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introduzione caso sandro marcucci

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Messaggi del 10/06/2016

 

processo trattativa ultime udienze

 

processo Capaci bis ultime udienze

Post n°1779 pubblicato il 10 Giugno 2016 da laura561

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processo borsellino quater ultime udienze

Post n°1778 pubblicato il 10 Giugno 2016 da laura561

  1. Caltanissetta - 10:22

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Comune di Viareggio 29 GIUGNO 2009: VIAREGGIO NON DIMENTICA

Post n°1777 pubblicato il 10 Giugno 2016 da laura561

29 GIUGNO 2009: VIAREGGIO NON DIMENTICA

«Non è facile parlare di fronte a questa platea: ci sono i familiari delle vittime di quella notte, ma anche i testimoni, i volontari e le forze dell’ordine che portarono i primi soccorsi. Professionisti ma anche e soprattutto uomini e donne che sono stati coinvolti personalmente in una vicenda che non può lasciare indifferente nessuno.

Perché la notte del 29 giugno 2009 viaggia su un doppio canale e una doppia sensibilità, che per forza di cose a tratti si sovrappongono, rendendo la vicenda ancora più terribile perché da tragedia privata diventa lutto pubblico e viceversa, senza poter mai definirsi nei contorni che di volta in volta sfumano nell’uno o nell’altro campo: così quando una storia o un particolare riaffiorano con tutto il loro carico di emozioni sembrano rendere vana qualsiasi forma di cerimoniale o di discorso istituzionale. Ma garantisco che non è così.

Lo stesso vale per il processo che va avanti, con i tempi lunghissimi della giustizia, e ogni volta rinnova il dolore nei familiari che lo seguono giustamente senza mancare mai una data, e assieme ai familiari ci sono quelle due magliette sulle sedie. Ma il processo deve essere seguito personalmente anche dal Comune di Viareggio perché l’istituzione faccia sentire la sua presenza.

Mi permetto di chiedervi e di chiedermi: ma come si può arrivare a prescrivere la morte di 32 persone? Se voi provate ad andare in quell’aula fredda, com’è ogni aula processuale, e vedere come si svolge quel processo si capisce quanta distanza ci sia tra le persone e la giustizia. A questo processo bisogna andare, per capirlo. Per capire la rabbia che i familiari delle vittime ogni volta esprimono.

Il punto è che 32 persone non ci sono più: 32 vite sono state spazzate via coinvolgendo in un'unica grande ferita, la nostra città.

Tuttavia la città è andata avanti, via Ponchielli prova a rinascere. Ci sono il parco, la casina dei ricordi: grazie all’impegno e al lavoro volontario di tanti, ci sono 32 alberi davanti agli appartamenti ristrutturati: e alcuni appartamenti verranno assegnati alle giovani coppie.

Segnali di ripartenza e di attenzione che sono fondamentali per Viareggio: per il suo futuro, per la volontà, che deve esserci, di guardare oltre. Ma che sono importanti anche per le famiglie delle vittime: per far sentire che Viareggio è vicina a loro e non dimentica. Madri, padri, mariti, mogli, sorelle e fratelli che nel sorridere ogni volta che ricevono un premio o un riconoscimento, come quello di questo corto bellissimo che abbiamo visto, hanno negli occhi le immagini di quella notte, e sentono fisicamente la mancanza di quelle persone.

Il documento che è stato presentato questa sera da Marco Piagentini sarà approfondito dalla Giunta dai Consiglieri, già dalla prossima settimana. Perché questo deve essere il documento della città: della comunità di Viareggio. Augurandoci che tanti altri Comuni ci vengano dietro.

Viareggio è stata magica: ha fatto suo il dolore dei familiari delle vittima. Ognuno di noi privatamente lo sente e sa di esserne coinvolto e deve farci i conti ogni giorno. In pochi di noi, passando davanti alla ferrovia, credo possano fare a meno di ripensare a quella notte.

Di nuovo il pubblico e il privato si fondono, si compenetrano. Diventano una cosa sola e da semplici cittadini, partecipandone, diventiamo comunità.

Una comunità che si riunisce come stasera per una celebrazione dai toni istituzionali e che il 29 giugno si troverà ancora, per il settimo anno consecutivo, a sfilare lungo le strade e in via Ponchielli, come un unico grande corpo che ricorda e partecipa pubblicamente a un dolore privato.

Privato, ma di tutti.

Viareggio non dimentica: Viareggio garantisco, non può dimenticare».

Il sindaco di ‪#‎Viareggio‬
Giorgio Del Ghingaro

foto di Comune di Viareggio.

 
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Il Tirreno Pisa: La coerenza, la schiena dritta: Giuliano, sei indimenticabile

Post n°1776 pubblicato il 10 Giugno 2016 da laura561

La coerenza, la schiena dritta: Giuliano, sei indimenticabile

di CANDIDA VIRGONE «Pisa perde un cronista acuto ed appassionato, che ha lasciato un forte segno con la sua vicenda professionale e con il suo impegno attivo. Per i colleghi più giovani era un esempio di buon giornalismo, di cultura solida e versatile, di capacità critica e di curiosità intellettuale». Sono alcune delle parole inviate dal sindaco, Marco Filippeschi, alla cerimonia di addio che si è svolta ieri pomeriggio alla Pubblica assistenza, con rito civile, per il nostro collega, Giuliano Fontani, ex colonna del Tirreno, scomparso improvvisamente nella notte fra domenica e lunedì, colpito da un attacco al cuore. Il primo cittadino non era presente. Impegni istituzionali lo avevano tenuto lontano dalla città. E'stato un addio commosso ma informale e diretto, in perfetta aderenza con lo stile di vita semplice ed essenziale che ha sempre contraddistinto Giuliano e il suo pensiero. Tanti amici, colleghi, autorità di ieri e di oggi, venuti a dare un abbraccio alla moglie di Giuliano Fontani, Anna Maria Tonazzini, nel momento difficile del distacco. La maglia nerazzurra che nella camera ardente aveva spiccato sulla bara, era stretta nelle mani di Anna Maria, protagonista di un dolore composto e vivo, che a Giuliano sarebbe piaciuto. Ad aprire una lunga serie di ricordi affettuosi e divertiti, che non hanno potuto fare a meno di ricordare l'ironia ed il sorriso di Fontani, è stato il collega Gianfranco Borrelli, fino a pochi mesi fa caporedattore del nostro giornale, cresciuto, sempre al Tirreno, sotto l'ala dell'amico e maestro. «Giuliano era capace di trasmettere un senso di vita straordinario», ha detto Borrelli ricordandone due grandi doti, che dovrebbero essere di insegnamento ai giovani: «schiena dritta e coerenza». Quindi è stato letto il messaggio del sindaco. «Per gli sportivi era un punto di riferimento - ha scritto Marco Filippeschi - per la vena creativa nel leggere gli eventi e per l'attaccamento al calcio nerazzurro. Perdiamo la sua umanità e la sua forte presenza, dobbiamo ricordarlo e far valere il suo esempio. Un abbraccio affettuoso ai suoi familiari, ai suoi colleghi del Tirreno e ai suoi tanti amici». Quindi il responsabile degli assetti societari del Pisa calcio, Pierluigi Tomassetti, ha letto un messaggio del presidente: «Caro Giuliano - aveva scritto fra l'altro Fabio Petroni - per me non pisano hai rappresentato un insostituibile riferimento per quelle tue doti di trasparenza, onestà ed autonomia di giudizio che hai sempre manifestato e che ti hanno reso unico. Questo riferimento rimarrà indelebilmente e per sempre dentro di me, continuerà ad ispirarmi per dare a Pisa ed al Pisa un modesto ma positivo contributo e mi piacerà ricordati come ti ho visto domenica allo stadio, esultante e felice per la vittoria del nostro Pisa. Questa è la sola soddisfazione che nel dolore rimane: averti incontrato per l'ultima volta in un momento di grande e condivisa gioia». Dopo il saluto commosso e ironico del collega Renzo Castelli (che ha ricordato tante battaglie professionali, condotte su fronti opposti, ma capaci di cementare ancor più il loro rapporto d'amicizia), concluso con la frase "io ti ho dato tanti cavalli, ora sei tu nelle condizioni di farmi saper qualcosa", è stata la volta dell'ex capitano dell'aeronautica Mario Ciancarella, indagatore di tanti misteri italiani. «Lui laico - ha ricordato - mi prendeva in giro come credente, ma oggi mi permetto di consegnarlo all'abbraccio del padre». «Gli devo un sacco di risate»: ha detto convinto un suo amico di sempre, Giorgio Meletti, del Fatto Quotidiano, anche lui in un certo qual modo, come tutti noi, allievo di Giuliano, ripercorrendo passi mossi insieme, come l'esperienza di Radio Ulisse. «Durante un gioco del ponte ho rischiato il linciaggio - ha raccontato - perché entrati nella parte di Mezzogiorno a indagare nell'83 su quello che scoppiò come il giallo della rondella, mi indicò come "uno di Tramontana". Rimase famosa la mia risposta, che mi ricordava ridendo tutte le volte che mi vedeva. "Sono di Cagliari": avevo urlato per salvarmi dai combattenti…. Lui non se lo dimenticava… ». L'ultima parola è stata quella di uno dei cugini, per lui come fratelli. «Mio zio lo voleva alle poste come lui - ha detto Tommaso Rubino - e lo chiamava giornalaio..., ma il tempo gli ha dato ragione: era un grande giornalista».

 
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