Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Vivere (Continuare a ...)Che ci faccio qui? »

Vivere fino a cent'anni

Post n°316 pubblicato il 01 Luglio 2014 da hieronimusb

Sulla spiaggia  i venditori ambulanti passano continuamenti, alcuni si avvicinano solo, poi, di fronte all'ostentata indifferenza dei bagnanti, si allontanano silenziosamente come sono venuti, altri non si sgolano neppure più ad offrire cocco fresco e mandorla, ma azionano un piccolo altoparlante con l'annuncio preregistrato. Ci sono poi quelli che invece si fermano, si accucciano , cercano il tuo viso in modo che il diniego sia una questione personale.

Ci sono poi quelli che "sanno" che ti venderanno qualcosa e non appena li vedi "sai" che qualcosa ti sbologneranno comunque, così quando si avvicina questo senegalese con i suoi libri mi sento di dire "alè, ci siamo".

Ha un viso sorridente con dei denti bianchissimi e soprattutto sani, non avrà più di 30 anni. Iniziamo la solita conversazione "Ciao amico" e ti porge la mano, una bella mano forte, piacevole da stringere. "Come ti chiami?" , "come ti chiami tu", dico io.
"Abraham"  , ah, "Ibrahim" dico alla maniera araba.
"No, Abraham, Ibrahim è mio figlio"
"Ah, io comunque mi chiamo Bruno".
"Allora Bruno, ti sei abbronzato eh, tra una settimana sarai nero come me".
"Ma neanche se stessi al sole tutto il giorno riuscirei ad avere la tua abbronzatura, e poi comunque oggi è l'ultimo giorno".
"Torni al lavoro"
"Eh si"
"Ma che peccato"
"A chi lo dici!"
Poi ovviamente, visto che è li per vendere e non per fare conversazione, mi propone uno dei suoi libri, "Sette giorni in Senegal".
"E' uno dei libri in cui ci spiegate perchè ci chiamate 'tubab'?" chiedo. Pare strano, ma anche loro hanno i loro bei pregiudizi sui bianchi più o meno fondati, molto campati in aria come ogni pregiudizio che sia fedele a questo nome.
Poi l'occhio mi cade sul secondo libro che ha in mano "Poesie della negritudine" e quella in copertina la conosco.
Prendo il libro, sono 9 euro, cerco dieci euro dal portafoglio e glieli do. Fa per prendersi il resto di tasca , ma gli faccio segno di lasciar perdere "Prenditi un caffè".

Il gesto lo lascia perplesso. Si siede nell'ombra del mio ombrellone e mi dice "Tu vivrai fino a 100 anni ed in buona salute, quanti anni hai adesso?"
"55"
"Bene , vivrai ancora 45 anni ed in buona salute"
No, 45 anni sono troppi, diciamo che vorrei ovviamente essere in buona salute, perchè non vorrei essere di  peso a nessuno, ma altri 45 anni, quando i momenti attuali saranno meno di ricordi, quando l'infanzia e l'adolescenza saranno dalla parte opposta di un libro scritto fitto fitto non mi va.

Già faccio fatica a trovare un senso ai giorni adesso, e mi devo inventare nuove imprese, nuovi progetti, figuriamoci tra 45 anni.

Ma Abraham è irremovibile, 45 anni ha predetto e 45 anni dovranno essere...
Gli stringo la mano, penso a Liliana, domani sarà comunque un altro giorno

 

 

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Commenti al Post:
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 01/07/14 alle 09:03 via WEB
Beh, dai, 45 ci stanno. Domani sarà per te un altro giorno e sono certa, prima o poi arriveranno nuovi giorni carichi si, di ricordi, ma anche di nuovi sorrisi
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 03/07/14 alle 08:12 via WEB
Ma hai idea di cosa voglia dire inventarsi qualcosa ogni giorno per altri 45 anni senza più le forze della gioventù?
Mi accontento di altri 30 e lascio i restanti 15 a chi ne ha davvero bisogno :o)
 
   
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 07/07/14 alle 11:46 via WEB
Facciamo 35 e non se ne parli più... ;-))
 
ania1981
ania1981 il 02/07/14 alle 10:51 via WEB
se ha detto 45, saranno altri 45 :-)
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 03/07/14 alle 08:13 via WEB
Vabbè, ma sembra quasi una condanna più che un premio.. :o)
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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