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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« Un'ora sola ti vorrei | Chi è questa persona umana? » |
Post n°417 pubblicato il 17 Marzo 2012 da simurgh2
C'era una poesia inedita sul Corriere, ieri, di Mario Luzi
Domenica di neve Si stese (Mario Luzi) Questa poesia adesso, ritagliata dal giornale, l'ho messa dentro un libro. Uno di due che avevo comprato all'edicola della stazione di Mestre. Il libro è "Lo stesso mare" di Amos Oz. |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
ottundondendo
sia il sembra
sia il sentire
Piano piano
non ti accorgi
che sei tu
che vai a posare
E' cosi
o cosi pare
del testimone muto
..dell''immobilità
del mutamento"
Scendono danzando
Respirano posando
E tu fuggi via
gridando ad occhi chiusi
che un mandorlo in fiore
è cosa molto piu crudele
La primavera però..
la primavera..
dov’è sommersa dalla neve, le coltri,
là, dove la terra è bruna, tersa, senza solchi,
sulla soglia, prova a chiamare là, chiamare,
sentendo soltanto la tua voce, che chiama,
sotto le coltri, sotto
la neve luccicante,
sotto la terra nera,
chiama fino a sfinirti, a gemere.
non torneranno più, se non in sogno, insonni,
se non laggiù, la loro requie, dove?
le ombre vagheranno, qui, miriadi,
ancora a brulicare, loro,
cercando il loro nome.
e porti il latte, e il miele?
il vino dolce, la farina d’orzo?
non puoi nemmeno sentirli sibilare,
quel loro gracidare, lo sfrigolìo, l’affanno,
il mormorìo che fanno facendosi terra,
non senti, senti gracchiare il corvo,
che vede ritornare, l’ombra,
sulla neve, di un’altra luna gialla.
taci. porta le mani al viso, riannoda i tuoi capelli.
ancora non hai còlto il tuo narciso, e il croco già fiorisce. G.Mesa
biancobaleno in un belato
Un lamento del sollievo
che sulla soglia spoglia
nel campo non c'è sogliola
che la invochi quella neve
Mentre io mi stendo per farmi scoprire
tu dall'uscio mi chiami "Che fai tonno?"
Quasi quel biancosordo fosse il mare
Vieni dico, stendiamoci sotto la coltre
Porta il latte e il miele sotto il piumino
Che tornino pure se vogliono, quelli là
Che vaghino le ombre e le miriadi senza requie
Non ho piu paura se vieni qua con il latte e il miele
Che lo senta il Mesa quel loro sibilare
lo sfrigolare, il gracidio e l'affanno
Io voglio versare il vino sulla neve e la terra arsa
Voglio che mi canti la nona elegia dalla soglia
anche loro, dopo dei tanti di prima,
e prima di quelli di dopo…
...leggermente
come neve posa
aver ascoltato,quanto cielo negli occhi
avuto per risentire di là dalla stanza
la luce che allora faceva cantare sopra la boccia
i fiori di pisello appena colti
levati in volo sui verdi
raggi rifratti dei gambi
e palpitare il vento d'ali di farfalle
rosa,turchesi,una stravolta,bian
sorpresa in sogno
Quanti giorni d'inverno indifferenti
durare dietro la porta socchiusa sperando
che trasalga quella voce ancora
e che non invano
vi saremo vissuti vicino"
F. Hindermann
scopro il viso,l'occhio s'imperla nel latte posato
tra realtá e pensiero
non appare,ma esiste dove l'erba sommerge
c'è così tanta luce nelle tazze che guardando
cadiamo all'insù,mescoliamo i millenni
le tue tasche si rovesciano negli occhi
cadono come lapislazzuli sassi color camoscio
e un raro celestino che nessuno ha mai
ancora visto
sempre più nuda nel nulla,la neve
sua vita