Creato da: meninasallospecchio il 28/04/2012
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« I nipoti di PrometeoComplicate »

Il lavoro

Post n°374 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da meninasallospecchio

L'ho presa molto alla lontana nel mio post precedente perché volevo parlare del lavoro. Non del job's act, non dell'inutile articolo 18, ma dell'idea stessa del lavoro e di quello che rappresenta per noi nipoti di Prometeo. Anche se, a onor del vero, quando mio figlio mi ha chiesto che cosa significa che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, non sono stata in grado di spiegarglielo. Voi lo sareste? A me sembra una frase retorica dai contenuti incerti o divenuti incomprensibili per la lontananza culturale. Eppure fondata sul lavoro è tutta la nostra civiltà. Ha senso ribadirlo per un singolo stato, come se fosse una scoperta dei padri costituenti? Di che lavoro parlavano? Di quello della classe operaia o, come intendo io, del fuoco dell'ingegno e dell'agire umano? Mah... spero che a mio figlio lo spieghi qualcuno con le idee più chiare delle mie.

Ma tornando a noi, avete mai provato a restare senza lavoro? Mi scuso in anticipo se questo discorso sembrerà snob a chi ha preoccupazioni economiche più serie e immediate delle mie, ma vorrei affrontare l'argomento da un punto di vista esistenziale, lasciando per un attimo da parte gli aspetti pratici. Del resto questa è l'esperienza mia e di parecchie persone che conosco, alle quali è capitato in questi anni di restare temporaneamente o definitivamente disoccupati. In molti casi il pensiero di arrivare a fine mese non c'era, non a breve termine almeno. Alcuni sono stati lasciati a casa con una buonuscita; i dirigenti vengono licenziati con due annualità di stipendio; i più fortunati sono stati pre-pensionati. Verrebbe da pensare che in questo caso possa persino far piacere ritrovare la libertà dalla costrizione di un impegno quotidiano, avere più tempo per sé, per la famiglia, per i propri hobby.

Eppure non funziona. Non avrei mai creduto. Onestamente faccio un lavoro di cui non dovrei lamentarmi, ma verso il quale non nutro nessuna passione, anche se non fa figo dirlo. A ben vedere ho avuto, come molti della mia generazione, una parabola professionale in declino: il mio lavoro attuale è parecchio al di sotto delle mie capacità e anche di quello che facevo in passato. Ma non mi lagno, è quasi completamente per causa mia. Ad un certo punto, lo scorso anno, sono rimasta improvvisamente senza lavoro. Sono una partita IVA più o meno vera, quindi dallo 0 al 100% di occupazione (che neanche vorrei) ci sono tante gradazioni: ma in quel caso era 0. Era luglio, c'era il sole, stavo in cima al bricco. Economicamente, sebbene non ricca, sono tranquilla. Chissenefrega, mi sono detta, mi godo l'estate, poi qualcosa succederà.

E così è stato. Ma, passata l'estate, non è cambiato nulla. Non è che io non abbia niente da fare, tutt'altro. E sono piena di interessi, cose che mi piacciono molto di più del mio lavoro, incluso stare qui a scrivere il blog. Però non c'è storia: neppure la persona più ricca di interessi sfugge alla sensazione di inutilità che ti deriva dall'essere disoccupato. Non importa quanto di merda sia il tuo lavoro: basta l'idea che il tuo tempo sia retribuito, anche poco; basta pensare che stai dando il tuo microscopico contributo al mondo. Certo, il contributo puoi darlo ugualmente facendo altro: ma non è la stessa cosa.

Eppure finché ci sei dentro quasi non te ne rendi conto. Ti racconti che va bene così e intanto sprofondi in una lieve depressione e in un'apatia che ti porta a fare sempre meno, accompagnata da una vaga sfiducia nelle tue capacità. L'ho visto capitare a tanti, amici, parenti, colleghi: e sempre ho visto le persone passare da un iniziale stato di relax e benessere alla noia, alla pigrizia, alla sfiducia. Finché un giorno non passa di nuovo il treno (ma qualche volta si finisce per non essere capaci di prenderlo). Allora risali sulla giostra di Prometeo e ti rendi conto di quanto stai meglio. Non avresti mai creduto di tenere così tanto a 'sto cazzo di lavoro. Fanculo a Prometeo.

 
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Commenti al Post:
gufo2005
gufo2005 il 17/10/14 alle 14:49 via WEB
anche io penso sia vero. anche se, anche questo, non fa figo dirlo. per me oltre al valore economico, in quanto ho bisogno di lavorare per vivere, c'è il valore del sapermi in grado di mantenermi. mi fa sentire adulta (non un bambino che dipende da un adulto), mi fa sentire autonoma (non come chi sceglie di dipendere dal lavoro di un altro)mi fa sentire parte integrante di un tessuto sociale attivo, soprattutto mi dà modo di andare in ferie... come fai a goderti lo stacco delle vacanze se non hai un lavoro da cui staccare? (anzi meglio se torno al lavoro...;))poi ci sono i fortunatissimi che sanno godersi lo status di non lavoratore...
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 22:51 via WEB
Non ho mai avuto nessuno da cui dipendere, se si escludono i genitori fino a 22 anni, quindi non so come mi sentirei, ma certamente non mi piacerebbe. Ma anche se vivi del tuo, senza lavorare ti senti in qualche modo un parassita della società.
(Rispondi)
 
sagredo58
sagredo58 il 17/10/14 alle 17:23 via WEB
Sono forse arrivato al binario morto perdendo l capacità di reinventarmi lavorativamente, ho già provato la colpevolizzazione della disoccupazione. Leggiti la mia psicologia spicciola del disoccupato: http://blog.libero.it/sognidigitali/11152293.html
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 22:52 via WEB
Reinventarsi è un obiettivo troppo ambizioso di questi tempi. Galleggiare già non è male.
(Rispondi)
 
woodenship
woodenship il 17/10/14 alle 17:41 via WEB
"...Fanculo a Prometeo."Lo penso anch'io...E' che forse non è vero che non eri molto legata "...a 'sto cazzo di lavoro."...........Un caro saluto ed un fiore..........W.......
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 22:53 via WEB
Infatti è quello che dico, che siamo culturalmente legati non tanto a un lavoro particolare ma all'idea stessa di lavorare.
(Rispondi)
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 17/10/14 alle 18:46 via WEB
Capisco talmente bene alcune delle cose che scrivi che è una lettura quasi dolorosa. (Anche se leggere te è sempre piacevole, accidenti).
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 22:56 via WEB
Grazie. Qualche volta mi hanno pagata per scrivere, ma si trattava di cose assai più noiose. Sempre meglio che lavorare, comunque :-)
(Rispondi)
 
blumannaro
blumannaro il 17/10/14 alle 20:09 via WEB
Ho vissuto gli anni della "stagionalità" in periodo dove il lavoro non mancava quindi ogni estate sapevi di trovare una qualche occupazione. Oggi sarebbe diverso e sono ovviamente contento d'avere il mio lavoro "fisso" anche se non mancano le frustrazioni. Non tanto per il lavoro in se (anzi) ma per come veniamo gestiti dai nostri dirigenti, specchio di tanti problemi Italiani.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 23:00 via WEB
Eh, si parla sempre dei politici ma gli imprenditori non sono affatto meglio. Il nostro mondo del lavoro fa veramente cagare, con la sua rigidità, il sistema borbonico delle gerarchie, la gestione oscura delle retribuzioni e delle carriere, le cordate per amicizia anziché per valore. E si potrebbe andare avanti.
(Rispondi)
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 17/10/14 alle 20:19 via WEB
Abbiamo inventato le macchine per poter finalmente liberare l'essere umano dalla schiavitù del lavoro e adesso ci lamentiamo perché le strade sono piene di sfaccendati...
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 17/10/14 alle 23:05 via WEB
Be', non è che ci liberiamo dal lavoro, soltanto spostiamo l'assicella un po' più in su. I nostri progenitori passavano gran parte del tempo a masticare, finché non hanno scoperto che il fuoco serviva per fare l'arrosto e quindi hanno masticato meno e speso il tempo in altre attività.
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 20/10/14 alle 10:29 via WEB
A proposito de masticà.
Tempo fa il dentista mi ha fatto intuire che se volevo continuare con l'arrosto avrei dovuto lavorare sodo e dargli la bellezza di quindimila euro.
E così, pur di non rendermi schiavo della carne, ho preferito diventare vegetariano.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 20/10/14 alle 12:30 via WEB
Apperò! Fra le molte ragioni per diventare vegetariani, questa non l'avevo ancora sentita. Ma mangi solo verdura cotta? Perché, per dire, un bel carciofo mangiato crudo è odontoiatricamente più impegnativo di un arrosto.
(Rispondi) (Vedi gli altri 9 commenti )
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 20/10/14 alle 12:57 via WEB
Ecco, mi ha fatto venire la voglia di carciofini sott'olio e me ne sono andato a spolpare subito un paio.
Diciamo che, ad esclusione della carne, mi limito a masticare tutto ciò che i miei ponti(che risalgono ad una ventina d'anni fa) riescono comunque a sopportare senza il rischio di crollare.
Cosa pensi che avrebbe fatto EVA, se avesse saputo che quel morso alla mela appena colta dall'albero avrebbe potuto costarle la bellezza di cinquemila euro?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 20/10/14 alle 15:28 via WEB
Si sarebbe fatta una borsetta di serpente, piuttosto.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 20/10/14 alle 23:29 via WEB
- Quale serpente?
Disse Adamo non nascondendo una certa preoccupazione.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 14:18 via WEB
- Quello che ho visto su quell'albero in centro. Era così carino; e in saldo lo davano a 4500 euro.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 21/10/14 alle 17:40 via WEB
- Ma...costa l'ira di Dio!
Replicò Adamo.
E subito dopo, svenne.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 21/10/14 alle 17:43 via WEB
Al risveglio si trovò fuori del Paradiso, piendo di debiti fino al collo, nudo e crudo come uno sfollato.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 21:09 via WEB
Quindi il peccato originale non è il sesso ma lo shopping.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 21/10/14 alle 22:23 via WEB
Eccerto! In paradiso era (quasi) tutto gratis, ma Eva, per capriccio, si è andata a spendere in una botta sola i soldi che dovevano bastare loro per tutta l'eternità...
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 22:36 via WEB
Per i musulmani il paradiso è pieno di vergini. Per i "consumatori", come dice viburno, il paradiso è invece un luogo dove tutto è gratis.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 18/10/14 alle 08:17 via WEB
Nella società di mercato tutto è merce ed ha un valore, in primo luogo il nostro lavoro. Ecco perché uno stesso lavoro se svolto su base non retribuita smette di essere un lavoro e diventa beneficenza.
In questo senso non lavorare equivale a non avere potere d'acquisto - e quindi non essere riconosciuti - in una società basata sostanzialmente sui consumi (a prescindere che poi uno possa avere possibilità economiche di suo).
Io ho vissuto un problema opposto ma se vuoi identico a quello della disoccupazione, e cioè mi è stata riconosciuta una posizione lavorativa solo molto tardi, quindi so bene cosa intendi dire quando parli di parassitismo. Ora finalmente anche io sono a tutti gli effetti un "consumatore".
Per inciso in Unione Sovietica esisteva il reato di parassitismo che veniva perseguito penalmente.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/14 alle 14:09 via WEB
No, non credo che dipenda dall'essere consumatori. Se non hai problemi economici consumi ugualmente, anche senza stipendio; anzi, a volte consumi persino di più perché ogni volta che metti piede fuori di casa per dedicarti a qualche tuo interesse, finisci per spendere dei soldi. No, ho parlato di Prometeo proprio perché penso ci sia qualcosa di più dell'etica del capitalismo nel disagio di restare senza lavoro.
(Rispondi)
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/14 alle 14:11 via WEB
Tu insegni, vero? Ho fatto domanda anch'io nelle graduatorie di istituto, magari un giorno o l'altro la racconto, anche qui ci sono risvolti divertenti.
(Rispondi)
 
 
 
 
viburnorosso
viburnorosso il 21/10/14 alle 09:13 via WEB
Insegno, anche se tecnicamente, in quanto ricercatore, non sarei tenuta a farlo. E' una lunga disputa che riguarda lo status del ricercatore universitario al quale non era riconosciuta la docenza, nonostante l'università oramai si regga quasi solo esclusivamente su questa figura.
Su graduatorie, abilitazioni ed altre amenità avrei molte cose anche io da raccontare, ma evito per non deprimermi troppo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 14:21 via WEB
Ai miei tempi, nel mio settore, c'era abbastanza spazio per la carriera universitaria. Dare un calcio a quella possibilità è stato credo uno degli errori della mia vita. Un giorno lo racconterò.
(Rispondi)
 
chiaracomeilsole1
chiaracomeilsole1 il 18/10/14 alle 10:16 via WEB
Disoccupata da due anni e due mesi, monoreddito, una figlia da mantenere agli studi e che ho cresciuto da sola da quando aveva quattro anni, non ho l'acqua alla gola, ma non posso neanche permettermi di pensare di non trovare lavoro. Se potessi vivrei di rendita, il lavoro non mi manca, ho sempre talmente tante cose da fare e interessi che non me ne frega niente , anzi mi sento più utile per quello che sto facendo adesso. Però non posso permettermi di non trovare lavoro ...
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/14 alle 14:13 via WEB
Non so, io sto arrivando a dire che forse, anche se potessi, non vivrei di rendita. Nonostante abbia mille interessi e cose da fare.
(Rispondi)
 
 
 
chiaracomeilsole1
chiaracomeilsole1 il 21/10/14 alle 20:02 via WEB
Chissà, forse sarà perchè il lavoro che mi piace lo faccio gratuitamente come volontariato. Non mi sono mai piaciuti i lavori che mi sono trovata a fare. a me sarebbe piaciuto lavorare nel sociale.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 21:15 via WEB
Anche a me piace lavorare nel turismo e lo faccio come volontariato. Però l'idea che il mio tempo sia pagato mi fa sentire più a posto.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
chiaracomeilsole1
chiaracomeilsole1 il 24/10/14 alle 12:29 via WEB
No, a me non interessa, se potessi vivrei di baratto, il denaro è solo un'energia come un'altra, se vivessi di rendita potrei fare di più di ciò che faccio. Quello che ricevo in cambio mi gratifica completamente :))
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 14:06 via WEB
Il baratto non è la negazione dell'economia di mercato, è solo una sua forma diversa. Tra l'altro la rete pullula di questo tipo di iniziative, il baratto in nome della cosiddetta decrescita felice: a me sembra soltanto un modo creativo per evadere il fisco.
(Rispondi)
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 18/10/14 alle 13:17 via WEB
Mi è capitato di rimanere senza lavoro otto anni fa, in un certo senso fu colpa mia perchè fui avventata nelle mie decisioni, avevo bollette da pagare, affitto che scadeva...un disastro. In tre giorni, per tramite di una mia amica mi occupai di qualcosa che non solo odiavo e mi riusciva solo sufficientemente, ma che anche equivaleva a un netto salto all'indietro. Lo feci per sei mesi, perchè non avevo alternative e contemporaneamente non mi stancai di credere in quello che avrei voluto fare...sei mesi dopo mi misi in proprio e ad oggi faccio quello che scelsi e che amo. Fu un periodo davvero molto difficile, però se quel periodo non ci fosse stato, se non avessi agito avventatamente, se non avessi fatto per mesi quello che non mi piaceva tirando anche la cinghia da tutte le parti, oggi non farei quello che faccio.
Non tutti i mali vengono per nuocere, anche se debbo dire che dieci anni fa io avevo 36 anni, uno spirito diverso, anche se forse non meno combattivo...ciò non toglie che quasi dieci anni dopo tutto mi risulterebbe più difficile. Ma io penso veramente che periodi orribili specie di questi tempi, li passiamo tutti, quello che non possiamo permetterci di perdere, nessuno, è la capacità di re- inventarsi e prendere i nostri treni al volo...
(Rispondi)
 
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 18/10/14 alle 13:18 via WEB
Ma tu che lavoro fai?
Mi è capitato più di una volta di pensare che tu abbia qualcosa a che fare con lo "strizzacervelli", mi sbaglio? :))
(Rispondi)
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/14 alle 14:20 via WEB
Beata te. Io quello che mi piace veramente fare lo faccio senza retribuzione. Però non è la stessa cosa. Se riuscissi a farmi pagare per fare ciò che mi piace, quello sì sarebbe un risultato.
Una strizzacervelli? :-) No, neanche mi piacerebbe, una vocazione che non mi appartiene. La mia, di vocazione, sarebbe fare l'insegnante, come ho già detto. Che non è necessariamente quello che mi piacerebbe, sicuramente è quello per cui sarei dotata. Invece faccio l'informatica.
(Rispondi)
 
 
 
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 18/10/14 alle 19:47 via WEB
Ah ah ah. (Letto!!) Sei proprio simpatica!! :)))
(Rispondi)
 
Led_61
Led_61 il 20/10/14 alle 13:16 via WEB
Sacrosante parole, prima di commentarti ho inviato un curriculum (mi vengono i brividi ogni volta che devo riscrivere la mia vita professionale) ed era due anni che non lo facevo, ma non bisogna mai desistere di pensare che dalle nostre parti non passi nessun treno, forse era già passato ma io, sempre con la testa tra le nuvole, non me ne ero accorto. Ciao
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 20/10/14 alle 23:00 via WEB
Non è facile, la depressione non favorisce lo spirito d'iniziativa. Bisognerebbe cercare di non arrivarci, oltre la soglia dell'apatìa.
(Rispondi)
 
arw3n63
arw3n63 il 21/10/14 alle 17:56 via WEB
Non ho mai provato a restare senza lavoro perchè ho fatto una scelta di vita diversa a suo tempo come madre e moglie a tempo pieno però conosco da vicino chi è improvvisamente restato senza lavoro, mio marito per due anni,ora ha raggiunto il pensionamento ma il periodo in cui ha combattuto per cercare di trovare una soluzione è stata dura, economicamente non più di tanto perchè avevamo i risparmi ma psicologicamente sì, ricordi quando ti dicevo che parla nel sonno e sembra avercela con qualcuno? E' un fenomeno comparso da quando ha perso il lavoro. E poi c'è il figlio che continua ad essere precario, a cambiar lavoro, a non avere un lavoro che gli permette indipendenza. Anche lui seppure giovane sfiduciato per il futuro, ha accettato di tutto pur di non restare a casa a far niente, però per un ragazzo di 25 anni che dice che se si vuol lavorare il lavoro si trova solo che sono lavori di cacca, da sfruttamento, che per mantenerti ne devi svolgere più di uno, ti devi spostare lontano che spesso è più il costo della benzina.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 21:13 via WEB
Sì, come le supplenze che mi propongono, che sono in posti che devo cercare con google maps. Per fortuna ora sto lavorando e quindi le ignoro senza sensi di colpa. Sì, comunque è esattamente di quel malessere che parlavo, quello di tuo marito più che quello di tuo figlio.
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 21/10/14 alle 22:24 via WEB
Che cosa insegni? E dove?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 22:31 via WEB
Non insegno niente. Ho solo fatto domanda per essere inserita nelle graduatorie utilizzate per le supplenze, così se resto senza o con poco lavoro (cosa che periodicamente avviene), ho una chance in più di tirare quattro paghe per il lesso. Posso insegnare informatica in tutte le scuole, matematica negli istituti tecnici e nel biennio dei licei. Per qualche oscura ragione non posso insegnare matematica nelle medie; in compenso posso insegnare matematica applicata (che non ho idea di cosa sia) ai ragionieri e non so a chi altro.
(Rispondi) (Vedi gli altri 14 commenti )
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 21/10/14 alle 22:53 via WEB
Dal tuo profilo vedo che hai superato i cinquanta. Come mai ancora non sei di ruolo? Le supplenze nelle scuole si cominciano a fare appena terminata l'università...
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/14 alle 23:41 via WEB
Perché non ho mai insegnato, appunto, né pensato di insegnare. Fondamentalmente perché si guadagna troppo poco :-), anche se in realtà credo che mi piacerebbe. La prendo come una possibile alternativa o integrazione in caso di scarso lavoro da professionista.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 22/10/14 alle 16:59 via WEB
Ah ecco.
No, perché mia moglie insegna da sempre, ora glielo dico che guadagna troppo poco...
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 22/10/14 alle 20:31 via WEB
Penso che lo sappia :-) Non so che laurea abbia tua moglie, perché sarà pure una vocazione, ma non credo ci siano molti laureati in informatica dediti all'insegnamento. E' chiaro che con una laurea umanistica è una delle opzioni migliori o quanto meno più abbordabili. Inoltre per chi è di ruolo è un lavoro sicuro (uno dei pochissimi rimasti) e compatibile con la famiglia.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 23/10/14 alle 15:59 via WEB
Si, il lavoro è più che sicuro.
E dopo quarant'anni di schiav...servizio, se tutto andrà bene, potrà assumere la condizione di "liberta". Che poi non so se sia migliore o peggiore di quella di "ingenua".
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 23/10/14 alle 18:20 via WEB
Sì, per i pre-baby-boomers l'affrancamento è ancora possibile, non so fino a quando. Io sto pensando di considerare l'insegnamento come la mia pensione, ovvero l'implementazione di quella teoria per cui non sì smetterà più di lavorare, ma si svolgerà una mansione più compatibile con l'età.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 26/10/14 alle 22:50 via WEB
E il lavoro a maglia? No eh?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 13:17 via WEB
Mia madre sostiene che il lavoro a maglia è controindicato nelle cardiopatie. Sarà vero?
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 27/10/14 alle 21:54 via WEB
Si, confermo.
Anche mia madre, che era bravissima e pure velocissima, ha dovuto smettere in vecchiaia proprio perché era sofferente di cuore.
Che brutta che è la vecchiaia, fortuna che dura poco...
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 23:14 via WEB
Be', insomma, dipende quando la fai cominciare. Io cerco di rimandarla il più possibile, altrimenti diventa lunga per davvero.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 28/10/14 alle 08:39 via WEB
Ci si rende conto di essere effettivamente entrati nella vecchiaia quando non si è più in grado di cambiarsi il pannolone da soli.
Probabilmente è lo stesso senso di disagio che si prova alla nascita.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 28/10/14 alle 23:11 via WEB
Ah, ma noi siamo i baby-boomers. Prima di allora avranno inventato i pannoloni autocambianti.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 29/10/14 alle 08:25 via WEB
"Pannoloni autocambianti" credo che sarà un po' difficile, visto che vanno indossati sotto altri indumenti.
Però l'idea di fondo non è male.
Stavo giusto pensando che con le attuali nanotecnologie forse sarà possibile renderli "autorigeneranti", nel senso che ciò che viene espulso dal corpo verrebbe interamente assorbito dal pannolone per poi essere trasformato chimicamente in essenze volatili profumatissime che espulse nell'aria producano una piacevole sensazione di freschezza.
Tale processo di trasformazione chimica potrebbe essere alimentato da una batteria ricaricabile dagli stessi miasmi emessi in sede di espulsione del materiale di incontinenza.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 29/10/14 alle 09:14 via WEB
Del resto sono già stati realizzati, anche se non commercializzati, dei tessuti che non si lavano. Al momento hanno bisogno del sole per autopulirsi, ma un giorno chissà.
(Rispondi)
 
sciarconazzi
sciarconazzi il 27/10/14 alle 12:23 via WEB
Arrivato a questo punto della mia vita, se avessi ipoteticamente una rendita, sono piuttosto sicuro che non mi peserebbe non avere un lavoro.
Ma una rendita di quanto? Fosse del mio ultimo stipendio, non dico che scialerei, ovviamente, però non penso proprio che scivolerei in apatia, depressione, pigrizia o sfiducia. Sarei sereno, lucido e con tanta voglia di fare (i cazzi miei*, che è nobilissima ambizione).
...
*cazzi miei, intesi alla maniera di Sciarconazzi noto anche come "L'ombroso ottimista dall'inaspettata battuta di spirito".
Ciao Menina! È da un po' che non venivo a trovarti :-)
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 14:13 via WEB
Ci vorrebbero almeno 2.000 euro di rendita mensile. Considerando che i tassi attuali sono bassissimi (e naturalmente non vogliamo investimenti rischiosi altrimenti addio rendita), possiamo ipotizzare, forse un po' ottimisticamente, un 2%. Quindi ci vorrebbe un capitale di 1.200.000 euro. La verità è che un sacco di gente potrebbe permettersi di vivere di rendita a queste condizioni.
(Rispondi)
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 14:16 via WEB
Ah, i 2000 euro mensili sono calcolati per un single. Con la famiglia ce ne vogliono il doppio o quasi.
(Rispondi)
 
 
 
 
sciarconazzi
sciarconazzi il 27/10/14 alle 15:25 via WEB
Più che ottimista, direi un po' coglione.
(Rispondi) (Vedi gli altri 6 commenti )
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/10/14 alle 18:41 via WEB
Nelle tre ore post meridiane hai avuto un ripensamento?
(Rispondi)
 
 
 
 
sciarconazzi
sciarconazzi il 28/10/14 alle 07:06 via WEB
No, ho fatto una deduzione dal tuo commento coi conteggi.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 28/10/14 alle 23:12 via WEB
L'economia spiegata a sciarconazzi :-)
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sciarconazzi
sciarconazzi il 29/10/14 alle 09:04 via WEB
Una sana botta ALL'autostima dello stesso.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 29/10/14 alle 19:40 via WEB
L'avete fatto il CID?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 29/10/14 alle 20:23 via WEB
Il CID campeador?
(Rispondi)
 
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