Tag CloudCerca in questo BlogCitazioni nei Blog Amici: 791 TagCerca in questo BlogUltimi commentiContatta l'autore
TagTag CloudMenuChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione. Citazioni nei Blog Amici: 791 Cerca in questo Blog |
Messaggi di Febbraio 2015
Post n°8191 pubblicato il 28 Febbraio 2015 da psicologiaforense
La moda del selfie contagia tutti, anche le giovanissime studentesse. Due di queste a Vicenza, mescolando sensualità e trasgressione, si sono esibite nude, in pose sexy e hanno presentato la rassegna degli autoscatti all’amica del cuore , ma questa…
SCATTI OSÉ FRA SORELLINE GIRANO A SCUOLA: STUDENTESSE NEI GUAI, ARRIVA LA POLIZIA
IMBUFALITI TUTTI I GENITORI, RIUNIONI CONVULSE CON I PROF. E GLI ESPERTI DELL’ASL. SCONVOLTA LA CITTÀ. LA POLIZIA HA AVVIATO LE INDAGINI, ALLERTATO IL TRIBUNALE PER I MINORENNI. La convinzione è oramai questa: SE NON HAI UN BOOK DI SELFIES SEXY NON SEI NESSUNA. Così, con la maliziosa leggerezza tipica delle quattordicenni due sorelle vicentine che frequentano il terzo anno della scuola media si sono fatte degli autoscatti a luci rosse, in pose provocanti. Quelle foto digitali dovevano restare private, anche perché, appunto, ritraggono due “bambine” di 14 anni nude e in atteggiamenti provocanti. Un piccolo book di immagini per immortalare la loro bellezza ancora acerba, con pose ammiccanti, imitando le pornostar. A questo punto non hanno resistito alla tentazione di farle vedere all’amica del cuore, una compagna di scuola. Da quel momento, con la velocità della luce, quelle foto sono passate di smartphone in smartphone ed in breve quasi tutti gli studenti, anche di altri istituti scolastici ne sono entrati in possesso. Le ha viste anche un genitore, che, scandalizzato, ha lanciato l’allarme avvertendo la famiglia delle due “modelle-protagoniste”, che a sua volta s’è rivolta al dirigente scolastico per affrontare il problema. Nel frattempo della vicenda s’è interessato l’ufficio minori della Questura di Vicenza.
Post n°8190 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Il dialogo non è semplicemente una forma di comunicazione privilegiata che attraversa le distanze tra l'io e il tu, alla ricerca di quella tensione unica (ma non univoca), unitaria (ma che salvaguarda la dualità), che appartiene a ciascuno di noi. E che svela noi a noi stessi, proprio mentre incontriamo l'altro.
Prima di dire che cosa è il dialogo, è bene dire che cosa non è il dialogo. Mi limito ad alcune affermazioni: il dialogo non è una successione di monologhi, una semplice conversazione, un insegnamento magisteriale, un dibattito ideologico, una discussione, un'informazione ... Alcuni intendono il dialogo come uno strumento di comunicazione: la comunicazione, a sua volta, può creare la comunione. Io preferisco definire il dialogo come un'autentica relazione interpersonale, per cui l'uno dona all'altro non solo quello che sa; non solo quello che ha; ma quello che è. Questa auto donazione reciproca comporta l'attuazione di alcuni atteggiamenti, da vivere reciprocamente. Perché una persona diventi capace di DIALOGO occorre che si formi alle virtù psicologiche e morali del dialogo: la prudenza, la discrezione, la fiducia, la sincerità, l'apertura, la confidenza, il rispetto, l'amore oblativo, la dolcezza, l'affabilità, il bel tratto, la gioia, l'ascolto, la segretezza, la comprensione, la misericordia, l'accettazione dei difetti altrui, la gratuità, la fedeltà ...
Post n°8189 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da psicologiaforense
DAL 23 MARZO, SARANNO BANDITI DA BLOGGER, LA PIATTAFORMA DI GOOGLE, TUTTI I CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI: SE I GESTORI NON VORRANNO UNIFORMARSI, I LORO BLOG SARANNO RESI PRIVATI. DIKTAT GOOGLE. NIENTE SESSO, SIAMO SU GOOGLE. Il colosso del Web bandisce la nudità e i contenuti sessuali espliciti dalla piattaforma Blogger, che ospita spazio gratuito per blog in tutto il mondo. La nuova regola modifica la precedente, per cui anche i contenuti per adulti e la nudità erano tollerata, purché il tutto fosse opportunamente contrassegnato. Oggi Google stabilisce, stando a quanto spiega The Guardian (VEDI) : dal 23 marzo, se si continuano a pubblicare foto di nudo e contenuti per adulti, il blog sarà reso privato e quindi visibile solo agli amministratori e a un pubblico ristretto (e registrato con account Blogger o Google) cui gli amministratori consentano l'ingresso al blog. Si tratta di un provvedimento in linea con un altro "prodotto" di Google, ossia Youtube, che impedisce la pubblicazione di contenuti sessuali. Tuttavia, fioccano le polemiche, in primo luogo per via della promessa di Google, immediatamente dopo l'acquisizione di Blogger, che le norme non sarebbero state modificate. Inoltre, come si fa a stabilire quali contenuti siano inadatti a Blogger? La paura è che si inneschi una caccia alle streghe, come accade talvolta sul social network FACEBOOK, in cui la segnalazione da parte di qualche utente può colpire indiscriminatamente un vero e proprio nudo pornografico come può colpire una bellissima fotografia di Man Ray. E così molti blogger potrebbero ritrovarsi, loro malgrado, con un blog privato, magari dopo aver traslocato con sofferenza, a seguito della chiusura di SPLINDER, altra piattaforma che ospitava gratuitamente blog, chiusura avvenuta tre anni fa.
Post n°8188 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da psicologiaforense
DISPONIBILITÀ
Essere disponibili! È una bella frase, di moda, che corre sulla bocca di tanti. L'abituale volontà di esser trovato disposto a prestarsi prontamente al bene altrui secondo il bisogno del momento, senza altri limiti che non siano quelli dell'impossibilità e completa non-idoneità: questa la virtù della disponibilità. Non è disponibile chi avendo idoneità e possibilità manca di volere; nemmeno chi si prefigge di prestarsi solo talvolta, saltuariamente, né chi si muove soltanto se sollecitato o stimolato. La disponibilità si riconosce nella prontezza alla chiamata e all'aiuto, senza rimandi a tempo indeterminato di ciò che si può fare subito. Adesso e non dopo. Adesso tutta la sincera dimostrazione e assicurazione del buon volere, allorché la richiesta non può effettuarsi che in un secondo tempo. La persona buona non si dimostra contrariata, seccata, maldisposta, esitante. Non assume contegno da far pensare all'altra di non essere gradita, degna di fiducia, meritevole. La parola più adatta ad esprimere la disponibilità è questa: Eccomi! Come dire: il mio tempo, il mio interessamento, la mia persona è ora e per quanto occorre a suo completo esclusivo servizio. L'interlocutore deve provare la gradevole impressione di essere entrato un po' nel cuore, di goderne in quel momento l'esclusiva.
Post n°8187 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Volete comprare un tribunale? L'ex sede di Via Trento a San Donà (Venezia) finisce su internet a 5 milioni 430 mila euro: 4 piani per 4.470 metri quadrati
SAN DONA' - L'ex Tribunale di via Trento finisce in vendita su internet. Non si tratta di uno scherzo ma dell'inserzione immobiliare affidata all'agenzia Tecnocasa di Roncade e pubblicata su alcuni portali nella sezione dedicata agli immobili. Su Subito.it l'inserzione risale allo scorso 18 febbraio. L'ex palazzo del Tribunale, tuttora al centro di una controversia tra il Comune e la società costruttrice, è in vendita per 5 milioni e 430mila euro per una superficie di 4.470 metri quadrati, indicato come "recente edificio direzionale disposto su 4 livelli", e corredato da 6 fotografie.
Post n°8186 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da psicologiaforense
NICHOLAS CHARLES SPARKS (Omaha, 31 dicembre 1965) è un famoso scrittore statunitense. I suoi romanzi hanno come principale argomento L'AMORE ETERNO. Tra i suoi maggiori successi si ricordano LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA (The Notebook), LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO (Message in a Bottle), I PASSI DELL'AMORE (A Walk to Remember), COME UN URAGANO (Nights in Rodanthe), RICORDATI DI GUARDARE LA LUNA (Dear John), L'ULTIMA CANZONE (The Last Song), ecc.
SARÒ CON TE… OGNI GIORNO DELLA MIA VITA Naufraga al giro di boa delle nozze d'argento il matrimonio di Nicholas Sparks: il re dei bestseller sull'amore eterno ha annunciato il divorzio dalla moglie Cathy dopo 25 anni di matrimonio. "Non è stata una decisione presa alla leggera", ha dichiarato Sparks alla rivista "People" (VEDI) . Lo scrittore, che ha pubblicato 17 romanticissimi romanzi imperniati sul concetto che la passione non finisce mai, e che propugna l'amore eterno dicendo che "la vita a due è tenera, eccitante, comica, romantica, piena di progetti e desideri..." si è serparato e non pagherà alimenti alla moglie. Dopo l'annuncio della separazione del 49enne scrittore si sono scatenati i commenti sconcertati dei fan sulla Twittosfera: come può l'uomo che ha creato la travolgente love story di Noah e Allie e tante altre saghe tradotte sul grande schermo da coppie cinematografiche famose -Kevin Costner e Robin Wright Penn, Richard Gere e Diane Lane, Channing Tatum e Amanda Seyfried, Miley Cyrus e Liam Hemsworth tra le altre - cadere preda di qualcosa così "non-sparksesco" come un divorzio? Nicholas e Cathy si sono sposati nel 1989, sette anni prima che "Le Pagine della Nostra Vita" rendessero il giovane laureato della Business School di Notre dame una stella della letteratura romantica: la coppia ha tre figli. Ancora una volta si deve registrare una conferma probante al fatto che: gli uomini maturi lasciano le mogli per donne giovani dell'età delle loro figlie!
Post n°8184 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da psicologiaforense
PENSIERI PER UN NUOVO GIORNO
Quando ci accorgeremo di vivere su un pianeta nudo? Troppo tardi? Quando capiremo che ogni lampadina accesa è un indumento in più che vola via nell'orrido strip-tease del mondo? Ce ne stiamo lì come grotteschi guardoni a contemplare l'umiliazione della natura, magari ci scandalizziamo pure di tanto in tanto, firmiamo qualche petizione, poi saliamo sulla nostra auto nuova e dimentichiamo tutto. Gli abitanti delle coste devastate dai disastri ambientali di questi ultimi tempi non dimenticheranno tanto presto, non stavolta. E neppure le foche, i chiurli, i pinguini blu di Tauranga, i gabbiani. Ma noi? Quanto durerà il nostro lutto? Fino alla prossima catastrofe?
Post n°8183 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da psicologiaforense
UNA COPPIA QUASI PERFETTA Continua ad alzarsi e a sedersi sulla sponda del letto dalla sua parte facendomi sobbalzare nel dormiveglia. Decido che questa mattina ucciderò mia moglie. Mentre si avvia per andare in bagno, noto che le spuntano dalle mutande le ali adesive dell'assorbente. Glielo avrò detto mille volte che mi urta. Sto nel tepore delle coperte a pensare come la finirò, mentre si lava i denti lascia inutilmente scorrere l'acqua. Attraversa di nuovo la camera ciabattando senza vergogna. Chiudendo la porta, sbadiglia con il risucchio. Le sarà scappato, ma sa che è una cosa che non sopporto. Vado in bagno: naturalmente c'è la luce accesa. Sarà l'ultima volta in vita sua che se ne dimentica. In cucina mia moglie non c'è. Ne approfitto per prendere il trincia pollo. Nuovo di zecca. Come l'arricciaburro e lo scolamozzarella. Comprati e mai usati. Che sia maledetta! Sul frigo noto una mela avvizzita, eppure sa che odio lo spreco. Ma ormai non ha più importanza. Rigiro l'arma nel pugno per prendere confidenza. Provo qualche affondo. Sto diventando impaziente. Chiamo mia moglie con la solita cadenza stizzita, così da farla accorrere immediatamente. Sento che è nel capanno degli attrezzi. Prima doveva chiedermi la chiave. Tra pochi istanti la sua sofferenza mi darà pace. Mia moglie apre la porta piano piano. Sono pronto a sbudellarla. Prima che il mio braccio si muova, lei mi colpisce in piena fronte con l'ascia che teneva già sollevata. La testa mi rimbomba. Crollo sulla poltrona, incredulo, con il ferro gelido ben infisso nel mio cranio. Gli occhi mi si riempiono di una sostanza collosa: sangue, credo. Rimprovero mia moglie perché l'ascia è piena di ruggine. Lei mi tira una ciabatta ed esce sbattendo la porta. E io mi sento uno stupido con il mio insignificante trincia pollo in mano.
Post n°8182 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da psicologiaforense
PER LA PRIMA VOLTA IN SVIZZERA, GIOVANE È STATA VITTIMA DI UN AGGRESSIONE SULLA LINEA CHE COLLEGA MÜNCHENSTEIN E ARLESHEIM
22ENNE AGGREDITA E MOLESTATA SESSUALMENTE SUL TRAM DA DUE DONNE
Una 22enne è stata molestata sessualmente da altre due donne su un tram della linea 10 dei Trasporti pubblici di Basilea Campagna. Il fatto-reato, assolutamente inconsueto e nel caso di specie francamente sorprendente, è avvenuto tra le 16.45 e le 16.55 di ieri 16/02/2015. La giovane vittima è salita a Münchenstein sul tram diretto ad Arlesheim (che è un comune del Canton Basilea Campagna di 9.000 abitanti). Sul mezzo pubblico, in quel momento poco affollato, è avvenuta l'aggressione sessuale da parte di due giovani donne. Due ragazzi che le accompagnavano hanno assistito da spettatori ai fatti e, come osservano gli inquirenti : “…. senza cercare di impedirli, come avrebbero potuto e dovuto fare”. La vittima, in stato di shock, è scesa alla fermata di "Arlesheim-Dorf" e soccorsa dal personale sanitario, mentre le altre persone coinvolte hanno proseguito indisturbate il viaggio. La polizia ha diramato i connotati dei quattro ricercati (tutti molto giovani, uno forse minorenne) e chiede la collaborazione della popolazione. La vittima afferma di non conoscere i suoi aggressori ma pare che le telecamere all'interno del tram e nelle varie stazioni possano fornire elementi decisivi per assicurare velocemente alla giustizia gli autori di questo crimine che ha gravemente turbato gli abitanti della valle.
Post n°8181 pubblicato il 15 Febbraio 2015 da psicologiaforense
La fiducia è straordinariamente importante per non sentirsi mai braccati dall'esperienza e viversi in una condizione di aut-aut che può portare alla disperazione e al vuoto…. Il benessere di ciascuno di noi passa attraverso la capacità di entrare in sintonia con l'ambiente sociale e culturale nel quale si muove, conosce, agisce, entra in relazione con gli altri e con il mondo. Tutto ciò prende spunto dalla fiducia intesa come aspetto fondamentale per imbastire rapporti e relazioni interpersonali tali da consentire al soggetto di costruirsi una base sicura per poter rispondere adeguatamente alle sfide e ai rischi che i continui cambiamenti della modernità richiedono. LA FIDUCIA. PASSAPORTO PER LA VITA
La fiducia è una buona protezione per se stessi. Si tratta di un atteggiamento che pone benevolmente il singolo nei confronti dell'altro e che, dunque, dispone a un'attesa positiva. C'è chi pensa male fino a prova contraria... il fiducioso, invece, pensa sempre, fino a prova contraria, bene. Una disposizione di base a cui si aggiungono «belle» o «brutte» esperienze a rinforzarla o indebolirla. In un caso, uno si aspetta di trovare le premesse per un'amicizia; nell'altro, di fronte a uno sconosciuto si attiva la reazione difensiva, come davanti a un nemico. Contrariamente alla convinzione diffusa, la fiducia non è una «qualità» per diventare più facilmente vittima, dal momento che non vengono messe in atto pronte difese. Anzi, è la sfiducia ad aumentare la probabilità di subire dei danni. Uno sfiduciato manderà stimoli di maggiore aggressività che così attiveranno quella dell'interlocutore, che potrà attuare una difesa eccessiva o un attacco devastante. La condizione di fiducia ha la capacità di «disarmare», di togliere nell'altro il timore d'essere sopraffatto, e così contribuisce a diminuire anche nell'interlocutore la sua tendenza a diffidare. Non c'è dubbio che la fiducia viene acquisita nel primo periodo di vita: un ambiente sereno, che non generi ansia, che permetta una relazione madre-figlio continua e coerente, e dunque rassicurante, toglie ogni difesa iniziale, ogni paura che la relazione con l’altro sia necessariamente punitiva: l'incostanza affettiva dei genitori è veramente un danno, proprio perché fa temere l'esito di un incontro che alcune volte è incomprensibilmente sereno e altre minaccioso. La fiducia come elemento di base è il primo obiettivo dell'educazione e permette di affermare con disinvoltura e sicurezza la propria personalità e vivere con equilibrio e serenità il rapporto con gli altri.
Post n°8180 pubblicato il 14 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Nella cultura maschilista la sessualità si coniuga con l'aggressività e con il dominio. Ogni otto minuti viene assassinata una donna. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni. Sono prede facili, indifese, e il loro numero aumenta in maniera allarmante, a riprova che il femminicidio non è solo un atto empio e feroce ma anche il frutto di una cultura del disprezzo nei confronti della femminilità, di una modalità distorta di vivere i rapporti umani, di una visione dell'amore come smania brutale di possesso.
INNAMORATO PAZZO Anche nell'uomo ordinario il rifiuto sessuale scatena risentimento e talora rabbia e violenza. Solo pochi decenni fa era impossibile per una donna sottrarsi a una richiesta di prestazioni sessuali del marito, come si fosse trattato di una insubordinazione grave, il non riconoscimento del suo dominio. Il pene, insomma, è un simbolo di potenza prima ancora di un organo per il piacere sessuale. Importante è averlo, esibirlo. Così si arriva all’uccisione del partner: si tratta di un comportamento frequente fondato su un sentimento tra i più forti dell’uomo contemporaneo. Il tutto comincia con le frustrazioni e con la capacità di tollerarle. La frustrazione è un malessere dovuto al sentirsi considerato in modo difforme da quanto ci si attende e si ritiene di meritare. Un abbandono, un “tradimento”, una separazione… . La percezione della frustrazione varia da soggetto a soggetto tanto da caratterizzare le personalità. Nel femminicidio il gesto sessuale si apparenta con il dominio dell'uomo sul partner, di grado tale da giungere al “bisogno di uccidere” . Del resto, secondo Freud, quando un bambino assiste alla scena primaria, cioè alla relazione tra i genitori, ne porta l'impressione di una lotta. La sessualità ha una componente aggressiva e le caratteristiche di una relazione di dominanza-sottomissione: “Dunque la violenza corrisponde alla componente aggressiva dell'istinto sessuale che è divenuta indipendente e in maniera esagerata ha, per spostamento; usurpato la sua posizione dominante”. Il piacere sta nella dimostrazione del proprio potere, vero elemento stimolante ed erotizzante. E' indubbio che la violenza nell'uomo si lega al potere e il potere al sesso.
Post n°8179 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Mal di testa, sudorazioni, palpitazioni cardiache, dissenteria, disappetenza, bruciori di stomaco, mal di fegato, vertigini, dolori alle ossa o ai muscoli, dismenorrea, asma, eruzioni cutanee, possono tutti essere legati in qualche modo a disagi psichici. Quasi sempre, ogni sintomo si collega a un conflitto emozionale…
QUANDO IL CORPO DENUNCIA I GUASTI DELL'ANIMA
La stanchezza non è che il primo dei sintomi della nevrosi e il più generico. Il legame tra la mente e il corpo era già nota agli antichi che nel detto “ Mens sana in corpore sano" avevano concisamente espresso la necessità di curare i mali fisici senza trascurare quelli mentali. Spesso ci dimentichiamo di questa antica verità, e non appena accusiamo un dolore, non pensiamo alla possibilità che esso sia la conseguenza di un malessere psichico o del “male di vivere”. A volte andiamo dal medico e ci sottoponiamo ad ogni genere di indagine diagnostica, altre volte per paura se il dolore è appena appena sopportabile, ce lo portiamo dietro per tutta la vita. Quando una persona è "fisicamente" malata, le sue possibilità di guarigione sono proporzionali alla sua voglia di guarire. Se un malato subisce un trauma emozionale, ci sono novanta probabilità su cento che peggiori. La serenità non serve soltanto a vivere meglio ma anche in salute. L'infelicità, invece, è sempre accompagnata da mali fisici. I malesseri e le malattie del corpo sono segni di fuga, quasi degli alibi della psiche, che ci costringono il più delle volte nostro malgrado a guardarci dentro, a scoprire simboli nascosti dietro sintomi e a individuare e comprendere il lato spirituale dell'aspetto corporeo. Quasi sempre, ogni sintomo si collega a un conflitto emozionale. Provo a fare qualche esempio: EMICRANIA: tensione nervosa, preoccupazioni, necessità di prendere una decisione difficile, dubbi, insicurezza, senso di colpa. DISSENTERIA: collera, mancanza di controllo, instabilità emozionale. STITICHEZZA: avarizia (in senso sia sentimentale sia economico), oppure insicurezza finanziaria e anche preoccupazione per l'avvenire. DISAPPETENZA: senso di colpa, desiderio di autopunirsi, tendenze suicide. ABBONDANTE SUDORAZIONE: timidezza, senso d'inferiorità, paura, ansietà. DOLORI DIFFUSI IN TUTTO IL CORPO: scontentezza per il proprio stato, infelicità. MESTRUAZIONI DOLOROSE: incapacità di accettare il proprio sesso e/o di accogliere con gioia il rapporto sessuale con l'uomo. DOLORI CARDIACI E PALPITAZIONI: senso di colpa, insoddisfazione, desiderio di perfezionismo, paura di morire improvvisamente. ORTICARIA, SFOGHI CUTANEI: nervosismo, desiderio di evadere, scontentezza. VERTIGINI: eccesso di lavoro, desiderio di sfuggire alle proprie responsabilità, stato d'ansietà. Anche le malattie infettive possono avere a che fare con lo stato psichico del malato.
Post n°8178 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Post n°8177 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Ognuno di noi ha un suo modo particolare di comunicare: il tono, le parole, i gesti, le frasi ricorrenti... Le forme della comunicazione possono anche esprimere la nostra personalità o situazioni di disagio e di conflitti. Scopri quali di queste forme coincidono di più con la tua modalità di comunicare con gli altri... NOVE FORME DI COMUNICAZIONE 1. LA FORMA TRADIZIONALE Sono vincolata alle regole della vita sociale: tutto deve soddisfare gli standard del buon gusto. Conosco a memoria il modo di gestire una serie di argomenti che sembrano "neutri" in una discussione che sta diventando scomoda. Non mi sfogo o inceppo. 2. LA FORMA DELL'ABITUDINE Mi muovo sul sentiero delle buone maniere, cioè del "politicamente corretto". Ma ho una scintilla che salta fuori di tanto in tanto che mi fa dire anche parole ineleganti, come a voler dimostrare e sottolineare qualcosa. 3. LA FORMA RAZIONALE Comunicare mi sembra il modo ideale per esercitare l'arte della persuasione. I miei discorsi sono spesso lunghi monologhi complessi: voglio essere certa d'aver spiegato bene. Questo atteggiamento riflette il dominio della ragione: è tutto nella mente. 4. LA FORMA ANSIOSA Il mio stile per comunicare è caratterizzato dal timore di non farmi sufficientemente capire, apprezzare, approvare. E’ un susseguirsi di domande, scuse, correzioni. Un modo di esprimermi che rivela tutta la mia insicurezza. 5. LA FORMA DEPRESSA Parlo poco e con voce bassa mista a paura. Non trovo mai un buon argomento di conversazione che m'interessi per più di cinque minuti ... a volte mi contengo per non esplodere o scateno un'aggressività repressa e colpevole. 6. LA FORMA REPRESSA Ciò che conta per me è il controllo. Mai una parola di troppo, mai un gesto sbagliato. Blocco l'espressività per fermare la carica emotiva che è in me. 7. LA FORMA SOSPETTOSA Parlo spesso servendo mi di metafore e proverbi che appartenevano alla mia famiglia d'origine e pongo attenzione a ogni gesto e a qualsiasi sguardo ed espressione, per sottolineare come valide le mie ragioni. In questo modo la comunicazione con gli altri viene compromessa dai miei pregiudizi. 8. LA FORMA EGOCENTRICA Tendo a metter mi al centro di ogni tipo di comunicazione. Spesso parlo in prima persona e mi piace raccontare aneddoti e cose che mi sono successe. In questo modo corro il rischio di togliere spazio agli altri: in pratica non do vita a un vero dialogo. 9. LA FORMA SPONTANEA Si tratta di un modo di comunicare liberamente, in modo naturale. I miei pensieri arrivano direttamente al mio interlocutore, senza filtri. Lo sguardo, i gesti, sono risorse che mi danno fiducia. È la strada migliore per una comunicazione veramente efficace.
Post n°8176 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da psicologiaforense
IL PRETE BENEDICE UNA COPPIA LESBICA, IL VESCOVO LO "LICENZIA" SECONDO IL VESCOVO DI COIRA CIÒ CHE HA FATTO NON È AMMESSO DALLA DOTTRINA DELLA CHIESA CATTOLICA Il parroco di Bürglen, pittoresco paesino vicino a Altdorf, è stato “licenziato” perché in ottobre ha benedetto una coppia lesbica che glielo aveva chiesto. La decisione è stata assunta dal vescovo di Coira, responsabile per il cantone di Uri, in quanto le condotte del prete a favore delle coppie gay sono contrarie alla dottrina della chiesa cattolica. Lo ha confermato la stessa diocesi di Coira dopo che la notizia era stata pubblicata dal giornale "NZZ AM SONNTAG". Dopo aver benedetto le lesbiche, il parroco di Bürglen aveva dichiarato al settimanale "URNER WOCHENBLATT" di aver esaudito il desiderio della coppia dopo maturata riflessione e dopo aver informato il consiglio parrocchiale e i suoi collaboratori, che ne avevano dibattuto e si erano detti d'accordo. La decisione è comunque di sua responsabilità. OGGI VENGONO BENEDETTI ANIMALI, AUTOMOBILI E PERSINO ARMI, PERCHÉ NON DOVREBBE ESSERE BENEDETTA ANCHE UNA COPPIA CHE VUOLE PERCORRERE IL SUO CAMMINO INSIEME A DIO? aveva spiegato il prete. Il parroco di Bürglen tornerà ora presso la diocesi di Losanna, dove è stato ordinato prete e dove è stato richiamato dal suo responsabile, monsignor Charles Morerod, d'intesa con il vescovo di Coira Vitus Huonder. Quest'ultimo ha chiesto al prete urano di inoltrare le dimissioni e "il suo servizio per la diocesi di Coira terminerà al più tardi entro l'estate", precisa un nota del vescovado.
|
Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49