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Messaggi del 26/09/2014

 

La Piola ( capitolo settimo )

Post n°1777 pubblicato il 26 Settembre 2014 da paperino61to

 

 Guardai Perino mentre stava tirando fuori dalle sue tasche le manette, feci segno di no, di lasciar perdere.

“ Senti Fassio, posso darti la possibilità di intercedere con il giudice in cambio..” lasciai in sospeso la frase aspettando che l’uomo davanti a me smettesse di piangere.

“ Cosa …cosa devo fare ? Io non sono un assassino mi creda, ho partecipato ai furti in quei maledetti uffici postali ,  ma non ho ammazzato nessuna mi creda “ stava alzando la voce.

“ Calmati , ti credo , però vedi  sei complice per aver versato il vino avvelenato e tu lo sapevi  “  dissi queste parole sapendo di avere ragione e anche Fassio lo sapeva.

“ Commissario , cosa vuole da me ? Se venissi condannato all’ergastolo mia madre morirebbe, ha solo me come figlio “.

Perino sussurrò a bassa voce ma non abbastanza che non sentissimo : “ Avevi solo da pensarci prima “ .

“ Dobbiamo incastrare Caroli e la Lenzi . Nel frattempo tu firmi la confessione che Perino scriverà“ .

Fassio chinò la testa in segno di assenso , non aveva scampo ,  doveva collaborare .

“ Bene ,  vedo che collabori . Di solito dove vi trovate tutti e tre per decidere quali uffici svaligiare ? “ .

“ In un bar di Porta Palazzo , dietro via Milano. E’ un bar dove c’è solo gente losca “.

“ Perino prendi nota che dopo quest’operazione quel bar deve essere posto sotto sequestro e il titolare sbattuto dentro “.

Uscimmo dall’alloggio dell’operaio dopo un paio d’ore. Avevamo concordato il piano per incastrare i due complici , ovviamente se a Fassio veniva in mente di fare il furbo correndo ad avvertirli avrebbe trovato le manette pronte per lui, sotto il suo portone un paio di agenti in borghese lo tenevano d’occhio. Tornati  in ufficio  andai dal Questore per avvisarlo dell’operazione , nel frattempo dissi a Tirdi di andare dall’oste della piola e di arrestarlo per complicità nell’omicidio di De Nardi.

 

La sera seguente circondammo il bar di Via Milano , il cielo era scuro come non mai. Poca gente in giro avrebbe favorito la nostra operazione. Mi raccomandai con gli agenti al seguito di aspettare il mio segnale e soprattutto di non farsi vedere , tutti quanti dovevano essere in abiti borghesi e giungere sul posto con la macchina di servizio.

Il locale era sull’angolo della  piazza, più che un bar era una betola . Vidi entrare un paio di persone, guardai l’ora erano le 20, a breve dovrebbe giungere Fassio e poi a breve i suoi complici.

I minuti non passavano mai , e mi chiedevo se l’operaio fosse riuscito ad avvertire i suoi complici. Erano quasi le 21 quando Tirdi mi indicò una persona che stava arrivando da una via laterale : era Fassio.

Si guardò intorno e poi entrò nel locale. Dopo una mezz’oretta arrivò un’auto e scesero due passeggeri : Caroli e la Lenzi .

“ Commissario , se la sente ? “ era Tirdi che mi poneva questa domanda. Sapeva cosa provavo per quella donna. Sorrisi e risposi che non c’era problema  ,ma era un sorriso amaro.

Lasciammo passare una ventina di minuti e poi demmo il via all’arresto. Entrai nel locale con Tirdi e Perino al seguito. Il barista ci guardò con occhiate torve ma non disse nulla. I tre clienti che cercavamo erano in fondo alla sala nella penombra lontani da essere visti in volto.

Ci avvicinammo lentamente . Caroli sussultò al vederci  mentre la Lenzi si alzò in piedi e mi venne incontro .

“ Commissario , per fortuna è arrivato. La prego mi aiuti …” singhiozzava . Notai che al collo aveva un foulard.

“ Si segga signorina Lenzi e anche lei Caroli stia pure comodo, ci sbrigheremo in fretta mi creda “ dissi sedendomi a mia volta assieme a loro.

“ Bene, immagino che sappiate perché mi trovo  qui con i miei agenti  “ domandai guardando in volto la Lenzi. Era ancor più bella di quando la vidi la prima volta.

“ No , non sappiamo perché lei è qui. Forse si annoiava a stare in ufficio “ rispose Caroli che cercava di dissimulare la paura dell’arresto con una battuta.

“ Su via,Caroli lei non è uno sciocco . Sa bene perché sono qui, ora se vuole gli  spiego  il suo ruolo in questo trio di persone “.

 

L’usuraio si accese una sigaretta e convinto di appartenere a una certa élite disse : “ Ho amici influenti commissario , tutte le accuse cadranno nel vuoto mi creda “ .

Lo guardai e sorrisi , quando mai impareranno a stare zitti ? .

“ Lasci perdere Caroli , con me non attacca. Abbiamo due confessioni firmate, una è dell’oste della piola , l’altra sa già di chi può essere “.

Fassio abbassò la testa in segno di vergogna ,  mentre la Lenzi lo insultava con parole degne di uno scaricatore di porto. La commedia era all’atto finale, mancava ancora quel tocco di tragedia  che avvenne qualche secondo dopo quando Caroli tentò di tirare fuori la piccola pistola che portava con sé puntandola contro l’operaio.

Perino sparò per primo ferendolo ad una mano.

“ Ecco ,  è con questo si chiude il sipario . Vi arresto per l’omicidio di De Nardi , per i furti commessi agli uffici postali .   A tal proposito cara signorina ho saputo dal suo direttore che ha chiesto l’ennesimo trasferimento. Vedo che a sua mamma piace cambiare spesso casa , peccato che dal cimitero dove si trova sia piuttosto difficile  spostarsi “.

Se gli sguardi uccidessero sono convinto che non ne sarei usciti vivo da quel posto. La Lenzi mi fulminava senza dire nulla, il suo volto era una maschera di odio. Sputò in faccia a Fassio chiamandolo spia , mentre  Caroli emetteva  solo dei lamenti per la mano ferita.

“ Tirdi portali in questura , formalizzeremo li l’arresto e le accuse a loro carico. Fassio viene via con me “.

Guardai la donna , nonostante tutto capivo l’operaio che aveva cercato di fare di tutto per non farsela  scappare via.

“ Solo una mia curiosità signorina , permette ? “ dicendo così mi avvicinai e tolsi il foulard, come immaginavo non c’erano segni di impronte sul suo collo, nessuna ecchimosi testimoniava l’aggressione.

 Il giorno seguente mi presi un giorno di ferie e  verso le 18 rientrai a casa ,  avevo una sensazione angosciante senza sapere  bene il motivo. Misi su il caffè e accesi la radio :   “ Combattenti di terra, di mare, e dell'aria! Camicie Nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno di Albania. Ascoltate! .. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia . La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo “ .

In quel momento mi tornarono in mente le lacrime di Mamma Gina.

                                          Fine

 

 

 
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