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Messaggi del 24/09/2014

 

La Piola ( capitolo sesto )

Post n°1776 pubblicato il 24 Settembre 2014 da paperino61to

 

Lasciai il direttore Guidi dicendogli che non era il caso, era solo una mia curiosità. Tornai in ufficio a piedi, avevo bisogno di riflettere. Il mio cuore diceva che non era possibile che Rosanna abbia fatto una sceneggiata del genere e poi per quale motivo,  ma la mente di un commissario diceva il contrario, lei faceva parte della banda che ha rubato i soldi alla posta ed era coinvolta nell’omicidio.

Stavo entrando nel portone della questura quando mi sentì chiamare:  era Perino.

“ Commissario , mi son fatto dare dalla ditta dove lavora Fassio i giorni che era in permesso, coincidono con quelli del furto alla posta e non solo, altre volte si assentava e caso strano sempre nei giorni dove avvenivano  furti ai vari uffici postali  in varie zone di Torino “.

“ Bravo Perino, ora andiamo dalla madre di Fassio a vedere se è vero che era andato a trovarla  , partiamo subito . “

Arrivammo ad Asti in un ‘oretta circa. La madre di Fassio abitava in una casa popolare sita all’ingresso della città. Era la tipica donna di campagna, morto il marito venne ad abitare  in città con il figlio. Poi lui andò a Torino per trovare lavoro e lei rimase ad Asti,  non ne voleva sapere di trasferirsi , aveva lì sue radici .

Con garbo le chiedemmo se era tanto che non vedeva il figlio , rispose che era quasi un anno . Ogni tanto le mandava una lettera dove raccontava cosa faceva, com’era il  lavoro.

Guardai Perino , avevamo fatto centro , Fassio  ci aveva detto  una bugia, non che mi importasse cosa avesse detto alla ditta, ma se non era andato da sua madre dov’era andato ? E con chi ? Soprattutto perché ci aveva mentito ?

Tornammo a Torino e ci recammo all’abitaizone dell’ l’operaio Fassio. Via Caraglio è una via della zona San Paolo abitata per lo più da operai e non distante dall’osteria dove è avvenuto il delitto.

Aspettammo all’ingresso del portone, in casa non c’era nessuno. Un condomino ci disse che avrebbe dovuto arrivare a breve, faceva il turno del mattino.

In lontananza vedemmo una bici arrivare, era Fassio. Appena ci vide si bloccò e girò la bicicletta nel senso contrario da  dove era arrivato  .

“ Presto Perino alla macchina , dobbiamo bloccarlo !”.

In pochi minuti lo avevamo raggiunto. La bicicletta era stata lasciata sul ciglio di un campo, mentre l’operaio correva verso la parte opposta.

“ Fermo o sparo ! “gridai e tirai fuori la pistola pronto a far fuoco. Fassio si girò e capì che non stavo scherzando, si fermò e ci venne incontro con le mani alzate.

 

 

“ Allora Fassio , non mi dire che avevi voglia di tornare in ditta a lavorare  “ domandai sarcastico mentre la mia pistola era sempre puntata sulla sua persona.

L’uomo non rispose , i suoi occhi guardavano a terra .

“ Hai due possibilità , o parliamo dietro a un bicchiere di vino a casa tua oppure in questura. A te la scelta , per noi fa lo stesso “ il tono della mia voce non ammetteva repliche.

“ Io…io..non scappavo è che…va bene commissario andiamo a casa mia “ rispose Fassio .

L’abitazione dell’operaio consisteva in una camera sola, da un lato la cucina dall’altra una brandina , il bagno come sovente accade era sul ballatoio.

“ Forza racconta tutto, sappiamo che sei invischiato nel furto all’ufficio postale e non solo in quello e  spero che tu non sia coinvolto nell’omicidio di De Nardi “ dissi mentre osservavo il suo volto farsi sempre più bianco.

Fassio prese il bicchiere di vino e lo trangugiò in un sol colpo. Ci guardò con occhi spenti , come se guardasse un punto indefinito senza poterlo cogliere.

“ Non volevo commissario mi creda, non volevo “ disse singhiozzando.

“ Cosa non volevi ? Spiegati meglio “.

“ Non volevo partecipare al furto , ma lei ….io l’amo capisce ? Ha mai amato una donna commissario ? Si fa di tutto per renderla felice  “.

“ Di che donna parli ? “ .

Fassio mi guardò e un sorriso spuntava sul suo volto .

“ Non ha ancora capito vero ?  “ rispose l’uomo.

Guardai Perino ,  che parlò  al posto mio : “ Per Dio, se non parli chiaro ti portiamo dentro e buttiamo via la chiave, non abbiamo tutto il giorno a disposizione “. La frase come venne pronunciata fece effetto su di lui che continuò a parlare  cercando di seguire un filo logico.

“ La mia donna la conosce commissario , e anche bene. Si chiama Rosanna Lenzi “.

A quelle parole rimasi di stucco, la rabbia mi saliva  e se non ci fosse stato Perino l’avrei preso a schiaffi, ebbi solo la forza di dirgli che stava mentendo .

 

“ Non sto mentendo  mi creda , arrivati a questo punto avrei tutto da perdere. Siamo insieme da diversi anni, abitiamo ognuno a casa sua, ma ci vediamo ogni giorno finito il lavoro  “.

“ Vai avanti , cosa c’entra lei con il furto ? “ .

“ Lei c’entra più di quanto si possa credere. Aveva mania di grandezza , non le bastava mai quello che potevo offrirle. Una sera mi disse che dove lavorava c’era la possibilità di rubare dei soldi “.

“ Parli dell’ufficio  dove lavora ora la Lenzi  ? “ .

“ Non solo , lei ha lavorato in due uffici diversi : Borgo Dora e Madonna di Campagna,  poi si fece trasferire in quello attuale con la scusante ( sempre la solita )  che era vicino a sua madre. Tutte balle, la madre era morta da anni “.

“ Oltre voi due quella sera chi c’era  ? De Nardi posso supporlo , e poi ? “.

“ Si lui c’era , era stufo di vivere con la paga che prendeva , voleva avere dei soldi per andarsene via dall’Italia. L’altra persona era Caroli , l’usuraio “.

Perino anticipò la mia domanda sul perché era presente questa persona.

“ Era arrivato prima di Rosanna e di De Nardi, le dovevo dei soldi. Soldi che mi ero fatto prestare per continuare a tenere la Lenzi  con me “ e  come un bimbo scoppiò a piangere.

“ Bene , Fassio  fino a qua siamo arrivati, ora però devi dirci chi ha ucciso il povero De Nardi “.

Fassio smise di piangere e balbettando disse che lui non c’entrava nulla con l’omicidio .  Lui era alla locanda come sempre , doveva solo incontrare De Nardi  e cercarlo di convincerlo a non parlare.

“ Vi voleva tradire ? “ domandai all’operaio che ora aveva ricominciato a piangere.

“ Si, ci voleva tradire tutti se non…se..quel bastardo...voleva Rosanna tutta per lui. Dovevano andare via insieme..quel gran porco ! “.

Si versò dell’altro vino , se fosse stato in una piola avrei subito detto che beveva per dimenticare.

“ Caroli mi disse senza giri di parole che De Nardi doveva sparire per sempre ! Si mise d’accordo con l’oste , la bottiglia dove avrebbe bevuto era avvelenata, l’altra no, un segno sull’etichetta mi avrebbe permesso di non sbagliare  a versare il vino “.

( Continua )

 

 

 

 
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