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Messaggi del 09/07/2014

 

La donna di via Fabrizi 23 ( capitolo quarto )

Post n°1727 pubblicato il 09 Luglio 2014 da paperino61to

 

Posò la tazzina sul tavolo, gli occhi era quelli di un uomo impaurito.

“ Si, Berardi , la conoscevo da anni. ,  da tempo pensavo di chiederle di sposarmi. Non mi guardi come un matto, mi creda , l’amavo anche sapendo il lavoro che faceva “.

Tutto avrei immaginato tranne il fatto che lgli domandasse di sposarla , perciò non dissi nulla, solo un gesto con la mano per farle capire di proseguire.

“ Vede , io sono vedovo da anni, incontrai Titti in un bar del  centro .  Scambiammo qualche parola, con la promessa di rivederci e così fu. Era un settembre molto bello, caldo e solare , le passeggiate all’inizio erano diurne, poi incominciammo anche con quelle serali. Ogni tanto Titti era impegnata , ma non mi parlava mai del suo lavoro , solo in seguito riuscì a confessarmelo “.

Continuai nel mio silenzio, avevo capito che voleva sfogarsi , cosa che non poteva fare in ufficio. Tirò fuori una scatolina , dentro vi era un anello.

“ Volevo darglielo domenica, quando ci saremmo visti. Le avrei chiesto di sposarmi e non avrei accettato un no come risposta . Berardi  io l’amavo  , ci amavamo  e io…”

Incominciò a piangere come un bambino. Sovente trovare le parole è facile, ma in queste occasioni si è impotenti, non avevo davanti a me il mio superiore arrogante , ma un uomo ferito e avvolto nel suo dolore.

“ Quindi ? “

“ Berardi , voglio che arresti quel bastardo, chiunque esso sia . Purtroppo è vero che ho avuto pressioni per far smettere le indagini. Arrivano dal Podestà in persona, che a sua volta ha avuto pressioni da quel Vitti, lei sa chi è vero ? “ .

“ Se è quel Vitti a cui penso , direi che  è il capo delle camice nere qui a Torino “risposi .

“ Si , lui in persona. Sembra , dico sembra , perché di ufficiale non c’è nulla, che abbia addirittura minacciato il sindaco stesso se non riusciva nell’intento di far archiviare l’indagine “.

“ Non si smentisce mai la carogna. Allora come mi comporto ? Non credo che lei voglia che smetta le indagini vero ? “.

“ No! In maniera assoluta, pensavo che però lei potesse svolgerla in maniera..diciamo  privata.  Farò   in modo che lei possa avere un congedo a tempo illimitato, inoltre avrà le coperture e gli aiuti che lei richiederà nel caso le servano. Ma quel gran bastardo deve pagare, ha capito Berardi ? “.

 

Guardai l’ora erano le due passate quando il questore se ne andò da casa mia. Sembrava invecchiato di colpo , s’incamminò per le strade silenziose della città .

Rinunciai a telefonare a Tirdi, gli  avrei fatto prendere un colpo sicuramente, decisi di andare a dormire  anche io. Su  un foglio avevo buttato giù due righe, ora sapevamo il nome e cognome della donna morta, l’indirizzo della suddetta e la professione. Inoltre avevo cerchiato bene il nome di Vitti , la persona  che aveva fatto pressione sul podestà, e se uno fa pressione a una carica del genere è perché c’è qualcosa da nascondere.

Il sole era appena sorto quando mi alzai dal letto, la prima cosa che feci era chiamare il mio buon collega. Al terzo squillo rispose la moglie, mi scusai per l’ora inconsueta ma era  urgente.

“ Pronto commissario ,  è successo qualcosa ? “ la voce era affannata.

“ Tranquillo Tirdi, non è successo nulla di grave , volevo solo dirti che ci sono novità ma  preferirei  dirtele a quattr’occhi e soprattutto lontano da persone indiscrete “.

“ D’accordo commissario ,  dica lei dove possiamo vederci “ .

“ Inoltre devi anche chiamare Baldi e pensavo a Perino , si , chiama anche lui. Dovete venire dopo il servizio  in abiti civili. Ascoltami bene : ci troviamo alle 19 alla Gran Madre, dentro la chiesa . So che sei allergico agli abiti talari  , ma pazienza “.

Tirdi era in silenzio come se aspettasse altri ordini, quindi continuai a parlare : “ Ognuno di voi deve venire per conto suo, non  in gruppo. Se potete entrate in chiesa a distanza di una ventina di minuti  l’uno dall’altro. Meglio ancora se riuscite ad entrare dalla porta posta sul retro “.

“ D’accordo commissario, solo una cosa le domando : c’entra l’indagine sulla donna vero ? “ domandò .

“ Esatto poi vi dirò tutto a voce, abbiamo una pista molto pericolosa, bisogna muoversi con i piedi di piombo. Un ‘ ultima cosa io sono in congedo…si hai capito bene  , in congedo illimitato , se ti chiedono di me non sai niente , hai solo ricevuto il foglio firmato dal sottoscritto “.

“ Capito, a stasera allora, informo subito Baldi e Perino  “ .

Misi giù l’apparecchio  e andai a vestirmi  , volevo controllare un paio di cose prima di incontrare i miei agenti.

 

Dopo aver chiamato Tirdi  scesi e mi recai all’edicola, presi il giornale. Nessuna notizia dell’accaduto  e tanto meno della fotografia della donna. I nostri misteriosi amici mettevano impegno nel non fare trapelare nulla.

L’unico articolo di poche righe che meritava di essere letto , era l’ennesimo pestaggio di tre operai che facevano volantinaggio davanti alla loro fabbrica. Ci vuole poco a capire chi fossero i mandanti e gli esecutori di questo fatto. Il questore sicuramente avrà mandato sulle loro tracce degli agenti, ma sono convinto che se anche li arrestassero non andrebbero in galera, la milizia  li protegge , la maggior parte di questi  balordi è iscritta al partito fascista ;  lo sa il questore, lo sa il prefetto e il sindaco   e lo sa anche il caro Vitti  , soprattutto lui .

Presi il tram e andai dalle parti  di via Mazzini in centro , dove abitava la sfortunata Titti. Entrai in un bar vicino, feci vedere loro la fotografia , per capire se  conoscevano la poveretta.

Nessuno aprì bocca. Tentati anche nei negozi vicini , stesso risultato sembrava che tutti avessero paura a parlarne. Andò meglio in una sartoria a un paio di isolati dall’abitazione.

“ Si , la conosciamo , è una brava donna. Le è successo qualcosa ? “ domandò la proprietaria.

“ Purtroppo è morta, l’hanno ammazzata “ risposi .

“ Oh mio Dio “ e si fece il segno della croce.

“ Sa chi è stato ? “ .

“ No signora altrimenti non sarei qui. Veniva sempre da sola la donna o a volte era in compagnia di qualcuno ? “.

Ci pensò  un attimo e poi rispose : “ Sovente era sola, tranne una volta . Era l’altra settimana, era in compagnia di un uomo. Era alto, capelli scuri e gli occhi …mi sembrano di color verde , si ne sono sicura erano verdi “.

“   Quel giorno l’uomo come si era comportato, l’avete sentito dire qualcosa ? “.

“  Parlava sempre solo lei, anche se c’è stato un attimo che lui ha borbottato qualcosa. Sembrava seccato che la signora non comprasse ciò che piaceva a lui. Era un vestito color azzurro, molto scollato sulla schiena “.

“ Ha detto per caso come si chiamasse o l’indirizzo ? “.

Avevo buttato la domanda pur sapendo che la risposta sarebbe stata negativa.

“ No , mi spiace “.  Salutai ed uscii dal negozio, decisi di andare a fare una visita nelll’alloggio di Titti.

 

Giunsi al numero tre di via Mazzini, un condominio di soli tre piani ,  sul campanello il cognome della vittima. La fortuna mi sorrise, il portone principale era aperto, poiché un camion stava scaricando del materiale in cortile.

Entrai e in fretta e andai all’ultimo piano,  oramai ero diventato  esperto nell’entrare negli alloggi altrui. Richiusi piano la porta e accesi la luce.

A prima vista sembrava tutto in ordine. Un alloggio modesto, composto da un piccolo cucinino,  una camera da letto e  un bagno . Una cosa normale e strana per una che di professione faceva la prostituta di alto bordo.

Rovistai tra i cassetti , nell’unico armadio  trovai  vestiti di gran classe  e una pelliccia, sicuramente omaggio  di  qualche  suo “ amico “. Una fotografia vicino al letto mi colpì, era lei assieme a un bimbetto di cinque o sei anni al massimo. Sfilai la cornice e misi la foto in tasca.

Controllai con calma ogni pezzo dell’alloggio ma nulla di nulla. Speravo di trovare qualche agendina , dei fogli con gli appuntamenti , però mi sbagliavo.

Stavo per andarmene  quando mi colpì il fatto che l’unico quadro appeso alla parete ,  ( un ritratto di un paese di mare ) , fosse storto. Non era messo dritto, come…come se qualcuno avesse nascosto qualcosa  nel retro del quadro alla veloce .

Idea bislacca , il chiodo  magari era stato messo male , ma a quel punto tanto valeva controllare anche quello. Il sorriso mi comparve sul volto e a fatica non urlai di gioia.

Una minuscola agendina era nascosta  tenuta su dal nastro. A una prima occhiata, era la famosa agendina con tanto di nomi e orari dei clienti. Misi anche quella in tasca e come ero entrato così uscii dall’alloggio ..silenziosamente.

Telefonai a Tirdi per sapere come andava in ufficio, mi rispose che solo un tizio era venuto a domandare di me. Non sapeva il suo nome perché non lo disse : “ Però non mi piaceva il suo viso, sembrava uno dei balordi miliziani “.

Perfetto  , le acque incominciano ad agitarsi se il buon Vitti manda i suoi scagnozzi ad indagare dove sono. Decisi di andare a fare un giro al parco del Valentino, ero a due passi e la giornata era bella. Senza farmi notare, ogni tanto mi fermavo a una vetrina per guardarmi attorno e vedere se ero pedinato, ma non vidi nessuno.

Andai su una panchina semi nascosta tra due grandi alberi e tirai fuori la fotografia. La prima cosa che pensai è che il bambinetto poteva essere suo figlio, le assomigliava molto. Nel retro della fotografia una data e una località : 12/07/1933 Albenga.

 ( Continua )

 

 
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