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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« Un'ora sola ti vorreiChi è questa persona umana? »

Si stese muta

Post n°417 pubblicato il 17 Marzo 2012 da simurgh2
 

C'era una poesia inedita sul Corriere, ieri, di Mario Luzi
Ce n'è stata di neve quest'inverno. Magari adesso non se ne parlerà piu.
Tutti la a dire adesso, delle gemme, delle primule sui prati,
delle finestre spalancate, dei maglioni ripiegati e messi via,
delle lucertole (dove son state?), del sole e di qua e di la.
Io di quella neve ho nostalgia.
Una domenica ti svegli cosi, che gli occhi si fanno bianchi.
Guardi fuori e senti le gemme quiete dentro i rami.
Un respiro lasciato tra le lenzuola che ti vai a riprendre.
Ti avvicini al suo orecchio e gli sussurri "C'è la neve"
E allora?


Eppure lei, la neve, quei giorni, mica ci pensava di essere neve.
Come neppure i rami scossi dal vento o dalle bufere, che respirano silenzio,
mica ci pensano o cercano di trovare un codice dell'essere alberi.
Neppure le steppe inerti per sempre adagiate si danno pena per la propria desolazione.
Tutto questo esistere strabiliante ma non strabiliato. Senza pensieri e mugugni.
Solo tu, terra e umore, fino a che viene mattino, scrivi e cancelli, cerchi causa e rimedio.

Domenica di neve

Si stese
nel paese una muta
domenica di neve.
Disparve ogni visibile
segnale di creature
in quell'unico biancore
Si spense
la molteplicità, si sfece
il variopinto 
del mondo, della scena
L'essere si riprese
ogni apparenza
fu solo con sé,
con la sua essenza. 
Che cosa restò fuori 
dall'incontaminato albore?
I casi della storia o i segni
della sua vanagloria?
La vita però era
prima e dopo di sé, Era.

(Mario Luzi)

Questa poesia adesso, ritagliata dal giornale, l'ho messa dentro un libro. Uno di due che avevo comprato all'edicola della stazione di Mestre. Il libro è "Lo stesso mare" di Amos Oz.

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Commenti al Post:
labirintidelcuore
labirintidelcuore il 17/03/12 alle 13:09 via WEB
Sembra di sentire i freschi fiocchi che piano piano si posano e subito scompaiono... ciao Terri
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/03/12 alle 08:22 via WEB
scompaginano freschi
ottundondendo
sia il sembra
sia il sentire
Piano piano
non ti accorgi
che sei tu
che vai a posare
E' cosi
o cosi pare
 
detto.e.fatto
detto.e.fatto il 17/03/12 alle 15:06 via WEB
E'una danza lo scendere dei fiocchi bianchi.Si respira silenzio e pace nel vederli oscillare e posarsi imbiancando qua e là.L'ho aspettata la neve,quest'anno.La primavera,però, con i suoi colori e il risveglio non è così male...vero?Un sorriso:) Chi@ra
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/03/12 alle 08:41 via WEB
"E' il silenzio
del testimone muto
..dell''immobilità
del mutamento"
Scendono danzando
Respirano posando
E tu fuggi via
gridando ad occhi chiusi
che un mandorlo in fiore
è cosa molto piu crudele

La primavera però..
la primavera..
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Ripostigli di neve il 17/03/12 alle 21:56 via WEB

dov’è sommersa dalla neve, le coltri,
là, dove la terra è bruna, tersa, senza solchi,
sulla soglia, prova a chiamare là, chiamare,
sentendo soltanto la tua voce, che chiama,
sotto le coltri, sotto
la neve luccicante,
sotto la terra nera,
chiama fino a sfinirti, a gemere.
non torneranno più, se non in sogno, insonni,
se non laggiù, la loro requie, dove?
le ombre vagheranno, qui, miriadi,
ancora a brulicare, loro,
cercando il loro nome.
e porti il latte, e il miele?
il vino dolce, la farina d’orzo?
non puoi nemmeno sentirli sibilare,
quel loro gracidare, lo sfrigolìo, l’affanno,
il mormorìo che fanno facendosi terra,
non senti, senti gracchiare il corvo,
che vede ritornare, l’ombra,
sulla neve, di un’altra luna gialla.
taci. porta le mani al viso, riannoda i tuoi capelli.
ancora non hai còlto il tuo narciso, e il croco già fiorisce. G.Mesa
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/03/12 alle 09:17 via WEB
Sommessa è cosa che posa
biancobaleno in un belato
Un lamento del sollievo
che sulla soglia spoglia
nel campo non c'è sogliola
che la invochi quella neve
Mentre io mi stendo per farmi scoprire
tu dall'uscio mi chiami "Che fai tonno?"
Quasi quel biancosordo fosse il mare
Vieni dico, stendiamoci sotto la coltre
Porta il latte e il miele sotto il piumino
Che tornino pure se vogliono, quelli là
Che vaghino le ombre e le miriadi senza requie
Non ho piu paura se vieni qua con il latte e il miele
Che lo senta il Mesa quel loro sibilare
lo sfrigolare, il gracidio e l'affanno
Io voglio versare il vino sulla neve e la terra arsa
Voglio che mi canti la nona elegia dalla soglia
anche loro, dopo dei tanti di prima,
e prima di quelli di dopo…
...leggermente
come neve posa
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Biancobaleno il 18/03/12 alle 15:19 via WEB
"Quanto silenzio bisogna
aver ascoltato,quanto cielo negli occhi
avuto per risentire di là dalla stanza
la luce che allora faceva cantare sopra la boccia
i fiori di pisello appena colti
levati in volo sui verdi
raggi rifratti dei gambi
e palpitare il vento d'ali di farfalle
rosa,turchesi,una stravolta,bian
sorpresa in sogno
Quanti giorni d'inverno indifferenti
durare dietro la porta socchiusa sperando
che trasalga quella voce ancora
e che non invano
vi saremo vissuti vicino"
F. Hindermann
scopro il viso,l'occhio s'imperla nel latte posato
tra realtá e pensiero
non appare,ma esiste dove l'erba sommerge
c'è così tanta luce nelle tazze che guardando
cadiamo all'insù,mescoliamo i millenni
le tue tasche si rovesciano negli occhi
cadono come lapislazzuli sassi color camoscio
e un raro celestino che nessuno ha mai
ancora visto
sempre più nuda nel nulla,la neve
sua vita
 
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