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Storia e cultura a cura di Antonio Montanari Nozzoli

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Post n°92 pubblicato il 27 Luglio 2016 da riministoria

L'unica risposta possibile: l'elenco degli
Scritti di Antonio Montanari,
aggiornati al 12 giugno 2016


1989
Rimini ieri 1943-46, Il Ponte, Rimini 1989

1992
Il Tamario in «Quanto basta», Il Ponte, Rimini 1992
Lumi di Romagna, Il Settecento a Rimini e dintorni, Il Ponte, Rimini 1992, 1993 1ª ristampa

1993
Appendice storico-critica alla ristampa anastatica di G. C. Amaduzzi, La Filosofia alleata della Religione, Il Ponte, Rimini 1993
Una cara «vecchia quercia». Biografia di don Giovanni Montali, Il Ponte, Rimini 1993
Notizie inedite su Jano Planco. Pro manuscripto, 1993

1994
La Spetiaria del Sole, Iano Planco giovane, Raffaelli, Rimini 1994
Marina centro, il turismo riminese 1930-1959 e mio padre Valfredo, Il Ponte, Rimini 1994
Un «Diario» inedito di Aurelio Bertòla, Quaderno di Storia n. 1, Il Ponte, Rimini 1994

1995
«Lamore al studio et anco il timor di Dio», Precetti pedagogici di Francesco Bontadini commesso della «Spetiaria del Sole» per Iano Planco, suo padrone, Quaderno di Storia n. 2, Il Ponte, Rimini 1995
Anni Cinquanta. I giorni della ricostruzione visti da un bambino, 1948-1953, Guaraldi, Rimini 1995
Dal fascismo alla democrazia, in B. Ghigi, «La tragedia della guerra nel Lazio», Ghigi, Rimini 1995, pp. XIII-XXVI
Pascoli riminese, Soggiorni, incontri, amicizie ed amori del poeta di San Mauro, Quaderno di Storia n. 3, Il Ponte, Rimini 1995.

1996
Dissertazione accademica sul volume di G. Amaduzzi, «La Filosofia alleata della Religione», «Quaderno XVII, 1995», Accademia dei Filopatridi, Savignano sul Rubicone, 1996, pp. 119-126
Romolo Comandini, storico della Romagna, «Quaderno XVII, 1995», Accademia dei Filopatridi, Savignano sul Rubicone, 1996, pp. 127-140
San Lorenzo in Strada, angolo d'Europa: don Giovanni Montali scrittore (12 Dicembre 1996), Mosaici della storia 4. San Lorenzo in Strada - Novembre-Dicembre 1996 , 4

1997
1987-1996, Dieci anni della nostra vita dalle cronache del Ponte, Il Ponte, Rimini 1997
Antonio Bianchi scrittore. Introduzione storico-critica, in A. Bianchi, Storia di Rimino dalle origini al 1832, Manoscritti inediti, Ghigi, Rimini 1997
Bertòla redattore anonimo del Giornale Enciclopedico. Documenti inediti, «Romagna, arte e storia», n. 50/1997, pp. 127-130
I giorni dell'ira, Settembre 1943-settembre 1944 a Rimini e a San Marino, Il Ponte, Rimini 1997
Il contino Garampi ed il chierico Galli alla «Libreria Gambalunga». Documenti inediti, «Romagna, arte e storia», n. 49/1997, pp. 57-74
La filosofia della voluttà, Aurelio Bertòla nelle lettere di Elisa Mosconi, Raffaelli, Rimini 1997
Modelli letterari dell'autobiografia latina di Giovanni Bianchi (Iano Planco, 1693-1775), «Studi Romagnoli» XLV (1994), Stilgraf, Cesena 1997, pp. 277-299

1998
Giovanni Bianchi (Iano Planco) studente di Medicina a Bologna (1717-19) in un epistolario inedito, «Studi Romagnoli» XLVI (1995), Stilgraf, Cesena 1998, pp. 379-394
Le Notti di Bertòla. Storia inedita dei Canti in memoria di Papa Ganganelli, Il Ponte, Rimini 1998
Missionario per sempre, in «Luigi Santa, Una vita per la Missione», di A. Montanari e M. Bianchi, Mediagraf, Padova 1998
Per soldi, non per passione. «Matrimonj disuguali» a Rimini (1763-92): tra egemonia nobiliare ed ascesa borghese, «Romagna, arte e storia», n. 52/1998, pp. 45-60
Scienza e Carità, L'Istituto San Giuseppe per l'Aiuto Materno e Infantile di Rimini, Il Ponte, Rimini 1998

1999
Due maestri riminesi al Seminario di Bertinoro. Lettere inedite (1745-51) a Giovanni Bianchi (Iano Planco), «Studi Romagnoli» XLVII (1996), Stilgraf, Cesena 1999, pp. 195-208
Il pane del povero. L'Annona frumentaria riminese nel sec. XVIII, «Romagna, arte e storia», n. 56/1999, pp. 5-26

2000
Amaduzzi editore a Roma delle Notti di Bertòla. Storia inedita dei Canti clementini, «Quaderno XIX, 1997-1998», Accademia dei Filopatridi, Savignano sul Rubicone, 2000, pp. 207-217
Amaduzzi, Scipione De' Ricci ed il 'giansenismo' italiano, «Il carteggio tra Amaduzzi e Corilla Olimpica, 1775-1792», Olschki, Firenze 2000, pp. XXVIII-XL
Aurelio Bertòla politico, presunto rivoluzionario. Documenti inediti (1796-98), «Studi Romagnoli» XLVIII (1997), Stilgraf, Cesena 2000, pp. 549-585
Biografia di Aurelio De' Giorgi Bertòla, «Il carteggio tra Amaduzzi e Corilla Olimpica, 1775-1792», Olschki, Firenze 2000, pp. 389-398.
Biografia di Scipione De' Ricci, «Il carteggio tra Amaduzzi e Corilla Olimpica, 1775-1792», Olschki, Firenze 2000, pp. 385-389
Fame e rivolte nel 1797. Documenti inediti della Municipalità di Rimini, «Studi Romagnoli» XLIX (1998), Stilgraf, Cesena 2000, pp. 671-731
Gli Statuti di Sogliano (1400), a cura di P. Sacchini, traduzione e glossario di A. Montanari, Amministrazione Comunale di Sogliano al Rubicone, Baiardi, San Mauro Pascoli 2000
Libri, specchi di carta, «Quaderno XIX, 1997-1998», Accademia dei Filopatridi, Savignano sul Rubicone, 2000, pp. 199-206

2001
Dalla città nuova ai Francesi. Aspetti di vita sociale nel Settecento, in «Storia di Cervia, III, 1, L'età moderna», Ghigi, Rimini 2001, pp. 343-386
Nei «ripostigli della buona Filosofia». Nuovo pensiero scientifico e censure ecclesiastiche nella Rimini del sec. XVIII, «Romagna arte e storia», n. 64/2001, pp. 35-54

2002
«Giuseppe di Prospero Zinanni», accademico dei Lincei planchiani, «Ravenna Studi e Ricerche», VIII/1-2, Società di Studi Ravennati 2001 (ma 2002), pp. 109-128
Contro il «giogo dell'ignoranza». Rimini al tempo di Boscovich, in «Ruggiero Giuseppe Boscovich 'mezzo turco, matematico pontificio' a Rimini«, a cura di P. Delbianco, Bologna 2002, pp. 11-21
L'Accademia dei Lincei riminesi (1745): breve storia con in appendice una biografia del suo Restitutore Giovanni Bianchi (Iano Planco, 1693-1775), 2002, copia pro manuscripto, Cesena, Malatestiana, segn. OPROM Mon Ant 16; BGR, segn. M 0500 02304 (2007)
La Cassa Rurale di Riccione (1914) ed il suo fondatore don Giovanni Montali, «Ravennatensia XIX», Convegno di San Marino, 1997, pp. 13-22, University Press Bologna, Imola 2002

2003
«Zôca e manèra». Giovanni Pascoli studente a Rimini (1871-1872) in «Pascoli socialista» a cura di G. M. Gori, Pàtron, Bologna 2003, pp. 61-74.
Amaduzzi, illuminista cristiano, «Romagna arte e storia», 67/2003, pp. 67-88
Giovanni Cristofano Amaduzzi e la scuola di Iano Planco, Accademia dei Filopatridi, Studi Amaduzziani, III, Viserba di Rimini 2003, pp. 13-36
Iano Planco, la puttanella, il vescovo. La condanna all'Indice del rifondatore dei Lincei, Raffaelli, Rimini 2003
Il libertino devoto. La «biblioteca Agolanti» (1719). Libri, uomini e idee a Rimini tra XVII e XVIII secolo, ne «Gli Agolanti e la Tomba bianca di Riccione», a cura di R. Copioli, Guaraldi, Rimini 2003, pp. 447-470
L'«opulenza superflua degli Ecclesiastici». Nobili, borghesi e clero in lotta per il «sopravanzo» della contribuzione del 1796. Documenti inediti della Municipalità di Rimini, per una storia sociale cittadina del XVIII secolo, «Studi Romagnoli» LI (2000), Stilgraf, Cesena 2003, pp. 941-986
Lettori di provincia nel Settecento romagnolo. Giovanni Bianchi (Iano Planco) e la diffusione delle Novelle letterarie fiorentine. Documenti inediti, «Studi Romagnoli» LI (2000), Stilgraf, Cesena 2003, pp.335-377
Ricordo di Otello Pasolini, in «Borgo Sant'Andrea. Primi appunti», Luisè, Rimini 2003, pp. 7-10

2004
«Contro il volere del padre». Diamante Garampi, il suo matrimonio, ed altre vicende riguardanti la condizione femminile nel secolo XVIII, «Studi Romagnoli» LII (2001), Stilgraf, Cesena 2004, pp. 905-966
Dall'Italia all'Europa, 1859-2004, in AA. VV., «Storia di Rimini», Ghigi ed., Rimini 2004, pp. 249-320
Rapporti culturali e circolazione libraria tra Venezia e Rimini nel XVIII secolo, «Ravenna Studi e Ricerche», X/2 (2003), Società di Studi Ravennati 2004, pp. 229-259
Tra erudizione e Nuova Scienza. I Lincei riminesi di Giovanni Bianchi (1745), «Studi Romagnoli» LII (2001, ma Convegno sulle Accademie di Forlì, 2000), Stilgraf, Cesena 2004, pp. 401-492
Marineria e società riminese tra 1700 e 1800: saggio presentato al convegno su Giuseppe Giulietti, Rimini, 21 giugno 2003. Dattiloscritto, Rimini 2004, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0700 01042
Stellette addio. L'8 settembre del soldato Alfredo Azzalli


2005
Guido Nozzoli, una vita da cronista, in G. Nozzoli, Quelli di Bulow, Ed. Riuniti, Roma 2005, pp. 11-12
Giuseppe Antonio Barbari da Savignano (1647-1707). Un itinerario scientifico tra Rimini, Bologna, Parigi e Londra, il Ponte, Rimini 2005
Malaguzzi Valeri alla scoperta dei Malatesti e di Rimini, in F. Malaguzzi Valeri, Tre saggi del 1905, Ghigi, Rimini 2005, pp. 5-11
Il furore dei marinai. Crisi istituzionale della Municipalità di Rimini per la rivolta dei "pescatori" (30.5.1799-13.1.1800), «Studi Romagnoli» LIII (2002), Stilgraf, Cesena 2005, pp. 447-511

2006
Erudizione 'malatestiana' nel Settecento riminese. Iano Planco e le tombe del Tempio, «Studi Romagnoli» LIV (2003), Stilgraf, Cesena 2006, pp. 205-222
Rino Molari, fucilato a Fossoli, pp. 110-119; L'arresto di Giuseppe Babbi, pp. 142-145; Il Vescovo Scozzoli aiuta gli Ebrei pp. 156-157, in «Questa è la mia gente. Cristiani sulla Linea Gotica», a cura di G. Tonelli, il Ponte, Rimini 2006
«Filosofia padrona, natura liberata». Un "discorso sul metodo" di Giuseppe Antonio Barbari da Savignano (1647-1707), «Studi Romagnoli» LV (2004), Stilgraf, Cesena 2006, pp. 495-510
Sigismondo, filosofo umanista, «La Signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesti, II. 2, La politica e le imprese militari», Ghigi, Rimini 2006, pp. 319-339
Il mito di Sigismondo ed Isotta nel 1700. Rivisitazioni letterarie e polemiche sui sepolcri violati, «La Signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesti, II. 2, La politica e le imprese militari», Ghigi, Rimini 2006, pp. 573-593

2007
La formazione di papa Ganganelli alla scuola riminese di Iano Planco, «Studi Romagnoli» LVI (2005), Stilgraf, Cesena 2007, pp. 107-117
I Padri "della Becca" alla chiesa della Colonnella di Rimini. Documenti (1680-1726) dell'Archivio storico comunale di Rimini conservati nell'Archivio di Stato di Rimini, copia pro manuscripto, 2007, BGR, segn. M.0700.01085
«L' Heretico non entri in fiera». Società, economia e questione ebraica a Rimini nel secoli XVII e XVIII. Documenti inediti, «Studi Romagnoli» LVIII (2007), Stilgraf, Cesena 2008, pp. 257-277

2008
Pietre sul Mediterraneo. Il tempio di Sigismondo Malatesti, «Civiltà del Mediterraneo», nn. 12-13, 2008, Napoli, pp. 13-33
2008 Anni trenta, favolosi e tragici, in Luigi Gravina, Rimini e dintorni

2009
Cleofe Malatesti, 1421. Tragiche nozze bizantine, «Civiltà del Mediterraneo», VIII (XIII), 15, Giugno 2009, Roma, pp. 19-45

2010
Esilio di fiorentini in Romagna nell'età di Dante, «Quaderni Accademia Fanestre», 8/2009, Fano [2010], pp. 83 -134
Il fantasma di Voltaire. Liliano Faenza filosofo, con vista sulla Storia, in «Per Liliano Faenza. I libri, la vita, l'opera di un intellettuale in provincia», Guaraldi, Rimini 2010, pp. 177-190.
Alle origini di Rimini moderna. 1. Storie malatestiane del 15. secolo. Dattiloscritto, Rimini 2010, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0500 02799

2011
Benedetta fame. Il Settecento inquieto di Rimini, in «Rimini 2011. Per il 150° dell'Unità d'Italia», Istituto per la Storia del Risorgimento, Comitato provinciale di Rimini, Rimini 2011, pp. 3-6
L'Europa dei Malatesti, «Quaderni Accademia Fanestre», 9/2010, Fano [2011], pp. 43 -112
Sebastiano Vanzi, Vescovo e giurista. Dattiloscritto, Rimini 2011, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0500 02913

2013
Rimini 1061, una guerra dimenticata, «Quaderni Accademia Fanestre», 10/2011, Fano [2013], pp. 9-42
Sebastiano Vanzi, Vescovo e giurista, «Quaderni Accademia Fanestre», 10/2011, Fano [2013], pp. 203-226
Plebe, briganti, ribelli : la Romagna nel 1796-97 e l'invasione di Napoleone Bonaparte : un'opera inedita in versione integrale (FOTOC2013) coll. M 0500 03289



1966. Tesi di Laurea, presso la Bibl. Malatestiana di Cesena:
Irrazionalismo e pragmatismo in Italia dal 1903 al 1915 : "Leonardo", "La voce", "Lacerba", Tesi di laurea - 587, XX p. ; 29 cm., Università degli studi di Bologna, Facoltà di Magistero, Corso di laurea in Pedagogia.


MATERIALI MINORI,
Biblioteca Gambalunga di Rimini


2004
Marineria e società riminese tra 1700 e 1800: saggio presentato al convegno su Giuseppe Giulietti, Rimini, 21 giugno 2003. Dattiloscritto, Rimini 2004, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0700 01042

2007
I Padri "della Becca" alla chiesa della Colonnella di Rimini: documenti (1680-1726) dell'Archivio storico comunale di Rimini conservati nell'Archivio di Stato di Rimini. Dattiloscritto, Rimini 2007, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0700 01085

2010
Alle origini di Rimini moderna. 1. Storie malatestiane del 15. secolo. Dattiloscritto, Rimini 2010, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0500 02799

2011
Sebastiano Vanzi, Vescovo e giurista. Dattiloscritto, Rimini 2011, depositato in Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0500 02913

2013
Plebe, briganti, ribelli. La Romagna nel 1796-97 e l'invasione di Napoleone Bonaparte. Un'opera inedita in versione integrale, Biblioteca Gambalunga di Rimini, coll. M 0500 03289

 
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Silvano Cardellini, 2006-2016

Post n°91 pubblicato il 24 Luglio 2016 da riministoria

il Rimino - Riministoria

Antonio Montanari
Silvano Cardellini, a dieci anni dalla scomparsa.

Alcuni testi miei presenti sul web.
2006
Adesso che ci hai provvisoriamente lasciati, lo sai che dieci minuti fa mi ha telefonato Giovanni per dirmi che te ne sei andato. Il tuo calvario è finito. Magra consolazione. Retorica inevitabile.
A Giovanni ho detto che stavo scrivendo al computer proprio una cosa sul giornalismo, riandando al pensiero a quegli anni lontani in cui ci siamo conosciuti, quaranta anni fa tondi tondi.
Stavo scrivendo che ci sono infiniti modi per passare il tempo ed andare alla ricerca delle proprie coordinate mentali. Che si passa dalle partite a biliardo (silenziose meditazioni di un popolo che vanta una superiorità mentale non giustificata in nessun trattato di psicologia umana), alla costruzione di navi in bottiglia che non affronteranno mai alcun mare aperto se non quello irreale, ma non per questo inesistente, del loro autore. E che come via di mezzo fra le partite a biliardo e le navi in bottiglia c’è il giornalismo.
Giornalismo che tu, al contrario di me, hai esercito da professionista al «Carlino» con quell’intermezzo nella gloria di un’impresa disperata, con il «Messaggero» traghettato in Romagna da Raul Gardini.
Ecco: i giornalisti spesso hanno l’ambizione di capire più degli altri (come i giocatori di biliardo) e di costruire cose inutili come le navi in bottiglia. Questo accade soprattutto in un terra di provincia come nonostante tutto era ed è Rimini. Capitale del turismo, ma pur sempre gretta città che non amava Fellini, ed adesso che è diventato come un marchio di fabbrica, lo esibisce ad ogni passo ed in ogni occasione. Sino alla nausea.
Tu queste cose le sapevi. Hai scritto un bel pezzo, «Una botta d’orgoglio», poche pagine che finite nei libri sono un documento che all’inizio dice che «Normali non siamo».
Ti hanno costretto a fare il cronista sino ad ieri, non so per colpa di chi, forse per il fatto che «normali non siamo» o non sono pure quelli di fuori (leggi: Bologna). Se avessi diretto un giornale cittadino, avresti avuto il gusto di alimentare le polemiche, che sono il sale del pettegolezzo, anche se esse stanno ben lontane dall’informazione della quale a Rimini non frega nulla a nessuno.
Abbiamo lavorato assieme, alla fine degli anni Sessanta, al «Corso» con Gianni Bezzi.
Bezzi era ‘reduce’ dal «Carlino» dove lo avevo conosciuto ed avuto come maestro di giornalismo. Tu avevi dimostrato sin dall’inizio una particolare attenzione verso il commento sarcastico, eri il ragazzino del liceo che maturava un’esperienza nuova, scrivevi bene, non c’era da correggere nulla. Stavamo crescendo assieme, io poi avevo lasciato quel mondo, avevo iniziato ad insegnare. Vi sarei rientrato nel 1982, per merito o colpa (lo diranno gli altri) di Piergiorgio Terenzi, il fondatore del «Ponte».
Tante volte ci siamo trovati assieme in varie occasioni. Il tempo passava. Con un particolare accanimento del destino, sei stato dolorosamente provato dalla malattia per molti anni. Una delle ultime volte che ci siamo incontrati per strada, eri in bicicletta, qualche mese fa, hai risposto al mio saluto con una frase che mi ha raggelato: «È dura». Era la prima volta che mi lasciavi intravedere il tuo tormento.
Hai scritto con Fortunato Urbinati (l’amico bancario che faceva stupende ed irridenti vignette firmandosi «Uf!») una storia del giornalismo riminese. Chi ne farà una nuova dovrà dedicare una pagina anche a te, testimone per vari decenni delle cronache di una città che non è «normale».
E quando incontri Davide Minghini, Uf!, Gianni ed i vecchi amici riminesi d’un tempo, abbraccia tutti. Aspettiamo i vostri commenti.
Ciao, Silvano.
Un'aggiunta di carattere storico.
«Signora maestra, mio nonno mi ha detto che ha letto la 'santa commedia di Dante', è una storia da ridere?». Attorno a quest'interrogativo ruotava il componimento che lo studente Silvano Cardellini (Liceo scientifico Serpieri) presentò al premio giornalistico «Mario Fabbri» nel 1965 e che la commissione (composta dallo scrittore Luigi Pasquini, dal giornalista Flavio Lombardini e da Duilio Cavalli, corrispondente riccionese del Carlino) giudicò degno del primo premio per la sezione «Cronaca e giornalismo». Nello stesso anno Rosita Copioli (Classico) vinse nella sezione «Critica e storia», e Mauro Gardenghi (Classico) in quella «Fantasia e arte».
Il testo di Cardellini (intitolato «Io e Dante») fu pubblicato con gli altri premiati nel «Quaderno 5. Panorama 1965» dell'Associazione giornalisti e scrittori riminesi presieduta da Flavio Lombardini.

Diario italiano
Il Rimino 175, anno XII
Luglio 2010

Tama 1002, 25.07.2010
Un altro resto del Carlino

La notte del 19 febbraio 1990 Andrea Basagni e Silvano Cardellini fuggono dalla redazione del Carlino verso quella del Messaggero, sbarcato in Romagna per volontà di Raul Gardini, marito di Idina Ferruzzi. Andrea Barbato su Rai3 definisce la vicenda un caso di "cannibalismo editoriale". L'unico giornale italiano a parlare dello straordinario evento, è il torinese La Stampa. Ne è corrispondente lo stesso Cardellini. A cui quell'avventura non sarà mai perdonata. Fallito il progetto di Gardini, Silvano ritorna nell'antica casa, dove adesso gli hanno intestato la redazione riminese.
Eravamo diventati amici sinceri alla fine degli anni Sessanta, lavorando assieme al Corso diretto da Gianni Bezzi, un altro reduce del Carlino riminese. Dove era stato vice capo-pagina. Uno scherzetto fattogli mentre doveva essere assunto a Bologna nella redazione centrale, lo aveva buttato sulla strada. Nel 1969 era poi andato a Roma al Corriere dello Sport, per il quale scrisse sino alla morte, avvenuta nel febbraio 2000 all'età di 60 anni.
Silvano aveva dimostrato sin dall'inizio una particolare attenzione verso il commento sarcastico. Era ancora studente di liceo scientifico, maturava con passione in un'esperienza nuova, scriveva bene, non c'era da correggere nulla. Lo avevo soprannominato il Montanelli riminese. Nel 1965 aveva vinto il premio giornalistico Mario Fabbri (antico corrispondente del Carlino) con un componimento intitolato "Io e Dante", che ruotava attorno a questo interrogativo: "Signora maestra, mio nonno mi ha detto che ha letto la 'santa commedia di Dante', è una storia da ridere?". Nello stesso anno Rosita Copioli (Classico) vince nella sezione Critica e storia, e Mauro Gardenghi (Classico) in quella Fantasia e arte.
Gianni Bezzi lo avevo conosciuto proprio al Carlino, a cui collaborai per qualche tempo dal 1960. Studente in legge, bravo, intelligente, fu soprattutto amico sincero nell'impostarmi sul metodo di ricerca della notizia e nella stesura dei brevi testi di cronaca.
Sia Gianni, sia Silvano hanno trovato nel Carlino il trampolino di lancio ed una terribile trappola. Per Silvano l'odierna intitolazione della redazione riminese, non ripara nulla. Gli tagliarono le gambe al ritorno all'ovile, avrebbe potuto diventare un ottimo inviato se non un arguto direttore. Ha fatto sino all'ultimo il lavoro umile della cronaca che di solito è affidato ai cronisti in fasce. La sua tristezza era il "resto" del Carlino. [1002]


24 dicembre 2007.
Caro Carlino (e tutto il resto)
Mi hanno detto che il «Carlino» ha festeggiato i 50 anni della sua pagina riminese. Auguri.
Sono affezionato alla redazione del 1960-62, quando da studentello vi feci un apprendistato fondamentale sotto la guida del capo-pagina prof. Amedeo Montemaggi, un giornalista di vaglia e soprattutto un maestro di cronaca dalla rara efficacia e intelligenza delle cose.
L'idea di riempire le giornate con un diversivo allo studio universitario, mi venne appena conclusa la sessione d'esami dell'abilitazione magistrale (la nostra non era allora chiamata maturità).
Dissi a mio padre se mi poteva presentare a Montemaggi che lo conosceva bene.
Una mattina di fine luglio andammo mio padre ed io in piazza Cavour, ed incontrammo Montemaggi proprio sulla porta del palazzo dove ha tuttora la sede il «Carlino» riminese.
Dopo i convenevoli di rito, Montemaggi (foto) mi disse una cosa che ho sempre conservato in memoria come prima regola del lavoro di cronista: «Bisogna imparare a lavorare di corsa. Ieri sera ho fatto in tre quarti d'ora un pezzo di due cartelle e mezzo per l'edizione nazionale».
In quella regola c'è tutto quanto è utile ai cronisti (e anche ai blogger) in certi momenti. Ovvero concentrarsi sull'argomento, saper tirare fuori tutto quello che serve, scrivere, rileggere e spedire...
Allora non c'erano né telescriventi né computer, si andava col «fuori sacco» in stazione o al massimo per le cose urgentissime si ricorreva telefono. Che andava però usato con parsimonia per non essere sgridati dall'amministratore bolognese, celebre, temuto e tiratissimo.
Il vice di Montemaggi (che cominciava allora le sue ricerche sulla Linea gotica) era Gianni Bezzi, studente in legge, bravo, intelligente e soprattutto amico, nell'impostarmi sul lavoro di ricerca della notizia e nella stesura dei breve testi di cronaca. Bezzi ha poi lavorato a Roma al «Corriere dello Sport».
Corrispondente da Riccione era Duilio Cavalli, maestro elementare, e conoscitore dei segreti dello sport, materia affidata per il calcio al celebre Marino Ferri. Mentre «Isi», Isidoro Lanari, curava le recensione cinematografiche.
E poi c'erano i padri nobili del giornalismo riminese che frequentavano la nostra redazione. O che collaboravano allo stesso «Carlino». Giulio Cesare Mengozzi, antico amico della mia famiglia, sostituiva Montemaggi durante le sue ferie. Luigi Pasquini, una celebrità che non si fece mai monumento di se stesso, ed ebbe sempre parole di incoraggiamento con noi giovani. Ai quali Flavio Lombardini offrì di collaborare alle sue iniziative editoriali.
C'era poi la simpatica e discreta presenza di Davide Minghini, il fotoreporter, l'unico che aveva un'auto con cui andare sul luogo di fatti e fattacci. Arrivò ad un certo punto Marian Urbani, il cui marito gestiva l'agenzia di pubblicità del «Carlino». Si mise a fare la simpatica imitazione di Elsa Maxvell, la cronista delle dive americane. Dove c'era mondanità c'era Marian che le ragazze in carne corteggiavano per avere appoggi in qualche concorso di bellezza....
C'era poi un collega giovane come me, che era figlio di un poliziotto, e che andava in commissariato a rubare le foto degli arrestati dalle scrivanie dei colleghi di suo padre. E noi le dovevamo restituire...
C'era una bellissima ragazza, Nicoletta, che da allora non ho più rivisto a Rimini. Ricordo una simpatica serata che Gianni ed io trascorremmo con lei ed una sua amica inglese al concorso ippico di Marina centro. Cercavamo di insegnare alla giovane d'Oltremanica tutte le espressioni più strane del parlare corrente italiano, al limite di quello che il perbenismo di allora poteva considerare turpiloquio. Ma la frase più ardita era semplicemente: «Ma va a magnà er sapone».
Leggo sul Carlino-on line le parole di Piero Meldini per i 50 anni dell'edizione riminese: «Chiunque sapesse tenere in mano una penna (tenerla bene) è passato dal Carlino».
[L'amica Cristella mi inviò un suo commento: "Ero presente al Museo per i festeggiamenti del Cinquantenario del Carlino. Meldini ha detto semplicemente "chiunque sapesse tenere in mano la penna" e quanto indicato in parentesi ("tenerla bene") è la precisazione - doverosa, direi - di chi ha steso la cronaca di quella giornata. In effetti la battuta di Meldini mi era apparsa molto limitativa nei confronti dei collaboratori." Le risposi: "Non sapevo della celebrazione, nessuno ha avuto la cortesia di avvertirmi, figùrati dopo quasi 50 anni. Quando l'anno scorso ho mandato al Carlino il mio ricordo su Silvano Cardellini, il redattore capo mi ha chiamato chiedendomi in qual veste intervenivo perché lui è a Rimini soltanto da 18 anni e non mi conosceva. Poi il testo è stato massacrato da tagli."]
Posso di dire di aver fatto con Montemaggi, Bezzi e Cavalli una gavetta che mi è servita sempre. Forse appartengo ad una generazione che è consapevole dei debiti verso i maestri che ha avuto. Forse ho la fortuna di essere consapevole dei miei molti limiti per poter riconoscere l'aiuto ricevuto nel miglioramento dalle persone con cui sono venuto a contatto allora e poi. Fatto sta che quei due anni nel «Carlino» per me sono stati fondamentali.
Studio e passione per argomenti diversi hanno la radice in quella curiosità che mi insegnarono essere la prima dote di un cronista.
Gianni Bezzi scomparve giovedì 17 febbraio 2000, a 60 anni.
Lo ricordai sul web con queste righe.
Aveva debuttato al "Carlino" riminese, come vice-capopagina. Ma uno scherzetto fattogli mentre doveva essere assunto a Bologna nella redazione centrale, lo ha buttato sulla strada.
Ha diretto poi a Rimini il periodico "Il Corso". Nel 1969 è stato assunto a Roma al "Corriere dello Sport", dove è rimasto fino alla pensione. Ha scritto anche un volume su Renzo Pasolini ed ha curato, lo scorso anno, un libro sullo sport riminese nel XX secolo.
Persona buona ed onesta, professionista serio, amico di una lontana giovinezza nel mio debutto giornalistico, lo ricordo e ne piango la scomparsa con animo rattristato. E queste parole possano farlo conoscere anche fuori della Rimini astiosa dove venne tradito e ferito dal disonesto comportamento di chi volle ostacolargli una carriera meritata per la correttezza umana e professionale.
Sul settimanale Il Ponte pubblicai questo articolo.
Ciao, Gianni
Quando qualcuno si metterà a scrivere con completezza ed onestamente una storia del giornalismo riminese di questi ultimi cinquant’anni, dovrà dedicare un capitolo a Gianni Bezzi, appena scomparso a Roma, dove aveva lavorato per tre decenni al "Corriere dello Sport" come cronista ed inviato speciale.
Lo ricordo con infinito dolore. Ho perso un amico onesto, buono, corretto.
Ci eravamo conosciuti nel 1960 alla redazione riminese del "Carlino", dove guidava con serenità e buon gusto il lavoro di un gruppo di giovani, molti dei quali poi hanno cambiato strada, chi ora è architetto, chi docente universitario.
C’era uno di noi, figlio di un questurino, che a volte voleva fare degli scoop e prelevava in Commissariato le foto degli arrestati, poi arrivava una telefonata e noi le dovevamo restituire.
Gianni amava lo sport che aveva in Marino Ferri la penna-principe del "Carlino". Fece il corrispondente locale del "Corriere dello Sport". Aveva un linguaggio asciutto, il senso della notizia, era insomma bravo.
Un bel giorno, mentre frequentava già di sera la redazione bolognese del "Carlino", dopo aver lavorato al mattino in quella di Rimini, e mentre gli si prospettava un trasferimento sotto le due torri, successe questo, come si ascoltò a Palazzo di Giustizia: risultò che lui in ufficio c’era andato così, per sport.
Diresse poi un nuovo giornale "Il Corso", che usciva ogni dieci giorni. Mi chiamò, affidandomi una pagina letteraria (che battezzai "Libri uomini idee", rubando il titolo ad una rubrica del "Politecnico" di Vittorini), ed anche una rubrica di costume ("Controcorrente") che firmavo come Luca Ramin.
Fu un sodalizio di lavoro intenso ed appassionato. Mi nominò persino redattore-capo, e credo che sia stato l’unico errore della sua vita.
Per Marian Urbani inventai una sezione definita "Bel mondo", nel tamburino redazionale. La cosa fece andare su tutte le furie il giornale del Pci che ci dava dei "fascisti" ogni settimana, avvantaggiandosi su di noi che, come ho detto, andavamo in edicola solo tre volte al mese. E non sempre.
Nel gennaio del ‘67 il nevone ci fece saltare un numero. Due anni dopo, Gianni fu assunto a Roma.
Queste mie misere parole possano, in questa città di smemorati, ricordare un giornalista che proprio a Rimini ha dedicato la sua ultima fatica, un libro sullo sport del ’900. Ciao, Gianni.

L'anno scorso (2006) è scomparso Silvano Cardellini, anche lui celebre firma del «Carlino». Oggi lo celebrano, ma non fu sempre trattato bene da quel giornale. Allora osservai in ricordo del caro amico: «Ti hanno costretto a fare il cronista sino ad ieri, non so per colpa di chi, forse per il fatto che «normali non siamo» o non sono pure quelli di fuori (leggi: Bologna). Se avessi diretto un giornale cittadino, avresti avuto il gusto di alimentare le polemiche, che sono il sale del pettegolezzo, anche se esse stanno ben lontane dall’informazione della quale a Rimini non frega nulla a nessuno».


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Pagina 2267, creata 24.07.2016, 10:40

 

 
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