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politica a Saronno
 

 

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Mancano sei mesi alle Elezioni, SVEGLIA !!!

Post n°224 pubblicato il 17 Dicembre 2019 da strada.robi

 

Mancano pochi mesi alle prossime elezioni amministrative, ma nel centrosinistra pare che imperi la voglia di perdere: tavoli inconcludenti, presupposti di autosufficienza, spocchia e supponenza la fanno da padroni.

 

La paura di perdere contro la lega di Salvini (più che di Fagioli) spinge a cercare le grandi coalizioni, basate più sulla contrapposizione alla Lega, che sulla condivisione di un programma, ci si impantana sui nomi , sulle scelte strategiche, piuttosto che confrontarsi su un’idea di città diversa da quella vista negli ultimi anni,  si punta più sull’antifascismo e sul riverbero politico nazionale, che sulla condivisione di contenuti convincenti. 

 

Nel dibattito solo timidi accenni ad un programma innovativo, ad una città che deve cambiare per forza di fronte all’imperversare dei mutamenti climatici e delle nuove esigenze dei cittadini nel campo della sicurezza e della vivibilità, quest’ultima messa sempre più in secondo piano, come se il vivere  in un ambiente sano si potesse sacrificare sempre sull’altare del commercio.

 

Del resto:

 

una città con un territorio di 11 km quadrati non può continuare ad essere soffocata dal traffico e dal cemento, occorre un piano della mobilità che risolva i problemi, occorre sfruttare la fortuna di essere a un quarto d’ora di treno dal centro di Milano, ma serve anche tutelare la mobilità delle categorie più deboli ed intervenire per migliorare la sicurezza stradale.

 

una città senza cultura e attività sportive è una città morta, per gli anziani e per i giovani occorre creare opportunità di socializzazione, attraverso adeguati spazi e strutture.

 

le aree dismesse oggi presenti devono essere recuperate per il lavoro e per la socialità, continuare  a pensare di recuperarle con edilizia residenziale è sbagliato, sopra tutto in una città che ha già 2000 alloggi sfitti.

 

una città che non si cura dell’ambiente, del verde, del patrimonio arborio è una città che non si pone il problema del futuro, il verde pubblico è da tutelare e da ampliare, creando quei corridoi ecologici necessari per il benessere collettivo.

 

Bisogna poi riportare nelle istituzioni comunali la democrazia – vera -, quella che permette il confronto politico, quella che da ai cittadini la possibilità di partecipare alle scelte importanti,  quella che si traduce con la trasparenza negli atti amministrativi e nella spesa pubblica, bisogna muoversi nell’interesse della comunità saronnese, non nell’interesse di pochi.

 

Non sarà facile ….   Ma provarci è un obbligo !! 

 

 

 

 

 

Mancano pochi mesi alle prossime elezioni amministrative, ma nel centrosinistra pare che imperi la voglia di perdere: tavoli inconcludenti, presupposti di autosufficienza, spocchia e supponenza la fanno da padroni.

 

La paura di perdere contro la lega di Salvini (più che di Fagioli) spinge a cercare le grandi coalizioni, basate più sulla contrapposizione alla Lega, che sulla condivisione di un programma, ci si impantana sui nomi , sulle scelte strategiche, piuttosto che confrontarsi su un’idea di città diversa da quella vista negli ultimi anni,  si punta più sull’antifascismo e sul riverbero politico nazionale, che sulla condivisione di contenuti convincenti. 

 

Nel dibattito solo timidi accenni ad un programma innovativo, ad una città che deve cambiare per forza di fronte all’imperversare dei mutamenti climatici e delle nuove esigenze dei cittadini nel campo della sicurezza e della vivibilità, quest’ultima messa sempre più in secondo piano, come se il vivere  in un ambiente sano si potesse sacrificare sempre sull’altare del commercio.

 

Del resto:

 

una città con un territorio di 11 km quadrati non può continuare ad essere soffocata dal traffico e dal cemento, occorre un piano della mobilità che risolva i problemi, occorre sfruttare la fortuna di essere a un quarto d’ora di treno dal centro di Milano, ma serve anche tutelare la mobilità delle categorie più deboli ed intervenire per migliorare la sicurezza stradale.

 

una città senza cultura e attività sportive è una città morta, per gli anziani e per i giovani occorre creare opportunità di socializzazione, attraverso adeguati spazi e strutture.

 

le aree dismesse oggi presenti devono essere recuperate per il lavoro e per la socialità, continuare  a pensare di recuperarle con edilizia residenziale è sbagliato, sopra tutto in una città che ha già 2000 alloggi sfitti.

 

una città che non si cura dell’ambiente, del verde, del patrimonio arborio è una città che non si pone il problema del futuro, il verde pubblico è da tutelare e da ampliare, creando quei corridoi ecologici necessari per il benessere collettivo.

 

Bisogna poi riportare nelle istituzioni comunali la democrazia – vera -, quella che permette il confronto politico, quella che da ai cittadini la possibilità di partecipare alle scelte importanti,  quella che si traduce con la trasparenza negli atti amministrativi e nella spesa pubblica, bisogna muoversi nell’interesse della comunità saronnese, non nell’interesse di pochi.

 

Non sarà facile ….   Ma provarci è un obbligo !! 

 

 

 

 

 

Mancano pochi mesi alle prossime elezioni amministrative, ma nel centrosinistra pare che imperi la voglia di perdere: tavoli inconcludenti, presupposti di autosufficienza, spocchia e supponenza la fanno da padroni.

 

La paura di perdere contro la lega di Salvini (più che di Fagioli) spinge a cercare le grandi coalizioni, basate più sulla contrapposizione alla Lega, che sulla condivisione di un programma, ci si impantana sui nomi , sulle scelte strategiche, piuttosto che confrontarsi su un’idea di città diversa da quella vista negli ultimi anni,  si punta più sull’antifascismo e sul riverbero politico nazionale, che sulla condivisione di contenuti convincenti. 

 

Nel dibattito solo timidi accenni ad un programma innovativo, ad una città che deve cambiare per forza di fronte all’imperversare dei mutamenti climatici e delle nuove esigenze dei cittadini nel campo della sicurezza e della vivibilità, quest’ultima messa sempre più in secondo piano, come se il vivere  in un ambiente sano si potesse sacrificare sempre sull’altare del commercio.

 

Del resto:

 

una città con un territorio di 11 km quadrati non può continuare ad essere soffocata dal traffico e dal cemento, occorre un piano della mobilità che risolva i problemi, occorre sfruttare la fortuna di essere a un quarto d’ora di treno dal centro di Milano, ma serve anche tutelare la mobilità delle categorie più deboli ed intervenire per migliorare la sicurezza stradale.

 

una città senza cultura e attività sportive è una città morta, per gli anziani e per i giovani occorre creare opportunità di socializzazione, attraverso adeguati spazi e strutture.

 

le aree dismesse oggi presenti devono essere recuperate per il lavoro e per la socialità, continuare  a pensare di recuperarle con edilizia residenziale è sbagliato, sopra tutto in una città che ha già 2000 alloggi sfitti.

 

una città che non si cura dell’ambiente, del verde, del patrimonio arborio è una città che non si pone il problema del futuro, il verde pubblico è da tutelare e da ampliare, creando quei corridoi ecologici necessari per il benessere collettivo.

 

Bisogna poi riportare nelle istituzioni comunali la democrazia – vera -, quella che permette il confronto politico, quella che da ai cittadini la possibilità di partecipare alle scelte importanti,  quella che si traduce con la trasparenza negli atti amministrativi e nella spesa pubblica, bisogna muoversi nell’interesse della comunità saronnese, non nell’interesse di pochi.

 

Non sarà facile ….   Ma provarci è un obbligo !! 

 

 

 

 

 

Mancano pochi mesi alle prossime elezioni amministrative, ma nel centrosinistra pare che imperi la voglia di perdere: tavoli inconcludenti, presupposti di autosufficienza, spocchia e supponenza la fanno da padroni.

 

La paura di perdere contro la lega di Salvini (più che di Fagioli) spinge a cercare le grandi coalizioni, basate più sulla contrapposizione alla Lega, che sulla condivisione di un programma, ci si impantana sui nomi , sulle scelte strategiche, piuttosto che confrontarsi su un’idea di città diversa da quella vista negli ultimi anni,  si punta più sull’antifascismo e sul riverbero politico nazionale, che sulla condivisione di contenuti convincenti. 

 

Nel dibattito solo timidi accenni ad un programma innovativo, ad una città che deve cambiare per forza di fronte all’imperversare dei mutamenti climatici e delle nuove esigenze dei cittadini nel campo della sicurezza e della vivibilità, quest’ultima messa sempre più in secondo piano, come se il vivere  in un ambiente sano si potesse sacrificare sempre sull’altare del commercio.

 

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una città con un territorio di 11 km quadrati non può continuare ad essere soffocata dal traffico e dal cemento, occorre un piano della mobilità che risolva i problemi, occorre sfruttare la fortuna di essere a un quarto d’ora di treno dal centro di Milano, ma serve anche tutelare la mobilità delle categorie più deboli ed intervenire per migliorare la sicurezza stradale.

 

una città senza cultura e attività sportive è una città morta, per gli anziani e per i giovani occorre creare opportunità di socializzazione, attraverso adeguati spazi e strutture.

 

le aree dismesse oggi presenti devono essere recuperate per il lavoro e per la socialità, continuare  a pensare di recuperarle con edilizia residenziale è sbagliato, sopra tutto in una città che ha già 2000 alloggi sfitti.

 

una città che non si cura dell’ambiente, del verde, del patrimonio arborio è una città che non si pone il problema del futuro, il verde pubblico è da tutelare e da ampliare, creando quei corridoi ecologici necessari per il benessere collettivo.

 

Bisogna poi riportare nelle istituzioni comunali la democrazia – vera -, quella che permette il confronto politico, quella che da ai cittadini la possibilità di partecipare alle scelte importanti,  quella che si traduce con la trasparenza negli atti amministrativi e nella spesa pubblica, bisogna muoversi nell’interesse della comunità saronnese, non nell’interesse di pochi.

 

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