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Lo scopone
Post n°48 pubblicato il 10 Luglio 2012 da meninasallospecchio
Parlando di sparigliare mi è venuto un clamoroso amarcord del mio passato di giocatrice di scopone. Si deve a mio padre la trasmissione di questo know-how, in montagna non avevamo la TV, in famiglia eravamo giusto in 4, quindi che c'è di meglio di una bella partita a scopone? I giocatori abituali lo chiamano semplicemente scopa, ma in realtà la scopa è la versione banale a 3 carte, considerata gioco da bambini. Lo scopone è la versione a 9 carte, con 4 carte girate in tavola. C'è anche la versione detta scopone scientifico, reso famoso dal film di Sordi, che per la verità di scientifico non ha proprio niente, viene snobbato dai veri appassionati. Lo scopone scientifico si gioca con 10 carte, senza girata, quindi la mano inizia verosimilmente con una sequenza di scope e la fortuna la fa da padrona. Nello scopone a 9 carte, c'è un minimo di componente fortuita nella girata, ma se si gioca bene le scope sono un evento piuttosto raro e i 4 punti (primiera, settebello, carte e denari) dipendono soltanto dalll'abilità dei giocatori.
Non gioco da anni. Gli ultimi che ho visto impegnati in una partita di scopone erano attempati impiegati Fiat in pausa pranzo, ormai saranno esodati. Probabilmente qui in campagna qualcuno ci gioca ancora, nei bar. Ma che faccio? Abbordo gli 80enni chiedendo che mi facciano partecipare? Non crederebbero mai che sono capace, nessuna donna gioca a scopone. Io faccio eccezione per il proto-femminismo di mio padre. O perché mancava il quarto? Naa, ha insegnato anche a mia madre. Giocare in coppia con mio padre, cosa che in genere toccava a me che ero la più piccola, significava beccarsi veementi cazziatoni ad ogni errore o presunto tale, in base a una teoria pedagogica secondo la quale i figli più li cazzi e più diventano intelligenti. Io ero per lo più terrorizzata, ma col tempo sono diventata una discreta giocatrice, anche se non ho praticato abbastanza a lungo per diventare un'abile stratega. A scopone vigono due imperativi categorici. Il primo dice che quando sono di mazzo gli avversari devi sparigliare, mentre quando il mazziere sei tu o il tuo compagno devi cercare di evitare gli sparigli e nel caso, ri-parigliare. Il secondo imperativo dice che il mazziere deve tenere il tallone. Il tallone è una carta non sparigliata, meglio se alta, l'ideale è un re, che il mazziere deve conservare come ultima carta. Questa gli consentirà di prendere per ultimo e quindi di raccattare tutte le eventuali carte sparigliate rimaste sul tavolo: in alcuni casi possono ballare anche 2-3 punti. Ovviamente ho imparato a tenere il tallone fin dalla più tenera età, ma nessuno ti garantisce che il tuo tallone designato non verrà sparigliato all'ultimo momento laciandoti in balìa della sorte. Credo che se mi fossi drogata mio padre non si sarebbe incazzato come quando non avevo il tallone. E' stata un'infanzia difficile la mia. Un vero giocatore si ricorda tutte le carte che sono state giocate, capisce che cosa hai in mano in base a come giochi e a 3-4 giri dalla fine sa esattamente quali carte hanno gli altri. Credo di aver giocato fino a 17-18 anni, e non sono mai arrivata a quel livello, purtroppo. Poi, dopo i 35 anni la memoria peggiora e quindi mi sono preclusa ogni speranza di gloria. Chissà, forse potrei provare ad andare nella chat della terza età e vedere se trovo da organizzare un torneo :-)
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