Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 03/03/2015

Sguardi sull'aldilà

Post n°340 pubblicato il 03 Marzo 2015 da hieronimusb

Il problema umano della morte, in fondo, riguarda chi rimane, non chi se ne va. A differenza di qualsiasi viaggio è chi rimane a doversi far carico della quotidianità, dei gesti consueti che perdono però il senso che avevano fino a prima.
La morte è una cesùra netta tra il prima ed il dopo, per questo sono ad interrogarmi, a ricercare, a riflettere.

L'aspetto della morte mi ha sempre affascinato, amo le biografie e, fin da bambino, sono sempre stato colpito dal momento in cui, quelle figure che, in un modo o nell'altro, hanno segnato la società,  si consegnano all'eternità.

La morte è qualcosa che riguarda tutti, anche me. L'ho sempre saputo ed in qualche modo ci sono preparato, ciò a cui non ero pronto era la morte di una persona che ho amato, che è stata ed è tuttora, parte di me.

Certo nella vita ho fatto scelte che mi avevano allontanato da quella persona, ma è stata una lontananza fisica in ogni senso,  sono state scelte "di vita", fatte appunto quando la vita c'era ed era una strada che si perdeva lontano, in cui ognuno aveva il tempo per fare il suo cammino.

Quando la strada di L. è diventata improvvisamente più corta anche la mia ha virato bruscamente ed è tornata ad affiancare la sua.

Poi lei si è fermata ed io sono rimasto a cercare un senso a tutto ciò.

E' come un rompicapo, tanti pezzi, tante idee, tante visioni, che dobbiamo armonizzare con la nostra esistenza, la nostra esperienza, le nostre personali sensazioni, provando a separare ciò che "vorremmo che fosse", dal ciò che "forse è".

Ovvio non ci sono Verità, anche se le religioni da sempre pretendono di fornircene una, ci sono invece possibilità ed è questo, unitamente ad una giornata splendida che lascia lo sguardo vagare libero sulle mie montagne innevate, che in questa mattina mi dà serenità.

E' stato soprattutto un brano, letto ieri sul libro di Battiato "Attraversando il Bardo", a sciogliere un grosso nodo che avevo sul cuore fin dall'anno scorso.

Un anno fa, ciò che avevo temuto si era avverato. L. era consapevole che i suoi giorni terreni fossero ormai alla fine. Sinceramente avrei preferito che la morte, inevitabile ed ineluttabile, la cogliesse d'improvviso, senza dover affrontare qualla consapevolezza che , temevo, sarebbe stata un ulteriore peso.

Ed invece lo aveva saputo ed io ero rimasto colpito dalla sua tranquillità.

Mentre era ancora in forze ha chiuso le cose degli umani, con un rogito notarile ha passato la sua parte di attività a Giulia, ha chiuso conti correnti, disdetto i contratti di acqua, luce, gas e telefono e si è messa ad attendere che il suo momento venisse.

Man mano che le sue condizioni fisiche peggioravano ha dovuto fare rinunce, ad esempio non era più in grado di salire le scale per andare in camera da letto, nella nostra camera che aveva visto tanti momenti, che sicuramente aveva tanti ricordi.

Non so se quella mattina, prima di scendere per l'ultima volta le scale, si sia soffermata a guardare dal balcone, se abbia fatto un ultimo giro per quel piano che non avrebbe rivisto più, (io lo avrei fatto), so solo che si è fatta preparare un lettuccio nella vecchia stanza di Matteo al piano terreno ed è rimasta li fino a che non è arrivato il letto da ospedale che l'ha accolta negli ultimi giorni.

Tutti questi momenti, tutto questo stillicidio di attese, erano, dal mio punto di vista, solo un aggravio di pena e sono rimasto colpito dalla serenità con cui L. invece affrontava tutto.

In quel mese abbiamo giocato spesso a carte, mi ha sempre battuto come era la norma, qualche volta ci siamo fatti qualche pianto assieme come è giusto che sia per l'emozione dolce della nostalgia, ma per il resto guardava fiduciosa avanti, una cosa che ho pensato spesso era che lei stava già guardando l'eternità, qualcosa che io non potevo vedere e non potevo capire.

C'è un nostro amico, maestro di Reiki che le aveva proposto delle sedute, ne avevamo parlato ed io le avevo detto che poteva essere una cosa buona, l'appuntamento era per il 20 marzo, giorno del suo compleanno.

Ero via per lavoro, sarei tornato in serata, ma nel pomeriggio le ho mandato un SMS per chiederle come era andata.
"Non ci sono andata :o) " mi ha risposto. E' stato quell'emoticon, quel sorriso a lasciarmi stupito, molto più della sua rinuncia avvenuta perchè pggettivamente la stanza del nostro amico è al secondo piano senza ascensore e non ce l'avrebbe fatta ad arrivarci.

Quel sorriso era la serena accettazione del suo destino.

Ieri, leggendo il libro di Battiato, ho trovato nelle parole di Guidalberto Bormolini, un frate che accompagna i malati terminali nell'ultima parte del loro viaggio, la risposta a questi miei interrogativi.

Molto più saggiamente di ciò che avrei voluto io , a L. è stata offerta la possibilità di prepararsi alla sua morte ed a ciò che ci sarà dopo , è stata un'opportunità che L. saggiamente ha colto.

Scoprire questo, metterlo insieme ad altri piccoli fatti che solo superficialmente potrei definire coincidenze, mi porta sempre più a pensare che nulla accada per caso e che ci sia un disegno ad intessere le nostre esistenze.

Un disegno che non capiamo, che nessuna religione ha ancora capito, neppure quella Buddista, ai miei occhi troppo egoista nel suo tendere alla perfezione individuale, ma un disegno c'è.

Se oggi il sole sorge è per rispondere ad una legge fisica, ma anche perchè ha un senso che sorga.

In questo mi conforta il parere di molti scienziati che stanno indagando i misteri dell'universo e si spingono sempre più lontano, ma ogni passo che fanno hanno sempre più la consapevolezza di esplorare i confini più esterni della mente di Dio.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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