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L'incappucciato

Post n°2320 pubblicato il 05 Febbraio 2018 da paperino61to

La macchina scendeva lentamente la rampa del garage. Dietro ad una colonna un’ombra veniva proiettata dalla luce seppur debole sul pavimento. L’uomo nascosto notò che il modello dell’auto era una Bmw, sorrise pensando che sarebbe stata l’ultima volta che si godeva la guida, il posto dove stava per mandarlo non ne avrebbe avuto più occasione.

L’autista si fermò innanzi a un box e con il telecomando aprì la porta, ingranò la prima ed entrò. Dopo un paio di minuti scese, spense la luce all’interno del box e richiuse la porta.  Con sé aveva una valigetta, si avviò all’ascensore che portava ai piani superiori.

Un cartello appeso indicava che l’ascensore era guasto, ed iniziò ad  imprecare ad alta voce. Tornò un paio di metri indietro e svoltò a destra. La luce era tenue e a malapena illuminava il corridoio.

“ Devo dirlo a quell’incapace di amministratore…pago fior fiore di quattrini per questo condominio e ho diritto alla luce…” la voce roca si espandeva nel silenzio dei box.

Un applauso sottolineò la sua frase.

“ Chi…chi è? “ domandò mentre cercava di capire da dove provenisse l’applauso.

Pensò di essersi sbagliato e riprese a camminare. Una voce lo fermò all’istante.

“  Il signor Berghini Claudio.. presumo!”. La voce era senza inflessione dialettale.

Si guardò attorno ma non vide nessuno, però rispose lo stesso: “ Cosa vuoi? Chi sei?”.

“ Chi sono io non interessa, al contrario è cosa voglio invece da te. Sei stato assolto per mancanza di testimoni nel caso di violenza sessuale con annesso omicidio di Giusy Lerina”.

“ Com..come sai queste cose? Si, sono stato assolto e allora, dov’è il problema?”.

“ Hai fatto pressione sui testimoni dell’accusa… uno di loro è morto in un incidente alquanto strano”.

Il volto di Berghini era scuro, schiumava rabbia, non riusciva a vedere chi fosse l’uomo che lo accusava.

“ Non è colpa mia se è stato investito da un auto pirata. Tu, piuttosto chi sei?...Se sei un uomo vero, fatti vedere”.

“ Mi farò vedere, stai tranquillo e in quel momento vedrai che non ti piacerà per nulla. Il testimone è stato ucciso perché hai pagato un uomo per ucciderlo. Presumo conosca questo signore” , un pacco arrotolato nel giornale arrivò ai piedi del Berghini.

Lentamente si chinò per raccoglierlo, lo scartò, urlò con quanto fiato aveva in gola. Un paio di ciuffi spuntavano dal pacco, gocce di sangue macchiarono il vestito di Armani che indossava.

“ Adesso però ascolta questa voce…”. Il fruscio di un nastro venne sostituito da una voce.

“ E’ vero, Berghini mi ha comprato…domani mi darà il resto dei soldi pattuiti, sono circa 150 mila euro….( silenzio)… con i soldi avuti ho comprato un paio di testimoni…non è stato difficile, sono poveracci, morti di fame, hanno…hanno bisogno di soldi… (pianto)…Dio mio che ho fatto…ho tradito la legge!” poi solo il rumore di una pistola poneva fine alla registrazione.

L’uomo trasalì al sentire quella voce, farfugliò qualche parola, il sudore imperlava il suo volto, sempre più smorto dalla paura.

“ Che cazzo…cosa… vuoi? Soldi? …Ne ho tanti sai? Sono qui in questa valigetta….prendili ..ma lasciami stare…ecco vedi, la sto posando…sono tuoi…non li darò a quello stupido di avvocato…sono tuoi…ma ti prego lasciami andare via…non farmi del male !”.

La risata gelò il suo cuore: ” Il posto dove è ora l’avvocato non gli servono” poi continuò dicendo : “ Anche quella povera ragazza ti aveva chiesto di lasciarla andare…di non ucciderla. Non hai avuto pietà, prima l’hai violentata più volte e poi uccisa, e grazie al tuo potere e ai tuoi soldi, hai corrotto l’avvocato dell’accusa , i testimoni, e  infine ucciso l’unica persona che non si era chinato a te , e chiedi a me di lasciarti vivere?”.

Berghini si mise in ginocchio urlando: “ Ti prego….non uccidermi….chi sei tu per decidere la mia morte?”.

L’uomo dietro la piglia uscì allo scoperto, un lungo impermeabile nero copriva il suo corpo, un cappuccio in testa ne celava il volto. Lentamente si avvicinò a Berghini.

“ Sono il tuo giudice, la tua giuria e il tuo boia….immagino sai come mi chiamano i giornali?”, era a pochi passi da lui.

 

 “ No…..non lo so…ti scongiuro…non uccidermi…ti prometto che…”.

“ Non promettere quello che non sarai più in grado di mantenere…e se credi in un Dio pregalo…ma pregalo alla svelta, perché la tua sentenza sta per arrivare !”.

L’uomo si prese la testa tra le mani piangendo come un bambino e riuscì solo a chiedere chi era la persona che lo avrebbe ucciso.

“ Mi chiamano: l’incappucciato…sai cosa vuol dire questo nome vero?”.

Berghini capì in quell’istante che la sua vita su questa terra era finita, quel nome voleva dire morte….la morte che rendeva giustizia alle vittime di crimini non pagati dai loro carnefici.

Uno sparo echeggiò nei box spezzando il silenzio totale. L’Incappucciato aprì la valigetta, era piena di soldi, mise il registratore con la cassetta e accanto la testa mozzata riavvolta nella carta di giornale, poi prese un foglio e scrisse:”  Dove la giustizia assolve, io condanno”.

I lampeggianti delle auto della polizia riempirono l’isolato e i corridoi del garage.

“ Ispettore, guardi qui...” l’agente aveva aperto la valigia.

L’ispettore lesse il foglietto: “ Ancora lui, quel dannato assassino!”.

L’agente gli rispose: “ Siamo sicuri che sia un assassino? “.

“ Cristo santo, nessuno deve arrogarsi il diritto di farsi giustizia, neanche se la vittima in questione è un criminale della peggior specie”.

Il sole stava sorgendo, un altro giorno stava nascendo. Un piccolo fiore era stato riposto sulla tomba della bambina, mentre un uomo incappucciato lentamente si stava avviando verso l’uscita del cimitero.

                                          Fine

 

 

 
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