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introduzione caso sandro marcucciTutto quanto qui pubblicato è scritto da Laura Picchi che ne ha l'esclusiva responsabilità.
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Messaggi di Marzo 2018
Post n°1992 pubblicato il 31 Marzo 2018 da laura561
31 Marzo 2018 Manifestazione No Muos a Niscemi
Post n°1991 pubblicato il 31 Marzo 2018 da laura561
si chiede verità e giustizia per il maresciallo AM italia Mario Alberto Dettori http://www.strageustica.altervista.org/
oggi è l'anniversario 31 dell'omicidio Dettori CHIEDIAMO VERITA' E GIUSTIZIA IN SUA MEMORIA IL LAVORO MIO FINITO SULLA STRAGE DI USTICA
Post n°1990 pubblicato il 30 Marzo 2018 da laura561
Mario Ciancarella segnala questa petizione per lui fatta da suoi amici di Lucca. Ci tiene a che venga fatta girare e chi vuole la firmi grazie a tutti e tutte. Io anche se ho idee un po' diverse dai promotori della petizione su cosa bisognerebbe fare e con chi per Mario ho firmato per affetto suo appena me l'ha inoltrata. Oggi. change.org Da troppo tempo Mario Ciancarella lotta per avere giustizia
Post n°1989 pubblicato il 30 Marzo 2018 da laura561
CASO CIANCARELLA: LAURA PICCHI SMONTA IL TEOREMA DEL COLLEGIO DEL TAR CHE LA RICHIESTA DI NULLITA' SAREBBE AVVENUTA TROPPO TARDI E I RISARCIMENTI SAREBBERO RICHIESTI TROPPO TARDI
Post n°1988 pubblicato il 22 Marzo 2018 da laura561
questo è il mio lavoro su Ustica finito . stamani ho inserito gli ultimi dati nel testo che non avevo piu' avuto il tempo di mettere per l'attesa di sapere se avevo il cancro, la smentita che avevo il cancro, l'ictus di mia nonna e il suo decesso, dover portare avanti una casa. Ora potete leggervelo nella sua interezza, è omissato degli atti di Grosseto come sempre. laura picchi
Post n°1987 pubblicato il 21 Marzo 2018 da laura561
LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA
di Mario Ciancarella
Il 14 Febbraio scorso il Collegio del TAR Toscana nella udienza relativa alla impugnazione della falsificazione della firma del Presidente della Repubblica sul decreto della mia radiazione aveva ritenuto chiuso il dibattimento e si era ritirato per la decisione.
Un mese dopo invece la vicenda e' stata riaperta, con una ulteriore udienza fissata per il giorno 16 Maggio prossimo, per la quale si chiede a me di dimostrare quanto abbia fin qui fatto per oppormi alle conseguenze di quel decreto di radiazione in quanto “Il collegio ha rilevato che sussistono seri dubbi in ordine alla tardività del ricorso con riferimento sia, al termine di cui all’art. 31 cpa in materia di proponimento dell’azione di nullità sia, ancora, per quanto concerne il comportamento complessivo tenuto dal ricorrente a partire da quanto (cosi' nel testo “quanto” piuttosto che “quando”) quest’ultimo ha avuto notizia dell’esistenza del provvedimento di rimozione oggetto del presente ricorso, comportamento che appare comunque incompatibile con la volontà di opporsi al procedimento disciplinare di cui il ricorrente è risultato destinatario”.
Ora, a parte la stranezza della riapertura della discussione nel merito, non si capisce bene se il termine di 30 giorni assegnato alle parti perche' trasmettano le proprie memorie in merito sia funzionale piuttosto alla Avvocatura - la quale fin qui ha prodotto davvero ben poco a fronte della posizione sostenuta che la firma del Presidente della Repubblica sarebbe un pro-forma, ne' ha presentato significative documentazioni sul procedimento disciplinare in quanto tale come era stata invece richiesta - che non alle esigenze del ricorrente. Infatti io non ho mai ricevuto una ed una sola notifica formale del provvedimento ed ho potuto dunque cercare di impugnarlo solo nei tempi in cui mi e' stato prodotto il decreto falso e in quelli necessari a garantirmi la necessaria assistenza legale. In questo Paese infatti non e' consentito all'interessato di sollevare in proprio di fronte alla Giustizia alcuna istanza.
Mi sembra un assurdo bizantinismo, in ossequio del potere. La volonta' di buttare la palla fuori campo sperando che qualcuno o qualcosa possa forarla prima che rientri in campo. Non una parola sulla falsificazione della firma del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e Capo delle Forze Armate. Solo l'interrogativo se io non abbia fatto troppo poco per dimostrare la mia insofferenza agli effetti del provvedimento di radiazione. Un provvedimento che la Legge vuole sia nullo in virtu' della falsificazione e che dunque non ha ragione di essere nei suoi effetti.
Forse secondo qualcuno avrei potuto recarmi armato di mitra sotto il Ministero a rivendicare il mio diritto leso da una firma spudoratamente falsa apposta da non si sa chi. Ma io a certe tentazioni non ho mai inteso cedere, anche se non nascondo di aver subito a volte, nel mio percorso, istinti di violenza.
Ma la vera differenza sta tra il concetto di mera legalita', cui oggi tanti si fanno piena la bocca ad ogni occasione, per dimostrare la propria predisposizione e volonta' democratica, e il concetto di Legalita' Democratica e Costituzionale per cui mi sono invece sempre battuto.
La prima si fonda su un concetto acritico del potere (nel nostro caso del Potere Militare), la seconda sulla centralita' della Persona Umana e dei suoi diritti fondamentali, cosi' come assunti nelle Costituzioni Nazionali e nelle Convenzioni Internazionali.
Nel primo caso ogni e qualsiasi potere ha una sua propria forma di legalita': la stessa Mafia ha una sua legalita' e fa pagare pesantemente ogni “sgarro” al colpevole.
Era una forma legalita' (scritta o meno che fosse ma comunque una legalita' disposta dal potere) quella medioevale dello ius primae noctis che consentiva al padrone e signore di giacere con una sposa prima del suo marito la notte stessa delle sue nozze. Era una forma di legalita' quella per cui i regimi fascista e nazista emanarono le leggi sulla razza che avrebbero portato dopo innumerevoli negazioni di diritti fondamentali quali la partecipazione alla scuola ed alla cultura, la liberta' di commercio e la stessa identita' di popolo e etnia al feroce annientamento di zingari, omosessuali, oppositori politici ed infine al genocidio di un intero popolo: il popolo ebraico.
Era una forma di legalita' quella per cui il delitto di femminicidio poteva essere passato ed assolto come “delitto d'onore” in auge fino agli anni 60, o per la quale lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona (fino agli anni 80).
Era una forma primordiale di legalita' anche la presunzione dei padri di poter disporre impunemente della sorte dei figli: “Io ti ho fatto ed io ti sfascio”.
La generica legalita' dunque risponde solo agli interessi immediati del potere e dei suoi epigoni, per quanto momentanei.
Altra cosa e' la Legalita' Democratica e Costituzionale, quella cioe' che riferisce primariamente alla Persona Umana ed ai suoi Diritti Fondamentali conquistati dai Popoli dopo secoli di sudditanza passiva ai potentati, diritti tra cui rientrano anche l'integrita' e la serenita' psichica biologica ed esistenziale.
Ora mi sembra che il Collegio del Tar stia attentando alla mia serenita' quasi piu' degli estensori della firma falsa del Presidente Pertini, scaricando su di me delle richieste dimostrative che andrebbero piuttosto esigite dagli estensori del falso.
Da questi ultimi in qualche misura ero infatti pronto a subire anche la violenza e la presunzione di insindacabilita'. Non mi sorprese dunque - anche se mi umilio' profondamente e solo dopo anni sono riuscito a metabolizzarla scrivendone nel mio “Impossibile pentirsi” - la violenza fisica che mi fu inflitta la prima notte di carcerazione a Forte Boccea, carcere militare, il 29 Settembre 1980.
Pero' era stato proprio il Presidente Pertini a offrirmi un insegnamento salvifico e funzionale a sopravvivere a simili violenze quando ci disse, concludendo la audizione in Quirinale, che certamente avremmo passato guai seri e persecuzioni pesantissime, ma ammonendoci di aver comunque e sempre come riferimento e a riporre fiducia nelle Istituzioni e nella Giustizia dello Stato democratico perche' concluse “in uno stato che fosse mutato da democratico in autoritario il posto dei veri patrioti non potrebbe che essere il banco degli imputati e la loro sorte l'esilio o il carcere”.
Pensavo dunque di aver gia' sperimentato la persistenza di una natura antidemocratica in un sistema militare di cui si diceva - e' stato il Procuratore Generale Militare e ricordarlo nella prolusione di apertura dell'anno giudiziario 2000, non io - che “fosse una beata insula incontaminata dal contagio costituzionale”.
Drammatico e quasi incredibile, se non fosse vero a 50 anni dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione dal Nazifascismo. E se non ne avessi avuto riscontro continuato nella mia dura battaglia per la democrazia nelle Forze armate. Una battaglia che arrivo' a far iscrivere fra i doveri di ogni militare anche quel dovere della disobbedienza di fronte ad ordini manifestamente illegali o che fossero diretti contro le istituzioni. Un articolo di Legge (art 4 L 382/78) che faceva impazzire tanti e troppi Generali, per l'impossibilita' - scrissero a Pertini in una lettera di doglianze sulla Legge - di poter ancora comandare.
Una statuizione legislativa invece di grande levatura democratica (che ebbe il coraggio di riprendere e fissare nella Legge il principio di Norimberga per cui ogni militare e' comunque responsabile della esecuzione degli ordini ricevuti indipendentemente dalla imperiosita' e minacciosita' del livello da cui quegli ordini fossero pervenuti) e non interpretabile diversamente dal suo contenuto letterale; ma alla quale si opposero quanti avevano da custodire indicibili segreti di corruzioni e di stragi mai compiutamente indagate come le tangenti per le grandi revisioni degli aeroplani C-130, come la tragedia del Monte Serra, come la strage di Ustica. Eliminando con ogni mezzo lecito o illecito che fosse, mortifero o di eliminazione sostanziale come nel mio caso, ogni antagonista o indomabile oppositore quale scelsi di divenire e di essere proprio di fronte ai cadaveri straziati dei cadetti della marina morti nella tragedia del Monte Serra.
Oggi la Giustizia Amministrativa sta mettendo a dura prova la mia capacita' di resistenza e di perseveranza. Mi chiedo se non siamo gia' di fronte ad una inversione dello Stato di Diritto Positivo e Democratico verso le forme proprie dell'autoritarismo piu' feroce e meno nobile, ammantato della maschera dell'ossequio alla legalita' formale, fredda ed omicida piu' di un colpo di pistola.
Mi faccio forza, in virtu' dei rapporti umani che ho potuto allacciare in questi anni ed ai legami familiari che sono riusciti a resistere ad anni di lotte e sofferenze, e che mi hanno consentito di portarmi fino alla realizzazione di un passo comunque incancellabile della mia storia e cioe' la affermazione - passata in giudicato - che la firma di Pertini su quel decreto fosse un volgare falso.
Questo nessuna distorsione o nessuna spregiudicata contorsione del TAR potra' ormai cancellarlo. C'e' solo da sapere se, dopo 35 anni di resistenza si possa ancora affermare che il Capitano Ciancarella non abbia fatto e dimostrato nulla che potesse sembrare un volersi opporre alle conseguenze di quel procedimento disciplinare vergognoso nel suo svolgimento e nelle sue conclusioni (cioe' con la falsificazione della firma del Presidente della Repubblica).
Nulla di nuovo sotto il sole purtroppo. Anche di fronte agli esiti di indagini parlamentari attente ed esigenti sull'impiego di armi all'uranio impoverito, ad esempio, si e' scelto di tornare a mentire sul loro utilizzo e sulla consapevolezza dei loro effetti, lasciando i propri valorosi uomini nelle maglie della legalita' dei potenti e abbandonandoli nelle angosciose angustie della malattie assunte in servizio e a causa del servizio.
Questo ci dice quanta ancora bisogna farne di strada prima che in ogni militare possa nascere una coscienza democratica, per reagire prima ancora che l'ignavia porti qualcuno a contrarre personali malattie. Per riuscire cioe' a dire NO ad ogni ordine illecito e illegale prima ed indipendentemente dal subire effetti indesiderati su se stessi. Perche' le popolazioni civili sottoposte ad attacchi con quel tipo di armi sono vittime non collaterali ma dirette della volonta' di potenza che si espresse in quei bombardamenti, sono vittime di “crimini contro l'umanita'”.
Non ambisco essere riconosciuto come vittima di crimini similari, ma quantomeno di essere rispettato per la mia storia che, tutta, parla per me e per il mio impegno accanto alle vittime di qualsiasi nefandezza sia stata compiuta in nome di una malintesa legalita' dettata dal potere.
Ci sono le mie ripetute lettere a Capi di Stato e di Governo, Ministri della Difesa Capi di Stato Maggiore a testimoniare che non mi sono mai arreso alla ineluttabilita' della radiazione disposta con un decreto falso ed ignobile come quella firma del Presidente Pertini.
Mario Ciancarella l'intervista a Mario Ciancarella in video e audio Mario Ciancarella, leader del Movimento Democratico dei militari e radiato nel 1983 con un documento poi rivelatosi falso oltre trent'a... piumatv.blogspot.com
Post n°1986 pubblicato il 21 Marzo 2018 da laura561
LA ABISSALE DISTANZA TRA SEMPLICE LEGALITA' E LEGALITA' DEMOCRATICA
di Mario Ciancarella
Il 14 Febbraio scorso il Collegio del TAR Toscana nella udienza relativa alla impugnazione della falsificazione della firma del Presidente della Repubblica sul decreto della mia radiazione aveva ritenuto chiuso il dibattimento e si era ritirato per la decisione.
Un mese dopo invece la vicenda e' stata riaperta, con una ulteriore udienza fissata per il giorno 16 Maggio prossimo, per la quale si chiede a me di dimostrare quanto abbia fin qui fatto per oppormi alle conseguenze di quel decreto di radiazione in quanto “Il collegio ha rilevato che sussistono seri dubbi in ordine alla tardività del ricorso con riferimento sia, al termine di cui all’art. 31 cpa in materia di proponimento dell’azione di nullità sia, ancora, per quanto concerne il comportamento complessivo tenuto dal ricorrente a partire da quanto (cosi' nel testo “quanto” piuttosto che “quando”) quest’ultimo ha avuto notizia dell’esistenza del provvedimento di rimozione oggetto del presente ricorso, comportamento che appare comunque incompatibile con la volontà di opporsi al procedimento disciplinare di cui il ricorrente è risultato destinatario”.
Ora, a parte la stranezza della riapertura della discussione nel merito, non si capisce bene se il termine di 30 giorni assegnato alle parti perche' trasmettano le proprie memorie in merito sia funzionale piuttosto alla Avvocatura - la quale fin qui ha prodotto davvero ben poco a fronte della posizione sostenuta che la firma del Presidente della Repubblica sarebbe un pro-forma, ne' ha presentato significative documentazioni sul procedimento disciplinare in quanto tale come era stata invece richiesta - che non alle esigenze del ricorrente. Infatti io non ho mai ricevuto una ed una sola notifica formale del provvedimento ed ho potuto dunque cercare di impugnarlo solo nei tempi in cui mi e' stato prodotto il decreto falso e in quelli necessari a garantirmi la necessaria assistenza legale. In questo Paese infatti non e' consentito all'interessato di sollevare in proprio di fronte alla Giustizia alcuna istanza.
Mi sembra un assurdo bizantinismo, in ossequio del potere. La volonta' di buttare la palla fuori campo sperando che qualcuno o qualcosa possa forarla prima che rientri in campo. Non una parola sulla falsificazione della firma del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e Capo delle Forze Armate. Solo l'interrogativo se io non abbia fatto troppo poco per dimostrare la mia insofferenza agli effetti del provvedimento di radiazione. Un provvedimento che la Legge vuole sia nullo in virtu' della falsificazione e che dunque non ha ragione di essere nei suoi effetti.
Forse secondo qualcuno avrei potuto recarmi armato di mitra sotto il Ministero a rivendicare il mio diritto leso da una firma spudoratamente falsa apposta da non si sa chi. Ma io a certe tentazioni non ho mai inteso cedere, anche se non nascondo di aver subito a volte, nel mio percorso, istinti di violenza.
Ma la vera differenza sta tra il concetto di mera legalita', cui oggi tanti si fanno piena la bocca ad ogni occasione, per dimostrare la propria predisposizione e volonta' democratica, e il concetto di Legalita' Democratica e Costituzionale per cui mi sono invece sempre battuto.
La prima si fonda su un concetto acritico del potere (nel nostro caso del Potere Militare), la seconda sulla centralita' della Persona Umana e dei suoi diritti fondamentali, cosi' come assunti nelle Costituzioni Nazionali e nelle Convenzioni Internazionali.
Nel primo caso ogni e qualsiasi potere ha una sua propria forma di legalita': la stessa Mafia ha una sua legalita' e fa pagare pesantemente ogni “sgarro” al colpevole.
Era una forma legalita' (scritta o meno che fosse ma comunque una legalita' disposta dal potere) quella medioevale dello ius primae noctis che consentiva al padrone e signore di giacere con una sposa prima del suo marito la notte stessa delle sue nozze. Era una forma di legalita' quella per cui i regimi fascista e nazista emanarono le leggi sulla razza che avrebbero portato dopo innumerevoli negazioni di diritti fondamentali quali la partecipazione alla scuola ed alla cultura, la liberta' di commercio e la stessa identita' di popolo e etnia al feroce annientamento di zingari, omosessuali, oppositori politici ed infine al genocidio di un intero popolo: il popolo ebraico.
Era una forma di legalita' quella per cui il delitto di femminicidio poteva essere passato ed assolto come “delitto d'onore” in auge fino agli anni 60, o per la quale lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona (fino agli anni 80).
Era una forma primordiale di legalita' anche la presunzione dei padri di poter disporre impunemente della sorte dei figli: “Io ti ho fatto ed io ti sfascio”.
La generica legalita' dunque risponde solo agli interessi immediati del potere e dei suoi epigoni, per quanto momentanei.
Altra cosa e' la Legalita' Democratica e Costituzionale, quella cioe' che riferisce primariamente alla Persona Umana ed ai suoi Diritti Fondamentali conquistati dai Popoli dopo secoli di sudditanza passiva ai potentati, diritti tra cui rientrano anche l'integrita' e la serenita' psichica biologica ed esistenziale.
Ora mi sembra che il Collegio del Tar stia attentando alla mia serenita' quasi piu' degli estensori della firma falsa del Presidente Pertini, scaricando su di me delle richieste dimostrative che andrebbero piuttosto esigite dagli estensori del falso.
Da questi ultimi in qualche misura ero infatti pronto a subire anche la violenza e la presunzione di insindacabilita'. Non mi sorprese dunque - anche se mi umilio' profondamente e solo dopo anni sono riuscito a metabolizzarla scrivendone nel mio “Impossibile pentirsi” - la violenza fisica che mi fu inflitta la prima notte di carcerazione a Forte Boccea, carcere militare, il 29 Settembre 1980.
Pero' era stato proprio il Presidente Pertini a offrirmi un insegnamento salvifico e funzionale a sopravvivere a simili violenze quando ci disse, concludendo la audizione in Quirinale, che certamente avremmo passato guai seri e persecuzioni pesantissime, ma ammonendoci di aver comunque e sempre come riferimento e a riporre fiducia nelle Istituzioni e nella Giustizia dello Stato democratico perche' concluse “in uno stato che fosse mutato da democratico in autoritario il posto dei veri patrioti non potrebbe che essere il banco degli imputati e la loro sorte l'esilio o il carcere”.
Pensavo dunque di aver gia' sperimentato la persistenza di una natura antidemocratica in un sistema militare di cui si diceva - e' stato il Procuratore Generale Militare e ricordarlo nella prolusione di apertura dell'anno giudiziario 2000, non io - che “fosse una beata insula incontaminata dal contagio costituzionale”.
Drammatico e quasi incredibile, se non fosse vero a 50 anni dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione dal Nazifascismo. E se non ne avessi avuto riscontro continuato nella mia dura battaglia per la democrazia nelle Forze armate. Una battaglia che arrivo' a far iscrivere fra i doveri di ogni militare anche quel dovere della disobbedienza di fronte ad ordini manifestamente illegali o che fossero diretti contro le istituzioni. Un articolo di Legge (art 4 L 382/78) che faceva impazzire tanti e troppi Generali, per l'impossibilita' - scrissero a Pertini in una lettera di doglianze sulla Legge - di poter ancora comandare.
Una statuizione legislativa invece di grande levatura democratica (che ebbe il coraggio di riprendere e fissare nella Legge il principio di Norimberga per cui ogni militare e' comunque responsabile
Post n°1985 pubblicato il 19 Marzo 2018 da laura561
Il Tar dice che ci vuole rivedere il 16 maggio. Dice che nutre forti dubbi. Il “COMPORTAMENTO COMPLESSIVO DI MIO PADRE IN TUTTI QUESTI ANNI SEMBREREBBE COMUNQUE INCOMPATIBILE CON LA VOLONTÀ DI VOLER OPPORSI AL PROCEDIMENTO. “
I MIEI COMMENTI Laura Picchi grazie. è quello che penso anch'io poi diamo un voto per il comportamento complessivo anche a tutta la politica rimasta indifferente quando è andata bene, oppure stava quando è andata meno bene direttamente in complicità a mentire con i generali Laura Picchi noi siamo TESTiMONI DIRETTI CON LA FAMIGLIA DI CIANCARELLA DI QUANTO E' ACCADUTO DAL 1980 AD OGGI. A NOI NON CI POSSONO MAI CONVINCERE CHE E' TROPPO TARDI PER LA GIUSTIZIA NON HA SCADENZA COME LO JOGHURT LA GIUSTIZIA E TANTOMENO LA VERITA'. SIAMO CON LA FAMIGLIA CIANCARELLA E LA LORO INDIGNAZIONE E' ANCHE LA NOSTRA. INSIEME CONTINUEREMO A LOTTARE. UN ABBRACCIO A TUTTI E TUTTE questo è il messaggio della moglie di Mario per il potere, sono certa lo leggeranno. Le gioie che danno familiari e amici beh il potere non ce le toglierà MAI....OGNI NOSTRA GIOIA UN LORO MOMENTO DI CUPEZZA... IL NOSTRO AMORE INCROLLABILE VINCE SUL LORO ODIO INFIMO...UN ABBRACCIO Luciana Luciani Il diciotto marzo mio marito Mario ha compiuto 67 anni..Nel 1980 quando è stato arrestato le nostre famiglie , amici coetanei, ,sacerdoti e vescovo Agresti hanno condiviso le nostre pene e le nostre speranze...anche le umiliazioni dei rifiuti di diversi avvocati a difenderlo...ma il diciotto è stata comunque una festa per la vita di Mario ...ancora con la famiglia e gli amici.Queste gioie non ce le toglieranno mai ... 19 marzo e ......DI LAURA PICCHI strageustica.altervista.org libro Tesi Laura Picchi Ustica e documentazione
Post n°1984 pubblicato il 15 Marzo 2018 da laura561
ORDINANZA CASO CIANCARELLA Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana Visti il ricorso e i relativi allegati;
Post n°1983 pubblicato il 14 Marzo 2018 da laura561
Un ripassino Moro anticomunista si rende conto che la dc è in calo di voti e che il mondo sta cambiando è il 1960 comincia a pensare al governo delle larghe intese con il Pci. Ha subito contro gli Usa. Nel 1969 c'è la strage di Piazza Fontana a Moro nascondono del progetto del golpe Borghese avallato dagli Usa. Moro continua l'avvicinamento al Pci e gli Usa s'incazzano , Moro comincia a realizzare che la strage di Piazza Fontana è fascista come quella di Piazza della Loggia. Dovrebbe salire sull'italicus, ma ne discende, quel treno salta in aria. Moro continua a flirtare con il Pci. gli Usa infiltrano le Br vedi libro Pieczenik che lo rapiscono e lo uccidono non da soli. La strage della scorta avviene davanti a Pino rauti, a casa sua ed egli dirà non si è accorto di nulla. Gelli dirà che Moro se l'è cercata. Sulla scena del delitto c'è Guglielmi di Gladio. Cossiga di gladio ministro degli interni non farà nulla per salvare Moro e alla morte di Moro tra i consulenti di Cossiga ci sarà un certo Micheal Ledeen che comincerà a tessere la tela a Roma per un nuovo fascismo universale. come lo spiegheremo poi. che c'è di mistero? nulla eccetto solo come si possa definire giornalismo quello che ci propinano i super media di regime in Italia. laura picchi
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Inviato da: Grademiner
il 19/04/2024 alle 06:49
Inviato da: Utente
il 05/01/2023 alle 20:53
Inviato da: cassetta2
il 09/12/2022 alle 10:02
Inviato da: cassetta2
il 30/10/2022 alle 15:26
Inviato da: cassetta2
il 26/10/2022 alle 19:59