Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

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Messaggi del 16/10/2014

 

RIFLESSIONE, finché vita non vi separi, amore, vita e morte della coppia,unione coniugale, separazione, divorzio, psicologia,

Post n°8048 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

La loro relazione è un’illusione di benessere e nel reciproco rapportarsi cercano di imitare modelli antichi, attinti qua e là, spesso mossi da un disagio che si affrettano a negare appena qualcuno li critica e mette in discussione la loro immagine di coppia: allora si chiudono “a riccio” di fronte al pericolo di una crisi che possa metterli indirettamente a nudo...

LA SCISSIONE DEL LEGAME DI COPPIA TRA GENITORI

Molto spesso (cioè, oggi, in una coppia su tre) l'unione coniugale  non  realizza il luogo della crescita personale, degli affetti, della solidarietà condivisa, della trasmissione intergenerazionale della cultura e, neppure, il luogo in cui si instaura l'indispensabile dialettica tra il principio della norma (rappresentato dal padre) e il principio della cura (rappresentato dalla madre). I coniugi  all'inizio  della crisi cercano di nascondere o più verosimilmente di rimuovere questo stato di cose.   Quando, alla fine,  avviene  la separazione questa, a volte,  si sviluppa nei modi peggiori anche perché i problemi più importanti che avevano portato alla disfunzionalità del matrimonio rimangono assolutamente irrisolti. Infatti i due, dopo la “separazione” non sono in grado di ridurre le cause di stress, di stabilizzare il sistema, di utilizzare la dissoluzione del rapporto di coppia come leva per uno sviluppo personale ed, infine, di far chiarezza sul livello di scelta e di impegno di ciascun genitore rispetto ai figli, basandosi su aspettative realistiche. In un contesto così ambivalente e nevrotico e in un clima di indeterminatezza, spazio di sempre rinnovate crisi, di nuovi rischi e di violente turbolenze, vengono  a trovarsi  i figli che si devono confrontare con un sistema familiare separato impaludato nella limacciosa volgarità di una lotta a tutto campo tra i coniugi e la loro vita è contraddistinta dall'assenza di referenti validi (o almeno, in qualche modo, rassicuranti) e ancora dalla precarietà, dalla dissociazione, dalla degradazione, dalla instabilità, dalla violenza.

 
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costume e società, vita di coppia, sessualità, cinque domande sul sesso, voglia d'amore, la relazione con il proprio partner

Post n°8047 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

Dovremmo essere disinibiti e aperti, eppure con chi vive a fianco a noi e ci conosce sotto ogni punto di vista spesso diventa persino più difficile lasciarsi andare e essere autentici, soprattutto nel sesso. Vittime sacrificali di Hollywood, di frequente finiamo per confondere l'incontro fra le lenzuola con una performance a metà fra prestazione hard e ginnastica artistica. Al contrario i desideri nostri e dell'altro in fondo sono molto più semplici di ciò che si possa pensare. Basta chiedere...

 

VOGLIA D'AMORE: 5 DOMANDE PER IL BENESSERE DELLA  COPPIA 



1 Quali sono le tue zone erogene?
Questa semplice domanda è  utile per capire i desideri profondi del partner e disegnare una mappa del piacere che coinvolga entrambi. Naturalmente anche tu devi dare una tua risposta al quesito;

2 Com'era per te il sesso da adolescente? Parlare di ex può condurre verso un territorio pericoloso fatto di gelosie retroattive e sottili invidie, a meno che la coppia non sia davvero collaudata e in profonda sintonia. Tuttavia tornare all'adolescenza e ai tempi in cui l'approccio al sesso era nella primavera della vita può essere decisamente più soft... e divertente! Evita malizie o battute poco felici sulle tue esperienze passate:

3 Cosa vorresti fare stasera? Questa domanda "innocente" può scatenare una maliziosa conversazione da attuare... la sera stessa! Le fantasie quando sono realizzabili insieme danno sale all'esistenza quotidiana.

4 Che cosa non ti piace? Di frequente si evitano discorsi dettagliati verso ciò che non amiamo e non suscita il nostro piacere: sbagliato, perché con la giusta consapevolezza si può efficacemente modificare o aggiungere un gesto in grado di soddisfare più in profondità entrambi.

5 Dimmi cosa desideri: questa è la domanda alla base di ogni rapporto che sia veicolo di passione, amore, sesso, conoscenza profonda dell'altro. Ciò che desideriamo parte dal corpo per raggiungere l'anima: la cura dell'altro è tentare di comprendere ogni giorno cosa desta l'attenzione del partner, ciò che solletica il suo eros, ma riguarda anche le modalità con cui si concepisce il piacere.  Per costruire un territorio di passione giorno dopo giorno è necessario mostrare la propria vulnerabilità: fiducia, ironia, capacità di essere accessibili e aperti all'altro, insieme a una sana risata liberatrice vi aiuteranno a alimentare un rapporto intenso... fra le lenzuola e fuori dal letto.

 
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IO COMPLESSATO, COMPLESSI, SCIENZE, VITA, LE IDEE PIÙ FORTI DELL'INCONSCIO, PSICOLOGIA, COME SUPERARE I COMPLESSI

Post n°8046 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense

OTELLO, CENERENTOLA, EDIPO, ELECTRA, MÜNCHHAUSEN, PETER PAN... Oltre ai classici complessi  (INFERIORITÀ, SUPERIORITÀ, EVIRAZIONE, ABBANDONO, CAINO, SUPERDOTATO, COLLEZIONISTA, COLPA  ecc.), l'essere umano tende a vivere sempre in maniera complicata qualsiasi situazione, sia che dipenda da se stesso sia dagli altri o dagli avvenimenti esterni. Ci sono complessi di ogni tipo… 


  

IL POST DEI COMPLESSI

OTELLO
Il geloso per antonomasia, il Moro di Venezia di Shakespeare dà il nome a questo complesso. Chi ne soffre è una persona che vive tormenta­ta dalla gelosia, persino dell'aria che respira l'altra persona.
CENERENTOLA
Ne soffre chi pensa che, dopo esse­re stata rifiutata dalla propria famiglia, migliorerà la propria situazione fami­liare ed economica cercando di unirsi a un'altra persona.
EDIPO
Ne soffre l'uomo che paragona tutte le donne alla propria madre. In tut­ta la sua vita cerca una donna che le assomigli e la allontana quando si accorge che non è come lei.
ELECTRA
Ne soffre la donna che non trova mai l'uomo adeguato. Adora il padre e lo vede come il giusto mix di qualità, e non trova qualcuno che possa esser­ne all'altezza.
MÜNCHHAUSEN
Chi ne soffre è il prototipo del bugiar­do, che inventa storie rocambolesche e difficili da sostenere nel tempo, in cui è l'eroe-vittima  colpito da malattie  e/o traumi psichici. E tutto questo  per attirare attenzione e simpatia verso di sé o ottenere altri “benefici secondari” (sono "meccanismi  di difesa" messi in atto per compensare  sentimenti di inferiorità).
PETER PAN
Ne soffre chi si comporta ancora come un bambino, non vuole cre­scere, non accetta le responsabilità e preferisce considerare la vita come un gioco.

NOTA INTEGRATIVA

I complessi: le idee più forti dell' inconscio. Il concetto di "complesso", proposto dalla psicoana­lisi con un significato specifico e ben delimitato, è stato così intensamente assorbito dalla nostra cultura e dal lin­guaggio comune parlato, che ha finito per assumere un' impronta più ampia, più genuina e forse più attendi­bile come riflesso delle emozioni che fermentano nel pro­fondo della psiche umana. La dottrina di Freud considerava i "complessi" co­me gruppi di idee sostenute da una forte carica emo­tiva, rimosse nell'inconscio perché vissute come inac­cettabili e suscettibili di emergere successivamente con varie dinamiche, normali o patologiche. Nell'accezio­ne corrente, letteraria ma anche popolare, i "comples­si" sono più largamente intesi come desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti, che dominano la nostra vita psichica, non avvertiti o intuiti in modo sottile e incompleto dalla coscienza. La mia esperienza  clinica mi ha convinta che questa seconda visione, meno ri­gorosa e ristretta, corrisponda meglio alla duttilità di quanto avviene in noi. 

 
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