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Messaggi del 16/10/2014
Post n°8048 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
La loro relazione è un’illusione di benessere e nel reciproco rapportarsi cercano di imitare modelli antichi, attinti qua e là, spesso mossi da un disagio che si affrettano a negare appena qualcuno li critica e mette in discussione la loro immagine di coppia: allora si chiudono “a riccio” di fronte al pericolo di una crisi che possa metterli indirettamente a nudo... LA SCISSIONE DEL LEGAME DI COPPIA TRA GENITORI Molto spesso (cioè, oggi, in una coppia su tre) l'unione coniugale non realizza il luogo della crescita personale, degli affetti, della solidarietà condivisa, della trasmissione intergenerazionale della cultura e, neppure, il luogo in cui si instaura l'indispensabile dialettica tra il principio della norma (rappresentato dal padre) e il principio della cura (rappresentato dalla madre). I coniugi all'inizio della crisi cercano di nascondere o più verosimilmente di rimuovere questo stato di cose. Quando, alla fine, avviene la separazione questa, a volte, si sviluppa nei modi peggiori anche perché i problemi più importanti che avevano portato alla disfunzionalità del matrimonio rimangono assolutamente irrisolti. Infatti i due, dopo la “separazione” non sono in grado di ridurre le cause di stress, di stabilizzare il sistema, di utilizzare la dissoluzione del rapporto di coppia come leva per uno sviluppo personale ed, infine, di far chiarezza sul livello di scelta e di impegno di ciascun genitore rispetto ai figli, basandosi su aspettative realistiche. In un contesto così ambivalente e nevrotico e in un clima di indeterminatezza, spazio di sempre rinnovate crisi, di nuovi rischi e di violente turbolenze, vengono a trovarsi i figli che si devono confrontare con un sistema familiare separato impaludato nella limacciosa volgarità di una lotta a tutto campo tra i coniugi e la loro vita è contraddistinta dall'assenza di referenti validi (o almeno, in qualche modo, rassicuranti) e ancora dalla precarietà, dalla dissociazione, dalla degradazione, dalla instabilità, dalla violenza.
Post n°8047 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Dovremmo essere disinibiti e aperti, eppure con chi vive a fianco a noi e ci conosce sotto ogni punto di vista spesso diventa persino più difficile lasciarsi andare e essere autentici, soprattutto nel sesso. Vittime sacrificali di Hollywood, di frequente finiamo per confondere l'incontro fra le lenzuola con una performance a metà fra prestazione hard e ginnastica artistica. Al contrario i desideri nostri e dell'altro in fondo sono molto più semplici di ciò che si possa pensare. Basta chiedere...
VOGLIA D'AMORE: 5 DOMANDE PER IL BENESSERE DELLA COPPIA
2 Com'era per te il sesso da adolescente? Parlare di ex può condurre verso un territorio pericoloso fatto di gelosie retroattive e sottili invidie, a meno che la coppia non sia davvero collaudata e in profonda sintonia. Tuttavia tornare all'adolescenza e ai tempi in cui l'approccio al sesso era nella primavera della vita può essere decisamente più soft... e divertente! Evita malizie o battute poco felici sulle tue esperienze passate: 3 Cosa vorresti fare stasera? Questa domanda "innocente" può scatenare una maliziosa conversazione da attuare... la sera stessa! Le fantasie quando sono realizzabili insieme danno sale all'esistenza quotidiana. 5 Dimmi cosa desideri: questa è la domanda alla base di ogni rapporto che sia veicolo di passione, amore, sesso, conoscenza profonda dell'altro. Ciò che desideriamo parte dal corpo per raggiungere l'anima: la cura dell'altro è tentare di comprendere ogni giorno cosa desta l'attenzione del partner, ciò che solletica il suo eros, ma riguarda anche le modalità con cui si concepisce il piacere. Per costruire un territorio di passione giorno dopo giorno è necessario mostrare la propria vulnerabilità: fiducia, ironia, capacità di essere accessibili e aperti all'altro, insieme a una sana risata liberatrice vi aiuteranno a alimentare un rapporto intenso... fra le lenzuola e fuori dal letto.
Post n°8046 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
OTELLO, CENERENTOLA, EDIPO, ELECTRA, MÜNCHHAUSEN, PETER PAN... Oltre ai classici complessi (INFERIORITÀ, SUPERIORITÀ, EVIRAZIONE, ABBANDONO, CAINO, SUPERDOTATO, COLLEZIONISTA, COLPA ecc.), l'essere umano tende a vivere sempre in maniera complicata qualsiasi situazione, sia che dipenda da se stesso sia dagli altri o dagli avvenimenti esterni. Ci sono complessi di ogni tipo… IL POST DEI COMPLESSI OTELLO I complessi: le idee più forti dell' inconscio. Il concetto di "complesso", proposto dalla psicoanalisi con un significato specifico e ben delimitato, è stato così intensamente assorbito dalla nostra cultura e dal linguaggio comune parlato, che ha finito per assumere un' impronta più ampia, più genuina e forse più attendibile come riflesso delle emozioni che fermentano nel profondo della psiche umana. La dottrina di Freud considerava i "complessi" come gruppi di idee sostenute da una forte carica emotiva, rimosse nell'inconscio perché vissute come inaccettabili e suscettibili di emergere successivamente con varie dinamiche, normali o patologiche. Nell'accezione corrente, letteraria ma anche popolare, i "complessi" sono più largamente intesi come desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti, che dominano la nostra vita psichica, non avvertiti o intuiti in modo sottile e incompleto dalla coscienza. La mia esperienza clinica mi ha convinta che questa seconda visione, meno rigorosa e ristretta, corrisponda meglio alla duttilità di quanto avviene in noi.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49