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Messaggi del 12/04/2017

 

Morte di un amico ( Quinto capitolo)

Post n°2219 pubblicato il 12 Aprile 2017 da paperino61to

 

Riassunto: Il commissario Berardi si ritrova ad indagare non solo sull'omicidio di un suo vecchio amico di infanzia, ma anche su quello di un testimome involontario del fatto tragico. Nonostante la polizia nel suo referto parla di tragico incidente con fuga dell'automobilista, il commissario è di parere contrario. Inoltre vuol capire bene cosa c'entri in questi delitti l'amica della vedova: la signora Ballestrini ed per questo che decide di mettere degli agenti di guardia al suo palazzo. Parla anche con la portinaia dello stabile, cercando di capire il perchè alle domande sulla suddetta signora è reticente e usa solo mezze frasi.



L’impressione avuta dopo il colloquio con la portinaia, è che l’alloggio della signora Ballestrini sia in qualche modo adibito a casa di appuntamenti per gente facoltosa.

Decido di passare dai De Maria, il loro studio è situato in via dei Mille.

Suono il campanello, a accogliermi è la signora De Maria, per un attimo rimane perplessa nel vedermi, poi sorride e mi fa accomodare.

“ Mi perdoni commissario, non l’avevo riconosciuta…ma prego si accomodi. Chiamo subito mio marito”.

Lo studio consta di un paio di uffici. Il marito arriva dopo una decina di minuti.

“ Prego, commissario, venga nel mio ufficio, l’altro è occupato”.

“ Mi scuso per non averla avvertita, ma ero a due passi di qui. Lei e sua moglie conoscete una certa Edda Ballestrini?”.

“ Sinceramente no…il nome non mi dice nulla, ma sa, io per i nomi onestamente non ho molta memoria, potrà sembrarle strano per via del mio lavoro, ma è la verità. Chiedo a Elsa( la moglie) se ne è a conoscenza”.

La donna risponde che quel nome non le giungeva nuovo, ma che di persona non l’ha mai vista.

“ Posso chiederle da chi l’ha sentita nominare?”.

“ Non vorrei sbagliare, è passato un po’ di tempo…direi un mesetto fa circa…ed era il povero Mattia ad aver fatto questo nome”.

“ Ne è sicura? Questa sua affermazione è molto importante ai fini dell’indagine”.

Ci riflette con calma e conferma la cosa:” Eravamo a cena da loro, e Mattia pronuncia questo nome con una frase a seguire…so che con la moglie hanno avuto un paio di scambio di battute pesanti”.

“ Ricorda la frase detta da Mattia?”.

“Non precisamente, se non erro contestava il modo di vivere di questa Ballestrini e al fatto che sembrava che Jolanda la frequentasse sovente”.

“ Capisco, quindi non è da escludere che anche Mattia la conoscesse?”.

“ Adesso che me lo fa notare, direi che potrebbe averla conosciuta benissimo. Ma Jolanda non ha detto nulla in merito a questa conoscenza?”.

“ Lei la conosce meglio di me, ci ha fornito anche l’indirizzo dell’abitazione dove vive questa signora, ma nulla al fatto che anche  Mattia la potesse frequentare, ne tantomeno su come si guadagna da vivere, la ringrazio signora e scusate ancora il disturbo.”

Esco dallo studio avendo la certezza che nel delitto la Ballestrini ha un ruolo importante.

 

Il giorno seguente una chiamata mi comunica che è stato ritrovato il cadavere di una donna.

“ Dove si trova?” domando all’agente che ha scoperto il corpo.

“  In via Pianezza, vicino alla Dora. Era nascosto tra i canneti, un pescatore l’ha trovata e ha chiamato il commissariato di zona”.

Mi faccio accompagnare da Tirdi, la giornata si prospetta bene.

“ Buongiorno commissario, mi segua e faccia attenzione, rischia di scivolare e finire nel fiume”.

Un corpo è nascosto tra i canneti, un lenzuolo ricopriva la vittima. L’agente scopre un lembo e con mio stupore riconosco il volto.

“ Tirdi, è la portinaia!”.

Anche lui rimane sorpreso: “ Come mai si trovava da queste parti?”.

L’agente ci chiede se la conosciamo, e io rispondo di si.

“ Posso far portare via il cadavere?”.

“ Certo portalo pure via, fammi avere la copia del referto medico appena è pronto. Come è stata uccisa?”.

“ Con un colpo di pistola, all’altezza del cuore” .

Torniamo in questura con mille domande e senza una risposta valida.

“ Tu che pensi Tirdi?”.

“ Non ho idea del perché la portinaia si trova da quelle parti, è completamente fuori zona rispetto a dove abita…a meno che non sia andata a trovare dei parenti…conviene fare una ricerca commissario”.

“ Concordo. E…se invece fosse stata attirata in una trappola?”.

Tirdi mi guarda con stupore:” Pensa che lei sapesse qualcosa sulla morte del suo amico?”.

“ Di sicuro ne sapeva molto sulla Ballestrini e di chi frequentava il suo alloggio e le due cose  sono collegate tra loro”.

In questura diramo subito l’ordine per cercare i parenti della donna e la risposta mi arriva dopo un’ora circa. Nessun parente abita in quella zona, l’unica zia che abita in città è residente nel quartiere di Mirafiore. Questo conferma la mia ipotesi, la donna è caduta in un tranello. Un’altra ipotesi prende corpo in me: “Se l’arma che ha ucciso la donna è lo stessa che ha sparato a  Mattia, possiamo dire che l’assassino è lo stesso”.

La conferma di ciò che ipotizzavo è nel referto medico arrivato dopo l’autopsia del cadavere…è la stessa arma  che ha ucciso il mio amico.

Perquisiamo l’alloggio della portinaia, ma non vi è alcun indizio del perché la portinaia  si sia recata dalla parte opposta del centro, ne tantomeno con chi aveva appuntamento.

Solo un’agenda poteva risultare interessante, erano segnate delle X  con dei numeri che partivano dalle 22 alle 5. Cosa volevano dire lo sapeva solo la vittima.

“ Mi viene in mente una cosa, commissario…e se la donna avesse segnato l’orario di entrata e uscita delle persone che venivano a trovare la Ballestrini?...le X potrebbero essere i nomi…” .

“ Non è un’idea sbagliata, Tirdi sarebbe interessante trovare chi siano questi X…per esempio qui è segnato una doppia X…che vorrà dire?”.

Non riusciamo a decifrare quel codice, e così ipotizziamo che la doppia X fosse un personaggio abituale ( visto che ricorreva almeno un paio di volte alla settimana).

“ Prima di andare, passa dalla Ballestrini e dille di presentarsi nel mio ufficio”.

La signora si presenta piuttosto adirata poichè le avevo interrotto la passeggiata pomeridiana per negozi.

“ Mi scuso con lei ma è successo una cosa grave…la portinaia del suo palazzo è stata uccisa”.

Il suo volto rimane impassibile e risponde che non lo sapeva e che manco le interessava.

“ Forse può interessarle che l’arma del delitto è la stessa della morte del Carlino”.

Sembra accusare il colpo, i suoi occhi si chiudono per un attimo: “ Questo cosa c’entra con la mia persona?”.

“ Non lo so ancora, quello che è certo è che qualcuno dei suoi amici ha a che fare con i due delitti…” non finisco la frase che squilla il telefono.

Chiamano dall’ospedale, il Barolo è morto.

“ Adesso sono tre i delitti…è morto un testimone”.

“ Mio dio…un pazzo che si aggira in città”.

“ Non un pazzo, un assassino che sa bene chi colpire e che frequenta il suo alloggio…parliamo chiaro signora, sono convinto che lei metta il suo appartamento a disposizione di gente facoltosa che vuol …diciamo, avere intimità fuori dal matrimonio”.

 

La donna si agita nervosamente sulla sedia e risponde picata e che non dovevo permettermi certe affermazioni. Le rispondo che non credo affatto di sbagliarmi e che troverò sicuramente le prove di quello che affermo.

“ Lei è un pazzo commissario…parlerò con chi di dovere e si pentirà di queste sue accuse”.

Si alza sdegnata ed esce dall’ufficio sbattendo la porta.

“ Tutto a posto?” domanda Perino che nel frattempo si trovava nel corridoio e ha sentito la donna urlare.

“ Si, a posto…la signora ha fatto la sua sceneggiata. Novità in merito alla portinaia uccisa?”.

“ Sembra che abbia ricevuto una lettera il giorno prima che l’uccidessero…abbiamo trovato una busta aperta nel cestino di casa. Il foglio della missiva però era stato bruciato…strano vero?”.

“ Già, la signora voleva essere sicura che nessuno potesse leggerla”.

“ Inoltre, sembra che sul luogo del delitto vi fosse un’auto…una Balilla di colore verde”.

A questa frase completo il puzzle, l’assassino è lo stesso dei tre delitti, ora non ho più dubbi. L’auto è la stessa che ha ucciso il povero Barolo investendolo.

“ Chiamo il questore e chiedo l’autorizzazione per perquisire tutte le auto officine della città”.

“ Sarebbe un bel colpo trovarla e se così non fosse, magari qualche titolare può fornirci delle informazioni riguardo al titolare di questa automobile”.

“ Ipotesi plausibile, una macchina necessità di manutenzione e non dimentichiamo che avendo avuto un incidente, può sicuramente aver ammaccato la carrozzeria o il parabrezza”.

Il questore rilascia immediatamente l’autorizzazione. Le auto officine in città sono circa una decina.

“ Perino, prendi con te un paio agenti…se sono chiuse aspetta che aprano, poi fammi sapere…chiamami anche  a casa se non sono più in ufficio”.

Ceno da Mamma Gina, era preoccupata per  quello che la gente diceva in giro sulla questione della razza superiore e di come certi venti di guerra incominciavano a soffiare sul nostro paese e non solo.

“ Purtroppo penso che il futuro non ci appartenga più, stiamo entrando in un periodo buio e la risposta è nelle mani di nostro Signore”.

La donna si fa il segno della croce mentre guarda dolcemente suo figlio dietro al bancone.

( Continua)

 

 

 

 
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