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Visitare Torino : Alcuni Musei
Post n°1674 pubblicato il 06 Maggio 2014 da paperino61to
Un museo all’aperto, con opere che sono ormai parte del borgo per il quale sono nate.
Nel fitto dedalo di stradine acciottolate del quartiere Borgo Vecchio Campidoglio, settanta artisti, torinesi e non, sono stati invitati a realizzare opere d'arte in situ: murales, installazioni, dipinti e sculture. Così è nato nel 1995 il Museo d'Arte Urbana, nella cui collezione troviamo interventi di Antonio Carena, Filippo di Sambuy, Enzo Bersezio e Leonida.
Il Museo del Carcere "Le Nuove" è situato presso l'ex carcere di Torino detto Le Nuove, costruito tra il 1854 ed il 1869, inaugurato nel 1870 sotto il regno di Vittorio Emanuele II, e rimasto in funzione fino a quando non fu sostituito nel 1986 dal più moderno carcere "Lorusso e Cutugno" situato nel quartiere Vallette. Il percorso museale si articola all'interno delle varie strutture dell'ex carcere. Progettato dall'architetto Giuseppe Polani, era stato concepito, secondo i criteri dell'epoca, come un carcere a segregazione individuale. Disponeva di 648 celle, tredici bracci, compresi quelli dei condannati a morte, nonché di due cappelle, una per gli uomini ed una per le donne. Le celle avevano inoltre la caratteristica di avere le finestre a "bocca di lupo", che permettevano di vedere soltanto il cielo. Il suo primo direttore, Marinucci, consentì di utilizzare la chiesa interna per le lezioni scolastiche: i detenuti seguivano le lezioni tenute dai volontari dell’Arciconfraternita dalle cellette progettate per la partecipazione individuale alle funzioni religiose. Durante il periodo fascista vi rimasero reclusi oppositori, partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian e Emanuele Artom, deportati e condannati a morte. Famigerato fu il braccio tedesco, gestito dalle SS, dove venivano torturati i detenuti. Fino alla caduta del fascismo non furono apportate modifiche alla struttura; successivamente, con i nuovi diritti costituzionali, il carcere fu reso lentamente più vivibile, eliminando i muri interni del cortile ed apportando importanti modifiche alle celle, tra cui l'ampliamento delle finestre e la dotazione di termosifoni e water. Attualmente nella struttura, oltre al museo del carcere, vi sono anche alcuni uffici giudiziari.
Museo della Marionetta
L'associazione vanta una collezione di Marionette che è certamente tra le maggiori d'Italia: i cimeli della famiglia Lupi, celebre dinastia di marionettisti, attiva a Torino da più di due secoli che ancora oggi delizia grandi e piccini con i propri spettacoli di animazione a fili.
Museo della Radio e Televisione
Il primo progetto per la creazione di un Museo della Radio risale al 1939: sede del museo doveva essere Torino per l’impulso dato dall’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), società che proprio in Torino aveva la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche. Il progetto, non realizzato a causa degli eventi bellici, fu ripreso solo negli anni tra il 1965 e il 1968, quando una commissione di esperti, tra i quali l’ingegner Banfi, già direttore tecnico dell’EIAR, raccolse oggetti e documenti pensando di collocarli nello storico palazzo aziendale di via Arsenale 21. Tuttavia, nemmeno questa volta il progetto si realizzò e il materiale trovò una sistemazione provvisoria presso il Centro di Produzione della Rai di via Verdi, 16; nel 1980, poi, una parte dei cimeli conservati venne collocata in alcune vetrine dell’atrio d’ingresso. Solo nel 1984, grazie all’opera di un funzionario della Rai, Romeo Scribani, primo curatore del Museo, in occasione della mostra La Radio, storia di sessant’anni: 1924-1984, la collezione venne finalmente esposta al pubblico.
A Torino, presso il Centro di Produzione della RAI, c’è il Museo della Radio e della Televisione, un museo aziendale che raccoglie circa 1200 cimeli, materiali e apparati tecnico-professionali e di uso domestico. L’unicità della collezione risiede nel suo essere collezione RAI, strettamente collegata al patrimonio degli archivi e della storia aziendale, e come tale collegata alla storia sociale e all’evoluzione tecnologica del Paese. Gli apparati utilizzati da Marconi per l’esperimento della “telegrafia senza fili”, il trasmettitore ad arco Poulsen con il microfono ad acqua, le radio a galena, gli antichi apparati a tubi elettronici, altoparlanti a collo di cigno, registratori audio a filo e nastro d’acciaio, il primo microfono della radiofonia italiana, televisori meccanici a disco, l‘incisore di dischi fonografici possono essere ammirati prenotando telefonicamente.
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