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Messaggi del 02/07/2014

 

La donna di via Fabrizi 23 ( capitolo due )

Post n°1720 pubblicato il 02 Luglio 2014 da paperino61to

 

Suonai all’indirizzo del signor De Palma e  dopo pochi minuti venne aprirmi una giovane donna, era la cameriera. Mi fece accomodare in salotto.

Di primo acchito come alloggio non era niente male, camere spaziose, con una  bella vista sulla via Fabrizi. ,  alle pareti alcuni quadri di Monet, pensai che il tizio di sicuro non era un poveraccio.

“ Buongiorno commissario, sono De Palma , mi dica cosa posso fare per lei  “.

Era un signore sulla settantina circa, capelli bianchi, baffi alla Re Vittorio. Longilineo , alto circa un metro e ottanta.

“ Buongiorno, mi scusi il disturbo. Sono qui per sentire un po’ di testimonianze riguardante l’omicidio della donna “ risposi .

“ Omicidio ? La prego si accomodi , vuole qualcosa da bere ? Un caffè ? Non faccia complimenti “.

“ Grazie, ma in servizio non bevo mai . Si , è omicidio , almeno la nostra ipotesi attuale è questa. Non le spiego il motivo di tale affermazione. Mi dica , non ha sentito nulla di strano quella notte ? Passi, voci , qualcosa che l’abbia svegliata ? “.

De Palma sorseggiava il suo brandy con calma, quando ebbe finito rispose di no, non aveva sentito nulla  tranne dei rumori al piano di sopra.

“ Che ora erano  , se lo ricorda ? “.

“Verso l’una , massimo le due. La cosa strana  è che quell’alloggio è vuoto , non so chi vi abita, ho provato a domandarlo tempo addietro alla  portinaia, ma manco lei lo sa, e mi creda è una che sa vita e miracoli di tutti noi .

Le parole del buon Tirdi venivano confermate, nessuno sa chi abita in quel dannato alloggio.

“ Dall’esterno  non ha sentito rumore di macchina, qualcuno scappare a piedi , ci pensi bene è molto importante per l’indagine “.

“ Ora che mi fa pensare si  , qualcosa ho sentito , ma non ho dato peso visto che era dall’esterno, poi metta anche che pioveva. Un rumore di macchina, non credo di sbagliarmi. Era come…come se il motore andasse su di giri “.

“ Prego , vada avanti “ lo esortai a proseguire mentre prendevo appunti.

“ Dicevo come se andasse su di giri, poi sentii che si allontanava accelerando a tutto gas. Ecco è tutto quello che ho sentito, ma ripeto ,  non ci feci caso in quel momento “.

Ringraziai il signor De Palma, ed uscii dall’alloggio. Scesi le scale per poi risalire silenziosamente al piano di sopra , avevo intenzione di dare un’occhiata all’alloggio misterioso .

Sostai un paio di minuti sul pianerottolo con le orecchie tese a cogliere il minimo rumore. Ogni piano aveva due alloggi, le porte d’ingresso erano una di fronte all’altra.

In entrambe non vi era rumore, specialmente in quella abitata. Tolsi dalla tasca la “ chiave “ universale ed entrai nell’alloggio misterioso. Dovetti accendere la luce , il buio era totale. Il corridoio immetteva nella sala, a fianco la cucina e in fondo alla sala la camera da letto , il bagno era alla destra della cucina.

Non sembrava fosse abitato , però un alloggio vuoto si riempie di polvere, e qui non c’è n’era. Tutto perfettamente pulito, tutto in ordine.

Guardai negli armadi e nei cassetti. Trovati solo dei fogli bianchi con  qualche penna stilografica. In bagno mi incuriosirono  gli asciugami, stoffa pregiata con le iniziali  E.B.

Andai in cucina , negli armadietti trovai delle bottiglie di ottimo vino, addirittura  dello champagne , bicchieri perfettamente lavati . In camera da letto, sui comodini, un posacenere nei cassetti una scatola di sigari , ovviamente di marca.

Pensai che l’inquilino , chiunque fosse si trattava bene, sicuramente era un benestante. Il problema era capire chi fosse questo misterioso inquilino.

Fui attratto da un biglietto , sporgeva da dietro il paravento , che serviva sicuramente per cambiarsi. Lo raccolsi : “ Ditta Zerbi Corso Dante 32 “.

“ Bene , mettiamocelo in tasca e andiamo a fare visita a questa ditta “. Come ero entrato silenziosamente così altrettanto feci quando me ne andai.

Domandai un ‘ultima cosa alla portinaia, se per caso sapeva se qualcuno veniva a pulire l’alloggio al piano sopra di De Palma. Rispose che lei non aveva mai visto nessuno, a meno che non passassero dalla portina del cortile, in tal caso non riuscirebbe a vederli dalla portineria.

Non smetteva di piovere , decisi stavolta di prendere il tram e tornai in ufficio.

Chiamai un agente per portarmi delle notizie sulla Ditta Zerbi, poi finalmente mi gustai il caffè preparato da Tirdi. 

La ditta Zerbi  commerciava nell’abbigliamento intimo da decenni. Era una ditta a conduzione famigliare, dove i prodotti intimi venivano confezionati in casa. Il laboratorio era a fianco del negozio  sito in Corso Dante.

Decisi di fare un salto nel pomeriggio, il tempo aveva smesso di piovere. Alcune camionette della milizia fascista percorrevano il corso in cerca di chissà chi.

In cuor mio speravo che chiunque era  , fosse riuscito a scappare , detestavo i miliziani .

Arrivai al negozio , un negozio con tre vetrine sul corso , entrai e chiesi del titolare.

“ Buongiorno, sono io , dica  in cosa posso esserle utile ? “.

“ Buongiorno a lei, sono il commissario Berardi. No..stia tranquillo , non è successo nulla che la può coinvolgere. Ho trovato questo biglietto in un certo alloggio. Lei non si ricorda per caso a chi può averlo dato ? “ mentre facevo la domanda guardavo il suo volto, era scavato, teso , con occhietti che si aprivano e chiudevano in continuo.

Prese il biglietto , lo lesse e me lo ridette.

“ Come faccio a saperlo ? Qui passano tanti clienti al giorno. Sicuramente è uno di loro “.

“ Ha ragione anche lei. L’indirizzo via Fabrizi 23 le dice niente ? “.

Rimase sorpreso, per un attimo sembrò quasi svenisse, poi chiamò una  dipendente.

“ Marta, vieni qui per favore. Via Fabrizi 23 non ti dice nulla ? Mi sembra di ricordare che avevamo un certo signore come cliente “ domandò alla ragazza.

“ Signor Gidda, dovrei andare a consultare l’agenda dei clienti. Direi comunque che non si sbaglia, avevamo un cliente in quello stabile ,vado a controllare “ .

La ragazza tornò dopo una decina di minuti, si scusò per il tempo, ma l’agenda era finita sotto altri documenti.

“  Si , esatto ci abita un nostro cliente , un certo Brizzo, Ettore Brizzo “ poi continuò dicendo che l’ultima consegna fatta era di un paio di giorni addietro . Era un cliente fisso e piuttosto esigente, comprava sempre roba femminile di gran pregio senza badare a spese.

La ragazza sembrava imbarazzata nel raccontare questo. Domandai del perché .

“ Commissario, il signore non era sposato, ne lo era  mai stato. Avevo raccolto delle confidenze dalla sua cameriera di nome Elena Bonfi ,  che allora lavorava  per il signore “.

 ( continua )

 

 

 
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