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Una storia della Grande Guerra

Post n°49 pubblicato il 10 Luglio 2012 da meninasallospecchio

Accolgo volentieri la richiesta di un blogger, sagredo58, di contribuire alla divulgazione della testimonianza di suo nonno sulla prima guerra mondiale.

Riassumo brevemente di cosa si tratta.

Il nonno di sagredo, animato da spirito patriottico, si arruolò come volontario per la grande guerra. Partecipò a una cruenta battaglia sul Col di Lana, in Alto Adige, nella quale persero la vita parecchi suoi commilitoni. Ad alcuni di loro, e ad altri sopravvissuti, fu conferita la medaglia d'argento al valor militare. Al nonno di sagredo, per motivi non chiari, forse semplicemente parché meno alto in grado, questa onorificenza fu negata.

Amareggiato dalla discriminazione subita, il nonno di sagredo protestò con i comandi militari e, per far valere le sue ragioni, scrisse un memoriale sulla sua partecipazione alla battaglia del Col di Lana. Al di là delle ragioni che lo ispirarono, il memoriale è una significativa testimonianza diretta dell'orrore della guerra, di quella guerra in particolare e probabilmente di tutte le guerre.

sagredo58, che dopotutto potremmo anche chiamare Marco, ha pubblicato una lunga sequenza di post, raccogliendo materiale vario: documenti, fotografie, cartoline, reperti. Inoltre ha integrato la testimonianza con la narrazione storica della vicenda bellica vissuta dal nonno.

Se andate sul suo blog (blog.libero.it/sognidigitali) troverete tutta la vicenda raccontata a partire dal post 794. Bisogna dire che Marco è analitico fino al maniacale :-) Se non aveste tempo o voglia di leggere tutto (io però l'ho fatto) vi suggerisco due post in particolare.

Il primo è un documento dell' alto comando militare con il quale sì esortano i soldati a tenere la posizione a qualunque costo. È un esempio di quella retorica militare con la quale si mandano dei ragazzi al macello facendo credere che da pochi metri di terra dipendano le sorti della guerra.

Il secondo è il memoriale vero e proprio, che Marco ci fa sospirare fino al post 837. Il nonno descrive una macelleria che ricorda la lunga sequenza iniziale di Salvate il soldato Ryan, ma i toni sono quelli un understatement abbastanza sorprendente. Pur nella consapevolezza dell'eccezionalità dell'impresa (che è proprio quello che vuole rimarcare), traspare una quotidianità della morte, l'idea che la perdita di vite umane sia nell'ordine delle cose. In ogni caso una testimonianza diretta, inedita, che vale la pena di leggere.

Se avete tempo leggete tutto il racconto, nelle pieghe della vicenda ci sono molte curiosità e poi Marco è molto piacevole da leggere.

Buona lettura a voi e un saluto a Marco, con tutta la mia ammirazione per il grande impegno che ha messo nel raccontarci questa storia.

 
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