Post n°50 pubblicato il 17 Novembre 2011 da iskria
La morte si fuma i miei sigari Sai com'è: sono qui ubriaco ancora una volta e ascolto Chajkovskij alla radio. Gesù, lo sentivo quarantasette anni fa quando ero uno scrittore morto di fame ed eccolo qui di nuovo ora io sono uno scrittore con un po' di successo e la morte va su e giù per questa stanza e si fuma i miei sigari beve qualche sorso del mio vino mentre il vecchio Pietro continua a darci dentro con la sua "Patetica", ho fatto un bel pezzo di strada e se ho avuto fortuna è perché ho tirato bene i dadi: ho fatto la fame per l'arte, ho fatto la fame per riuscire a guadagnare cinque dannati minuti, cinque ore, cinque giorni, volevo soltanto buttare giù qualche frase, il successo, il denaro non importavano: io volevo scrivere e loro volevano che stessi alla pressa meccanica, in fabbrica alla catena di montaggio volevano che facessi il fattorino in un grande magazzino.
Bè, dice la morte, passandomi accanto, ti prenderò comunque, non importa quello che sei stato: scrittore, tassista, pappone, macellaio, paracadutista acrobatico, io ti prenderò... okay, baby, le dico io. Adesso ci beviamo qualcosa insieme mentre l'una di notte diventano le due e lei solo sa quando verrà il momento, ma oggi sono riuscito a fregarla: mi sono preso altri cinque dannati minuti e molto di più. -- Charles Bukowski (
Partita a scopaUna delle cose più terribili è davvero stare a letto una notte dopo l'altra con una donna che non hai più voglia di scopare.
Invecchiano, non sono più tanto belle – tendono persino a russare, buttarsi giù.
Così, a letto, a volte ti giri, il tuo piede tocca il suo – Dio, che orrore! – e la notte è là fuori dietro le tendine e insieme vi suggella nella tomba.
E la mattina vai in bagno, parli, attraversi il corridoio, dici strane cose; le uova friggono, partono i motori.
Ma seduti l'uno di fronte all'altro hai 2 estranei che si ficcano in bocca il pane tostato che si bruciano col caffè bollente la gola risentita e l'intestino.
In dieci milioni di case americane è lo stesso – vite stantie appoggiate l'una all'altra e nessun posto dove andare.
Sali in macchina e vai a lavorare e là ci sono degli altri sconosciuti, quasi tutti mogli e mariti di qualcun altro, e oltre alla ghigliottina del lavoro, flirtano, scherzano r si danno pizzicotti, tendendo qualche volta a farsi in qualche posto una rapida scopata – a casa non possono farlo – e poi tornano a casa ad aspettare il Natale o il Labor Day o la domenica o qualcosa.
|