Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 27/11/2015

Lotta al terrorismo

Post n°368 pubblicato il 27 Novembre 2015 da hieronimusb

Il terrorismo non si combatte con le armi, ma con il buonsenso.

La reazione di questi giorni, ciò che sento alla TV e leggo nei giornali pare più il classico "Ti aspetto fuori" dei bulli che non la risposta che ci potrebbe attendere da capi di stato con la responsabilità del futuro di milioni di persone.
Posso capire Salvini, la Santanchè, Gasparri, cervellini ipotrofici, pur se lautamente pagati, ma un Hollande che fa proclami di guerra , un Obama, ( premio Nobel per la pace che proprio in virtù di questa onorificenza data probabilmente con troppo entusiamo , dovrebbe utilizzare meglio la dotazione di neuroni per trovare una soluzione vera al problema ), che formulano intenti bellicosi e senza costrutto mi lasciano un po' basito.

GUERRA si sente dire da ogni parte!. Scusatemi vorrei obiettare, ma guerra contro chi?

Pur se autoproclamato "califfato" l'Isis non è uno stato, non ha una struttura , un governo, un territorio, un riconoscimento ufficiale da parte della popolazione e della comunità internazionale per cui un giorno possa essere cotretto ad ammettere di aver perduto una guerra e pagarne, di conseguenza, il fio.

Possiamo arrivare là, uccidere Al Baghdadi come già fu fatto per Osama, ma poi?

Poi quelli che oggi fanno parte delle milizie semplicemente tornerebbeero nell'ombra pronti a ricominciare da un'altra parte, tanto i motivi ci sono sempre.

Il terrorismo si combatte in primo luogo togliendogli il brodo di coltura con cui si alimenta, risolvendo i conflitti, grandi e piccoli che originano la rabbia, la frustrazione, il senso di ingiustizia da cui possono trarre spunto altri arrabbiati, fustrati, delusi.

Mi viene in mente un libro letto un paio di anni fa "Terroni" di Pino Aprile. In quel libro mescolando realtà a mito, concezioni errate , torti subiti reali o presunti dal mezzogiorno d'Italia dopo l'unificazione, si creava la base di lavoro per un proposito secessionista.

Se l'economia andasse poi peggio, se le condizioni di vita peggiorassero il passo alla lotta armata sarebbe breve perchè la gente si muove quando sente di non aver più nulla perdere, (al Nord non è mai successo perchè i "nordisti" avrebbero parecchio da perdere e lo sanno bene)

Ora, in Medio oriente ci sono situazioni di frustrazione, di ingiustizie che non possiamo più ignorare.
Non parlo solo della questione palestinese, ma anche di tutti quei luoghi in cui siamo andati a portare la "democrazia" ed invece abbiamo semplicemente destabilizzato uno status quo che, pur nei suoi limiti, garantiva condizioni di vita che oggi non ci sono più.

L'Occidente deve iniziare ad ammettere di aver fatto delle grosse cazzate nel recente passato, ritenendosi superiore, convinto di possedere la Verità assoluta e deciso si spaccare le teste pur di inculcarla ha reso impossibile la vita di centinaia di milioni di persone.

Ovviamente non è possibile limitarsi ad un semplce "Ops, scusateci, non volevamo". E' necessaria una presa di coscienza collettiva, per cui "cada pueblo puede liberarse a si mismo" come diceva il rivoluzionario per eccellenza Ernesto Che Guevara.

Il caro Obama che insiste sulla "transizione" siriana faccia mente locale alle varie transizioni in Iraq, Afghanistan ed anche a quella libica che ci riguarda da vicino, ovunque il terrorismo non solo non è stato debellato, ma anzi è cresciuto tanto che mi viene da pensare che sia un fattore voluto, cercato e finanziato da quegli stessi che poi gli dichiarano guerra.
Divide et impera dicevano i romani e credo che quella filosofia sia tuttora attuale




 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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