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I LUOGHI COMUNI IN PSICOLOGIA

Post n°1 pubblicato il 13 Novembre 2008 da melanie_klein

E' un classico. Ogni volta che salta fuori che si vuole studiare psicologia, c'è qualcuno che commenta: "Occhio, che questa ci legge nella mente appena apriamo bocca!" "D'ora in poi dovremo stare attenti a parlare con te!" "Qua verremo tutti psicanalizzati!" "Ragazzi, salterà fuori che siamo tutti matti!" Per non parlare poi del domandone: "Stanotte ho fatto questo sogno:cosa vuol dire?" Insomma: sembra che siano veramente in molti a pensare che la laurea in psicologia dia il potere di aprire la testa della gente. E dire che oramai siamo pieni di pubblicazioni e di siti che parlano di psicologia ai non-esperti. E allora come mai, nonostante questa mole di informazioni disponibili per chiunque, continuo a sentire frasi come quelle che avete appena letto? Forse il problema sta proprio qui: tutti si affannano a spiegare CHE COS'E' la psicologia. E nessuno si prende la briga di spiegare cosa NON E', e cosa gli psicologi NON FANNO. E' così che le leggende metropolitane nascono, crescono... e viaggiano, viaggiano, viaggiano... Perchè nessuno si preoccupa di smentirle. Di chi è la colpa? Ognuno ha le sue idee. C'è chi pensa che dipenda dagli psicologi, che non sanno spiegare correttamente quel che fanno. Qualcun altro ritiene che siano i media a non informarsi abbastanza e a dare le notizie con superficialità. E qualcun altro ancora, per par condicio, dà la colpa a entrambe le categorie.
Semplicemente, la psicologia è una disciplina difficile da rendere appieno ai non addetti ai lavori. I media poi hanno una difficoltà supplementare, che non dipende dall'argomento ma dal linguaggio che devono adottare: stringato e facilmente comprensibile, con pochi giri di parole. Ovvio che poi qualcosa, in questo sforzo di sintesi, finisca per perdersi. Ed è anche ovvio che le informazioni così condensate appaiano un po' superficiali se non proprio distorte. Semplificare significa per forza anche snaturare un po': ma forse non c'è un'altra strada. E' questione di linguaggi diversi, insomma, non di colpe.

Morale della favola: i luoghi comuni possono fare molto male Perché creano false aspettative su quel che si può avere andando da uno psicologo. Perché creano frustrazione nei pazienti che pensano, in buona fede, di ottenere una cosa e invece ne ottengono un'altra. Perché creano difficoltà agli psicologi che cercano di fare il loro lavoro correttamente e rischiano di passare per incompetenti. Perché qualche paziente può pensare che la psicologia non sia che una gigantesca messinscena e rinuncerà a farsi aiutare, tenendosi il suo disagio.


In genere come reagite difronte a questo tipo di luoghi comuni?

 
 
 
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