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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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« la poesia e lo spirito d...delle pallonate »

La poesia in un urlo a cui rispondi (Terza parte)

Post n°254 pubblicato il 28 Giugno 2011 da simurgh2
 


Campo S. Barnaba

In una piazza di Venezia, a Campo S Barnaba, tempo fà, c'era questo tipo dall'aria che si intuiva bizzarra, che girava a rovistare nei luoghi dove gli altri non guardavano e ogni tanto lanciava un urlo. La gente passava, in genere turisti. Sentivano quel grido e si giravano a guardare. Un grido che ti faceva fare un soprassalto, come frantumasse l'aria immobile della piazza. Non c'era una ragione apparente perchè quello la si mettesse a fare un urlo. Poteva essere di rabbia, gioia, dolore, allegria. Non era chiaro. Poi una voce, era di uno delle bancherelle nella piazza, cominciò a rispondergli. A grido rispondeva con un altro. Un doppio grido. Un grido che poi restava fermo e per qualche istante creava un senso di sospensione, come un funambolo che attraversasse sopra la piazza, camminando su un cavo. Quella tensione provvisoria ecco, per me è quel che intendo poesia. Al grido rispondeva il grido. A quel tragico del primo rispondeva un altro che lo annullava. Ed era un dialogo strambo, eccentrico, sorprendente. Si intrometteva tra le chiacchiere dei turisti, delle guide culturali, dei camerieri, delle duchesse ai tavolini. Era una cosa umanissima, che toglieva ogni finzione, ogni vanità alla maestosità dei palazzi. Non so, per me quel grido là era poesia. Ecco, la poesia è quel tipo là che lancia urli. Il suo grido in giro si farà sentire sempre, e qualcuno sarà la a rispondere, almeno spero. Altrimenti la poesia sarebbe terribile.
Un grido solo, un grido solo fa paura.




Due commenti dicevano:

"Spazio spazio io voglio"
Spazio spazio io voglio,tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere errare
e saltare il fosso della divina sapienza.
Spazio datemi spazio ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano.
- Alda Merini

..sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
Alda Merini

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Paola il 05/07/11 alle 10:32 via WEB
http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?currentId=15 Risposta a scoppio ritardato! Mi ricollego qua al post "Assemblaggi" di Teti su Momentaneamente (tanto so che legge anche lei!)e dico: conoscere, pensare e poi eventualmente parlare. Hai ragione Simurgh, il professore universitario non è affatto snob. Paola
 
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