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Messaggi del 15/07/2014

 

La donna di via Fabrizi 23 ( capitolo sesto )

Post n°1732 pubblicato il 15 Luglio 2014 da paperino61to

 

Lasciai libero di andar  ad  impiccarsi   il finto fratello di Titti, ora non c’erano  più  dubbi, Vitti e la sua milizia fascista c’entravano con la morte della povera donna.

Certo che potevano scegliere un attore migliore , anche se ammetto per un attimo , c’ero cascato. Errore grave da parte sua dire che è contadino ed avere però  le mani lisce e senza calli , inoltre la telefonata alla Questura aveva confermato la mia prima ipotesi : nessun agente era di servizio in Piazza Vittoria a quell’ora.

Ora bisogna capire  quale azione intraprendere  senza mettere a repentaglio la vita dei miei tre uomini , con i fascisti è meglio andarci con i piedi di piombo.

L’indomani mattina incontrai Perino  al cimitero Monumentale, un posto più tranquillo di questo non sapevo dove trovarlo e poi era abbastanza grande per riuscire a fuggire ad eventuali pedinatori.

“ Ciao  Perino , novità ? “ domandai .

“ Buongiorno commissario, per ora nessuna , escludendo il fatto che un paio di papaveri fascisti della città sono venuti a trovare il questore “ rispose l’agente guardandosi attorno .

“ Davvero ? Non mi stupisce, quel Vitti è implicato fin dentro al collo in questa storia. Lui sa chi  o cosa sia successo veramente quel giorno “.

“ Lo credo anch’io , ma come fare per incastrarlo ? . Ho saputo che alcuni suoi uomini tengono d’occhio la Questura per vedere se entrano persone che possono suscitare sospetti  “.

“ Questo non è un bene, ma neanche un male in fondo. Se ci pensi vuol dire che controllano solo estranei ma non chi ci lavora. Bene , Perino , ora senti cosa devi fare ..” e spiegai il mio piano.

Ci lasciammo come sempre ,  uscendo  alla chetichella , uno da una parte e uno dall’altra. Andai poi di nuovo in via Fabrizi , ero intenzionato a entrare di soppiatto nell’alloggio, magari avrei trovato qualcosa che poteva servirmi, anche se ne dubitavo.

Dalle strade adiacenti sentii le sirene dei pompieri risuonare nell’aria. Stavano andando di corsa , sicuramente un incendio da spegnere . Mi venne immediatamente un sospetto, un brutto sospetto e allora  cercai di affrettare il passo. Arrivai ad un isolato di distanza dalla mia meta quando vidi le fiamme alte che si stagliavano nel cielo, il condominio numero 23 stava bruciando.

 

Le fiamme avevano completamente avvolto l’edificio, non c’era più nulla che i pompieri potessero fare se non circoscrivere l’incendio. Domandai a uno di loro se vi erano state vittime, rispose che per il momento non era stato trovato nessun corpo .

“ Carlo, vieni qui un attimo “ la voce era di un altro pompiere, stava chiamando il suo collega.

Mi accodai a lui , entrammo nel cortile sul l lato opposto , come faceva l’ex cameriera e trovammo  nascoste in un angolo ,  dei bidoni di latta .

“ Cosa ci fanno questi bidoni qui ? Mica saranno di benzina ? “ domandò quello che si chiamava Carlo .

Lo guardai e risposi : “ Penso proprio di si  e non credo di sbagliarmi   “ , poi andai a prenderne una, svitai il tappo e l’odore della benzina mi colpì in faccia.

“ Benzina ! “ confermai e passai il bidone ai due pompieri.

“ Mio Dio, allora è un incendio doloso ! “ disse uno dei due pompieri. Poi continuò dicendo : “ Bisogna chiamare subito la polizia “.

Nel frattempo ero tornato sui miei passi lasciando a loro il compito di avvertire la Questura. Non ci voleva molto a capire che  qualcuno avesse voluto cancellare eventuali prove sull’omicidio della donna, su questo oramai non vi erano più dubbi.

Telefonai a Tirdi  per avvisarlo dell’incendio e sapere se vi erano novità. L’unica di rilievo è che era stato fucilato in via Monginevro un tizio che secondo i fascisti era un sovversivo , si chiamava Rocco Santin .

Le domandai se aveva una fotografia di questa persona, avevo il vago sospetto di conoscerlo.

“ Posso provvedere , commissario , nessun problema. Dove ci incontriamo ? “ domandò Tirdi.

“ Stavolta, lasciamo perdere la chiesa, vediamoci al campo che c’è in Piazza D’Armi , sai dove si trova vero ? “.

“ Si , so dove si trova. A che ora ? “.

“ Verso le 15 se non ti è scomodo, come sempre fai attenzione che nessuno ti segua. Quelle carogne stanno facendo  gioco sporco e non guardano in faccia nessuno “.

 

Alle 15 spaccate Tirdi si trovava in Piazza D’Armi, passeggiammo un po’ per il parco  portandoci sul  lato opposto , perché si correvano meno rischi di essere veduti da persone indesiderate.

“ Ecco quello che mi avete chiesto “ disse Tirdi porgendomi la fotografia richiesta dal sottoscritto.
 Aprii la busta e tirai fuori la foto. Era la stessa persona che si era presentato come Franco Corino.

“ Lo immaginavo “ esclamai e spiegai il tutto a Tirdi.

“ Lo han fatto fuori , sarebbe stato un testimone scomodo “ , il buon Tirdi aveva colto nel segno, un testimone molto scomodo.

“ Senti  Baldi e Perino , hanno trovato qualcosa ? “ domandai.

“ Per ora no, tranne il fatto che davanti al palazzo della milizia vi è una certa agitazione “ .

“ Come mai ? “ domandai.

“ Non sappiamo ancora, anche il questore ha notato che sia il Podestà  che il Prefetto sono in affanno. Voci di corridoio , sia chiaro non ufficiali, dicono  che verrà a fare visita Farinacci se non addirittura il Duce “.

Niente meno che gli alti papaveri del Governo pensai ,  ed era facile capire le pressioni sul questore per fare smettere le indagini, sicuramente  è coinvolto uno degli uomini di Vitti e non certo un semplice portaborse.

“ Ascolta , Tirdi, voglio i nomi di tutti i personaggi influenti di questa città che girano intorno alla milizia fascista. Tutti ! L’assassino ne sono convinto è uno di loro , e Vitti lo sta coprendo ! “.

“ Non sarà facile avere i nomi di tutti, ma ci proveremo. Sa molti di loro  dicono di non essere fascisti , ma poi sovvenzionano il partito con finanziamenti “ disse Tirdi.

Ci lasciammo dopo un paio di ore, lui tornò in ufficio e io andai dalle parti del palazzo di Vitti. Un paio di chilometri a piedi era un buon modo per riflettere su tutta la situazione avvenuta fino adesso.

Giunsi in via Madama Cristina verso le 18 , e sul portone due miliziani con tanto di fucile a spalla. Impossibile entrare , optai per  il bar vicino, sicuramente avrei trovato qualche notizia interessante sentendo le loro chiacchere.

Il bar come immaginavo era un via vai di miliziani tutti spavaldi con i fucili a tracolla. Mi sedetti ad un tavolo in disparte e ordinai del buon barbera.

Un gruppetto di cinque camicie nere era al bancone  tutte ad inneggiare al Duce  a fare discorsi altosonanti. Un paio di loro li conoscevo già, avevano passato qualche mese alle Nuove dietro le sbarre.

“ Allora camerati ,avete sentito chi arriva a Torino ? “ domandò con voce squillante uno dei miliziani .

“ Girano tante voci in questi giorni ,ma sei sicuro che siano vere ? “ domandò l’altro camerata.

“ Si , me lo ha confermato il segretario di Vitti un ‘ora fa. La città avrà l’onore della visita di : Farinacci, Pavolini . Camerati  , in alto i calici : Eia ! Eia ! Eia “ Alalà !! “.

Uno di loro mi vide, con passo celere si avviò verso di me. Fece il saluto fascista a cui dovetti rispondere e mi domandò perché non avessi alzato il calice .

Lo guardai , ammetto che lo avrei preso volentieri a calci nel sedere, ma mi trattenni e non certo per paura.

“ Lo avete alzato voi, basta no ? “risposi sorseggiando l’ultima goccia di vino rimasta nel bicchiere.

Il camerata stava diventando rosso in volto ed iniziò ad urlare. Più strepitava e più mi veniva da ridere.

“ Non sarai mica uno di quei comunisti del cazzo ? Vuoi vedere come mi comporto con quelli ? “ disse ridendo , voltandosi indietro per cercare l’approvazione dei suoi amici.

Lentamente mi alzai , andai alla cassa e pagai il conto della bottiglia. Poi andai verso il bancone ;  mi avvicinai ai due che conoscevo e con tono deciso dissi : “ Grambi e Zurli, che piacere rivedervi fuori dal vostro ambiente naturale. Spero che sia più gradevole che alle Nuove, anche se devo ammetterlo  , ai secondini mancate tantissimo “, poi mi avviai all’uscita, ma prima di essere fuori , guardai il miliziano che era venuto a trovarmi al tavolo : “ Camerata, ringrazia che oggi mi sento buono, altrimenti saresti finito dentro per oltraggio a pubblico ufficiale,  minaccia, diffamazione e magari per violenza ad un commissario di polizia “ poi uscii dal bar .

Sentii solo le voci dei due ex carcerati che intimavano al loro camerata di stare calmo, che ero uno sbirro bastardo e pure dei peggiori…Sorrisi.


( Continua )

 

 

 
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