiudizio però spesso ci accorgiamo che rispettare l’ambiente può anche essere più economico di non farlo.

E’ il caso dei pannolini lavabili:
oltre a rappresentare un’alternativa eco ai classici pannolini usa e getta, favoriti dalla maggior parte delle mamme, hanno anche numerosi vantaggi; primo fra tutti, il risparmio, perché permettono di dimezzare quasi della metà la spesa complessiva riguardante i “cambi” di popò e pupù del bebè. Inoltre, il tessuto è traspirante e naturale, così che la pelle del bimbo rimane sempre fresca, senza accaldarsi; secondo chi li usa poi, inducono i pupetti ad abbandonare prima questo comodità, perché assorbono meno l’umidità: insomma, il vasino si fa più urgente (diciamo però che questo non è il motivo migliore per sceglierli).Le ecomamme ovviamente però li scelgono soprattutto perché questo tipo di pannolini non producono rifiuti, perché vengono riutilizzati più e più volte.

I comuni usa e getta invece oltre a diventare immancabilmente rifiuti, appartengono alla categoria dei materiali non riciclabili, che in discarica impiegano almeno un secolo per disintegrarsi;
l’alternativa è l’inceneritore, con tanto di diossine disperse nell’aria. E’ vero, i pannolini lavabili –lo dice la loro stessa definizione- comportano il fastidio di doverli lavare e il costo dei detergenti e dell’acqua per farlo: organizzando però le lavatrici, a lungo andare la spesa risulta comunque minore.

In
Italia, è il Nord che vanta il maggior numero di mamme che scelgono il pannolino lavabile, aiutate anche dalla presenza di lavanderie che offrono il servizio “lavaggio-pannolino”, e da asili e scuole dell’infanzia tolleranti nei confronti di questa scelta. Se vi interessa, potete trovare info sul mondo delle ecomamme navigando sul sito www.nonsolociripa.it, dell’associazione  “NonSoloCiripà”, formata da mamme sensibili riguardo alla questione dell’ambiente.

Postilla: alla fine il passato si mescola al futuro ... e quello che era naturale per le nostre nonne e mamme ... ritorna a noi...


 
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Loreto, al posto della confessione arriva lo “strizzacervelli”

Post n°1526 pubblicato il 25 Maggio 2012 da profumo_di_caffe
 

 

 

Di norma i credenti vanno in chiesa per confessarsi, chiedere la remissione e il perdono dei peccati. A Loreto però, dove sorge uno dei santuari più noti nel mondo del cattolicesimo, si può entrare come se si andasse dallo “strizzacervelli”, anche solo per fare due chiacchiere, un dialogo fatto di ascolto e comprensione, come se si fosse dall’analista. Le foto e l’articolo redatto da Matteo Castagna, portavoce del Circolo cattolico Christus Rex, non lasciano adito a dubbi: “Qui non ci si confessa, qui no confessioni ma dialogo e ascolto“.

Una scelta azzardata? Un’apertura della Chiesa cattolica al mondo moderno? O rinnegare uno dei sacramenti? Uno dei chierici del santuario di Loreto spiega questa scelta: non tutti vogliono confessarsi, ma molti cercano solo un luogo dove essere ascoltati da persone che non lo giudicano.

Così la Cappella Slava del Santuario diventa il luogo dove sfogarsi, con tanto di orari, ma senza confessarsi. Tutti possono accedere a questo “punto di ascolto” e parlare, sfogarsi, ma senza che questo diventi una confessione.

Tanta la gente che ha chiesto ai sacerdoti del santuario di creare un luogo per l’ascolto, almeno stando a quanto dicono gli stessi.

Il fatto poi di usare un luogo sacro per ospitare un ambiente da “psicoanalisi” dimostra l’apertura della Chiesa al mondo moderno: se ci fossero anche medici e psicologici sarebbe anche meglio, dicono dal santuario.

Ora, la domanda che si pone un credente è: dov’è la sacralità della confessione? Ricordiamo che confessarsi è un sacramento, che ha un ruolo ben preciso nella vita di ogni cattolico.

Tra l’altro è uno dei punti in cui la dottrina cattolica diverge dalle altre religione cristiane. Suona strano che uno dei luoghi più sacri per i cattolici si sia aperto a un esperimento così “moderno”, ma forse è solo un modo per attirare alla religione chi si è allontanato.

Certo risulta difficile credere che un ateo o un credente di un’altra confessione entri in chiesa, la percorra quasi tutta e arrivi in una cappella dove può “parlare e dialogare” con un prete o una suora.

Difficile da dire se lo “strizzacervelli” in chiesa possa funzionare. In ogni caso sempre meglio che un santuario faccia notizia per “l’apertura al dialogo” che per altro.

 

(www.haisentito.it)

 

 

 
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