Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 18/01/2017

Maledizioni

Post n°510 pubblicato il 18 Gennaio 2017 da hieronimusb

Se fossi un credente, magari un po' bigotto sarebbe quasi facile pensare a qualche maledizione divina per quanto sta accadendo alle genti dell'appennino tra Lazio ed Abruzzo.

Non bastavano due terremoti disastrosi, non bastava un'ondata di gelo senza precedenti con nevicate fuori norma a coprire le macerie, adesso anche un altra serie di scosse durante il freddo, durante le tormente di neve ad aggiungere disastro al disastro, disagio al disagio e , soprattutto, disperazione a disperazione .

L'uomo è un animale straordinario, riesce a risollevarsi quasi sempre, riesce a trovare motivi per sorridere anche durante le catastrofi più grandi e lo abbiamo visto con i bambini siriani che approfittavano di una pausa dei bombardamenti per giocare a pallone, ma ci deve essere la speranza, ci deve essere una visione del futuro, ci deve essere una strada che tutti possono vedere ed invece questa situazione è la tomba della speranza.

Ogni volta che faticosamente si cerca una qualche normalità, sia pure nell'emergenza, il destino sembra voglia accanrsi ancora.

Ora è certo che il destino non c'entra nulla, così come non c'entra alcun dio vendicativo ed il fatto di non avere nessuno a cui dare la colpa è ancora più difficile da accettare.

Certo c'è una lezione da imparare, viviamo su un suolo fragile, questi fenomeni sono sempre più frequenti, dovremmo imparare a conviverci e dovremo imparare a farlo in fretta.

Chissà mai che questo possa servire a farci diventare anche un po' più popolo? Chissà che non ci aiuti a riscoprire il valore della solidarietà?

... o forse stiamo diventando così assuefatti che l'unica cosa che ci viene in mente è "meno male che non è toccato a me?"

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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