Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
RRWI...
Sa me amala horo, horo kelena Sa come aprirsi nell'inferno il canto degli angeli che amiamo-
risalendo lungo il pozzo un fiato caldo per raggiungere la gola e dire ancora same amala oro, oro kelena -
Le loro mani bianche danno frutti leggendo sul labiale il nostro nome
Non possono che questo, in fondo al campo, non altro che cantare l'ederlezi, nel buio che va dal primo vento al caldo dei colori in tutto il corpo.
E' l'odore di un fieno che si espande al grido amaro-dive, dive kerena,
alzando con i semi una canzone, dal profondo della pancia, e lentamente, come fosse un suo risvolto, con amore, quando torna a trattenersi nel respiro
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Ci aveva condotti sul verde del fiume
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Post n°950 pubblicato il 24 Aprile 2017 da claudia.sogno
Pregai tutta la notte nel libro d'ore.
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Post n°949 pubblicato il 22 Aprile 2017 da claudia.sogno
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Sulla lettera iniziale di Pesah chiude la tenda un panno morbido di lana. mescolanza d'erbe, di oli santi Parole sorelle, messe in luce,
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Post n°947 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da claudia.sogno
Disegnavo un piccolo capanno
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Post n°946 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da claudia.sogno
Viene dall’invisibile incarnando la presenza delle voci ogni volta che accendo il fuoco a sera affonda il verbo nella legna con la saliva, da buio a buio, mostrando lo spacco del sacro -la ferita, il nome- delle rose nei miei fiori, sono la nostra anima là dentro, nel camino acceso in cui abita qualcosa, perché cresca la luce. Piegando le ginocchia mi accuccio dove viene il rosso con la veste arrotolata fino al timo scoprendo la macchia azzurra sul mio fianco scintilla nuda e disarmata -immutabile simurgh-
Con un piede dopo l’altro ascolto la corteccia da bruciare le piste dei sogni attraverso gli anni le pulsazioni di ogni tronco – ognuno canta per anelli cigolando sotto i miei talloni- sotto le piante sento gli uccelli volati via dai rami le foglie rimaste sole nel rettangolo vuoto del giardino. Mi tramando, credendomi un albero, Prego, senza una parola, sono la stessa cosa. Nella pancia i legni sono pronti per rinascere dal fuoco mi alzo scalza con tutto il corpo, la riconciliazione nelle mani, una per una. Odoriamo di pace come quel giorno, nella sala di commiato, non separandoti mai da me stessa
Con una lingua tenera in un bianco leggerissimo di cenere il nostro esserci è un segreto ognuna canta nel pensiero
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Post n°945 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da claudia.sogno
L’elegia ci fa trovare, al di là dell’albero più ferito, di Paesi e continenti, l’acquabuona, una cascata di perle e di animali, dove cercavo il mio menhir sulla riva del laghetto azzurro. Intatta immersa e protetta dall’acqua fresca aveva gli occhi aperti come fosse viva
Ridarle vita con otto stagioni fu l’unica cerimonia nel cuore dell’inverno profondo, portare licheni per nutrirla rimuovendo la brina dagli alberi. Mi toccò i capelli. Ti adoro per la dolcezza, per le mani e così sia, anche nel silenzio degli uccelli, canta. è un miracolo nudo la nostra creatura le linee della mano tanti rami e ad ogni dito il suo respiro fa gli anelli un panno bianco, di cielo in cielo nel canto d’emergenza coincide con i sensi, a un poi, che calma, che trascina la mia immagine nel Vuoto dove trovo riparo. dove ti riveli con il viso mentre mangi mentre raccogli nascosta la mia mano ti do un nome, allargo tutti i rami per avere ancora suoni e somiglianza. Nella danza fragile precipita il respiro preme il cuore, dentro quella crepa, la luce, per quel minimo d’azzurro, ti è salita fino agli occhi dalla pozza ho tolto le parole per amarti, cerva di un solo fianco, nel silenzio, venuta via dall’ombra. è con l’acqua che ti fascio il viso, ora, con le membrane lucide dei sogni, sei un canale di biancore tra i rami fino al petto il segno che racconta un corpo porta il tuo Nome adesso –Rimani- nel respiro degli alberi, l’impronta più Viva tra tutte le voci Anima di gioia sul bianco del foglio- senza grida.
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Post n°944 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da claudia.sogno
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