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Messaggi di Ottobre 2014

 

L'invenzione del sesso ha 385 milioni di anni, fecondazioni preistoriche, nascita del sesso, i pesci furono i primi, foto

Post n°8054 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Un team di scienziati dell'evoluzione ha individuato la specie che, 385 milioni di anni fa, ha dato il "Via" ai rapporti sessuali...


SCOPERTA L’ORIGINE DEL SESSO: I PRIMI A FARLO FURONO I PESCI
Nuove analisi su fossili hanno rivelato la comparsa di organi riproduttivi in esemplari   vissuti quasi 400 milioni di anni fa



Erano lunghi circa 8 centimetri; i primi esemplari fossili furono trovati per la prima volta in Scozia, nel 1888, e poi anche in Cina e in Estonia. Sono "placodermi" della specie Microbrachius dicki, pesci ossei che comparvero nel periodo Devoniano, 385 milioni di anni fa. Dominarono i mari per settanta milioni di anni, poi - improvvisamente - scomparvero.

L'invenzione del sesso
Da tempo individuati come i più antichi vertebrati progenitori della nostra specie, oggi si scopre che furono proprio loro i primi esseri viventi sulla Terra a riprodursi attraverso la fecondazione interna della femmina da parte del maschio. Insomma: quei pesci preistorici inventarono, forse nelle più noiose serate invernali, l'atto del copulare, la congiunzione sessuale.
Come funzionava il sesso preistorico
Il pesce maschio disponeva di un organo sessuale osseo a forma di "L", che, una volta inserito nel corpo della femmina, veniva da questa trattenuto nella giusta sede mediante una placca ossea mobile, adatta allo scòpo. In questo modo era possibile trasferire lo sperma dal maschio alla femmina per la fecondazione. Un sistema molto più sicuro ed efficace della deposizione delle uova. Impossibile sapere se fosse anche piacevole.
Curiosità
Il nome attribuito dalla scienza a questa specie di pesci - Microbrachius - è derivato da quelle che fin dall'inizio erano sembrate delle piccole braccia. Come ha confessato
John Long, professore di paleontologia presso la Flinders University di Adelaide, in Australia, solo oggi si è capito che quelle strutture ossee erano l'organi genitale maschile.

FONTE RAI NEWS

 
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VITA DI COPPIA, PRIMO APPUNTAMENTO, SESSUALITA', CHI ASPETTA È PIÙ FELICE, POSTFEMMINISMO, "FARE LA CORTE", STUDI, RICERCHE

Post n°8053 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Al primo appuntamento gli puoi dare, al massimo,  il numero di telefono? E se non al primo, dopo quanti giorni/settimane/mesi di corteggiamento è meglio concedersi? Meglio prima, o "poi"? Il problema  del  fare sesso o no al primo appuntamento che si incista nel più ampio discorso del “fidanzamento” resta a tutt’oggi aperto…

   

IL PRIMO APPUNTAMENTO È COME IL PRIMO BACIO: NON SI SCORDA MAI!

 

Non si può negare che  “il primo appuntamento”  sia  un evento cruciale  anche perché, forse,  stiamo per metterci di fronte all'uomo che potrebbe diventare l'uomo della nostra vita, o tornare ad essere un estraneo dopo poco tempo…. In questa particolarissima situazione  conviene  lasciarsi  trasportare dalle passioni, farsi guidare dall’istinto, vivere intensamente l’attimo fuggente.. oppure attendere?

 

 

Il dibattito  è  aperto  da sempre, oggi nonostante sia avvenuta una straordinaria  liberalizzazione dei consumi e il sesso prematrimoniale sia una pratica comune anche fra giovanissimi, non c'è una risposta che possa dirsi valida in assoluto, o un comportamento che possa garantire un maggiore grado di felicità. Le variabili in gioco sono  molteplici: la nostra indole, chi ci troviamo di fronte e quanto ci piace, se avremo modo di rivederlo in futuro, che tipo di relazione vogliamo intrattenere, quanto lui si dimostra insistente, l'atmosfera, la situazione e tutto ciò che ispira il momento... e così via.

Una documentata ricerca  della Cornell University non solo  afferma che fare sesso al primo appuntamento “non fa bene” ma ci  spiega anche il perché .   L' imponente studio ha preso in esame ben 600 coppie di sposi. In un caso su tre il primo rapporto sessuale c’è stato nel primo mese, il 28% ha invece aspettato più di sei mesi prima di “darsi da fare”. La qualità della relazione, soddisfazione sessuale compresa, sono stati tutti migliori per le donne che avevano aspettato almeno un mese prima di fare sesso. Aspettare, dunque, è davvero qualcosa di positivo: "Il sesso prematrimoniale - commentano i ricercatori della Cornell University- può avere effetti negativi sulla qualità della relazione. È la fase più o meno lunga del corteggiamento che dà tempo e occasione di capire, di analizzare, di decidere e allo stesso tempo di valutare la compatibilità con il partner e che dà modo di costruire insieme una migliore intimità dal punto di vista sia fisico che emotivo. Le donne che hanno rinviato il coinvolgimento sessuale per un periodo di oltre sei mesi hanno riportato livelli di soddisfazione, impegno, intimità e supporto emotivo di gran lunga maggiori di chi invece ha fatto sesso nel primo mese di frequentazione". 

 
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AAA CERCASI BELLISSIMA, SEXY, NAZISTE, ANTISEMITE, MISS NAZI 2014, CONCORSO DI BELLEZZA, FOTO,

Post n°8052 pubblicato il 19 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Sul social network russo “VKontakte” è possibile votare Miss Ostland 2014, la reginetta di bellezza che rende omaggio al Terzo Reich

 

SEXY, ANTISEMITE E NOSTALGICHE DI HITLER:  ECCO LE ASPIRANTI MISS NAZI 2014

 

TRA I CONCORSI DI BELLEZZA MISS NAZI 2014 È SICURAMENTE UNO DEI PIÙ INQUIETANTI. L’annuncio di selezione per le candidate recita così:  cercasi ragazze belle, sexy, naziste e antisemite. Sono infatti questi i requisiti che devono  possedere coloro che vogliono prendere parte al concorso russo  che sta scandalizzando la rete. La selezione  è aperta sul social network “VKontakte”, una sorta di “Facebook” russo dove sarà possibile scegliere colei che si aggiudicherà la corona di Miss Ostland 2014 (da “Reichskommissariat Ostland”, il nome dato nel 1941 ai territori occupati dai tedeschi negli stati baltici, in Bielorussia, e parzialmente in Ucraina e Russia). 
I REQUISITI.
Per partecipare al concorso di bellezza non sono sufficienti gambe chilometriche, un invidiabile "lato B", un seno "incantevole"  e  un sorriso smagliante. Le concorrenti devono soddisfare altri  sei requisiti:  essere una donna nazista,  odiare gli ebrei, essere un membro del gruppo di VKontakte "Adolf Hitler", aver pubblicato selfie da nazista sexy, aver ottenuto i "like" degli altri nazisti sulle proprie foto, non aver insultato le altre partecipanti per i loro scatti sui social.
ALCUNE  CANDIDATE.
KATYA SHKREDOVA  ha nostalgia  del Fuhrer, del suo ideale di società e del suo coraggio “a fare esperimenti sulle persone”. La sua specialità sono i selfie con il cappello da nazista. IRINA NAGREBETSKAYA detesta gli ebrei, posta sempre sui social citazioni del Führer “che vivrà in eterno”. ELENA BERNATSKAYA posta sexy scatti per i suoi amici anti-semiti. ANASTASIA AGEEVA si dichiara senza problemi anti-semita e la sua frase preferita di Hitler è: "Il più grande dono è non amare nessuno. Se non ami, sei invincibile, perché ti liberi del dolore più grande". VORONINA è invece molto apprezzata online per la foto in abito tradizionale ucraino. Si è appassionata da studentessa al Terzo Reich e ora approfondisce il revisionismo dell’Olocausto. EKATERINA MATVEEVA concorda con Hitler sostenendo che “le razze non sono diverse solo all'apparenza, ma anche nell’intelligenza”. 

 
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RIFLESSIONE DELLA NOTTE, IL BRACCIO STUPIDO E VIOLENTO DELL'OMOFOBIA

Post n°8051 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da psicologiaforense

mancare di stile, cattivo gusto, poco chic, rozzo, kitsch, inelegante, comportamenti estremi, provocazioni...  


GLI ADORATORI DEL BUON GUSTO 

 

Se vengono arrestati   deputati, amministratori, politici per aver rubato a mani basse a nessuno viene in mente di accusarli d'essere di cattivo gusto. Se vengono condannati dei carabinieri  che pretendevano soldi, ogni sera, da prostitute e trans,nessuno li accusa di ineleganza. Ma qui si parla di reati, ed è un'altra storia. Se  Marchionne dice che gli stabilimenti italiani sono una palla al piede (dopo tutti i finanziamenti statali e le agevolazioni che la FIAT ha ricevuto da sempre) nessuno lo accusa di essere poco chic. Se Renzi vara riforme e provvedimenti che non hanno copertura finanziaria, nessuno lo accusa d'essere rozzo e kitsch. Se  dentisti e altri professionisti denunciano un reddito inferiore di quello dell’ultima dello loro impiegate, nessuno li accusa di mancare d'eleganza. I gay, invece, sì. Prima e dopo il suo svolgimento, il corteo internazionale del Gay Pride è sempre oggetto di molte polemiche di vario genere e diversa ispirazione, però unanimi su un punto: la richiesta di BUON GUSTO, la deplorazione del cattivo gusto. Ma perchè? Un'accusa tanto sistematica e costante fa riflettere. Evidentemente, nelle teste di questi adoratori del buon GUSTO rimane radicata ancora oggi l'idea che i gay non siano uguali agli altri componenti della società di massa, ma che siano invece tutti Oscar Wilde, una collettività speciale di esteti dai quali si deve esigere BUON GUSTO, per i quali è innaturale fare qualcosa di cattivo gusto. Evidentemente, non si è pensato abbastanza alle ragioni per cui ogni manifestazione di minoranze sociali o politiche bisognose di far ascoltare la propria voce debole, di affermare un altro stile, di testimoniare la propria opposizione al conformismo che li umilia, prevede gesti e comportamenti estremi, provocatorii: erano così, all'inizio del Novecento o negli Anni Settanta, anche le manifestazioni di suffragette o di femministe. Evidentemente, non si è pensato che la sfilata del Gay Pride presentava in qualche momento un'analogia con le sfilate di moda di Parigi: in passerella sfilano i modelli stravaganti ideati apposta per il cattivo gusto dei media, differentissimi dai vestiti che verranno realmente venduti, comprati e portati nella stagione, però capaci di richiamare l'attenzione, di far circolare idee e nomi. NON È CATTIVO GUSTO, È STRATEGIA

 
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LA SOFFERENZA MENTALE, I TEMPI DEL DOLORE,

Post n°8050 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da psicologiaforense

BASSA AUTOSTIMA non significa DEPRESSIONE. Anche se una può portare all' altra, non si devono confondere le due cose...

IL MALE DI VIVERE


Ci sono persone che  soffrono moltissimo e sono convinte di essere  depresse, invece il loro problema è legato alla  BASSA AUTOSTIMA. Ecco come distinguerle l'una dall'altra.

BASSA AUTOSTIMA

a) È una caratteristica della personalità, il che significa che perdura nel tempo, ma che può anche essere modificata.

b) Provoca dubbi e insoddisfa­zioni. Diminuisce la speranza e ci fa rinviare le decisioni.

c) Non è una malattia, ma un modo di essere.

d) Implica un certo livello di ras­segnazione, perché si ha difficoltà a farsi valere, a far rispettare i propri diritti e a difendere i propri giudizi.

e) Non comporta atteggiamenti autodi­struttivi.

f) Le persone con una bassa autostima hanno un normale fun­zionamento della memoria e della concentrazione.

DEPRESSIONE

a) Presuppone un cambiamento rispetto a uno stato precedente, un mutamento graduale.

b) Dà luogo a una tristezza pato­logica, insensibile agli eventi favorevoli.

c)  Rafforza l'indifferenza e la noia, negando il desiderio di agire e di cer­care il piacere.

d) Provoca disturbi fisici, come disturbi alimentari, del sonno, ecc.

e) Implica un'auto svalutazione, che si manifesta con un senso di colpa molto forte.

f) Fa emergere idee negative di morte e di suicidio ...

 g) Crea problemi intellettivi (disturbi della memoria e della con­centrazione).

 
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STORIE SENZA STORIA, BLOG, COMMUNITY, QUESTA BLOGGER E' PROPRIO UNA "ZITELLA ACIDA" , BLOGOSFERA, FOTO

Post n°8049 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da psicologiaforense

«Volevo scrivere ciò che non riuscivo a trovare né su internet né sulle riviste: desideravo parlare di moda con un mio personale punto di vista». Lucia Zuliani, 31 anni, di Codroipo, alias "La Zitella Acida", definisce così il suo blog "Ma ti sei vista?", che ha raggiunto un notevole successo nella blogosfera italiana....

"ZITELLA ACIDA", UN'ALTRA BLOGGER DI CUI PARLANO I MEDIA  

PERCHÉ HA SCELTO DI ESSERE "LA ZITELLA ACIDA"?
«Sapevo che avrei parlato di moda riportando anche commenti acidi: ho deciso di mettere subito le mani avanti, definendomi ironicamente come la tipica zitella che sta su dietro ad una tastiera a sputare sentenze un po' viperelle».
COM'È NATO IL SUO BLOG?
«Nel 2010 stavo attaversando un periodo particolare sul lavoro: ho deciso di aprire "Ma ti sei vista?" per parlare della mia passione, la moda, in maniera dissacrante, evitando il tipico tono snob che spesso viene usato per raccontare questo mondo. Ciò non toglie che io, nella moda, riconosca arte e poesia».
I FASHION BLOG SONO MOLTO DIFFUSI. COSA C'È DI DIVERSO IN "MA TI SEI VISTA"?
«Un blog è sempre un mezzo per autoaffermarsi: Ma ti sei vista è una fotografia di quello che sono e faccio. Solo che a differenza dei fashion blog voglio presentare curiosità, il dietro le quinte della moda con il mio personale punto di vista; mi piace pensare di raccontare a una platea virtuale di amiche che un abito di Elie Saab può pesare anche 25 chili, senza essere pretenziosa, ma rendendo accessibile un settore che sembra irraggiungibile».
L'ANNO SCORSO È STATA NOMINATA AI MACCHIANERA ITALIAN AWARDS.
«È vero. Sono arrivata al terzo posto dopo Vogue Italia e Clio Make Up; mi ha fatto un enorme piacere ma non lo prendo come certificazione di qualità del mio blog».
"MA TI SEI VISTA?" HA DATO VITA ANCHE A NUOVE AMICIZIE O RELAZIONI?
«Attraverso il blog e l'uso dei social network, si sono create amicizie non solo con alcune blogger, ma anche con delle  lettrici. Mi è capitato di essere fermata da una ragazza mentre correvo al parco, e mi ha confidato cose personali, ma che sapeva avrei capito. È questo il potere di un blog: nonostante chi scrive e chi legge non si conoscano, su almeno quattro cose del mondo sono d'accordo e da lì si possono innescare rapporti reali. Ricevo parecchie mail in cui mi chiedono consigli su come ci si può vestire per un matrimonio o per un colloquio o un appuntamento; sono una specie di amica sconosciuta a cui si scrive per essere, più che altro, rassicurati. In fin dei conti è la fiducia in noi stessi che aiuta a presentarci al meglio, non gli abiti».

IL SUO BLOG LE HA RISERVATO NUOVE POSSIBILITÀ?
«Con questo diario non ci guadagno e non vorrei che cambiasse sotto questo aspetto, perché significherebbe cambiare la natura del blog stesso. "Ma ti sei vista?", però, mi ha condotto a nuovi progetti come l'Adidas city runner: l'azienda voleva cambiare i suoi relatori, che normalmente erano atleti, e quindi hanno contattato blogger di ogni tipo. Da completa inesperta in fatto di corsa, mi sono ritrovata a gareggiare in una staffetta di dieci chilometri. A fine gennaio comincerà la seconda fase del progetto, tappa che continuerò a raccontare sul blog».

 
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RIFLESSIONE, finché vita non vi separi, amore, vita e morte della coppia,unione coniugale, separazione, divorzio, psicologia,

Post n°8048 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

La loro relazione è un’illusione di benessere e nel reciproco rapportarsi cercano di imitare modelli antichi, attinti qua e là, spesso mossi da un disagio che si affrettano a negare appena qualcuno li critica e mette in discussione la loro immagine di coppia: allora si chiudono “a riccio” di fronte al pericolo di una crisi che possa metterli indirettamente a nudo...

LA SCISSIONE DEL LEGAME DI COPPIA TRA GENITORI

Molto spesso (cioè, oggi, in una coppia su tre) l'unione coniugale  non  realizza il luogo della crescita personale, degli affetti, della solidarietà condivisa, della trasmissione intergenerazionale della cultura e, neppure, il luogo in cui si instaura l'indispensabile dialettica tra il principio della norma (rappresentato dal padre) e il principio della cura (rappresentato dalla madre). I coniugi  all'inizio  della crisi cercano di nascondere o più verosimilmente di rimuovere questo stato di cose.   Quando, alla fine,  avviene  la separazione questa, a volte,  si sviluppa nei modi peggiori anche perché i problemi più importanti che avevano portato alla disfunzionalità del matrimonio rimangono assolutamente irrisolti. Infatti i due, dopo la “separazione” non sono in grado di ridurre le cause di stress, di stabilizzare il sistema, di utilizzare la dissoluzione del rapporto di coppia come leva per uno sviluppo personale ed, infine, di far chiarezza sul livello di scelta e di impegno di ciascun genitore rispetto ai figli, basandosi su aspettative realistiche. In un contesto così ambivalente e nevrotico e in un clima di indeterminatezza, spazio di sempre rinnovate crisi, di nuovi rischi e di violente turbolenze, vengono  a trovarsi  i figli che si devono confrontare con un sistema familiare separato impaludato nella limacciosa volgarità di una lotta a tutto campo tra i coniugi e la loro vita è contraddistinta dall'assenza di referenti validi (o almeno, in qualche modo, rassicuranti) e ancora dalla precarietà, dalla dissociazione, dalla degradazione, dalla instabilità, dalla violenza.

 
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costume e società, vita di coppia, sessualità, cinque domande sul sesso, voglia d'amore, la relazione con il proprio partner

Post n°8047 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Dovremmo essere disinibiti e aperti, eppure con chi vive a fianco a noi e ci conosce sotto ogni punto di vista spesso diventa persino più difficile lasciarsi andare e essere autentici, soprattutto nel sesso. Vittime sacrificali di Hollywood, di frequente finiamo per confondere l'incontro fra le lenzuola con una performance a metà fra prestazione hard e ginnastica artistica. Al contrario i desideri nostri e dell'altro in fondo sono molto più semplici di ciò che si possa pensare. Basta chiedere...

 

VOGLIA D'AMORE: 5 DOMANDE PER IL BENESSERE DELLA  COPPIA 



1 Quali sono le tue zone erogene?
Questa semplice domanda è  utile per capire i desideri profondi del partner e disegnare una mappa del piacere che coinvolga entrambi. Naturalmente anche tu devi dare una tua risposta al quesito;

2 Com'era per te il sesso da adolescente? Parlare di ex può condurre verso un territorio pericoloso fatto di gelosie retroattive e sottili invidie, a meno che la coppia non sia davvero collaudata e in profonda sintonia. Tuttavia tornare all'adolescenza e ai tempi in cui l'approccio al sesso era nella primavera della vita può essere decisamente più soft... e divertente! Evita malizie o battute poco felici sulle tue esperienze passate:

3 Cosa vorresti fare stasera? Questa domanda "innocente" può scatenare una maliziosa conversazione da attuare... la sera stessa! Le fantasie quando sono realizzabili insieme danno sale all'esistenza quotidiana.

4 Che cosa non ti piace? Di frequente si evitano discorsi dettagliati verso ciò che non amiamo e non suscita il nostro piacere: sbagliato, perché con la giusta consapevolezza si può efficacemente modificare o aggiungere un gesto in grado di soddisfare più in profondità entrambi.

5 Dimmi cosa desideri: questa è la domanda alla base di ogni rapporto che sia veicolo di passione, amore, sesso, conoscenza profonda dell'altro. Ciò che desideriamo parte dal corpo per raggiungere l'anima: la cura dell'altro è tentare di comprendere ogni giorno cosa desta l'attenzione del partner, ciò che solletica il suo eros, ma riguarda anche le modalità con cui si concepisce il piacere.  Per costruire un territorio di passione giorno dopo giorno è necessario mostrare la propria vulnerabilità: fiducia, ironia, capacità di essere accessibili e aperti all'altro, insieme a una sana risata liberatrice vi aiuteranno a alimentare un rapporto intenso... fra le lenzuola e fuori dal letto.

 
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IO COMPLESSATO, COMPLESSI, SCIENZE, VITA, LE IDEE PIÙ FORTI DELL'INCONSCIO, PSICOLOGIA, COME SUPERARE I COMPLESSI

Post n°8046 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

OTELLO, CENERENTOLA, EDIPO, ELECTRA, MÜNCHHAUSEN, PETER PAN... Oltre ai classici complessi  (INFERIORITÀ, SUPERIORITÀ, EVIRAZIONE, ABBANDONO, CAINO, SUPERDOTATO, COLLEZIONISTA, COLPA  ecc.), l'essere umano tende a vivere sempre in maniera complicata qualsiasi situazione, sia che dipenda da se stesso sia dagli altri o dagli avvenimenti esterni. Ci sono complessi di ogni tipo… 


  

IL POST DEI COMPLESSI

OTELLO
Il geloso per antonomasia, il Moro di Venezia di Shakespeare dà il nome a questo complesso. Chi ne soffre è una persona che vive tormenta­ta dalla gelosia, persino dell'aria che respira l'altra persona.
CENERENTOLA
Ne soffre chi pensa che, dopo esse­re stata rifiutata dalla propria famiglia, migliorerà la propria situazione fami­liare ed economica cercando di unirsi a un'altra persona.
EDIPO
Ne soffre l'uomo che paragona tutte le donne alla propria madre. In tut­ta la sua vita cerca una donna che le assomigli e la allontana quando si accorge che non è come lei.
ELECTRA
Ne soffre la donna che non trova mai l'uomo adeguato. Adora il padre e lo vede come il giusto mix di qualità, e non trova qualcuno che possa esser­ne all'altezza.
MÜNCHHAUSEN
Chi ne soffre è il prototipo del bugiar­do, che inventa storie rocambolesche e difficili da sostenere nel tempo, in cui è l'eroe-vittima  colpito da malattie  e/o traumi psichici. E tutto questo  per attirare attenzione e simpatia verso di sé o ottenere altri “benefici secondari” (sono "meccanismi  di difesa" messi in atto per compensare  sentimenti di inferiorità).
PETER PAN
Ne soffre chi si comporta ancora come un bambino, non vuole cre­scere, non accetta le responsabilità e preferisce considerare la vita come un gioco.

NOTA INTEGRATIVA

I complessi: le idee più forti dell' inconscio. Il concetto di "complesso", proposto dalla psicoana­lisi con un significato specifico e ben delimitato, è stato così intensamente assorbito dalla nostra cultura e dal lin­guaggio comune parlato, che ha finito per assumere un' impronta più ampia, più genuina e forse più attendi­bile come riflesso delle emozioni che fermentano nel pro­fondo della psiche umana. La dottrina di Freud considerava i "complessi" co­me gruppi di idee sostenute da una forte carica emo­tiva, rimosse nell'inconscio perché vissute come inac­cettabili e suscettibili di emergere successivamente con varie dinamiche, normali o patologiche. Nell'accezio­ne corrente, letteraria ma anche popolare, i "comples­si" sono più largamente intesi come desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti, che dominano la nostra vita psichica, non avvertiti o intuiti in modo sottile e incompleto dalla coscienza. La mia esperienza  clinica mi ha convinta che questa seconda visione, meno ri­gorosa e ristretta, corrisponda meglio alla duttilità di quanto avviene in noi. 

 
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COSTUME E SOCIETÀ, NONNI DIGITALI, TERZA ETÀ , ERA DIGITALE, INFORMATIZZAZIONE, INTERNET, CHAT, SKYPE, BLOG, FACEBOOK,

Post n°8045 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Dalle chiamate su Skype con i nipoti,  al blog per condividere le proprie passioni. Senza computer, smartphone e Internet gli anziani si sentono più soli. Così,  la maggioranza degli utenti d'argento usa le nuove tecnologie per comunicare....



LA TERZA ETÀ DIGITALE

I dati Istat  lo documentano:   nel 2013, le persone tra i 60 e i 64 anni che navigano sul web sono quasi il 37 per cento. Dieci anni fa erano poco più del 12. Ma cresce lentamente anche la fascia 65-74. Oggi siamo al 20 per cento contro il 4,4 del 2003.  La maggior parte di anziani usa le nuove tecnologie per comunicare. Per inviare e ricevere email oppure per video-chiamate e conversazioni via social. E non sono pochi coloro che hanno abbandonata l’abitudine di sfogliare il giornale di carta a favore del quotidiano digitale. Inoltre, sempre più  pensionati   si affidano ai motori di ricerca per avere informazioni su malattie e acciacchi, effettuano bonifici e controllano che sia arrivata la pensione attraverso gli sportelli online, fanno acquisti, prenotano viaggi e alberghi, "dialogano" con il loro medico di base, prenotano visite ed esami...  Infine,  c’è chi ama leggere gli ebook e chi, invece, sceglie di raccontarsi via blog. 

 

 

 
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LA SENTENZA DI CASSAZIONE, SESSUALITA', PROSTITUZIONE ONLINE, IMPIEGATO PUBBLICO, ESCORT, PRIVACY,

Post n°8044 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da psicologiaforense

IL  CORPO È MIO E POSSO USARLO E VENDERLO SENZA RISCHIARE IL LICENZIAMENTO, PAROLA DI CASSAZIONE . FA SCALPORE  IL CASO DEL DIPENDENTE DELLA PROVINCIA DEL VCO CHE SI PROSTITUIVA VIA INTERNET... 
 

IL DIPENDENTE-ESCORT NON VA LICENZIATO

Non solo le abitudini sessuali sono in tutto e per tutto “cosa nostra”, ma possiamo anche pubblicizzarle come e dove vogliamo senza problema. E vale anche per chi è dipendente pubblico o privato che sia, senza che si possa configurare un qualsivoglia danno al datore di lavoro. A stabilirlo non sono sciolte anime libertine, bensì i giudici della Suprema Corte di Cassazione, che hanno bacchettato i (bacchettoni?) giudici verbanesi che viceversa la pensavano ben diversamente, concordando con i vertici della Provincia del Vco (FOTO IN BASSO) che avevano licenziato un dipendente che sostanzialmente si offriva al mercato del sesso su Internet. Dunque, primo punto fermo: le abitudini sessuali devono rimanere un fatto privato e come “dati sensibili” meritano una “tutela rafforzata”. Così secondo i Supremi Giudici, che hanno appunto affrontato il caso di un dipendente della Provincia del Vco che, finito sotto procedimento disciplinare, era stato rimosso «per avere inserito sui siti per escort annunci contenenti l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, in danno dell’immagine della Provincia». Alle abitudini sessuali del dipendente-prostituto in questione, ricostruisce la sentenza 21107 della Prima Sezione civile della Cassazione, si era arrivati in seguito ad una comunicazione anonima con cui si segnalava l’esercizio dell’attività di escort da parte di un dipendente. L’Amministrazione provinciale aveva effettuato controlli accedendo ai siti web indicati, ed era così scattato il procedimento disciplinare. Il Tribunale di Verbania, nel giugno 2012, aveva escluso che la raccolta di informazioni in rete fosse avvenuta violando la normativa sulla privacy  che regola il trattamento dei dati sensibili finalizzati alla gestione del rapporto di lavoro. La Cassazione è stata di diverso avviso e ha accolto il ricorso del Garante della Privacy che ha insistito sulla necessità di una tutela rafforzata per i dati che riguardano «la parte più intima della persona», come i costumi sessuali. Nel dettaglio, la Suprema Corte, riscontrando «l’illegittimità dell’operazione posta in essere dall’Amministrazione attraverso l’acquisizione dei dati informatici», ha osservato che «non possono condividersi le conclusioni cui è pervenuta la sentenza impugnata, la quale ha escluso l’applicabilità della disciplina in esame, in virtù dell’osservazione che l’attività posta in essere dall’Amministrazione non era finalizzata alla raccolta di dati inerenti alla vita sessuale del dipendente, ma alla verifica dell’avvenuta pubblicizzazione dell’attività di meretricio da quest’ultimo svolta». La Cassazione in proposito ricorda che «portata decisiva deve riconoscersi al dato oggettivo dell’acquisizione di informazioni attinenti alla vita sessuale del dipendente, di per sè sufficiente a rendere configurabile un trattamento di dati sensibili» meritevoli di «tutela rafforzata». Giusto? Sbagliato? Il dato di fatto, al di là del caso specifico, è che la sentenza fa giurisprudenza. E inevitabilmente abbatte confini forse nemmeno immaginabili.

FONTE: RIELABORAZIONE DAL CORRIERE DI NOVARA

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA,SONO "PERICOLOSI", E SONO TRA NOI, OSTINATO, RISENTITO, SOLITARIO, MALEVOLO

Post n°8043 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Pessimisti patologici, sospettosi di ogni cosa, eremiti solitari, senza senso dell'umorismo e rancorosi ... Queste sono solo alcune delle caratteristiche che li definiscono.  Io, in questo post,  li divido  in quattro "sezioni": l'ostinato'', il "risentito", il "solitario" e il "malevolo".

COSI' DIVERSI... COSI' BLOGGER

A. L'OSTINATO.
Ombroso; manca di senso dell'umorismo, è teso,  inflessibile e apparentemente "controllato". Infatti, trascorre lunghi periodi in cui può essere considerato normale. Le sue idee deliranti sono come incapsulate e affiorano solo quando scoppia una scintilla che fa scattare le sue paure. Non tollera l'incertezza. Per questo motivo, pianifica dettagliatamente il proprio modo di vivere.  Con quale obiettivo? La perfezione, (cioè quello che lui considera "la perfezione"). 

B. IL RISENTITO.
Pessimista, instabile, distruttivo e irascibile.
Si sente continuamente ingannato e trattato ingiustamente. Ha rinunciato completamente alla speranza di ricevere affetto. Non dimentica il suo risentimento per i maltrattamenti che ha ricevuto in passato e, invece di gioire dei risultati degli altri, prova invidia e li ritiene ingiusti. Questa può essere l'origine della sua enorme ostilità e dei suoi deliri di gelosia esagerati che lo pervadono.

C. IL SOLITARIO
Nelle prime fasi del suo disturbo, è spesso elusivo.
Trova rifugio nell'alcool o nelle droghe, cerca rapporti sessuali con persone sconosciute per confessare loro le sue paure. Di tutte le personalità paranoiche, è colui che tenta di più di proteggersi da un mondo pieno di minacce. Si isola perché niente e nessuno possa influenzarlo e ha una paura irrazionale di essere controllato, il che gli fa perdere il contatto con la realtà. I suoi pensieri sono spesso così terrificanti che finiscono per distruggerlo.

D. IL MALEVOLO.
Per il malevolo, tutti quelli che lo circonda­no vogliono tradirlo. Il veleno che ha dentro di sé lo attribuisce agli altri, e addossa a loro le sue peggiori intenzioni. In questo modo, il sospetto si trasforma in delirio. A volte le idee di persecuzione si uniscono a quelle di grandezza. Questi paranoici temono di perdere la propria indipendenza e si aggrappano alla loro autostima. I loro pensieri deliranti sono aggravati dalla paura di essere sottomessi da una presunta autorità e, soprattutto, dal diventare remissivi e facilmente malleabili.

 

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, COMMUNITY, BLOG, BLOGGER, AMICIZIA, VERITA', IPOCRISIE, MASCHERE, RISPETTO, SCELTE, VITA,

Post n°8042 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da psicologiaforense

La Community è una grande scuola per curare il proprio egoismo e le proprie chiusure narcisistiche. Si parte dal dirsi la verità, dal togliere le proprie maschere,... Tutti i giorni ci troviamo di fronte ad una scelta... 

LA TELA DI PENELOPE

Non esiste  relazione o rapporto interpersonale  se non si comunica, e l'autoironia è un potentissimmo strumento di dialogo. Questa COMMUNITY di LIBERO è nata  quando è cominciato a circolare tra blogger  il calore dell'Amicizia. Se non circola calore, non c'è  comunità. C'è la piattaforma, c'è un gruppo, ma null'altro...  La Community fonda la sua struttura portante sul dialogo. L'umiltà intelligente, la serenità, l'assenza di invidia e gelosia sono la linfa  vitale in questo portale. In una prospettiva parallela, un gruppo significativo di Blogger si fa  in proporzione non al numero  ma alla sua capacità di auto-critica costruttiva e feconda. Poichè si fonda sul rispetto, sull'empatia, sull'ascolto affettuoso, la Community, o almeno la parte più nobile di essa, può  far emergere a poco a poco  il meglio dei blogger unendoli saldamente tra loro. Infatti, il vivere positivamente la community  è l'arte per imparare ad essere schietti, per dire a se stessi la verità, e per comunicarla agli altri. Tutto questo previene le divisioni, le argina al loro sorgere, sbarazza il campo dagli egoismi....    

 
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L'IO PARANOICO, DI DELIRIO IN DELIRIO, IL DELIRIO EROTOMANE, ILLUSIONE EROTICA AUTOREFENZIALE, TENDENZE OMOSESSUALI,

Post n°8041 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da psicologiaforense

delirio persecutorio,  delirio di gelosia,  delirio di querela, delirio mistico, delirio inventivo, il delirio genealogico.... DELIRIO EROTOMANE (ILLUSIONE EROTICA AUTOREFERENZIALE). In quest'ultimo  delirio il soggetto crede che una o più persone del sesso opposto siano perdutamente innamorate di lui. Questa forma di delirio è spesso interpretata come un MECCANISMO DI DIFESA  contro le proprie TENDENZE OMOSESSUALI...




IL PARANOICO... "INNAMORATO PAZZO"

 

Il delirio erotomane paranoicale è caratte­rizzato dal fatto che un individuo si innamora di una persona «importante» (per il delirante), in genere gente della televisione e dello spettacolo,  cantautori, star, oppure il figlio o la figlia del datore di lavoro, ecc...  e crede fermamente di esserne corrisposto in­terpretando in questo senso frasi, sguardi, pa­role delle canzoni, comportamenti, tutto. A volte il delirante erotomane si acquieta nelle sue fantasie d'amore e vive tranquillo il suo sogno, a volte invece si fa insistente, insolen­te, indiscreto: scrive lettere, fa continue tele­fonate al «personaggio», ai suoi familiari, agli amici. A volte sviluppa un delirio persecutorio e di querela insieme perché accusa i genitori o i superiori del «personaggio» di ostacolare il loro amore, li minaccia, li importuna, li de­nuncia in un crescendo veramente preoccu­pante. Purtroppo è  difficile correggere con terapie le convin­zioni deliranti del paranoico; intanto è dif­ficile fargli accettare le cure sia psicologiche, sia farmacologiche, perché non può ammette­re di averne bisogno. E l'evoluzione è spesso desolatamente cronica con gra­duale, lento deterioramento globale della per­sonalità.

 
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NOVITA' IN MEDICINA, SCIENZA E SESSO, L'ORGASMO VAGINALE NON ESISTE, L'ORGASMO PERFETTO, ESTASI SESSUALE?

Post n°8040 pubblicato il 09 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Studiando in maniera non superficiale  l'anatomia, la fisiologia e la psicologia femminili si può rispondere alle domande  sull’orgasmo femminile  che ancora oggi da un lato suscitano perplessità e scetticismo, dall’altro  fanno parte del mondo magico, stereotipato, fantastico, leggendario della sessualità femminile: che cos'è esattamente l'orgasmo femminile? Possono raggiungerlo tutte le donne? Quali sono le tecniche e le posizioni più adatte per favorirlo? Ogni donna può avere un orgasmo multiplo?



IL SEGRETO DELLE DONNE:  L'ESTASI SESSUALE 

 

Lo dico da sempre e oggi è confermato dagli esiti delle più aggiornate ricerche in materia. Non solo non esiste il troppo fantasticato e magico Punto G, ma cosa ancora più importante, NON ESISTE l’altrettanto fantasticato orgasmo vaginale.  Gli organi che  scatenano l’orgasmo  sono  il cervello… e  la clitoride.  Quindi l’orgasmo vaginale non esiste!  L’orgasmo nelle donne deriva dalla psiche, in primo luogo,  e correlativamente,   dal “pene femminile”, la clitoride. Così stando le cose non va dimenticato  che anche le piccole labbra sono importanti, quasi quanto la clitoride, come fonte di piacere e di eccitazione erotica. Infine, le donne, a dispetto degli uomini, non hanno un periodo refrattario dopo ogni orgasmo, per cui possono sperimentare orgasmi multipli a tutte le età. IN CONCLUSIONE:  basta con i miti, gli stereotipi e le favole, iniziamo a parlare con cognizione di causa anche in web  delle tematiche sessuologiche.

 
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