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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi di Maggio 2012
Post n°452 pubblicato il 19 Maggio 2012 da simurgh2
Nei giorni scorsi la pioggia, obiqua su noi, e sul gelsomino che s'apriva nei fiori il profumo, nella graticola su cui s'arrampica vedo, da dentro, sotto il portico, tra i piccoli rami un nido. Pareva vuoto, non vedevo nessuno alla cova. Ill giorno dopo le teste. Trepidazione dunque. Una lingua s'incontra, senza prima mai esser vista. Sapevo che non ci si doveva far vedere a guardarlo il nido, altrimenti la madre poteva abbandonarlo, assieme ai "merletti". Erano quattro. Ho imparato a conoscerne di ognuno il carattere.
Questo era quello che mi piaceva di piu. L'incazzato.
A volte, incazzato teneva delle arringhe, dal suo angolo. Enunciazioni, editti e proclami, immaginavo io, ad addestrare ed educare la truppa. Ognuno al suo posto. Che a lui fosse riconosciuta la dignità e l'autorevolezza del capo. Secondo me si credeva un'aquila e di essere nato nel posto sbagliato o che quei genitori non fossero i suoi.
A volte, come qua, non so se si vede bene, ma è il terzo, con la testa appoggiata sul ciglio del nido. Gli prendeva lo scoramento. Avrebe voluto un gin tonic invece di un misero vermetto. Mi sa che voleva buttarsi sul bere. Ma poi reagiva. Lo guardavo con apprensione in quei momenti. Gli mettevo su la tromba di Enrico Rava perchè sentisse "Il giro del giorno in ottanta mondi",(clicca) (1) e incoraggiarlo, farlo reagire alla considerazione che gia aveva per la vita. Non volevo diventasse un cinico rancoroso alla Cioran e mettesse di malumore anche gli altri citando "In un mondo senza malinconia, i merli si metterebbero a ruttare"
Beh, arrivo fin qua, intanto (1) magari un giorno, il merletto impara l'assolo e lo fischia invece del loro solito verso. E allora le merle, tutte la incantate, e lui a credersi ancora un'aquila, e credere nei suoi ottanta cieli, e fischiare nell'assolo epopee e racconti guerreschi nei cieli, come il Barone Rosso, con il berretto di cuoio e le sbardole sulle orecchie che penzolano, ah, allora si sarebbe un'aquila epica, allora. |
Il presunto poeta, usa parole che fanno dei suoni. Le immagini del video non hanno astinenza. Forse piu il titolo: "Carta Bianca". Al risveglio il travaglio Al risveglio il travaglio Da un lato c'è un bambino che diventa Di notte li sentivo uscire dai buchi La femmina del daino si aggirava ai margini della radura La femmina del daino, ancora gravida simurgh - XVII a. C.
Nowhere conosco le parole |
Ad un certo punto entrano nella mia vita le trine di Rilke. Prima ancora Rilke mi era entrato tutto intero con le Elegie. Le trine si trovano ne "I quaderni di Malte Laurids Brigge", a pag. 103. Avevo però gia letto quella parte nel web. Ieri sera ci sono arrivato pian piano, leggendolo nel libro. Proprio ieri sera. Leggo poche pagine ogni tanto. Quella pag. 103 ora conserva un'appunto che ho scritto sopra. Una cosa pesante per me. "Adesso so anche cosa accadeva quando Maman srotolava le piccole strisce di trine. Si era riservata per il suo uso uno soltanto dei cassetti del secrétaire di Ingeborg.
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Post n°449 pubblicato il 13 Maggio 2012 da simurgh2
Oggi ho visto una tenda bianca di mussola,
Poi, da un'altra parte del mondo, nello stesso momento, una dice:
Era maggio e i campi non erano ancora dorati dal grano
Mogù ebbe nome quell'urlo che va,che non torna |
Post n°448 pubblicato il 11 Maggio 2012 da simurgh2
Da "L'amante" della Duras, questa ninfa, una ragazzina, "In me c' era posto per il desiderio, Non c' era da attirare il desiderio. Dice di aver capito subito che sarei stata così Lei è una ninfa, o una Lolita. Di recente ne avevo incontrata una ne "L'uccello che girava le viti del mondo" di Murakami. Una quindicenne, a casa tutto il giorno da sola. (da fine pag. 12 alla 17). Ma di questo parlerò un'altra volta. L'elemento conturbante delle ninfe, mi sorprende ogni volta. L'altro elemento è la possessione che ne scaturisce. al minuto 6 del video.
" Non c'era un alito di vento All'improvviso non era più sicura di non averlo mai amato.
Ecco, quel momento, quell'istante
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
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