Filosofia&EsistenzaLa filosofia è l'esser coscienti d'essere, d'esserci; è il continuo progettarsi per essere ciò che si è il più autenticamente possibile, scegliendosi sempre nella propria libertà, facendosi liberi, senza attendere di diventarlo. |
PRECISAZIONI DELL'AUTORE
Questo blog non ambisce a nessuna Hit, non pretende di rientrare in alcuna classifica.
La crudità di alcune immagini qui esposte non si pone scopi drammaturgici, nè di effetto scenico, tantomeno velleità di moralismo ipocrita perbenista o buonista. Esse sono immagini di un reale che oggi è tale, ma che il sistema tace o colora con il sedativo del benessere apparente e dell'accondiscendimento accomodante, quando non della manipolazione informativa. L'esposizione di tali immagini non è gradevole nemmeno per l'autore del blog stesso, il cui scopo unico non è quello di suscitare un commiserevole senso di colpa nei destinatari, quantopiù di far prendere loro coscienza della situazione di fatto e delle responsabilità di ogni essere umano nei confronti di questa situazione stessa, tragica e disumana. L'unica unità di misura del successo di questo blog è quella del raggiungimento di una presa di coscienza critica di giudizio autonomo da parte del maggor numero di persone possibili, rammentando che la libertà di un essere umano finisce dove inizia quella di un suo simile e che, per quanto ognuno di noi inventi scuse con se stesso, ricadendo nella rete a maglie strette della malafede per limitare le proprie resposabilità, comuque lo si voglia o no, parafrasando Sartre:"Siamo condannati ad essere liberi".
M.P. (brokenheart74dgl)
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GABER ... IO SE FOSSI DIO
Ho questo immenso Nulla d'essere che mi svuota l'animo. Forse l'eterno ritorno dell'identico nietzschiano non è poi una fantasia metafisica del tutto campata in aria; forse, per noi "folli romantici", gli eventi si ripetono quasi identici perchè ce li andiamo a cercare, inconsapevolmente, eppur agendo in prima persona. M.P. |
"Anche l'esser-solo dell'Esserci è un modo di con-essere nel mondo. L'altro può mancare soltanto in e per un con-essere. L'esser-solo è un modo difettivo del con-essere, e la sua stessa possibilità è la conferma di quest'ultimo. D'altra parte, la solitudine non vien meno per l' avvicinarsi di un altro esemplare della specie umana, o di dieci. Per numerosi che siano i presenti, l'Esserci può restare solo. Il con-essere e l'effettività dell'esser-assieme non si fondano quindi nella compresenza di molti soggetti." |
Quando ci si trova dinnanzi ad un nemico palesemente, consapevolmente, irrimediabilmente riconosciuto come più forte e superiore a se stessi si può ricorrere, in ultima istanza, pur di non soccombergli, alla fuga. Si può scappare il più lontano possibile: nei luoghi più remoti e nascosti, nelle terre più lontane e desolate, nei territori più impervi, sulle vette più alte, nei canyon più profondi. Una fuga disperata e frenetica, seppur mossa dalla labile, speranzosa certezza di potergli sfuggire. Ci si potrebbe camuffare, nel fidente tentativo di evitare, nello sfortunato caso lo si riincontrasse sulla propria strada, d'esser da lui riconosciuti e di conseguenza trucidati. Gli si potrebbe addirittura tendere un ingegnoso tranello, cercando di coglierlo alle spalle e attraverso l'effetto sorpresa, allorché indifeso, inerme, impreparato, tentare di sconfiggerlo. Tutto ciò sarebbe probabilmente immorale, indubbiamente sleale e ineludibilmente sinonimo di codardia, comunque possibile e tuttavia attuabile, eccezion fatta per una particolare circostanza, vale a dire nel caso in cui il nemico in questione non si trovi "dinnanzi" a sé, bensì "dentro" di sé. Come si può pensare, infatti, di fuggire per non farsi trovare, di camuffarsi per non farsi riconoscere, e a rigor di logica ancor più insensato, di ingannare per coglierlo di sorpresa, chi già a priori conosce tutte le nostre mosse? È forse possibile giocare a "nascondino" da soli, essere a un tempo stesso il cercante e il cercato, e sperare di non esser trovati, se non addirittura tentare di fare "tana" a se stessi? Se è possibile evitare di ascoltare una persona mentre parla, è altrettanto possibile parlare da soli e non "udirsi"? Chi sarebbe il vincitore di una "battaglia navale" giocata in solitario, o di un conflitto bellico fra due fazioni opposte certo, ma con a capo il medesimo comandante? In conclusione: "Come puoi cercare di sconfiggere il tuo peggior nemico quando ti rendi conto, ahimè, che quel nemico si tanto temuto altri non sei ... che TU STESSO "? M.P. |
I'm just the pieces of the man I used to be |
L'esistenza è possibilità, è libertà non vincolata se non dalle nostre scelte, dall'impegno che noi mettiamo nel progettarci nel mondo. Certo ogni scelta, in quanto libera, prevede il rischio della riuscita o del fallimento, ed è nostra responsabilità ogni movimento in cui dirigiamo le nostre azioni. Questo rischio, comporta, in quanto tale, un eterno mettersi in gioco, un porsi in una situazione di dubbio. In quest'ultimo si cela quello spazio di non-essere, di non ancora esistente, quel vuoto non ancora riempito d'essere, che sta a noi stessi colmare con le nostre decisioni. Proprio l'esistenza di questo vuoto è la possibilità stessa in cui la coscienza può situarsi: se tutto, infatti, fosse pieno, stracolmo, saturo d'essere, non ci sarebbe spazio per la decisione, perchè non ci sarebbe mancanza alcuna da riempire con quell'essere che noi creiamo attraverso le nostre scelte. L'esistenza è dunque il dispiegarsi delle possibilità finite che quel non-essere che la coscienza è, permette di riempire di se stessa avvalorata di un essere dinamico, cangiante, mai deciso una volta per tutte e che si chiama Libertà. Se non vi fosse questo vuoto non passerebbe differenza alcuna fra una "cosa" - che è pienamente e senza coscienza - e un "esserci", un uomo - che in quanto coscienza non è mai essere già fatto del tutto, stantio, cristallizzato, ma un continuo riempire di essere le mancanze. Questa è l'esistenza: possibilità, poter essere. Come tutti i modi di essere dell'esistenza, anke l'Amore è solo una possibilità, una possibilità che richiede il rischio della scelta e, se vuole essere amore vero, l'abbandono di ogni malafede ( menzogna con se stessi) per rimettersi completamente all'autenticità, a quel modo di essere che guardandosi dentro dice a se stesso: "Sto amando veramente qualcuno mi sto solo imponendo di amarlo perkè temo la risposta che ne conseguirebbe?". Problematica è l'esistenza e prima o poi si è chiamati a scegliere di scegliere, per diventare finalmente padroni della propria vita. D'altronde che esistenza sarebbe se tutto fosse già deciso, se già a priori si sapessero in anticipo le conseguenze delle proprie scelte? Non esistenza sarebbe, ma essere, o come direbbe Heiddeger "semplice presenza". M.P. |
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Nickname: brokenheart74dgl
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Sesso: M Età: 50 Prov: TO |
Inviato da: brokenheart74dgl
il 09/10/2012 alle 14:32
Inviato da: brokenheart74dgl
il 09/10/2012 alle 14:28
Inviato da: puzzle bubble
il 08/05/2012 alle 16:47
Inviato da: salamandraf
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